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Dovevano essere quasi le tre di notte. Fucsia si mosse appena senza aprire gli occhi. Si aspettava di sentire qualcosa, quantomeno il calore del corpo di Alexis, invece niente. Schiuse le palpebre e lo vide, fermo davanti alla finestra aperta. Si tirò su, restando seduta sul letto. I boccoli castani le scendevano sulle spalle gettando una nota scura sulla pelle candida di lei. Sembrò quasi che lui non si fosse accorto che si fosse svegliata, non si voltò e non disse niente. "Prenderai freddo" disse osservandolo. Il Mangiamorte si voltò appena ma non parlò. I lunghi capelli biondi riflettevano la luce della luna, rendendo l'aspetto dell'uomo simile a quello di una statua greca. La ragazza scese dal letto e si affiancò a lui, poggiando la schiena contro il muro "Hai avuto un altro incubo?" chiese esitante, guardandolo in volto. Alexis la osservò e per un attimo parve stupito da quella domanda, ma poi tornò subito serio "Io non ho incubi" affermò secco, tornando a guardare la notte "Perchè non torni nella tua stanza?" disse facendo suonare quella frase non come una richiesta, ma come un ordine velato. Fucsia sorrise appena "Mi hai appena confermato che hai avuto un altro incubo" e prima ancora che Alexis potesse ribattere lei aggiunse "Parlami di lei". Il Mangiamorte sospirò continuando a non guardarla "Perchè? Ti interessa veramente?" chiese cecando di tornare impassibile. La ragazza annuì "Non te lo avrei chiesto se non mi fosse interessato veramente". Il biondo scosse appena la testa "Elinor è stata la prima donna di cui io mi sia innamorato. La prima e l'ultima. La cosa buffa, è che lei mi amava con la stessa intensità. Si era dichiarata più volte, e più volte l'avevo respinta. Tutto perchè sapevo che anche mio fratello era innamorato di lei. Poi una sera lei venne a casa mia, aveva ricevuto una lettera falsa in cui un finto me le chiedeva di raggiungermi. Quella notte, una puttana si era infilata nel mio letto sebbene l'avessi respinta." prese fiato "E lei... Elinor è entrata nella mia camera... ci ha visti a letto insieme e... è corsa verso la finestra. Ho cercato di fermarla, ho cercato di non farla cadere ma lei è stata più veloce ed io non... " si fermò guardandosi le mani, come se fossero la prova del suo fallimento. "Ovviamete, dato il mio passato tutti mi hanno accusato di averla uccisa. Anche mio fratello, che ancora crede che io sia l'unico responsabile." si voltò a guardare la ragazza, scorgendo una piccola lacrima sulla guancia "Per questo ti dico che non devi fidarti di me, sono pericoloso". Fucsia scosse la testa e poggiò una mano su quella chiusa a pungo di lui "Io mi fido di te. Non mi importa quello che dici. Mi fiderò sempre di te. Mi hai salvato la vita innumerevoli volte, mi hai salvata anche da me stessa. Sei l'unico uomo dal quale non mi sento minacciata e l'unico che riesca a farmi sentire al sicuro. Non mi importa se tutti continueranno a dirmi di starti lontana perchè sei un assassino. Io mi fido di te, so che non sei responsabile della morte di Elinor. Mi fido di te adesso e lo farò per sempre." concluse convinta. Restarono per un po' fermi in quel modo, infine Fucsia sorrise ancora e fece qualcosa di inaspettato per il Mangiamorte. Si alzò in punta di piedi e lo abbracciò. Alexis non sapeva che fare e difatti non fece nulla. Quando si scostò depositò sulla sua guancia un leggero bacio. L'uomo aprì la bocca per ribattere, per dire qualcosa ma la ragazza posò l'indice sulle labbra dicendo "Torna a dormire". Si scostò da lui e silenziosa come un fantasma uscì dalla stanza, lasciando Alexis stupito e immobile davanti alla finestra. Che cazzo stava succedendo?
Quella mattina il sole era più
forte del solito, troppo bella per fare colazione in casa. Fucsia chiese
all’elfo domestico di far apparecciare in veranda, così da potersi godere
quella splendida mattina di maggio. Nessuno dei due fratelli si era ancora
fatto vedere, così la ragazza decise che per quella mattina avrebbe fatto
colazione senza di loro. Si sedette al tavolo in ferro battuto e si versò il tè
che l’elfo le aveva appena portato. Aveva appena iniziato a mangiare quando
sentì il suono dei passi di uno dei padroni di casa. Di li a poco infatti Yvel
fece la sua comparsa nella veranda “Buongiorno Biancaneve” sorrise sedendosi.
