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Autore: touritup    01/08/2011    1 recensioni
-Non avrei mai immaginato che un giorno avrei detto questa frase “non voglio arrivi l’estate, sarà frustrante”. Già, proprio frustrante, andrò anche a Londra, ma non penso che me la godrò facilmente. Lavorerò nel posto più duro dell’Inghilterra, “Harrods”, sembra tanto bello e pacioso, ma dicono che chi fa domanda in quel negozio sta tentando il suicidio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Allora prima che leggiate volevo dirvi che questa in seguito non sarà una ff romantica con rose e fiori.
Se la seguirete ve ne accorgerete, ma non dico altro. Mi scuso perché questo è un pò lungo e pesante da leggere.
Comunque... buona lettura, spero vi piaccia.

Il giorno dopo mi svegliai senza le urla di Anna, e mi accorsi che erano le 5:30 di mattina. Mi alzai, come ogni giorno, pigramente e andai in bagno a farmi la doccia. Era decisamente presto per andare a lavoro, quindi decisi di prendermela comoda e di rilassarmi prima di andarci. Finita la doccia guardai il mio riflesso nello specchio, i capelli erano sul mio viso, avevo le guance rosse e i miei occhi erano verde scuro.
Erano così solo quando ero triste oppure stavo per piangere.
Ero triste per il fatto che non importassi a Harry, l’avevo conosciuto soltanto ieri, ma nessun ragazzo mi aveva mai fatto quell’effetto. Volevo conoscerlo meglio, ma dopo quello che era successo non so se l’avrei voluto ancora o no. Ero troppo confusa, dovevo parlare con Francesca. Uscita dal bagno avevo ancora l’asciugamano addosso e scesi per fare colazione. Cominciò a piovere e decisi di vestirmi dato che faceva un freddo cane. Alle sette e un quarto mi incamminai verso Harrods, continuava a piovere, speravo non nevicasse. Entrata nel negozio non vidi Harry, forse anche oggi avrei lavorato da sola. Cominciai a lavorare, stavo impazzendo, quando vidi entrare dalla porta una massa di capelli ricci, era lui, forse aveva deciso di lavorare oggi … era entrato ridendo come non mai e accanto a lui c’era quella ragazza che non mi aveva nemmeno presentato.
Cercai di far finta di niente, come se lui non ci fosse, ma era impossibile con tutti quegli schiamazzi. «Ah, quasi dimenticavo, grazie Giulia per avermi sostituito ieri, posso andarmene anche oggi o hai bisogno di me?» No, questo era troppo, non potevo tralasciare questa volta. Mi girai verso di lui con un’espressione arrabbiata. «Tu cosa? Io ieri mi sono fatta tutta la giornata da SOLA e ho perso il conto per quante persone mi stavano addosso! Non puoi lasciarmi sola un’altra volta, ti lascerei io da solo con più di mille persone che non capiscono un cazzo di musica e ti chiedono consigli per regali. E se lo rifarai un’altra volta giuro che non la passerai liscia!»
Finito il discorso, lo guardai infuriata. La sua espressione era come quella di un cane bastonato. Abbassò lo sguardo e si diresse verso di me. «Scusami, davvero, hai ragione sono stato uno stupido. E’ ancora valida per te quella richiesta del pranzo fuori?» Annuii. Mi accarezzò il viso e mi sorrise. Era impossibile dire di no a lui, sfiderei chiunque.
Harry si girò verso quella ragazza. «Scusami, adesso devo lavorare, devi andare» Questo per lui era un bel modo per dirle hai rotto i coglioni a tutti adesso vattene oppure scatenerai l’ira di Giulia che grazie a Dio non mi ha ancora ucciso.
Lei se ne andò fulminandomi con lo sguardo, e io non fui da meno.
Harry si scusò ancora e ricominciammo a lavorare, ogni tanto prendeva anche qualche cliente da me e se lo metteva in fila da lui, apprezzavo questo gesto. Finito di lavorare, almeno per la pausa pranzo, Harry venne da me e si appoggiò al balcone. «Andiamo a mangiare qualcosa signorina? Devo ancora farmi perdonare del tutto» Mi accompagnò fuori.
Camminammo in silenzio, ma non mi metteva a disagio. Arrivati a StarBucks, mi misi seduta ad un tavolo, e vidi due ragazzi che guardavano sia me che Harry. «Vado a prendere due cappuccini, tu resta qui» Lui si mise in fila per prendere i cappuccini, e non appena mi girai, vidi uno dei due ragazzi che ci fissava avvicinarsi al mio tavolo. Aveva i capelli marroni e gli occhi celesti. «Nuovo acquisto?» Mi fece l’occhiolino, ma non capii quello che voleva intendere. Penso che avesse intuito che non capivo ciò che dicesse e si mise seduto di fronte a me per parlarmi. «Non ti conviene stare insieme a Harry, non appena andrai a letto con lui ti mollerà e non vorrà più saperne di te. Questo è un consiglio, poi fai come ti pare» Nemmeno si era presentato che già mi accusava di una cosa che non pensavo neanche lontanamente. «Forse tu non hai capito, ma io e Harry non usciamo insieme» Glielo dissi e lui sospirò. «Okay, comunque sta attenta, sei molto carina, quindi penso che prima o poi ti chiederà qualcosa» disse e continuò. «Comunque … piacere, io mi chiamo Louis, tu?» Mi tese la mano e io ricambiai. «Piacere moi, io sono Giulia» Non feci in tempo a finire la frase che mi sentii Harry dietro alle spalle.
