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Autore: touritup    18/07/2011    3 recensioni
-Non avrei mai immaginato che un giorno avrei detto questa frase “non voglio arrivi l’estate, sarà frustrante”. Già, proprio frustrante, andrò anche a Londra, ma non penso che me la godrò facilmente. Lavorerò nel posto più duro dell’Inghilterra, “Harrods”, sembra tanto bello e pacioso, ma dicono che chi fa domanda in quel negozio sta tentando il suicidio.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Non avrei mai immaginato che un giorno avrei detto questa frase "non voglio arrivi l'estate, sarà frustrante". Già, proprio frustrante, andrò anche a Londra, ma non penso che me la godrò facilmente. Lavorerò nel posto più duro dell'Inghilterra, "Harrods", sembra tanto bello e pacioso, ma dicono che chi fa domanda per lavoro in quel negozio 'sta tentando il suicidio
«Giuls, svegliati immediatamente! Farai tardi a lavoro!» Feci un grugnito e mi portai pigramente il cuscino sul viso. Mi alzai lentamente dal letto e mi sedetti sulla scrivania osservando il mio volto riflettuto nello specchio. I miei occhi verdi erano stanchi, i miei capelli rossi/arancioni erano tutti scompigliati come se un uccello ci avesse fatto il nido. Mi alzai dalla sedia lentamente e aprii la porta per andare a fare colazione, ma appena aperta mi ritrovai davanti Anna appoggiata allo stipite della porta con affare arrabbiato. Non ci feci caso. Scesi le scale e mi diressi in cucina per fare colazione.
«Finalmente la nostra festaiola si è svegliata!» Sorrisi e mi feci una tazza di latte. Francesca era quel tipo di ragazza che scherzava sempre su ogni cosa, una volta, quando avevamo fatto un viaggio in Colorado avevamo investito un cervo con l’auto, e lei aveva detto che gli avevamo fatto un favore perché era meglio morire in quel modo piuttosto che essere squarciato da un cacciatore e ritrovarsi la propria testa appesa ad un muro.
Invece Anna era quel tipo di ragazza seria che prima di agire pensa alle conseguenze. E io? Io non so che tipo di ragazza sono. Finita la colazione mi preparai e uscii di casa per incamminarmi verso Harrods. Entrata nel negozio una ragazza o signora (non si capiva bene) mi si fiondò addosso e mi sorrise.
«Tu devi essere la nuova commessa» Non era una domanda, ma annuii lo stesso. «Bene, seguimi, ti faccio vedere dove devi lavorare» Mi accompagnò in una sala strapiena di cd, spartiti musicali, chitarre, pianole ed altre cose inerenti alla musica. Già mi piaceva quel posto. «Adesso ti presento il tuo collega» Bè in un posto così grande era ovvio che… Un ragazzo mi interruppe e misi tutta la mia attenzione su di lui. La prima cosa che notai furono i suoi capelli. Erano ricci e tutti scompigliati da una parte, i suoi occhi erano celesti, le sue labbra erano bellissime, rosee e anche un po’ sottili. La donna me lo “presentò” (disse solo che ero la nuova commessa e che dovevamo lavorare insieme) lui fece un gran sorriso e io cercai di ricambiare. Non dovevo innamorarmi, ne avevo incontrati troppi di ragazzi stronzi e non volevo aggiungerlo alla lista. La donna se ne andò e ci lasciò soli al lavoro.
«Piacere, mi chiamo Harry, tu sei…» Mi tese la mano e continuò a farmi quel sorriso. «Giulia, mi chiamo Giulia» Lo dissi impacciatamente e ricambiai la stretta di mano. Cercai di sorridergli, ma con scarsi risultati. «E dimmi di dove sei? Anche se il tuo accento è fantastico, si sente che non sei né inglese e né americana. Mi stupii sentendomi dire che avevo un bell’accento. Ignorai la domanda dicendomi che non erano affari suoi e cercai di capire come funzionasse la ricerca dei cd sul computer. Sempre con scarsi risultati.