Fucsia lo fulminò con lo sguardo e non rispose. Il Mangiamorte sorrise ancora e
si spostò accanto a lei “Sei ancora arrabbiata per quel bacetto? Suvvia! Era
solo uno scerzo e non negare! So che ti è piaciuto” aggiunse avvicinandosi
ancora. Fucsia aprì la bocca per ribattere ma qualcuno la precedette “Lasciala
in pace Yvel” Alexis fece la sua comparsa, il volto ancora assonnato.
Probabilmente, pensò la ragazza, non aveva dormito affatto “E alzati, quello è
il mio posto” aggiunse prendendo il fratello per un braccio e forzandolo a
spostarsi. L’altro sbuffò “E dire che sono io il fratello maggiore” disse
sedendosi davanti ai due. Alexis sfoderò un sorriso sghembo “Vero, ma non è
colpa mia se io sono più forte”. Fucsia non riuscì a trattenere un sorrisetto
che irritò un poco Yvel “Ti burli di me?” chiese acido osservandola mentre
questa poggiava la tazzina “Sì Yvel, mi burlo di te. Tu ti sei burlato di me,
occhio per occhio. Giusto?” il moro annuì tornando a concentrarsi sulla
colazione. Alzò gli occhi per una frazione di secondo e notò qualcosa di
strano. Quei due non si stavano becchettando anzi, di quando in quando, nei
momenti in cui lei beveva oppure guardava fuori, Alexis la guardava di
sottecchi con uno sguardo che Yvel aveva già visto. Ma non voleva crederci, suo
fratello non si sarebbe mai abbassato a certi livelli. La voleva,
comprensibile, dopotutto era una bella ragazza con ogni cosa al posto giusto.
“C’è qualcosa che mi devi dire?” la voce palesemente scocciata di Alexis lo
riscosse dai suoi pensieri “Sì, una cosa ci sarebbe… Dopo colazione ho invitato
un vecchio amico qui, a casa”, il biondo lo osservo di sbieco “Un Mangiamorte?”
chiese piano benché conoscesse già la risposta. Yvel annuì “Esatto, Erik Cronmer.
Te lo ricordi vero? “, Alexis annuì visibilmente alterato “Pezzo di idiota, hai
invitato un mago, un Mangiamorte qui, mentre stiamo nascondendo lei?” indicò
Fucsia che subito disse “Me ne starò in mansarda, non mi vedrà né sentirà la
mia presenza. Resterò li finché non se ne andrà”. Il biondo scosse la testa
“Perché lo hai invitato?” sospirò voltandosi verso Fucsia. Yvel si alzò “Perché
devo parlargli di una cosa personale, e lui è l’unico che possa aiutarmi”
lanciò uno sguardo alla ragazza “Se lei starà in mansarda e tu terrai la mente
ben chiusa, non ci saranno problemi, giusto?” constatò entrando in casa, senza
aspettare la risposta di Alexis. La ragazza sospirò e fece per alzarsi, ma il
biondo la fermò, riportandola a sedere “Andremo in campagna” disse senza
guardarla “Non mi fido, né di mio fratello né di Cronmer”. Fucsia annuì
guardandolo “Per quanto tempo pensi che dovremmo restarci?” chiese piano ma
Alexis scosse la testa “Non so, credo il tempo necessario perché Yvel finisca
di avere contatti con lui” si alzò di scatto, rendendosi conto solo in quel
momento che le stava stringendo la mano “Vai, prepara le tue cose, verrò a
prenderti direttamente nella tua stanza” disse tornando in casa e salendo le
scale in gran fretta. Fucsia lo seguì poco dopo, nel mentre sentì la porta di
ingrasso chiudersi. Era già arrivato, pensò mentre raggiungeva la sua camera in
gran fretta. Entrò nella stanza e vide le valigie già fatte e Alexis che,
alterato, si infilava il cappotto “Giuro che quando torniamo uccido mio
fratello con le mie mani” asserì facendo sparire le valigie. Fucsia si mise il
soprabito “Lo dici sempre, e poi non lo fai mai” commentò. Il biondo sbuffò e
la prese per la vita “Non ti conviene irritarmi ora, potrei diventare violento”
soffiò al suo orecchio. La ragazza sorrise “È una promessa?” rincarò. Il
biondo scosse la testa, concedendole un sorriso mentre si smaterializzavano,
lasciando la camera di lei vuota e silenziosa.