Ad
Ares_Eris, fedeli lettrici.
Chasing
to Keep -
Oliver/Marcus
«Buongiorno, Marcus caro!»
salutò Oliver Baston incrociando il collega-rivale di
Serpeverde.
«Buon mattino a te, Oliver,
tesoro!» rispose
cortesemente Marcus Flitt con un breve inchino. «Che
piacere vederti!»
«Ho comprato queste mou per
te a Hogsmeade, carissimo» continuò
Oliver, tendendo un sacchetto al Serpeverde. «Spero che ti
piacciano».
«Oh, sei stato così
carino!» rispose Marcus accettando il dono.
«È un peccato che io abbia solo
questi modestissimi fiori, inadatti ad esprimerti la mia
gratitudine!» e gli
tese un mazzo delle orchidee più rare e costose reperibili
sul mercato, con il
cartellino delle Spedizioni Rapide Albatros ancora legato allo stelo di
uno dei
fiori.
Concluso quell’insolito
scambio di omaggi, i ragazzi si
presero a braccetto e si avviarono insieme verso la Sala Grande,
seguiti dagli
sguardi meravigliati degli studenti più giovani e dagli
sghignazzi di Pix, che
svolazzava intorno al lampadario pregustando l’ennesimo
scontro verbale tra i
due acerrimi nemici. Sembrava però che quella mattina il
poltergeist sarebbe
rimasto deluso: i capitani chiacchieravano amabilmente come vecchi
amici, senza
lasciarsi sfuggire nemmeno un’allusione sulla
moralità delle rispettive madri o
azzardare paragoni con animali, esseri semiumani o altro materiale
organico.
Giunto sulla soglia della sala,
Oliver si sottrasse
dolcemente alla stretta del compagno e si fece da parte.
«Dopo di te, Marcus!» lo
invitò.
«Oh, no, non potrei
mai!» si schermì il Cacciatore. «Vai
prima tu!»
«Insisto!»
ribatté Oliver, con un sorriso tanto ampio quanto
inquietante.
«E io insisto di
più!» replicò Marcus, con
un’espressione
affabile che contrastava con il tono vagamente minaccioso.
«Potrei offendermi,
sai?» sibilò il capitano di Grifondoro,
sfiorando la bacchetta con le dita.
«Mi spezzerebbe il
cuore!» mormorò l’altro, guardandolo
negli occhi con aria di sfida.
«Che ne direste di far
passare me, intanto?» li apostrofò la
McGranitt, posando una mano sulla spalla di entrambi. «Ho
fretta, ho ancora un
paio di compiti da correggere dopo colazione».
«Subito,
professoressa!» dissero in coro i due, e si
affrettarono a cederle il passo tra mille espressioni di deferenza che
sottintendevano l’augurio di una morte lenta e dolorosa.
«Secondo me non ce la
fanno!» commentò Lee Jordan dal tavolo
di Grifondoro, mentre i due giocatori cercavano di passare
contemporaneamente
dalla porta e si incastravano nel mezzo.
«Gli converrà
riuscirci» replicò Katie Bell, alle prese con
un panino imburrato, «altrimenti sono altri cento punti in
meno, e la McGranitt
non cambierà idea».
«Una
settimana...» mugugnò George Weasley, mezzo
soffocato
dall’enorme fetta di ciambella che stava masticando.
«Sapete, a volte ho
l’impressione che si diverta».
Katie posò il panino per
godersi lo spettacolo del capitano
che si dirigeva con passo marziale verso il loro tavolo, con le
orecchie rese
paonazze da tutti gli insulti che si era sforzato di soffocare.
«Chi, Minnie?
Ma dai!» esclamò con un sorrisetto.
Domani parto per le vacanze e ho deciso di salutarvi con un
ultimo
capitolo, dato che sono sparita per un po'. Per motivi di tempo il
pezzo è uno solo, ma c'è Oliver e quindi vale due
(e che nessuno osi contestare).
Avrete già capito il contesto, suppongo: dopo l'ennesima
litigata, la McGranitt ha costretto Tom e Jerry ad andare d'amore e
d'accordo per una settimana, pena la distruzione fisica dei punti delle
rispettive squadre.
Spero di approfittare di eventuali giornate di maltempo per completare
il ciclopico capitolo di DPP, già a buon punto ma con un
collegamento mancante.