«Guarda funziona così…» Lo sentii dietro di me che cercava di farmi capire come funzionasse quel coso e così fu. Si staccò da me e sorrise come un’ebete. Distolsi lo sguardo e vidi salire delle persone al nostro piano. «Meglio prepararsi, sta per cominciare l’inferno» «Ma non preoccuparti, durerà solo sei ore» Mi fece l’occhiolino e si avvicinò alla porta per mettere il cartello con scritto “siamo aperti, ma non rompete nulla per la confusione creata per l’uscita del cd di Justin Bieber”. Già di solito c’era molta gente in questo negozio, poi per l’uscita del nuovo cd di Justin Bieber, pensa quanta gente sarebbe venuta.
Già mi sentivo la testa girare. Passate solo tre ore dall’inizio mi sentii in dovere di mettere il cartello con scritto “Siamo in paura per il troppo stress”. Mi sedetti dietro al computer e sospirai di sollievo per non dover più sentire quelle urla. «Sai che tra un po’ dovremmo riaprire vero?» Harry me lo disse come se quella di ricominciare fosse una condanna, e lo era.
«Metti una canzone» Ne cercai una e misi “Just Tonight” dei Pretty Reckless, amavo quel gruppo e Taylor Momsen è una bellissima ragazza. «Bella, non pensavo ti intendessi di musica» Cominciò a ridere e gli lanciai il cuscino che era sotto la mia sedia. «Pensi che una ragazza come me non abbia dei buoni gusti musicali?» Lui ci pensò su. «Facciamo un altro test, metti un’altra canzone» Annuii e ne cercai una abbastanza Hard Rock quasi Metal per stupirlo un po’ e fargli vedere che avevo buoni gusti. Trovata la canzone adatta, misi “Lost in Hollywood” dei System of a Down, mi piaceva molto. Lo guardai e lo vidi tutto concentrato sulla canzone e che stava battendo il tempo con il piede. Finita la canzone lo guardai fiera della mia scelta e aspettai una sua reazione.
«Sei la prima ragazza che incontro a cui piace vera musica» Per me ognuno ha i propri gusti musicali, quindi definire qualcosa “vera musica” non era carino, ma avevo capito il senso della frase. «Bè grazie» Non sapevo cos’altro dire. «Andiamo a mangiare qualcosa dopo?» Più che una domanda sembrava me lo stesse imponendo, ma annuii.
Dopo aver ripreso a lavorare, una ragazza entrò come se stesse cercando qualcuno e non qualcosa. Lei girò lo sguardo verso Harry e cominciò ad urlare e a saltare di gioia. Harry la vide e le andò incontro abbracciandola. «Da quanto tempo Harry!» «Già hai ragione, ma come mai sei qui? Non ti eri trasferita in Irlanda?» Lei scosse la testa. «Sì ma non è questo l’importante, poi ti spiego. Andiamo a mangiare qualcosa?» Harry annuì e mi lasciò lì sola insieme a tutte quelle ragazzine e ragazzini scatenati.
“Questa non gliela perdonerò mai” pensai mentre me ne stavo andando a casa infuriata con quel riccetto. “Non solo mi ha lasciata in quell’inferno da sola, ma anche perché mi aveva promesso che avremmo pranzato insieme!”. Pensai sempre tra me e me. Entrai in casa sbattendo la porta e mi ritrovai davanti Francesca sbalordita per il mio comportamento. Lei mi capiva subito, sia quando ero arrabbiata che quando ero triste oppure anche quando avevo preso una cotta. In questo caso ero tutte e tre. Lei mi fece cenno di sedermi. «Dai su, racconta tutto alla mammina» Per fortuna mi fece sorridere. Quando finii di raccontarle tutto cercai di scrutare il suo sguardo. Ma leggerla era praticamente impossibile. «Cazzo! Lui sì che è un vero stronzetto!» Sorrise e andò avanti. «Non preoccuparti cara, vedrai che si accorgerà di aver snobbato una ragazza stupenda in tutti i sensi, e quello fregato sarà lui e non tu!»
Come al solito riusciva a tirarmi su di morale, e pensavo sempre di più che avesse ragione. «Grazie Fra, per tutto». Me ne andai in camera a convincermi che forse Francesca avesse ragione. Quella ragazza faceva sentire bene tutte le persone che stavano male. Piano piano mi addormentai sul letto, quella giornata era stata davvero stressante.
  
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