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Autore: Jane41258    02/08/2011    2 recensioni
Assolutamente SAI/INO
Dal terzo capitolo: In questo capitolo Ino si vendica con fin troppo successo per l'offesa ricevuta da Sai, mentre il giovane artista si ritroverà ad affrontare sensazioni e sentimenti nuovi e sconcertanti.
TRAMA:
Sai è incapace di amare. Ino colleziona avventure con ragazzi belli e somiglianti al divino Sasuke. Ma entrambi cadranno nella stessa trappola, una trappola tessuta con i loro stessi sentimenti che li costringerà a cambiare, e quando se ne accorgeranno non ne vorranno più uscire. Perchè tornare indietro non è possibile.
PS L'introduzione è involontariamente drammatica XD, ma la fic è una commedia.
Genere: Commedia, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ino Yamanaka, Sai, Sakura Haruno, Shikamaru Nara, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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“Te lo sei meritato”
Ino sbatté le palpebre, incredula, e fissò Shikamaru che si accendeva una sigaretta, davanti a lei.
“Non hai nient’altro da dire?” chiese stizzita.
“No”
“Io ci ho messo due ore a raccontarti tutto!” si lagnò la bionda, stringendo i pugni.
“Nessuno ti ha obbligato alla precisione maniacale. Anzi mi hai fatto perdere un sacco di tempo” borbottò lo shinobi soffiando piccoli anelli di fumo.
“Oggi sei antipatico!” sbottò la ragazza incrociando le braccia e mettendo su il broncio.
Lui non commentò e si portò la sigaretta alle labbra.
Ino gli prese la mano e piegò la testa di lato.
“Ti prego Shika, il tuo parere per me è importante” mormorò con voce bassa e sensuale “Sei un punto di riferimento per me!”
“Lo sai che gli occhi da cerbiatta non funzionano con me” replicò calmo lui “Lasciami fumare in santa pace. Perché non vai da Sakura?”
“Perché è alleata col nemico! Dai, che ti costa?”
“E va bene!” sbottò Shikamaru spegnendo bruscamente la sigaretta “Che vuoi sapere?”
Ino sorrise trionfante.
“Il tuo parere... perché pensi che me lo sia meritato... e poi come devo comportarmi di conseguenza!”
Shikamaru assunse la posa da stratega.
“Allora” iniziò calmissimo “te lo sei meritato perché stai uscendo con tutti quelli che ti ricordano Sasuke, senza soffermarti su nient’altro e inoltre con Sai sei stata veramente cieca”.
“Cieca? Io l’ho osservato benissimo! Non assomiglia per niente a Sasuke!”
“E come sei riuscita a non accorgerti di che razza di persona sia quel Sai?”
Ino notò che il tono di voce dell’altro era alterato.
“E’ un bamboccio” continuò il ragazzo alzando ancora la voce “Una spia di Danzo, un sociopatico, un fasullo senza emozioni, una stupida faccia di plastica con l’intelligenza di un sasso. Lo sai che la prima volta che l’ho incontrato ha attaccato me, Naruto e Chouji? Così senza motivo, solo per pura bastardaggine e idiozia. Che ti è venuto in mente di uscire con quello? Si vede lontano un miglio che non è normale. E’ semplicemente ritardato.”
Ino abbassò lo sguardo e si sentì malissimo.
Shikamaru aveva ragione. Sai era un coglione e lei era stata veramente stupida a mettergli gli occhi addosso.
“Se continuerai a scegliere i ragazzi soltanto in base alla loro bellezza fisica e alla somiglianza con Sasuke, prenderai altre batoste. E’ meglio che ti prepari. E poi che accidenti di canoni estetici usi? Posso capire Neji ma Sai è uno schifo” infierì Shikamaru.
“Non è vero!” protestò Ino “Sai è un gran figo! E non assomiglia per niente a Sasuke! E poi io... io... non mi piace Sai perché è bello!”
“Mai sentite tante cazzate in una sola frase!” ribatté Shikamaru con una risata crudele “E dimmi, per cosa ti piacerebbe Sai, per la sua bontà d’animo?”
Ino ci aveva riflettuto a lungo, pensando a Sai quasi di continuo dal loro primo e ultimo appuntamento.
