Serie TV > NCIS
Segui la storia  |       
Autore: xenascully    31/07/2011    2 recensioni
Quando il loro intrepido Capo scompare, la squadra di Gibbs si impegna per trovarlo prima che il suo tempo giunga alla fine...
Genere: Generale, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Anthony DiNozzo, Leroy Jethro Gibbs
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Prima che qualcuno potesse fermarla, Ziva entrò nella sala interrogatori. Si mise subito faccia a faccia con Withey, sbattendo il palmo della mano sul tavolo, afferrando con l’altra lo schienale della sedia sul quale lui era seduto.

“Io non sono così indulgente riguardo a come è andato a finire questo tuo giochetto malato.” Sputò lei.

“Signorina David.” Sogghignò. “Come sta la gamba?”

“Ziva, avanti.” Le disse Gibbs, da dove se ne stava fermo sulla soglia della porta.

“Hai fallito.” Continuò lei, ignorando il commento di Withey. “Io sto bene, come anche Gibbs. Perché stavi sorridendo?” Lo fissò torva. Withey ridacchiò debolmente. Ziva si sentì bollire il sangue, e sbatté di nuovo la mano sul tavolo. “Cosa c’è di così divertente?”

“Il fatto che pensi che io abbia lavorato da solo.” Sorrise lui.

Ziva si rimise lentamente dritta, stringendo gli occhi. Gibbs rientrò nella stanza e si avvicinò al tavolo. “Di che diavolo stai parlando?” Domandò.

“Non avrete creduto davvero che non avessi un piano di riserva, vero?” Scosse la testa; il sorrisetto arrogante ancora stampato sulla faccia da scoiattolo.

“Dicci tutto ora, e faremo un accordo.” Disse Gibbs, con tutta la calma di cui disponeva.

“Oh.” Rise Withey. “Hai l’impressione di poter fare qualcosa per fermarmi.”

“Possiamo, e lo faremo.” Gli disse Gibbs. “Che tu ce lo dica o no. Aiuteresti solo te stesso risparmiandoci il disturbo.”

La bocca di Withey formò un altro sorriso ambiguo. “Ora, perché mai al mondo, dovrei volerti risparmiare qualcosa, Agente Gibbs?”

“Bene.” Replicò lui. “Facciamo come vuoi tu. Andiamo, Ziva.” Le afferrò il braccio e si diresse verso la porta.

“Ormai è troppo tardi, comunque.” Disse loro Withey.

Gibbs si fermò solo per un secondo, poi continuò…

                                                                                                                                    11 00 11 00 11

“Withey ha dichiarato do non lavorare da solo.” Disse Gibbs mentre entrava in ufficio con Ziva.

Tony si alzò dal suo tavolo, lanciando una breve occhiata a Tim. “McGee ed io crediamo sarebbe meglio controllare il proprietario dell’edificio nel quale ti abbiamo trovato, Capo.” Disse.

“È probabile che abbia affittato lo spazio a Withey.” Aggiunse McGee. “L’elettricità c’era ancora, e tranne che per il modo col quale siamo entrati noi, non c’era segno di scasso.”

“Possiamo andare a controllare.” Disse Tony.

“No.” Replicò Gibbs.

Tony corrugò le sopracciglia. “Capo?”

“Se non stava lavorando da solo, allora c’è ancora qualcuno là fuori che ha stampate in testa le nostre facce. Non possiamo continuare noi. Dobbiamo cedere il caso a qualcun altro.”

“A chi?” Chiese Tony.

“Fornell.” Rivelò lui.

“Vuoi cedere il caso all’FBI?” Chiese McGee.

“Fornell e la sua squadra sono già familiari con il caso, se non ricordi.” Ritorse Gibbs. “Ho già fatto la chiamata necessaria. Si stanno dirigendo qui in questo momento.” Con ciò, Gibbs si voltò e si diresse verso l’ascensore sul retro.

“Capo, dove stai andando?” Chiese Tony.

“A vedere Abby.” Replicò lui. “Insiste a prepararmi il caffè di persona fino a che questa faccenda non sarà finita, e io ne ho bisogno.”

                                                                                                                                 11 00 11 00 11

Tony aveva mal di testa. Fissare lo schermo di un computer riempiendo nel frattempo quello che sembrava un rapporto infinito, tendeva ad avere quel risultato di tanto in tanto.

Il telefono di Gibbs suonò, e lui rispose in fretta. Ziva e McGee si scambiarono un’occhiata mentre Gibbs ascoltava ciò che gli veniva detto. “Glielo farò sapere.” Disse prima di abbassare la cornetta. Alzò gli occhi sulla sua squadra. “Il proprietario è stato trovato morto.” Riportò. “Il coroner dice che è morto da almeno 48 ore, ma Fornell sta mandando il corpo a Ducky per verificare.”

