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Autore: Lizzie_Siddal    31/07/2011    6 recensioni
[Jackson/Allison]
"Stai... bene?” chiede, sentendosi parecchio stupido: è da quando si son presi quello spavento tremendo nel parcheggio del centro commerciale che Jackson non fa che riperterglielo a intervalli regolari.
"I miei sono fuori e... Non voglio stare sola” ha biascicato Allison quando l'ha riaccompagnata a casa.
Non l'ha detto a parole, ma si capiva benissimo che se non fosse stata tanto orgogliosa avrebbe aggiunto “ho paura”.
E, bè, al diavolo, ne aveva anche Jackson.
Quindi è okay assicurarsi che stia bene, giusto?
Genere: Fluff, Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Allison Argent, Jackson Whittemore
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Jallison

Titolo: Whenever you want
Fandom: Teen Wolf
Personaggi/Pairing(s): Jackson/Allison (Jallison :D), accenni di Jackson/Lydia e Scott/Allison
Genere: Generale, Fluff, Hurt/Comfort
Timeline: ambientata durante la 1x08
Avvertimenti: oneshot, het, qualche parolaccia, missing moment
Note iniziali: io lo sapevo che mi sarei fatta fregare anche da questo telefilm, prima o poi. Sono una donna distrutta dai teen drama.
Ah, volevo anche dire che, nonostante qui ne parli male, a me Lydia sta simpatica. Ergo, non è un tentativo di bashing. Pace.
Special thanks: un grazie particolare a Ory, Nari e Fae, che sono quasi riuscite a farmi intitolare questa shot "Baby, can I hold you? (Palpeggiamoci duro!UNOUNDICI!)" ♥ -> Non preoccupatevi, siamo persone normali, in fondo.


Dedicata con tanto sumo (nascosto!) a Kary91, una delle poche, assieme a me, a cui questa coppia piace ♥


È passato del tempo da che Jackson è entrato in camera di una ragazza che non sia Lydia.
E in verità, nemmeno ricorda quando sia stata l'ultima volta in cui è entrato in camera di una ragazza per motivi che non siano farci sesso.
Sarà per questo che si sente un po' a disagio in quella di Allison.
Piantato di poco oltre la soglia, nel suo impacciato metro e ottanta di muscoli e spalle larghe, Jackson se ne sta lì a spostare lo sguardo attorno.
È abbastanza spoglio, come posto.
Un letto, una scrivania sobria, un armadio, e ad eccezione di un paio di peluches e tanti, tantissimi scatoloni ammucchiati agli angoli, non c'è praticamente nient'altro.

"Puoi avvicinarti, prometto che non mordo” sorride Allison, sistemandosi sul materasso.
Allora, e solo allora, Jackson decide che sì, è il caso di rilassarsi.
In fin dei conti, niente tenterà di morderlo, farlo a pezzi o peggio, in quel momento.
Nemmeno...
Jackson scaccia il ricordo di un'immagine – un incubo ad occhi aperti – prima riscuotersi.
L'hai solo immaginato. È solo nella tua testa.
Ma come un subdolo avvertimento, i graffi tornano a bruciare.
Ha l'impulso di passarsi una mano sulla nuca come al solito, ma si trattiene - non vuole che Allison indaghi al riguardo.
Così, con un sospiro, si siede al suo fianco.

"Stai... bene?” chiede, sentendosi parecchio stupido: è da quando si son presi quello spavento tremendo nel parcheggio del centro commerciale che Jackson non fa che riperterglielo a intervalli regolari.
"I miei sono fuori e... Non voglio stare sola” ha biascicato Allison quando l'ha riaccompagnata a casa. Non l'ha detto a parole, ma si capiva benissimo che se non fosse stata tanto orgogliosa avrebbe aggiunto “ho paura”.
E, bè, al diavolo, ne aveva anche Jackson.
Quindi è okay assicurarsi che stia bene, giusto?