“Se dicessi che non mi piace il suo corpo, sarebbe una cazzata. E’semplicemente perfetto, ma il pezzo forte è lo sguardo. Ti ipnotizza, ti rapisce, ti penetra. E la voce... è così carismatica, è un continuo invito al sesso. Poi ho avuto la sfigatissima idea di spiarlo e mi sembrava così buono, sempre gentile e sorridente, sempre snobbato da tutti. Mi ha intenerito e mi sono fatta coinvolgere emotivamente, lo sai come sono, no? Poi ho scoperto che è un figlio di puttana, ma intanto... Non lo so, sembrava una conquista così facile e invece non ho speranze. Nessuna speranza, maledizione!”
“Oh diamine, sei rimasta fregata di brutto!” commentò lo shinobi.
“E poi...”
Ino esitò, perché stava per riaprire una ferita dolorosa.
“Sai mi ha detto che sono molto brutta. Insomma all’inizio mi sono soltanto incazzata, ma poi ho pensato. E se avesse ragione? E se quella che vedo allo specchio non fossi io?”
La ragazza si sentì come la protagonista di uno psicodramma che scopriva di vivere un mondo d’illusione.
Ma Shikamaru la smentì.
“Non dire stupidaggini. Non voglio pompare il tuo ego, ma tu sei bellissima. E’ oggettivo.”
“Oh Shikamaru!” trillò la bionda saltandogli al collo.
“Il problema è che quell’individuo è gay” concluse lui.
Ino si allontanò un poco per guardarlo negli occhi.
“Gay?”
“Sì, fidati. Sono cinquanta kili e passa * di pura omosessualità e ci scommetto la testa che quel gaio ha messo gli occhi addosso al povero Naruto”
Ino scosse il capo.
“No, non credo. Sai è molto virile. Guardalo bene, è un figo da paura.”
“Non c’entra niente. Secondo te perché non ti ritiene bella? Non c’è altra spiegazione, gli piace il pennello”
Shikamaru sapeva dove colpire per essere persuasivo.
“Hai ragione!” approvò infatti Ino “E’ gay ed è venuto a prendersela con me! Ma perché mi ha chiesto di uscire?”
“Forse voleva mettersi alla prova o forse è solo un imbecille. E ora come vuoi comportarti con lui?” chiese Shikamaru sorridendo.
Ino esitò.
Sai le piaceva ancora e anche parecchio, ma non poteva lasciare impunito l’affronto che le aveva fatto. L’aveva insultata pesantemente e l’aveva umiliata. Era stata una cattiveria gratuita. Voleva conquistarlo, certo, ma prima dovevano essere pari. Prima doveva vendicarsi degnamente. Doveva restaurare la propria dignità.
“Voglio vendicarmi” dichiarò con fierezza.
“E non credi che questo diminuirà bruscamente le possibilità di conquistarlo?” le fece notare Shikamaru.
“Tu sottovaluti il mio fascino”
“E tu sottovaluti la sua gaiezza”
Per un po’ rimasero in silenzio.
Ino era stupita dell’aiuto che le stava offrendo Shikamaru, ma non aveva nessuna intenzione di perdere tempo a rimuginare. L’aiuto del genio era prezioso e andava sfruttato.
“Ehi, Ino”
“Sì?”
“Ricordi quando avevamo nove anni e abbiamo perpetrato quella piccola vendetta contro Sakura?”
“Sì! Fronte spaziosa mi aveva umiliato davanti a Sasuke e allora gliel’abbiamo fatta pagare insieme! Tu l’hai bloccata con il controllo dell’ombra ed io...”
“Esatto, brava Ino!
“Non dire... vuoi farlo contro Sai?”
“Esatto”
“Sei un genio Shikamaru Nara!”
                                                    ***
Naruto affondò il cucchiaio nella ciotola di ramen.
“Oggi si è superato signor Teuchi” gorgogliò nel tentativo di parlare e ingoiare contemporaneamente.
C’erano anche Kiba, Hinata, Neji, Tenten, Rock Lee e Konohamaru. Tutti ignorarono Naruto limitandosi a sorridere bonariamente, tutti tranne Sakura.
