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Autore: lolagirl    01/08/2011    0 recensioni
"Solo.. non dimenticarti di me."
"Non potrei mai dimenticarmi di te" rispose. "E lo sai. È per questo che sei qui. È per questo che ti vedo ogni notte nello stesso momento in cui chiudo gli occhi. È per questo che mi fa male il cuore ogni volta che passo davanti alla tua stanza - o ogni volta che un professore fa una domanda particolarmente difficile, e tu non sei lì pronta a rispondere. È per questo che passo tutto il giorno, ogni giorno, a lottare per superare la giornata. Passo così tanto tempo a pensarti, che a volte mi dimentico di respirare."

Ho sistemato il secondo capitolo, chiedo scusa per il disagio.
Genere: Drammatico, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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Nota della traduttrice: L’ autrice della storia ha ritenuto opportuno inserire dei flashback all’interno della narrazione, per rispondere ad alcune domande che potrebbero nascere durante la lettura. Quindi, quando troverete una data all’inizio di un capitolo (o nel mezzo) sappiate che la scena è un flashback. Se non ci sono date, ovviamente, è al tempo attuale della narrazione. A separare il presente dai flashback troverete una linea orizzontale, così da poter capire che il flashback è finito. Buona lettura!

Living Arrangements (Organizzazione della vita)

1 Settembre

Erano in piedi, uno di fronte all’altro, impegnati in una battaglia di sguardi che nessuno dei due sembrava voler perdere. I loro sguardi feroci erano così intensi che era davvero un bene che gli sguardi non potessero uccidere.

La professoressa Minerva McGranitt non avrebbe potuto sentirsi più a disagio di come si sentiva in quel preciso momento. Ovviamente, non poteva dire di non esserselo aspettata. Dopo tutto, come si sarebbe sentita lei se fosse stata appena informata che avrebbe dovuto passare i dieci mesi successivi vivendo con il suo peggior nemico? Immaginava che si sarebbe sentita nello stesso modo in cui si sentiva Hermione Granger proprio ora.

“Allora,” disse la McGranitt, schiarendosi la gola. Nessuno indietreggiò al suono della sua voce. “Ora che avete visto la vostra nuova abitazione, uno di voi ha qualche domanda da fare?”

“Sì,” rispose il biondo Serpeverde a denti stretti. “Verrei espulso se per caso dovessi uccidere la mia compagna di stanza?”

La ragazza con i capelli cespugliosi di fronte a lui si accigliò. La professoressa McGranitt, ad ogni modo, si mostrò solamente annoiata.

“Non ci faccia pentire di averla scelta, signor Malfoy,” lo rimproverò. “Lei è Caposcuola, adesso. E la signorina Granger anche. Dovrebbe essere un onore, per entrambi, e vi consiglio di dimenticare le vostre differenze se volete avete intenzione di superare l’anno scolastico. Come rappresentati della scuola, ci si aspetta che diate il buon esempio agli altri studenti – e questo non include, come da lei precisato, uccidere il vostro compagno. Sono stata chiara?”

“Perfettamente, professoressa McGranitt,” rispose soavemente Hermione.

“Stava parlando con me, mezzosangue,” ringhiò Draco.

“Basta così!” urlò la McGranitt. Aveva assistito ai loro battibecchi per tutto il tragitto dal suo ufficio alla loro Sala Comune, e adesso aveva un terribile mal di testa. “Signor Malfoy, può scegliere di scusarsi con la signorina Granger per aver usato questo linguaggio scorretto, o può dire addio alla sua spilla di Caposcuola. Non è troppo tardi per scegliere un altro studente, per sua informazione.”

Draco fissò prima l’insegnante, poi quella cosa che qualcuno chiama ragazza, davanti a lui. Un Malfoy che si scusa con una sporca mezzosangue era tanto usuale quanto.. Beh, tanto usuale quanto la cosa meno usuale a cui potesse pensare. Ma sicuramente non voleva perdere il suo ruolo di Caposcuola prima ancora di avere la possibilità di goderselo – specialmente non dopo aver visto la sua stanza. Quindi fece un bel respiro e disse, “Va bene, Granger, mi scuso per averti chiamata mezzosangue.” Sperava che la McGranitt non notasse la falsità della sua voce.