«Cosa vuoi Louis? Vai dal tuo amichetto Liam e non rompere le palle a noi» Avevo già intuito che loro due non si erano molto simpatici, ma dal tono e dalla frase di Harry, capii che proprio non si sopportavano. «Calmati, stavo solo chiacchierando con la mia amica Giuls» Mi fece un altro occhiolino e se ne andò.
Mi piaceva quando la gente mi chiamava Giuls invece del solito e noioso nome “Giulia”.
Vidi l’espressione di Harry, ed era molto irritato per il fatto che stessi parlando con Louis «Ti ha detto qualcosa di male su di me? Perché se così fosse beh non credergli, non sono più come una volta e non cercherò di portarti a letto. A meno ché tu non me lo chieda …» Gli diedi una piccola botta sulla spalla e gli sorrisi.
Finito di bere, a Harry gli arrivò un messaggio sul cellulare. «Scusami, devo andare, ci vediamo dopo Giuls» Mi diede un bacio sulla guancia e se ne andò. Vidi Louis con la coda dell’occhio avvicinarsi un’altra volta vicino a me. «Vieni a sederti al nostro tavolo, ti va?» Era molto carino Louis, ma non mi piaceva come Harry, lui lo vedevo più come un amico. Mi alzai e andai al suo tavolo dove c’era seduto anche il suo amico, che doveva essere Liam. «Liam, Giulia. Giulia, Liam. Adesso mangiamo che ho fame» Liam aveva i capelli quasi biondi e anche se era seduto si capiva che era un ragazzo abbastanza alto e mascolino. Era molto bello, e ogni tanto notavo che mi guardava. Per rompere il ghiaccio dissi la prima cosa che mi venne in mente. «Anche voi lavorate a Harrods?» Louis annui.
«Noi due lavoriamo al reparto abbigliamento» Liam aveva una bella voce, profonda e da solito ragazzo inglese. Mi piaceva. Passammo il resto della pausa pranzo, che sembrava eterna, a parlare dei nostri gusti personali, fino a quando mi suonò la sveglia del BlackBerry su cui c’era scritto “devi tornare all’inferno, ci sono le ragazzine che aspettano solo te per rovinarti il resto della giornata”. Sbuffai e salutai i ragazzi che anche loro dovevano ricominciare a lavorare. Entrata non vidi Harry, “speriamo non me lo stia rifacendo” pensai. Prima di aprire misi una canzone, “The Only Exception” dei Paramore, adoravo quella canzone. Cominciai a canticchiarla fin quando mi ritrovai a cantarla ad alta voce.
Mi piaceva molto cantare, è sempre stata una mia grande passione sin da piccola.
Finita la canzone alzai lo sguardo e vidi Harry che mi stava osservando. In quel momento mi imbarazzai moltissimo. Ad uno spettacolo della terza media avevo cantato davanti a tutta la scuola, ma con una mia amica, mai da sola.
Mi stava sorridendo, in mano aveva uno scatolone pieno di cd probabilmente prima stava in magazzino. «Lo sai canti davvero molto bene. Hai una bellissima voce» Sentivo le mie guance andare a fuoco, in tanti mi avevano detto che avevo una bella voce, ma mai un ragazzo che mi piaceva.
Finite le tre ore strazianti, non vedevo l’ora di andarmene a casa. Nevicava, e molto forte. «Harry io vado a casa. Ciao» Gli diedi un bacio sulla guancia e uscii dal negozzio. Tornata a casa mi buttai sul divano e chiusi gli occhi con una faccia ebete sopra. «Cos’è tutta ‘sta felicità ragazza che prima di partire aveva detto « non dovrò innamorarmi di nessuno neanche se mi compare davanti un Adone greco”?» Erano davvero le mie parole, avevo detto davvero così.
Mi alzai sedendomi sul divano. «Credimi, per me e per qualunque altra ragazza sana di mente, è meglio di un Adone greco !» Anna mi guardò perplessa, era da tanto che non mi piaceva una persona per davvero. «Oh no, Fra ! La nostra Giuls si è innamorata ! » Disse Anna rivolgendosi a Francesca che si sentiva che stava sotto la doccia. « Che cazzo hai detto ? Non dirai sul serio » Vidi Francesca che era dietro di noi con l’asciugamano addosso. « Ho sentito solo Giuls e Innamorata » Mi guardava come se avessi fatto qualcosa di male. « E’ il riccetto vero ? » Si mise una mano sul fianco e mi guardò male. Tutte e due mi capivano sempre subito. Anna mi guardò confusa, dato che era stata occupataa a cercare un lavoro, non avevo fatto in tempo a raccontarle del “riccetto”. «Adesso mi spieghi tutto » Disse Anna tutta incuriosita. Mi scappò un sorriso e cominciai a raccontarle tutto.
  
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