"Sono più tranquilla, ora” ammette Allison, annuendo.
"Tu?”
"Io sono grande e grosso, è dura riuscire a spaventarmi!” replica lui, gonfiando i bicipiti e facendola ridacchiare.
Certo, è semplice nascondersi dietro qualche battuta e l'atteggiamento da spaccone, ma gli ultimi inquietanti eventi che hanno preso di mira Bacon Hills, Jackson non se li scorda.
Le morti, gli incidenti a scuola, lo strano comportamento di McCall, gli attacchi sanguinari di quell'animale – leone di montagna o quel diavolo che è -, e infine Derek Hale...
Il ricordo della sua presa e delle sue unghie affondate nella carne lo fanno rabbrividire impercettibilmente.

"Stai bene?” questa volta è Allison a chiederglielo, mentre Jackson si dà dell'idiota.
Primo per essersi tradito come una femminuccia, secondo perché non sa davvero cosa rispondere.
È tutto un maledetto casino.

"Non lo so” mormora sovrappensiero.
Allison lo guarda appena incuriosita, con quei suoi occhi neri e limpidi, e Jackson d'un tratto prova l'istinto folle di dirle tutto.
Della furia – accecante, violenta al punto da bruciargli addosso come una febbre - , di Scott – del segreto che di certo nasconde – e della paura di Derek Hale – l'assassino in libertà che gli ha lasciato quel bel ricordino sul collo.
Jackson non riesce ad impedirsi di toccarsi le ferite con un gesto nervoso, adesso.

"Tu mi hai confidato un paio di segreti, stasera” borbotta, poi.
"Mi sembra giusto ricambiare il favore”
Slaccia i primi due bottoni della camicia, non riuscendo a trattenere un sorrisetto nel notare che Allison è sul punto di fraintendere, ma la tranquillizza con uno sguardo pacato, prima di voltarsi e mostrarle i segni arrossati che nasconde da giorni.
Anche senza vederla in faccia, Jackson può immaginare bene la sua espressione dal sussulto che si lascia sfuggire – un misto di stupore, preoccupazione e sì, anche disgusto, sicuramente. Quelle ferite non sono un bello spettacolo.

"Come è successo?” gli chiede sottovoce, sfiorando con delicatezza la pelle con la punta delle dita.
È il turno di Jackson di sussultare, ma non per il dolore.
No, decisamente non è per quello, eppure non è il caso di indugiare sul vero motivo.
Si scosta con quanto più garbo gli riesca e fronteggia la ragazza.

"È stato Derek Hale” confessa cupamente, stringendo i pugni per la fitta di odio che ancora gli provoca il ricordo di quell'umiliazione.
"Mi ha praticamente appeso ad un armadietto, il bastardo...”
Allison sgrana gli occhi spaventata, ma rimane zitta, ascoltando il racconto di Jackson, il quale è comunque, nonostante tutta la buona volontà, costretto a mentire su alcuni dettagli – perché Derek non può, semplicemente non può averlo ferito con le sole unghie, no? Doveva avere con sé una specie di arma con lame in metallo, magari arrugginite e schifosamente infette.
Un'ipotesi diversa è come quella che ha cercato di elaborare mentre erano in auto: assurda, incomprensibile, spaventosa...

"Devi farti vedere da un dottore, Jackson” dice Allison, alla fine. Il suo tono non è saccente né irritante, solo colmo di premura, ma lui si innervosisce lo stesso.
Qualcosa gli dice che farsi visitare non migliorerà la situazione.
Non cambierà ciò che sente dentro.
E soprattutto, se non ci fosse una cura?
O magari, Jackson non vuole realmente essere curato.
Vuole solo capire.
Vuole avere...
Come diavolo può spiegare tutto questo a Allison senza sembrarle fuori di testa?
Passandosi una mano tra i capelli, il ragazzo annuisce, assicurandole che andrà dal medico, e cerca di mostrarsi riconoscente.
In fondo, lo è davvero.
Aver confidato quel segreto a qualcuno lo fa sentire leggero, e Allison ha il potere di mettere Jackson assurdamente a proprio agio, come non gli capita mai con Lydia.
Lydia che pretende, che prende senza chiedere il permesso, che giudica sempre e comunque, che ha delle aspettative e delle ambizioni grandi quanto il proprio ego.
Lydia che quella sera nemmeno ha telefonato, sicuramente ancora incazzata nera, dopo gli ultimi battibecchi.
Lydia che, se solo sapesse quanto ora il suo fidanzato sia vicino – in ogni senso - ad un'altra, di certo si premurerebbe di cavare gli occhi ad entrambi alla prima buona occasione.
Parte di quei pensieri gli si devono leggere in viso, perché Allison gli fa una domanda cauta.