Se l’aveva notata, scelse di ignorarla. Draco pensava che la donna ne avesse abbastanza di loro per quel giorno, e volesse solamente andar via il prima possibile. “Molto bene,” disse. ”Signor Malfoy, signorina Granger, sarà un anno emozionante per entrambi, a ho fiducia nel fatto che sarete degli ottimi leader. Adesso, lascio che vi sistemiate. Ci vediamo dopo banchetto questa sera, in modo da poter discutere dei vostri doveri con i Prefetti.”

Hermione annuì in risposta; Draco si limitò a grugnire in risposta e si lasciò cadere sul divano con un tonfo sordo. La professore McGranitt accettò entrambe le loro risposte e si affrettò a lasciare la stanza.

Quando la professore fu andata via e si ritrovarono soli, Draco saltò giù dal divano, si avvicinò ad Hermione quanto più poteva farlo senza toccarla realmente e disse, “Va bene, mezzosangue, è il momento di mettere in chiaro quali sono le regole da queste parti.”

Hermione tirò un brusco sospiro alla parole “mezzosangue”. Ovviamente, Draco non aveva preso seriamente la minaccia della McGranitt. Oppure, immaginava di farla franca una volta che non si fossero più trovati sotto il suo sguardo di disapprovazione. “Regole? Oh, dovrebbe essere una cosa buona,” disse con sarcasmo. 

Draco fece un passo indietro e disse, “Regola numero uno: la mia camera da letto è zona vietata per te.”

Hermione sbuffò. “Come se dovesse mai venirmi voglia di mettere piede nella tua stanza, Malfoy. Potrei prendermi qualche malattia venerea portata da una delle tante sgualdrine di Serpeverde che, sono certa, stai pensando di portare lì dentro.”

Indietreggiò  dopo aver finito la frase, come se avesse paura che Draco volesse colpirla. Ma sorprendentemente, Draco scelse di ignorare il suo commento e continuare.

“Regola numero due: quando ho ospiti, tu ti rendi introvabile. Non voglio la tua sporcizia in giro, a rendere puzzolente la stanza per i miei ospiti.”

“Che pensiero gentile da parte tua,” disse Hermione, sempre con sarcasmo. “Ancora una volta, non è una cosa di cui dovresti preoccuparti. Non è che mi diverta alla presenza dei tuoi ‘ospiti’, ad ogni modo. Infatti, preferire buttarmi dalla Torre di Astronomia piuttosto che restare qui e passare il tempo con te e con i tuoi amici.”

“È davvero così? Bene, dovrò solo invitarti ad uscire con noi, un giorno di questi,” sogghignò Draco.

Hermione incrociò le braccia sul petto e picchiettò il piede sul pavimento. “Beh, entrambe le regole valgono anche per te, sai. Non ti voglio a meno di quindici piedi dalla mia stanza da letto, in qualsiasi momento. E se ci sono i miei amici, mi aspetto che tu vada via.”

“Oh, con molto piacere, Granger. Tu preferiresti stare dalla Torre di Astronomia piuttosto che stare con i miei amici? Beh, io preferirei tagliarmi le dita una ad una e gettarmi nel fuoco, piuttosto che stare con i tuoi.”

Hermione non poté fare a meno di sorridere. “Bene allora, è deciso.” Tese la mano per stringere quella del compagno.

Draco la guardò come se fosse pazza. La derise. “Si, certo. Come se avessi intenzione di toccarti. Sogni ad occhi aperti, Granger.”

“Perché devi essere sempre un insopportabile cafone?”

“E perché tu devi essere sempre una tale -”

“Hermione!”

Il suono smorzato del suo nome doveva essere un gran sollievo per lei. Ma per Draco, gli faceva venire voglia di cavarsi gli occhi. Lo Sfregiato era arrivato.

“Harry!” gridò Hermione. Si precipitò il più velocemente possibile verso il buco del ritratto e aprì la porta.

Harry maledetto Potter stava in piedi dall’altro lato dell’ingresso, con lo stesso aspetto da supereroe di sempre. I suoi indisciplinati capelli neri (disperatamente bisogno di un taglio) si scagliavano in ogni direzione dalla cima della sua testa, e al momento nascondevano la famosa cicatrice a forma di saetta che faceva impazzire tutte le ragazze. Aveva un sorriso grande e sciocco sul volto mentre stava lì impalato a fissare la ragazza con i capelli cespugliosi dinanzi a lui. Oh, che dolce.

