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Autore: Lizzyluna    01/08/2011    1 recensioni
Raccolta di frammenti sulle coppie del fandom di Harry Potter, dalle classiche fino alle più assurde, impossibili e vomitevoli. Ispirata dalla Master Ship List di FictionAlley Park.
57) Leather and Libraries - Draco/Hermione
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Millegusti + 1 - Coppie per tutte le stagioni'
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Hot Throbbing Suburbanites - Petunia/Arabella

Petunia non era mai andata d’accordo con Arabella Figg, una vecchia zitella noiosa capace di parlare solo di gatti, gatti e ancora gatti; a suo parere, l’unico favore da lei reso all’umanità era occuparsi ogni tanto di Harry “per puro spirito cristiano”, e forse per la segreta convinzione di poter redimere quell’anima traviata.
C’erano momenti, però, in cui il cuore della signora Dursley volava dritto verso la finestra merlettata per offrirsi alla vicina come preda di guerra, e occasioni del genere accadevano…
«Aaah!»
…non abbastanza spesso, a suo parere.
«Maledette bestiacce! Via, via dai miei cucciolotti!»
La cognata Marge irruppe in cucina con la forza di una carica di Ussari a cavallo ed afferrò il primo oggetto oblungo che le capitò sottomano, una baguette sfuggita per miracolo alle mascelle di Dudley. «Scusa, Petunia cara, ma quei gattacci pulciosi non lasciano in pace i miei adorati... Zanna, a cuccia! Ci penso io!»
Petunia, che aveva già sacrificato metà del curatissimo giardino alle zampe dei bulldog della cognata, assunse un’espressione solenne. «Sono desolata, Marge, ma non c’è modo di disfarsi di quei gatti. Sbucano fuori dappertutto, abbiamo provato in ogni modo a tenerli lontani, ma...»
«Non devi scusarti, cara, in fondo non sono tuoi... che impertinenza, però, lasciare quei sacchi di pulci liberi di infastidire i vicini! Dovresti scovare i proprietari e mandargli in casa la polizia, allora sì che... Squarta! Torna subito qui!»
Sordo ai richiami della padrona, il bulldog si era precipitato sulla strada, lanciato all’inseguimento di due vivaci soriani grigi che Petunia era sicura di aver visto sulla staccionata di una certa casa poco lontana; Marge corse a recuperarlo, sbraitando ordini e sbuffando per lo sforzo, ma fu letteralmente travolta dagli altri sei cani che aveva portato con sé, tutti decisi ad unirsi alla spedizione. Altri gatti di ogni colore sbucarono dai vicoli, dai cespugli e da dietro i bidoni della spazzatura, agitando le code con aria indolente, e i bulldog, latrando all’impazzata, si misero a braccare ora l’uno, ora l’altro, costringendo la proprietaria ad un’estenuante caccia che l’avrebbe condotta – sospettava Petunia – in giro per l’intero quartiere.
Mentre urla umane e animali svanivano in lontananza lungo il viale soleggiato, la signora Dursley rifletté che probabilmente la cognata avrebbe deciso di abbreviare il soggiorno in casa sua, per non sottoporre gli adorati cuccioli a stress eccessivi. Un vero peccato, soprattutto perché di solito nelle strade di Little Whinging non si vedeva nemmeno l’ombra di un gatto, randagio o domestico che fosse.
Reprimendo un lieve fremito all’angolo della bocca, Petunia raccolse una cesta di panni da stendere e uscì in giardino, dove le piantine nelle aiuole cominciavano timidamente a rialzare le corolle calpestate. Qualche casa più in là, alla finestra di un salottino decrepito, una mano scheletrica agitò uno straccio con un gesto che era quasi un saluto.