“Il solito maiale” borbottò acida dandogli uno schiaffo sul collo talmente forte da fargli sputare tutto “Ehi guarda sta arrivando anche Sai. Ciao Sai, oggi mi sembri diverso.”
Sai sorrise malizioso.
“Wow stai sorridendo, stai sorridendo veramente” commentò Naruto “Festeggiamo l’avvenimento con un’altra bella ciotola di ramen! Sai, paghi tu, vero?”
“Ovviamente sì, caro Naruto. Per te questo e altro” rispose Sai estraendo il portafoglio. Prese una mazzetta di soldi e la sfogliò. Sembrava ne fosse affascinato.
“Secondo me è un po’ ritardato” mormorò Kiba a Tenten e Neji. Tenten annuì, Neji scosse grave la testa per indicare il suo assenso.
Per te questo e altro” lo scimmiottò Sakura.
“Che c’è... strega... sei gelosa?” sbottò il pittore piantandosi le mani sui fianchi “O sei in crisi premestruale?”
“COSA? BRUTTO...”
Naruto afferrò saldamente Sakura da dietro per impedirle di saltare addosso a Sai.
“Oddio!” esclamò Hinata aggrappandosi al braccio di Kiba.
“Sei un idiota, Sai” disse serio “Ti ho salvato la vita”
Naruto lasciò andare Sakura e iniziò a mangiare esausto il ramen appena servito.
Poi si scatenò l’inferno.
Sai, senza apparente motivo e senza alcun preavviso, abbracciò Naruto. Sakura spalancò la bocca e annaspò alla disperata ricerca d’aria. Naruto urlò e si aggrappò al bancone.
Sai si strinse ancora di più a Naruto e si voltò verso Sakura. Sembrava furioso.
“Che guardi, eh?” urlò istericamente “Eh è inutile che fai quella faccia, tanto tu non hai speranze né con me, né con Naruto. Sei una cessa, sei piattissima e hai una fronte che ha bisogno di un villaggio nascosto tanto che è grande! E sei noiosa! Ci credo che Sasuke se n’è andato!”
“Sai?” gorgogliò Sakura confusa.
Sai la ignorò e girò la testa verso Naruto.
“Tu invece sei diventato bello” mormorò al biondo.
Gli tastò le braccia e le spalle.
“Sei cresciuto” commentò con voce bassa e roca “Sei diventato muscoloso, wow... e hai proprio dei begli occhi, sai? Quasi quanto i miei”
Hinata arrossì e si accasciò.
“Vai Sai! Ahahah Naruto ora sono cazzi amari! Letteralmente!” scherzò Kiba.
“No! Non ci posso credere!” sbottò Tenten in una risata scandalizzata “Lo sapevo che era gay!”
“Lo spirito della Giovinezza agisce per vie sconosciute! Auguri!” commentò Rock Lee.
“Ahahahah devo correre a dirlo a Moegi! Lo sapevo, lo sapevo!” esclamò Konohamaru trionfante, correndo via.
Neji infine scosse la testa.
Sakura si preparò all’attacco.
Era questione di secondi.
Sai allacciò le proprie braccia al collo di Naruto e lo baciò: non un bacio dolce e casto, ma un bacio spudorato a labbra bagnate.
“Mi presta una mazza?” chiese Sakura al vecchio Teuchi.
“Ecco cara prendi quest’asse di legno”
Naruto respinse Sai violentemente, sputò a terra per liberarsi dello strano sapore che si era impossessato della sua bocca e guardò i compagni. Erano tutti scossi da risate compulsive, beh, tutti tranne Hinata che giaceva priva di sensi tra le braccia di Kiba.
“Stupratore!” commentò il biondo “Che diavolo ti prende? Oddio! Oddio!”
Sakura iniziò ad agitare l’asse di legno disperdendo gli astanti, poi mirò al volto di Sai.
“Fuori, scrofa” ordinò gelida Sakura.
Lui sorrise soddisfatto prima di ricevere un colpo violentissimo.
La tavola andò in pezzi.
Sai cadde rovinosamente all’indietro e batté la testa, perdendo i sensi. Sentì delle imprecazioni lontane.