“Ciao, Hermione.” Harry gettò uno sguardo da sopra la sua spalla verso Draco, e la sua espressione si rabbuiò immediatamente. ”Posso entrare?”

“Certo!” rispose lei con voce gioiosa.

Draco cominciava a sentirsi leggermente nauseabondo.

Harry entrò nella stanza, guardandosi intorno con soggezione. “Wow,” mormorò in un soffio. “Quindi è qui che starai tutto l’anno?”

Hermione annuì. “Non è fantastico? Aspetta di vedere la mia camera da letto!”

“Scommetto che non vedi l’ora di mostrargliela,” borbottò Draco.

Harry lo squadrò e disse, “Cosa vorrebbe significare questo, Malfoy?”

Draco sospirò. “Significa qualunque cosa tu voi che significhi, Sfregiato. Adesso, se volete scusarmi, vado a disfare i bagagli.”

Lasciò i due amici da soli e si diresse verso la sua stanza. Comunque, arrivato alla portò, si fermò e ascoltò la loro conversazione.

“Sono venuto a vedere come te la passavi con.. beh, con lui,” disse Harry. “Ero preoccupato per te.”

“È molto dolce da parte tua, Harry, ma sto bene. Posso gestirlo.”

“Puoi farlo davvero?” domandò Harry. “Non riesco a credere che vi abbiano messi insieme, conoscendo i vostri trascorsi.”

“Harry,” disse Hermione, “non ci avrebbero messi insieme se non ci avessero ritenuti in grado di farcela. Avranno avuto le loro buone ragioni per sceglierci. Mi fido delle loro decisioni. E oltretutto.. Sono Caposcuola! È il mio sogno da quasi sette anni, e si è avverato! Onestamente, non potrebbe importarmene di meno chi è il Caposcuola. Anche se..” La sua voce si affievolì. “Speravo davvero che saresti stato tu.”

Oh, per amor di Merlino. Draco aveva sentito abbastanza. Se avesse continuato ad origliare la loro conversazione, avrebbe rigettato tutto il cibo che aveva mangiato quel giorno, davanti alla sua camera da letto. Eppure.. Semplicemente non poteva smettere di ascoltare.

“Sì, beh.. Penso che abbiano immaginato che potrei avere già un bel po’ da fare quest’anno.  Sai, in caso Voldemort si dovesse far vivo un’altra volta.”

“Giusto,” disse Hermione. “Suppongo di sì. È stata una mossa intelligente.”

“Ma non così intelligente metterti con Malfoy. Dovrei averne parlato con Silente -”

“Oh, Harry, non essere sciocco! Non avresti potuto fargli cambiare idea. Oltretutto, sono una ragazza forte, posso prendermi cura di me stessa.”

Harry fece una pausa per un momento prima di dire dolcemente, “Lo so, Hermione. Mi preoccupo solo per te. Verrò ogni giorno a controllare che tu stia bene, lo sai.”

“Ah, beh, questo non è un problema per me,” disse Hermione, all’improvviso vivace.

Draco decise che era il momento giusto per tornare nella stanza. “Ehi Potter, perché  non te ne vai? Lascia che Granger possa disfare i bagagli prima di cena.”

Harry lo guardò in cagnesco, poi guardò Hermione. Doveva aver capito che il suggerimento di Draco era buono, perché disse, “Ci vediamo con Ron dopo il banchetto?”

“Spiacente, non si può,” rispose Draco per primo.

“Lo stavo chiedendo ad Hermione,” ribatté Harry a denti stretti.

“Ha ragione, Harry,” disse Hermione dolcemente. “Non posso. Io e Malfoy dobbiamo incontrare la McGranitt e gli altri Prefetti dopo il banchetto. Ma ci vediamo domani mattina presto per le lezioni, e potremo stare insieme dopo.”

Nonostante Harry sembrava ascoltare Hermione, aveva scrutato Draco per tutto il tempo. “Va bene,” disse. Posò una mano sulla spalla di Hermione. “Abbi cura di te.”

“Non preoccuparti, Potter. È al sicuro con me,” disse Draco con un sorrisetto.

