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Autore: Yas Venice    01/08/2011    7 recensioni
L'Estate come metafora di rinascita per due guerriere sopravvissute al martirio.La paura che ha Michiru di perdere l'amore della sua vita,la priva della voglia di vivere.Ma l'amore vero può tutto,anche compiere miracoli inattesi...
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai | Personaggi: Outer Senshi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Terza serie
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Questa Estate è solo per te
           Questa Estate è solo per te



"Verrà  il giorno
In cui il sole tornerà
E spazzerà  via questo tempo di dolore e oblìo
I nostri occhi torneranno a vedere
E pulserà  nuovamente il sangue nelle nostre vene
Torneremo a camminare per sentieri luminosi
E non avremo ombre al nosto fianco
Poiché  risplenderemo di luce e amore"

                                                                                                                        (
Yas V)



Lo sguardo preoccupato di Setsuna era puntato sulla sagoma immobile adagiata sul letto.
Erano passati cinque giorni da quando il destino aveva giocato malignamente con la vita delle sue amiche più care; un tintinnare di tazze alle sue spalle riuscì a distrarla: povera Haruka con il vassoietto in mano, gli occhi stanchi e il viso scavato da notti insonni, passate al capezzale della sua Michiru.
Setsuna, odorando il buon aroma di the alla pesca, non potè fare a meno di commentare:
- Perché alla pesca? A  Michiru non piace... lo sai -
- Infatti non è per lei, è per te -
- Oh... -
La guerriera di Plutone arrosì un po', ma era sollevata nel ritrovare quella dolcezza che Urano teneva gelosamente nascosta e che donava soltanto alle persone a lei care.
Si scambiarono un sorriso, dopodiché Setsuna  si allontanò, intuendo che era giunto il momento di lasciarle da sole.
Haruka entrò nella stanza e si sedette accanto al letto.
La compagna avvertì la sua presenza e aprì gli occhi per guardarla.
- Sei qui... -  Le disse con voce flebile.
Da quando le avevano prelevato il talismano dal petto, Michiru non era più la stessa; viveva come sospesa, nel raggelante terrore di vedere strappata via la sua vita e, soprattutto, quella di Haruka. Passava intere giornate a letto in uno strano stato di dormiveglia dovuto probabilmente agli antidolorifici che lenivano a malapena le sue sofferenze: ogni fibra del suo corpo si contraeva in preda al dolore dovuto alle ferite che le erano state inferte all'interno della cattedrale marina. Eppure la ferita che le faceva più male era quella che portava dentro: non avrebbe mai perdonato se stessa per non aver saputo proteggere la persona che amava.
La pioggia fuori continuava a scrosciare in quel freddo giorno di Novembre mentre la voce debole di Michiru rompeva il silenzio:
- Ho fatto un sogno, sai -
- Ti va di raccontarmelo? -
Un lieve cenno di assenso
- Era Estate. C'era una spiaggia, una sconfinata spiaggia con sabbia fine e bianca come non ne avevo mai vista prima, e poi...-  sorrise - Poi c'eri tu -
Abbassò lo sguardo imbarazzata, sapeva che la sua ragazza era perfettamente consapevole di essere nei suoi pensieri sempre e da sempre
- Il sole era così luminoso e l'acqua così limpida, tutto era perfetto... Mi tenevi la mano mentre camminavamo sul bagnasciuga. I nostri passi non lasciavano orme, era come se non avessimo peso ed i nostri corpi non creavano ombra. -
Lo sguardo della violinista divenne cupo, preda di un'inquetudine che non le dava tregua: - Era come se noi due non esistessimo più -
Lentamente Haruka si chinò su di lei e le sue labbra sfiorarono la guancia fredda per poi sussurrare parole piene di tenerezza
- Noi esistiamo, noi... non svaniremo nel nulla, perché l'amore che portiamo dentro, non svanirà -
La guerriera delle acque profonde chiuse gli occhi, lasciandosi coccolare dalla compagna, che la condusse lontano dai suoi nebulosi pensieri.
Ad un tratto, come rapita da un' idea improvvisa che bramava di essere realizzata, Haruka disse: - Andiamo -
Le sue braccia cinsero il corpo di Michiru e lo sollevarono dal letto per poi tenerlo stretto a sé.
- Dove mi porti? -  protestò stancamente la ragazza.
Urano avanzò con passi decisi, senza proferire parola; quando si trovarono fuori dall' uscio di casa, il freddo gelido le investì in pieno.
La spiaggia si trovava a circa 200 metri dalla villetta.
Riprese a camminare diretta verso il nero e agitato oceano che ruggiva spazzato dal vento per poi fermarsi dinanzi ad esso.
Michiru intuì che qualcosa di strano stava accadendo: il vento aveva cambiato direzione, soffiando adesso alle loro spalle, puntando verso il mare.
La pioggia in pochi istanti smise di cadere mentre le nubi sospinte dal vento, iniziarono a galoppare come impazzite, sovrastando il mare che, come paralizzato da quell'energia dirompente, cessò per lunghi istanti il suo moto rabbioso.
Uno strano calore iniziò a cullarla e con stupore comprese che l' artefice di tutto era  Haruka, che la teneva tra le braccia con fare protettivo, come fosse un padre forte e amorevole che si prende cura della sua bambina e che adesso se ne stava con gli occhi chiusi, pregando nel silenzio della sua grande anima, con parole che solo la Dea che governa i venti e le tempeste conosce.
Com' era avvolgente quel tepore emanato dal suo corpo...
Michiru continuò a fissare le nubi che fuggivano via lasciando spazio al cielo d'un azzurro intenso. Il vento impietoso che le aveva messe in fuga si trasformò lentamente in una piacevole brezza mentre l' oceano si quietava cantando dolci note sotto un sole radioso, destatosi all'improvviso dal suo letargo e già pronto dall'alto del suo celeste regno a far rinascere anime e cose. Esterrefatta dal paradosso temporale venutasi a creare, la violinista non potè fare a meno di immaginare quella spiaggia mentre riprendeva vita, rallegrata dalle voci gioiose dei bambini intenti a giocare tra gli ombrelloni variopinti con sotto gente incredula e al contempo felice di vivere quel miracolo piovuto improvvisamente dal cielo grazie alla preghiera di un angelo.
Haruka riaprì gli occhi lasciando poi scivolare il suo sguardo sul volto finalmente sereno della sua donna e sorridendo le disse:
- E' giunta qui per restare, solo per te, amore mio...  Questa Estate è solo per te -


Ciao a tutti! Questa è la mia primissima one-shot, breve e sintetica. L'ho scritta  subito dopo un temporale estivo, immaginando così l'improvviso ritorno dell'Estate in pieno Novembre, cercando di mettere insieme  poesia e narrativa. Il mio punto di vista è quello di un pesce fuor d'acqua ma per me l'Estate è anche questo: un periodo di rinascita dall'Inverno che c'è fuori e dentro di noi. Eh eh, ho ancora tanto da imparare, lo ammetto...










   
 
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