“Immagino che allora non sia lui il complice.” Disse McGee, pragmaticamente.

“Forse Withey non aveva un complice.” Disse Ziva. “Può aver detto così solo per continuare a cercare di rendere la vita di Tony un inferno.” Si voltò per guardare l’Agente Anziano ancora al suo tavolo. Con le dita si stava massaggiando le tempie. Lei corrugò le sopracciglia. “Mal di testa, Tony?”

Lui alzò gli occhi e annuì brevemente, poi sbatté rapidamente le palpebre. “’bastanza da v’dere doppio.” Quasi squittì.

“Hai mangiato oggi?” Gli chiese, avvicinandosi al suo tavolo.

“Cosa sei, l’Infermiera Nancy, adesso?” Chiese con voce sarcastica, ma debole. “N’n mangiato, no. Chi sa cosa è sicuro?”

“Ora che ci penso, non ricordo di averti visto mangiare neanche ieri.” Intervenne Tim.

“Sono andato avanti anche più a lungo.” Ritorse lui. “E ho bevuto, pr’ma che tu chieda. Stom’co fa m’le, com-munque.”

Gibbs si alzò. Aveva attribuito il farfugliamento a quello che sembrava un pessimo mal di testa. Ma il balbettio lo fece preoccupare. Si avvicinò al tavolo; gli altri si spostarono per fargli posto. “Da dove hai preso l’acqua?” Chiese, stringendo gli occhi osservandolo.

Tony alzò gli occhi su di lui debolmente, capendo cosa intendeva. “Bottiglie. Tutte perfet’me’te s-sigillate.” Gli disse. “Da qua’do abbiamo lasciato l’osp’dale.”

“Magari non è niente.” Pensò Gibbs. “Hai niente per quel mal di testa?” Chiese.

Tony annuì, brevemente, e aprì il cassetto del tavolo, tirando fuori una bottiglietta di pillole. La mise sul tavolo e chiuse il cassetto. Quando fece per prendere l’acqua, Gibbs sembrò soddisfatto e fece per ritornare al suo tavolo.

Tony aprì la bottiglia d’acqua, prendendo in mano una pillola. Con entrambe le cose in mano, si fermò quando un’ondata di nausea lo colpì a piena potenza. Chiuse gli occhi e cercò di rimettere sulla scrivania entrambe le cose, facendo cadere la tazza piena di penne. Questo fece sì che tutti lo guardassero.

“Stai bene, Tony?” Chiese Tim chiaramente preoccupato.

“N’n posso.” Replicò lui. “La v’miterò subito, se la p’endo.”

A quel punto, Gibbs si alzò di nuovo dal suo tavolo. “Avanti, DiNozzo.” Gli disse avvicinandosi. “Andiamo da Ducky.” Afferrò un bracciò di Tony e lo aiutò ad alzarsi.

“Sto bene, Capo.” Insistette lui. “S’lo un mal di testa.”

“Meglio assicurarsene.” Replicò lui. Condusse l’Agente più giovane fino all’ascensore, facendo attenzione. Una volta che le porte si furono chiuse, si voltò per guardarlo. “Quando è cominciato?” Chiese, calmo. Tony sembrava stremato dal breve viaggio.

“Circa un’ora fa.” Sussurrò di risposta. “Non così male, però.” Fece una smorfia a causa del dolore allo stomaco.

“E quello?” Chiese Gibbs, notando anche che il fiato di Tony non stava tornando, anzi.

“C-capo?” Tony sembrò andare nel panico, in quel momento; aveva gli occhi sgranati che cercavano quelli di Gibbs. “Q-qualc’sa…qualcosa non…va.” Il respiro gli si fece ancora più irregolare, e Gibbs sentì di nuovo l’istinto che gli diceva che stava succedendo qualcosa di orribile. “Non…non…” Annaspava in cerca d’aria.

Gibbs gli circondò le spalle con un braccio quando sembrò che Tony stesse per collassare a terra. “Okay. Va bene, non parlare, per ora, Tony. Ti porteremo in un ospedale.” Le porte dell’ascensore si aprirono mostrando il Medico Legale, avvisato da McGee. “Duck, dobbiamo portarlo a Bethesda.” Gli disse Gibbs.