Harry rise beffardo. Si avvicinò a Draco e strinse i pugni. “Se fai qualsiasi cosa ad Hermione -”

“Sì, sì, sì. Lo so – me ne pentirò. Sono davvero terrorizzato. Non vedi?” Draco alzò la mano davanti a lui e la scosse violentemente. “Allora, non te ne stavi andando?”

“Ci vediamo dopo, Hermione,” borbottò Harry mentre passava di fianco a Draco, guardandolo in cagnesco nel processo. Non si guardò neanche alle spalle prima di andar via.

“Ciao, Harry!” gli gridò dietro Hermione. Non ricevendo risposta, si accigliò leggermente.

Il sorrisetto di Draco si era ampliato. “Dunque, Granger. Da quanto tempo?”

Hermione spostò lo sguardo dal buco del ritratto. “Da quanto tempo cosa?”

“Da quanto tempo sei innamorata di Potter?”

Hermione spalancò la bocca. “C-cosa? Non ho la minima idea di cosa stai parlando!” Il tono della sua voce era sulla difensiva.

Draco ridacchiò. “Giusto. Non ho potuto fare a meno di ascoltare pare della vostra conversazione, adesso. Oh, Harry,” disse, imitandola, “speravo tanto che saresti stato TU Caposcuola invece di quell’idiota cattivo di Malfoy! Sei così sexy, ti va di scopare?

“Io no ho..!” Il volto di Hermione diventò rosso.  Draco non avrebbe potuto dire se dall’imbarazzo o dalla rabbia. Decise dalla rabbia, quando si allungò come per colpirlo.

Per sua fortuna, Draco aveva ottimi riflessi; riuscì ad afferrarle il polso prima che lo toccasse. E invece che lasciarla andare immediatamente, strinse la presa e l’avvicinò a sé fino ad essere faccia a faccia.

“Dimmi, Granger,” disse con voce bassa e pericolosa, “quando sei nel letto, la notte, e pensi ad Harry Potter, ti tocchi?”

Draco provò immenso piacere nell’osservare la reazione che la sua domanda aveva provocato alla ragazza di fronte a lui: prima i suoi occhi si spalancarono. Poi, i suoi lineamenti semplici si accartocciarono in un’espressione di disgusto. Dopo ancora, sembrò aver sviluppato una forza sovraumana, perché lo spinse via con tutta la forza possibile, spezzando la presa sul suo polso e facendolo indietreggiare di un paio di passi. A dire il vero, Draco era abbastanza impressionato.

Una volta stabilizzatosi, rise. “Lo prendo come un .”

“Argh!” gridò. “Disgustoso maiale!”

“Andiamo, Granger. Vorresti dire che non hai mai pensato a Potter in quel modo?”

“No!” urlò. “Voglio dire, , è quello che voglio dire. Non ho mai -”

“Oooh, è un peccato che io non ti creda. La mezzosangue è innamorata del Ragazzo D’Oro. Fantastico.”

“Io non sono innamorata di Harry!”

“Chi se ne frega, Granger.” Draco raccolse una borsa che aveva lasciato dietro il divano. “Puoi continuare a dirlo finché non diventi blu, non me la bevo. Adesso va a disfare i bagagli. Il Caposcuola e la Caposcuola devo dare il buon esempio agli altri studenti – a cominciare con l’arrivare a cena in orario.”

Fischiettando, se ne tornò in camera.

“Ti detesto, Malfoy!” gli gridò dietro Hermione.

“È un sentimento ricambiato, cara la mia mezzosangue.”

Oh, come gli piaceva irritare la mezzosangue. Era così facile! Si infilò nella sua stanza e gettò la borsa sul letto. Prima di chiudere la porta, poteva giurare di averla sentita bisbigliare, “Sarà un anno veramente lungo.”


Attraverso la finestra della classe, Draco fissò la neve che cadeva. Sembrava che fosse tutto quello che faceva in classe, ormai – fissare a vuoto un punto nello spazio mentre ogni professore continuava a parlare della propria materia. Trasfigurazione, Pozioni, Divinazione – erano tutte la stessa roba, per quel che lo riguardava.

La neve cadeva così fitta che tutto quello che riusciva a vedere fuori dalla finestra era il bianco – come se niente esistesse al di fuori del muro della classe se non uno spazio bianco, vuoto ed immenso..

“Signor Malfoy.”

