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Autore: Dark_Passion    01/08/2011    0 recensioni
Savannah è una ragazza che vive a Volterra, un città piena di misteri.
Un giorno la vita della ragazza cambia, lascia il fidanzato e nella disperazione di troverà nel posto sbagliato al momento sbagliato.
Si dovrà ricredere su tutto quello che credeva essere normale perché di normale e sopratutto reale non c'è niente in quella città.
Nuovi pericoli minacciano l'equilibrio stabili per cui tanto avevano lottato (Volturi).
Genere: Dark, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa, Volturi
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
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Crimson Eyes 

Il getto caldo dell’ acqua mi riportava alla vita, faceva lentamente scivolare lungo la pelle tutti i brutti pensieri annidati nella mia mente.

Mi sentivo una bambina intrappolata nel corpo di una giovane donna. Ripensavo a tutti quei momenti che non avevo mai potuto vivere, a tutte quelle esperienze della mia infanzia,

rovinate dall’ignoranza di persone egoiste e immature.

Le piastrelle fredde del muro a contatto con il mio corpo bollente, mi salvarono dall’affogare in tutti quei pensieri sconnessi, da tutti quei problemi che mi assillavano, aleggiando

sopra la mia testa come una spada di Damocle.

Se solo non avessi risposto a quel maledetto telefono. Se solo mia madre per una volta si fosse comportata da madre, non mi sarei ritrovata in quella situazione.

La conversazione ancora mi rimbombava in testa.

 
- Questa sera uscirai con Marco, - la voce fredda di quella persona che chiamavo mamma, era resa ancora più glaciale, non aveva niente di materno  – è un bravo ragazzo, di buona famiglia e ha un certo interesse per te. Fatti trovare pronta per le otto.
 


Forse era meglio dire ordine.

Potevo avere dieci, venti o cinquant’anni, tanto per lei sarei sempre rimasta una bambolina che eseguiva i suoi ordini a piacere.

Come le altre volte, senza preavviso, mi aveva imposto di uscire con l’ennesimo figlio di papà, sperando di darmi in moglie, nella stessa maniere che aveva fatto con Vic.

-Fanculo!

Il vapore si era disperso silenziosamente in tutto il bagno, appoggiandosi su ogni oggetto che incontrava sulla strada.

Lo specchio appannato rifletteva una flebile immagine, l’immagine di una ragazza che, secondo logica, avrei dovuto essere io.

I capelli castano chiaro erano diventati di un colore intenso e scuro per l’acqua. Gli occhi azzurri, erano spenti, trattenevano un fioco ricordo di vivacità.

Il corpo esile e magro era fasciato da una asciugamano color mogano. In quel momento da quanto ero persa in me, avrebbero anche potuto rapinarmi e non me ne sarei accorta.

Continuavo a rimanere lì, fissa davanti a quel pezzo di vetro lucente. Continuavo a rimuginare su tutta la mia vita, se la si può chiamare così, visto la campana di vetro in cui mi hanno

fatto vivere i miei.

Savannah, tu non sei quella bigotta e stupida persona che credono i tuoi genitori. Tu sei molto di più.

La mia coscienza aveva iniziato a farsi sentire, come un grillo parlante, in quella confusione aveva preso il megafono e urlava a pieni polmoni.

-Savannah tu sei molto di più, - guardavo ancora quell’immagine di ragazza davanti a me, parlavo con lei per convincerla – devi cominciare a vivere di vita. Una vita che sia tua.

Quanto avrei voluto credere a quelle parole, aimè tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Un mare dove si trovavano tutte quelle persone pronte ad ostacolarmi, compresi i miei

genitori.

Ringrazia il campanello che mia aveva svegliato da quella specie di trans. Tutta imbacuccata sfrecciai verso la porta, curiosa di sapere chi era.

Un ragazzo dai capelli neri e il sorriso smagliante mi si era parato davanti. Un ragazzo che aveva tutta l’aria di chiamarsi Marco e di essere ricco. Un ragazzo irritante a pelle.

- Non sei ancora pronta?

Mi voltai per guardare l’ora. Le otto meno dieci, esattamente dieci minuti per rendersi presentabili.

- Accomodati, vado a prepararmi e arrivo.

Entrai frettolosamente nella mia stanza. Attenta a non bagnare il parquet, lasciai scivolare l’asciugamano per infilarmi dell’intimo, preso a caso.

Non volevo impressionarlo in qualche modo mettendomi a fare la modella, ma la parte più vanitosa e lussuriosa di me voleva mostrare il suo ultimo acquisto:  un vestitino dai riflessi

lucidi con, appena sotto il seno, un bel fiocco.

Per il trucco pensai a qualcosa di soft, non troppo marcato e non trasparente, un po’ di terra, di ombretto, il mio lucidalabbra rosa ed ero pronta.

-Wow, - disse quel verme, appena mi vide – sei stupenda, Annah.

Presi le chiavi di casa e senza aspettare m’incamminai all’uscita.

- Per te sono Savannah, Marco.