"L'hai detto a qualcun'altro?”
"No” sbotta Jackson, suonando più brusco di quanto desideri.
"Lydia non... Non lo sa.”
Lydia. Lydia. Lydia. Ancora, è il primo ed unico nome che gli viene alla mente. Il rapporto soffocante, esclusivo, al limite del simbiontico che condividono, spesso ha isolato Jackson dal confidarsi o anche dal semplice frequentarsi con altre persone che non siano la propria fidanzata.

"È solo un graffio” minimizza. “E se lei sapesse che c'è di mezzo Hale, si preoccuperebbe e si metterebbe a sclerare all'infinito. La conosci, no?” aggiunge in fretta, cercando di buttarla sul ridere.
Allison tende le labbra in un sorriso, che però non si estende agli occhi.

"Certo che voi ragazzi siete proprio bravi a nasconderci le cose” commenta, con un'amarezza lieve ma impossibile da non notare.
Abbassa il capo, come se si vergognasse, mettendosi a stroppicciare l'orlo della t-shirt nervosamente, e Jackson capisce all'improvviso quanto davvero stia soffrendo per colpa di quell'idiota di McCall.
Era scontato che il loro rapporto non potesse durare - in quale universo alternativo un perdente come Scott McCall potrebbe mai combinare qualcosa di buono con il gentil sesso? Impossibile, pura fantascienza - ma a Jackson dispiace che sia capitato ad Allison.

"Ehi, senti” tenta a disagio, spezzando il silenzio imbarazzante che s'è creato.
"Andrà meglio, okay? Insomma, guarda me e Lydia!” esclama, sperando solo di non peggiorare la situazione.
"Ce ne siamo combinate di tutti i colori, ma stiamo in piedi. Sono sicuro che anche per te e McCall-...”
"Vorrei poterlo credere anch'io” lo interrompe malinconica Allison.
"Lo vorrei sul serio
Jackson deglutisce e si passa la lingua sulle labbra, non sapendo più cosa dire.
Il fatto è che non è mai stato bravo con le parole, lui.
Gli viene più facile agire – d'istinto, a caldo, senza farsi troppi problemi – perché è fatto così, perché ha voluto imparare ad essere così - e con la rabbia che prova in quel momento rischierebbe di dire qualcosa che davvero non dovrebbe lasciarsi sfuggire – qualcosa di veramente cattivo nei confronti di McCall...
Ma.
C'è un gigantesco ma.
Non ci tiene proprio a veder piangere Allison, a sfruttare quella situazione per scopi molto poco nobili, a farla star male di più.
Già gli viene ansia a vederla così, lo sguardo perso nel vuoto e le labbra serrate in una piega tremula, sul punto di lasciarsi andare alle lacrime.
Oh, dannazione, Jackson spera davvero che non lo faccia proprio ora.
È uno schifo quando le ragazze piangono.
E allora decide di fare l'unica cosa che gli sembra utile ad evitare il guaio: smette di pensare e stringe Allison a sé.
È un contatto istintivo, scomposto e incerto – forse perché nessuno dei due se lo aspettava – ma comunque finiscono con lo starci comodi, in quell'abbraccio strano.
Probabilmente, era quello di cui entrambi avevano bisogno.
Rimangono così per un po', Jackson col mento appoggiato sul capo di Allison, e lei con il viso nascosto contro la sua camicia.
Nessun singhiozzo, nessuna sensazione di umido sui vestiti, e questo significa che non è scoppiata a piangere – un gran risultato – pensa Jackson, compiacendosi di sé.
Adesso, sarà che la sente più tranquilla, che prova lui stesso una sensazione di calma assurda che non riesce a spiegarsi - ma vorrebbe dirle grazie.
Così, dal nulla, perché pensa sia giusto.
E sta per farlo davvero, ma lei lo precede.

"Grazie. Per essere rimasto con me. Per... questo
Jackson sorride e chiude gli occhi, respirando il profumo di perfetta tranquillità che avvolge quel momento, cercando di imprimerlo a fondo nella memoria.

"Quando vuoi, Allison” le bisbiglia tra i capelli.
"Quando vuoi”


   
 
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