Una voce dal fondo della stanza lo distolse dalle sue fantasie. Il suo primo pensiero fu che la professoressa McGranitt lo stesse chiamando per rispondere ad una domanda – che lui, ovviamente, non aveva sentito, visto che non le prestava attenzione.

Ma quando distolse lo sguardo dalla finestra, notò che era l’unico studente rimasto nella stanza.

“La lezione è finita, signor Malfoy,” disse la McGranitt con un accenno di preoccupazione nella voce.

Draco si sentì uno stupido. Si schiarì la gola e mormorò, “Scusi,” e cominciò a raccogliere le sue cose.

“Si sente bene? Non ho potuto fare a meno di notare che non era attento in classe oggi. O, a dirla tutta, ieri.” La McGranitt si appoggiò al bordo della sua scrivania. “E ora che ci penso, si comporta così da un po ormai. Ha niente a che fare con suo padre?” Pronunciò le ultime parole un po’ esitante.

Draco si infuriò. Non perché la donna avesse tirato fuori l’argomento su suo padre, ma perché quanto poteva essere sciocca quella donna? Se avesse fatto veramente attenzione, avrebbe notato che la sua mancanza di interesse accademico era cominciata solamente due mesi prima.

“No,” tagliò corto. Finì di riporre i suoi libri nella borsa e si alzò. “Mio padre non c’entra niente. È morto più di un anno fa. L’ho superata.”

E l’aveva fatto davvero. Aveva amato suo padre, ma Draco non aveva avuto problemi ad affrontare il dolore dopo che Lucius Malfoy era morto per mano di Lord Voldemort all’inizio del suo sesto anno. Suo padre era stato controllante ed esigente, e probabilmente meritava di essere ucciso. Draco sapeva che era una cosa orribile da pensare su suo padre, ma era la verità. Suo padre aveva fatto cose diaboliche e terribili nel corso della sua vita. Di certo non era una vittima innocente, e il fatto che fosse stato ucciso proprio dall’uomo che tanto ammirava.. beh, suo padre sapeva a cosa andava incontro.. e con chi aveva a che fare – e aveva scelto di continuare su quella strada.. la strada che lo aveva portato alla morte. Draco poteva sentire la mancanza del padre, ma non poteva provare rimorso per lui. Non come poteva per Hermione.

Ed ecco che lei gli tornava in mente ancora. Quante volte ci era riuscita? Aveva perso il conto, ormai.

“Dunque cosa la distrae?” domandò la McGranitt.

“Niente,” mentì. “Onestamente, sto bene.”

La McGranitt scosse la testa. “Non sta bene, signor Malfoy.. Draco. Viene a lezione ogni giorno come se avesse dormito appena. Sembra che si stia allontanando dai suoi amici. I suoi voti sono peggiorati, e non adempie i suoi compiti di Caposcuola. Sono stata informata che ha corrotto dei Prefetti perché eseguissero i suoi compiti al suo posto.”

Draco fece del suo meglio per non sembrare colpevole. “Queste accuse sono infondate, professoressa.”

“Infondate? Mi sono imbattuta in un Prefetto la notte scorsa, a dire il vero. Stava pattugliando i corridoi – un compito che doveva fare lei, la notte scorsa. Sotto interrogatorio, ha ammesso che lei l’aveva pagato per svolgere il suo compito la notte scorsa. Posso chiederle cosa stava facendo, da essere più importante dei doveri di Caposcuola?”

La stessa cosa che faccio tutte le notti, pensò Draco. Mi siedo da solo nella mia Sala Comune, e spero di morire. “È veramente importante, quello che stavo facendo?”

La professoressa considerò la sua domanda per un momento. “Suppongo di no. Quello che è importante è che non stava facendo il lavoro che le era stato assegnato. Non è decisamente il modo in cui dovrebbe comportarsi un Caposcuola. Dovrebbe dare l’esempio agli altri studenti.” Sospirò. “Signor Malfoy, non voglio doverle togliere l’incarico – specialmente non a questo punto dell’anno. E specialmente dopo.. beh, dopo tutto quello che è successo. È un ragazzo intelligente. C’è un motivo se è stato scelto come Caposcuola. So che può essere un ottimo esempio per gli altri studenti, deve solo provarci un po’ di più. Può riuscirci?”

