In questa raccolta radunerò tutte le flash/drabble/one-shot sulla coppia Grindeldore che scriverò per il "More than two months of insanity - Grindeldore Chantest" di aGNeSNaPe. La prima (e mia prima Grindeldore in assoluto) è quella che segue.
Il titolo della raccolta... beh, niente. Probabilmente lo spiegherò più avanti, visto che ho già in testa quello che sarà il filo conduttore delle mie creature.
So che probabilmente qualcuno vorrà uccidermi, visto che è la terza ff che pubblico in tre giorni (ah, AUTOSPAM! Le altro sono questa e questa!). Beh, che volete che vi dica... non è colpa mia se le giudicie dei contest mi danno il permesso di pubblicare tutte insieme.
Bene, basta ciàcole. Buona lettura.

Ah, no: il titolo e una vaga ispirazione all'interno della ff sono tratti da questa frase del Purgatorio di Dante: "Libertà va cercando, ch'è sì cara/come sa chi per lei vita rifiuta" (Canto I, vv. 71-72).









Prompt: 15 - Libertà
Genere: Introspettivo
Rating: Verde

Dedicata ad Agne,
che mio malgrado mi ha fatta entrare nel magico mondo delle Grindeldore,
e che, spero, non prenda questa mia dedica
come un tentativo di arruffianarla.

Chi per te vita rifiuta
 



 
Ecco fatto. Sei libero.
Non sei contento?
Pensa a chi, questa libertà, non l’ha mai ottenuta. Pensa a tutti quei disgraziati le cui menti e i cui cuori sono rimasti incatenati a un pensiero, a un sentimento, a una persona.
Sono catene pesanti da portare, lo sai benissimo. Catene che non ti lasciano respirare, che ti levano l’aria, il sangue, la vita e la voglia di vivere; lo sai, le hai portate, se ti guardi allo specchio ne riconosci i segni sulla tua pelle.
 
Ora però sei libero. No?
Ora puoi respirare, lasciare che il tuo sangue segua il proprio ritmo e non quello di chi ti ha usato – perché lo sai, adesso lo sai che lui ti ha usato.
Eri una sua pedina, nient’altro. Ti teneva legato a sé per inseguire quello che pensavi fosse il vostro sogno, e che invece non era altro che la sua ambizione.
Gli sei stato utile, sei stato suo schiavo – volontariamente.
Adesso però sei libero.
 
Respira, Albus. Non lo senti?
Non senti com’è, tornare a vivere senza di lui?
Non senti la gioia delle persone che hai liberato da lui, non senti come ti acclamano, schiavo tra gli schiavi che si è ribellato e ha scelto la libertà?
Non lo senti, quanto è meravigliosa questa libertà?
 
Adesso sei tu, tu e solo tu. Puoi tutto. Qualsiasi cosa tu voglia fare la farai, senza preoccuparti, senza pensare a lui.
Gellert non ha più potere su di te; perché non gioisci? Perché non esulti?
C’è chi per avere la libertà ha scelto la morte; c’è chi ha rinunciato a vivere per avere ciò che tu ti sei preso con estrema facilità.
Perché, allora, non gioisci?
Non ti è cara, questa libertà?
Eh, Albus?
 
Davvero, potendo scegliere, avresti pagato con la vita pur di restare suo schiavo?
In un mondo che insegue la libertà, davvero tu l’avresti rigettata?
 
Forse no, forse sì. Ora come ora non puoi – vuoi – rispondere.
Sai solo che guarderai in modo diverso coloro che affermano di poter rinunciare a tutto, pur di avere la  libertà.

 
Perché essi non sanno cosa vuol dire vivere accanto a te, Gellert.
C’è chi rifiuta la vita per la libertà. Io rifiuterei mille libertà per la vita, purché sia con te.

 
Ma ora è tardi, e lo sai.
Ormai sei libero da Gellert. E non riesci a capire come sia possibile, per te, gioire di ciò.