Captain Clearwater - Oliver/Penelope

Penelope Light si avvicinò incuriosita alla folla riunita intorno al tavolo di Grifondoro, alzandosi in punta di piedi per dare almeno un’occhiata alla famosa Firebolt. Non si intendeva molto di scope da corsa, ma quella di Potter, a giudicare dai commenti ammirati di Cedric Diggory e Roger Davies, doveva essere un’autentica fuoriclasse.
«Vieni, Penny, vieni!» la invitò Percy, facendosi largo tra la calca. «Che ne dici, non è fantastica? Cominci a pentirti di quella scommessa, eh?»
Con l’aiuto del Prefetto, la ragazza si infilò tra i giocatori di Grifondoro schierati a semicerchio e riuscì finalmente ad avvicinarsi alla celebrità del momento, che troneggiava tra piatti e scodelle come un insolito centrotavola (Un centrotavola parecchio costoso, rifletté lei: se era vero quello che le avevano riferito, si trattava di una cifra sufficiente a comprare una decina di Nimbus). Era davvero bella, in effetti: solida e perfetta come appena uscita dal negozio, nonostante Vitious e Madama Bumb ne avessero smontato e controllato ogni rametto; conservava perfino il profumo impalpabile e attraente delle scope nuove, un misto di legno, cera d’api, caffè… no, quello non veniva dalla Firebolt. «È magnifica!» ammise, passando un dito sul manico. «Harry, posso...?»
«Ma certo!» acconsentì il Cercatore, e Baston si affrettò a sollevare la scopa con mille precauzioni e consegnarla a lei con la delicatezza di un’ostetrica; Penelope poté quindi esaminarla a suo piacimento, attorniata da ragazzi entusiasti che le indicavano ora un particolare, ora l’altro: il numero di serie, il nome scritto ad eleganti lettere inclinate, la curvatura ergonomica per rendere la seduta più comoda, le setole perfettamente allineate e tutte dello stesso colore. Naturalmente approvò ogni cosa con un cortese cenno del capo, ma il suo sguardo fu subito calamitato dal legno del manico, talmente lucido da riflettere il viso traboccante di entusiasmo del capitano di Grifondoro: si rigirò la scopa tra le mani, affascinata dalle variazioni di luce sulle venature del legno e dal bagliore rosso e oro che scintillava in superficie, come se lo spirito dell’intera squadra di Quidditch fosse stato assorbito dall’eccezionale mezzo del proprio Cercatore. Era incredibile come un oggetto così semplice fosse in grado di incantare, di attirare tanta meraviglia... tanta attenzione.
«Allora, non è uno schianto?» esclamò Baston con un gran sorriso. «Mi dispiace per te, Light, ma questa volta non avrete scampo!»
«È troppo presto per cantare vittoria, Baston» gli rispose dolcemente lei, con le mani ancora impegnate a sorreggere la Firebolt. «Non è la scopa che conta...»
Ma chi ci sta sopra, concluse in cuor suo, godendosi un ultimo attimo di gloria riflessa prima di restituire l’oggetto al suo legittimo proprietario e tornare al tavolo di Corvonero. Si rese conto che l’incontro ravvicinato con quella bellezza l’aveva resa stranamente euforica, tanto che le occorse un notevole sforzo per prestare attenzione alla voce di Percy, che stava dicendo qualcosa riguardo alla loro scommessa.
Non che le importasse molto della partita, in verità: ciò che contava davvero era che, per la prima volta in sette anni, Oliver Baston aveva guardato lei.



Concludo questo capitolo in un momento particolare: nel giro di due giorni sono stata azzannata da un gatto sconosciuto e ho scoperto che il felino di mia zia, al quale piaceva masticarmi a tradimento, è stato rapito da ignoti. Ne ho dedotto che le maledizioni dei lettori fossero arrivate a destinazione per incoraggiarmi ad aggiornare prima delle vacanze... e chi sono io per ignorare i richiami dei riti voodoo?
Allora: la prima FF non partecipa al Femslash Day, perché a me piace fare l'alternativa, e si qualifica invece per la top ten delle coppie più indicibili. Il legame tra Figgy e i gatti mi ha suggerito l'unica sua azione che potrebbe incontrare l'approvazione di Petunia, ovvero levarle di torno gli orridi cagnacci di Marge.
La seconda fa invece parte della serie Attaccati al canon, ovvero: Come tirar fuori una ship dalla minima vaccata. Qui ho allegramente fatto un uso improprio di un momento canon (HP e il Prigioniero di Azkaban, cap. 13) e ho impostato una scena ambigua tirando in mezzo la Firebolt.
Concludo dicendo che il cap. 21 si è classificato terzo a un concorso e che i capitoli 1-46 hanno raggiunto l' 11° posto in un altro. Che dire... segnalatemi gli errori, disgraziati che non siete altro! Poi io mi iscrivo ai concorsi e inciampo in queste figuracce.

   
 
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