Draco serrò i denti e annuì. “Sì signora.” Senza aggiungere un’altra parola, Draco si diresse verso la porta della classe, ma la professoressa McGranitt lo richiamò.

“Signor Malfoy,” disse, “prima che vada via, c’è qualcos’altro di cui vorrei parlare con lei.”

Draco si fermò a pochi passi dalla porta. Di cosa altro potevano parlare? Si voltò.

“Perché non si siede?” La McGranitt fece un cenno ad uno dei banchi davanti alla cattedra.

Una discussione che richiedeva che lui fosse seduto non gli sembrava una discussione che avrebbe fatto volentieri. “Di cosa vuole parlare?” domandò, facendo come da lei richiesto.

Per un istante, la professoressa restò in piedi in silenzio; strinse le labbra; l’espressione sul suo volto indicava che forse non avrebbe voluto dire qualsiasi cosa stava per dire. “Il professor Silente e io abbiamo cominciato a prendere in considerazione altre ragazze per il ruolo di Caposcuola.”

“COSA?” esplose Draco. Realizzò che la sua esplosione doveva averla colta di sorpresa. Di certo non si era aspettata che lui reagisse in quel modo a quella notizia. “Non potete farlo.”

“Certo che possiamo,” disse la McGranitt. “Sono passati quasi due mesi da quando -”

“Esattamente due mesi,” la corresse. “Oggi sono due mesi.”

La professoressa sembrò presa alla sprovvista. “Giusto. Sono due mesi oggi. Il che vuol dire che la scuola è stata senza la Caposcuola per esattamente due mesi. Dovremo trovare una sostituta, un giorno.”

“Nessuna potrebbe sostituirla,” borbottò Draco.

“Ascolti, capisco che lei probabilmente si era abituato ad avere il dormitorio tutto per sé, ma -”

“Non ha niente a che fare con questo!” urlò Draco. Non riusciva a credere che lei potesse pensare che fosse quella la ragione per cui non voleva un’altra Caposcuola – perché voleva la Sala Comune tutta per sé. Ma pensandoci, perché non avrebbe dovuto pensarlo? “Penso solo.. forse non dovremmo averne un’altra per quest’anno.”

“E per quale motivo no?” domandò la McGranitt. “Ne abbiamo bisogno ora più che mai. Specialmente ora che il Caposcuola viene meno ai suoi doveri..”

“Mi dispiace,” disse Draco. “Okay? Mi dispiace di non aver svolto I miei doveri. Mi dispiace di aver sbagliato tutto, ma per favore.. per favore, non nominate una nuova Caposcuola. Prometto che sarò un esempio migliore per gli altri studenti. Prometto che ricomincerò a svolgere i miei doveri. Posso farlo la solo, lo giuro. Con l’aiuto dei Prefetti e tutto, non abbiamo bisogno di un’altra Caposcuola.”

Se la professoressa non lo avesse conosciuto, avrebbe potuto giurare che Draco Malfoy la stava supplicando. “Signor Malfoy,” disse gentilmente. “Dispiace anche a me. Ma sono passati due mesi ormai. Abbiamo rimandato per troppo tempo. Se non nominiamo un’altra Caposcuola, permetteremo alle cose di rimanere nello stesso modo in cui si trovano da quando la signorina Granger.. beh, da quando è morta. Non è salutare. Abbiamo bisogno tutti di andare Avanti, e possiamo cominciare facendo questo. Mi dispiace che questo non sia quello che vuole lei. Ma è quello che va fatto. Non servono discussioni in merito. Se le fa piacere, potrebbe darci qualche suggerimento su chi lei vorrebbe come Caposcuola, e lo prenderemo certamente in considerazione.”

Draco fece una smorfia. “Onestamente non me ne frega un cazzo chi scegliete,” disse, alzandosi. “Mi scusi, devo andare alla prossima lezione.”

“Signor Malfoy!” gridò la McGranitt.

Si aspettava che lo rimproverasse per il linguaggio. Invece disse, “Il suo compito per questa sera è pattugliare le sale. Se vedo chiunque altro farlo al posto suo, prenderò seriamente in considerazione l’idea di toglierle la nomina.”

Come se gli importasse. Ma non lo disse ad alta voce. Si limitò ad uscire dalla stanza con stizza, domandandosi a quale Prefetto dovesse chiedere di svolgere il suo compito quella notte.

 

  
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