 
 
 
 
Neanche passata un’ora, e già rimpiangevo non aver chiuso la porta in faccia a quel Marco.

Era vanesio e più di tutti di una noia mortale. Parlava di cose che non catturavano il mio minimo interesse.

- Ho saputo che tua sorella si sposa.

Sai che novità, tutta Volterra ne era venuti a conoscenza. Era diventata notizia di dominio pubblico, lo avevano definito il matrimonio dell’anno, esclusivo e espansivo. Tutta una

montatura per attirare le chiacchiere dei giovani,

vecchi e anche bambini che qualche volta venivano a sbirciare nel luogo del misfatto (inteso per matrimonio).

- Oh bene. Penso che da un bel pezzo lo sappiano tutti.

Poteva ritenere la mia risposta vacua, acida e assolutamente maleducata per quanto me ne importasse, non ero in vena di parlare particolarmente.

- Eh si.

Se non fossi stata dotata di cervello, avrei trovato la sua risposta brillante.

- Ti dispiace? Vado alla toilette.

Speravo che di trovarci una finestra. Volevo assolutamente scappare, fregandomene di quel cristiano inetto che fissava la mia scollatura da più di un’ora, fregandomene delle

conseguenze.

- Certo vai a rifarti il trucco, bambolina.

Tutta questa confidenza? Chi si credeva di essere? Un buzzurro, ecco cosa.

- Oh – stare al gioco, fingendosi priva della materia grigia, era difficile – certo, torno in un baleno.

Ti prego, una scappatoia ci sarà.

Varcata la soglia per la gioia dei miei occhietti, trovai una finestra grande e collocata in basso. Qualcuno lassù mi voleva bene, pensai subito prima di evacuare da quella serata

orribile e penosa.

Vagare per le vie di Volterra, di sera e soli, non era esattamente l’idea più intelligente che si possa avere.

- Scusi, non l’avevo vista.

Mentre la mia mente vagava anni luce dalla realtà, mi ero imbattuta in un gruppetto di persone, in una persona.

Due occhi cremisi mi guardavano, intenti a sfogliarmi come un libro, a leggerne il contenuto.

- Tu.

Non so come ma tutto quello che ero successo una settimana fa, tutti quei buchi di cui non riuscivo a riempire, tutte quelle domande che mi ero fatta e tutte quelle sensazioni inquiete,

ebbero la risposta con una sola occhiata.

- Io?

Uno sorrisetto malizioso e divertito si fece largo tra quelle labbra perfette e leggermente carnose.

- Tu.

Non avevo paura e tantomeno incantata, solo che non sapevo che altro dire.

- Ma sai dire soltanto tu?

Pensa bene Annah, fingere l’indifferenza più assoluta è un’ottima prospettiva, devi solo mettere a tacere la tua curiosità morbosa e fingere di nulla.

Si! Avrei finto si essere all’oscuro di quel mondo di cui di certo io non facevo nulla, di cui certo se ci avessi messo anche solo un piede mi avrebbe sbranata fregandosene di essere

assassino verso una vita.

- No scusa, solo che oggi non è stata una serata delle migliori.

Accigliato e un po’ infastidito, continuava a reggere il mio sguardo, come per captarne qualcosa.

- Alec, dobbiamo andare.

Una ragazzina dalla pelle chiara, illuminata dalla luna, fissava spazientita il ragazzo con i suoi grandi occhi luminosi

- Arrivo sorella.

Sorella? Eppure non si assomigliavano vagamente. Sorella, una parola, otto lettere e un significato biologico, un sentimento di cui non conoscevo minimamente quel tepore.

- Scusa ancora.

Non feci in tempo a dire altro che le mie gambe mi stavano portando via.

Da domani, la mia vita sarà solo mia




******* 
Note dell’autrice:
Sono tornataaaaa :D
Mi dispiace che non abbia potuto aggiornare per tutto questo tempo, ma gl’imprevisti, come ogni volta, mi hanno impedito di postare. Mi si è rotto il computer, ergo ne ho dovuto comprare uno nuovo, per poi non parlare del trasloco di casa che sto affrontando, quindi spero solo che possiate apprezzare questo capitolo e tutto l’impegno che ci ho messo ^^
Questa è solo una parte del capitolo. La seconda ovviamente sarà dal punto di Alec e per farmi perdonare di tutto questo ritardo la posterò in meno di una settima (è già pronta ma ha bisogno di revisioni xD)
Spero di non aver fatto troppi errori, ma capitemi sono umana e le sviste sono all’ordine del giorno :)
Bacioni
Dark_Passion
 
Ps: Ed ecco a voi Savannah: http://1.bp.blogspot.com/_TrH6fbB7krQ/R_yYwLsqGCI/AAAAAAAADkc/tw0sv90CFgw/s1600/michelle%2Btrachtenberg.jpg
      Ed ecco il vestito: http://sweet-ladies.net/var/albums/LadiesDresses/bow%20black%20mini%20dress.jpg?m=1291239652
  
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