“Mio Dio…” Il viso di Ducky era solcato dalla preoccupazione. “Non mi aspettavo…Va bene, fallo salire sul furgone. Lo portiamo subito là…”

*~.~*

Il primo istinto di Gibbs era stato di mettersi alla guida, anche solo per poter arrivare un po’ prima. Ma Tony, da quando i crampi si erano fatti più forti, si era aggrappato a lui come fosse stato la sua ancora di salvezza, e lui non ce la faceva proprio a staccarsi da lui. Ducky, comunque, era perfettamente in grado di guidare velocemente.

Tony si agitò nel suo posto fra i due uomini più vecchi, incapace di trovare una posizione comoda, come se spostandosi avesse potuto alleviare il dolore o respirare meglio. Forse non si era nemmeno accorto della stretta presa sul braccio di Gibbs.

Gibbs mise con decisione una braccio attorno alle spalle dell’Agente traendolo a sé così che potesse appoggiarsi al suo petto; con l’altro braccio lo sosteneva per davanti attutendo i sobbalzi del furgone. La presa di Tony cambiò allora, spostandosi sul braccio che lo teneva fermo mentre un’altra ondata di crampi lo investiva in pieno. Rilasciò un gemito di dolore che durò solo pochi istanti, mentre annaspava in cerca d’aria.

Gibbs lanciò un’occhiata al guidatore. “Cosa credi che sia, Duck?” Chiese con un tono di voce gentile, raro per l’Agente.

“I sintomi che mi hai riferito,” cominciò Ducky “difficoltà a parlare, mal di testa, visione doppia, assieme a crampi addominali e difficoltà respiratorie…Alla luce dell’affermazione di William Withey sull’avere un complice, mi fa credere che Anthony sia stato avvelenato in un qualche modo. In questo caso, credo si tratti di botulismo.” Disse, cupamente.

“Botulismo?” Chiese Gibbs, incredulo.

“Mhm, sì.” Replicò lui. “Dato che non ha ferite, deve averlo ingerito. E deve essere successo ieri, visto che i sintomi si sono manifestati oggi. Questa è una cosa che non capisco. È stato così attento a non bere né mangiare cose non sigillate…”

Gibbs aveva tirato fuori il cellulare e già lo aveva portato all’orecchio, lo stomaco che si contorceva. “McGee.” Disse quando dall’altra parte risposero. “Ducky e io stiamo andando a Bethesda con Tony.”

“Capo, è successo qualcosa?” L’ansia nella sua voce era palese.

“In questo momento non ha un bell’aspetto. Crediamo sia stato avvelenato; probabilmente botulismo.”

“Cosa possiamo fare?” Offrì ansiosamente.

“Ho bisogno che tu e Ziva controlliate tutto il personale dell’ospedale che lo ha curato ieri. Vedete se qualcuno di loro è in grado di mettere le mani su questa roba.”

“Subito, Capo. E uh…per favore facci sapere…”

“Sì, McGee, lo farò.” Terminò la chiamata prima che l’ansia gli trapelasse nella voce.

“Credi sia stato qualcuno dell’ospedale, Jethro?” Chiese Ducky.

“È possibile.” Replicò lui. “Accedere a qualcosa del genere…e scommetto che gli hanno portato da mangiare.”

“Oh…oh Dio.” Ducky sembrò realizzare qualcosa all’improvviso.

“Cosa c’è, Ducky?” Gibbs strinse gli occhi.

“Mi dispiace di non essermene ricordato prima…L’Infermiera che l’ha curato; aveva provato a fargli mangiare qualcosa, ma quando lui ha rifiutato, gli ha dato invece un bicchiere d’acqua, che lui ha scelto di bere come compromesso, dato che lei ha insistito prima di permettergli di andarsene.”

“Poteva contenere la tossina?”

“È abbastanza probabile, sì.”

“Il suo nome, Ducky. Lo ricordi?”

“Credo fosse Carol. Jethro, temo che queste possano essere delle brutte notizie per Anthony. Con il sistema respiratorio già compromesso, questi problemi a respirare…” Non finì la frase.

Fu in quel momento che Gibbs si accorse che la stretta di Tony si era sciolta. “DiNozzo, sei ancora con me?” Gli strinse la mano lievemente. Non ci fu risposta. “Tony?”

Il furgone si immise nel viale dell’ospedale e si fermò nel parcheggio delle ambulanze dell’ospedale. Gibbs rivoltò Tony fra le sue braccia e il cuore gli si fermò quando notò che le labbra dell’uomo più giovane erano blu.

Non stava respirando…

                                                                                                                                  11 00 11 00 11

Come avevate immaginato ecco che arrivano i problemi! Riusciranno i membri della squadra a trovare l'Infermiera che apparentemente ha avvelenato Tony? E il povero DiNozzo come starà?

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > NCIS / Vai alla pagina dell'autore: xenascully