Sbatté le palpebre e aprì gli occhi. Ci mise qualche secondo a mettere a fuoco le figure di Sakura e di Naruto.
“Sai?” mormorò Sakura ansiosa “Sei svenuto”
Sai si guardò attorno. Giaceva su un letto sfatto, in una stanza disordinatissima. Quel porcile doveva appartenere a Naruto.
Era sicuro che non fosse un semplice svenimento. Non ricordava nulla dalla sera prima, quando stava tornando a casa dopo una sorta di rimpatriata con la vecchia squadra della Radice. Ricordava di aver creduto di vedere Ino, poi di essere pietrificato e infine il buio.
“Non ricordo niente... da ieri sera” ansimò.
 “Ieri sera hai per caso visto Ino?” chiese Sakura con una calma innaturale, quella che precedeva una tempesta.
“Sì... no... non lo so” borbottò Sai.
“Ecco lo sapevo!” sbottò Sakura trionfante “Lei ha usato su di te la tecnica del Capovolgimento Spirituale, in breve ha trasferito la sua coscienza in te e ha preso il controllo del tuo corpo per farti fare cose ridicole. Visto, Naruto, che Sai non era impazzito?”
“Oh ma io ho creduto subito alla tua ipotesi, Sakura!” protestò Naruto facendo ampi gesti con le braccia “Sai, non potevi essere così rincretinito!”
Sai annuì. Conosceva le tecniche del clan di Ino, perché un suo ex compagno di squadra, Benkei, era del clan Yamanaka.
“Cos’ho fatto?”
“Niente di grave” rispose Sakura con un sorriso nervoso.
“Niente di grave? Mi sei saltato addosso davanti a tutti, razza di stupido! Cioè mi hai baciato!” fece Naruto ancora sconvolto.
“Oddio” commentò Sai abbassando lo sguardo.
Ora sarebbe diventato lo zimbello del villaggio.
“Oh non ti preoccupare, queste cose vengono dimenticate presto! Aspetta, ora ti guarisco” cercò di tranquillizzarlo Sakura
“Sì, certo” rispose Sai non del tutto convinto.
Sakura procedette a curarlo.
“Piuttosto” aggiunse stringendo gli occhi “Cos’hai fatto per metterti contro Ino?”
Sai sapeva benissimo cos’aveva la bionda contro di lui, ma non era sicuro di volerlo dire a Sakura o Naruto. Sentiva che fosse qualcosa di profondamente privato, una di quelle cose che il Libro consigliava di tenere per sé. Così si esibì in un sorriso falsissimo e rispose nel tono più cortese possibile: “Non credo che sia affar vostro”
Sakura alzò le mani. “E va bene” disse scocciata.
“Ma io lo voglio sapere!” si lagnò Naruto facendo i capricci.
“Se non vuole dircelo, non fa niente. Fatto, più o meno è a posto.” tagliò corto la rosa, tanto l’avrebbe scoperto comunque.
“Sto bene, ora posso andare” disse Sai tamponandosi la pelle intatta ma sporca di sangue.
“Ecco...” borbottò Sakura imbarazzata “Mi dispiace averti colpito, ma è stato necessario... io...”
“Non fa niente” tagliò corto Sai.
“Come?” saltò su Naruto “Con me non ti scusi mai!”
Sakura rise nervosamente e sfiorò la pelle liscia e intatta del viso di Sai.
“E’ a posto” ripeté “E’ questo che conta, no?”
Naruto emise un grugnito di gelosia.
“Meglio che guardiamo un po’ di TV” borbottò.
 
                                               ***
Una settimana dopo divenne lampante quanto Sakura si fosse sbagliata. Nessuno aveva dimenticato l’episodio.
Sai andava in giro per Konoha a testa bassa, per evitare di attirare l’attenzione. Era stato sempre indifferente all’opinione altrui, tuttavia scoprì di provare una sensazione di calore alla gola e il desiderio di fare del male quando veniva sbeffeggiato. Forse era rabbia.
Aumentò la velocità d’andatura davanti all’Ichiraku Ramen sperando che nessuno lo notasse e invece...
“Ehi Sai!” urlò l’Inuzuka ridendo “Perché non vieni un po’ qui?”
“Lascialo stare, ha già i suoi problemi” intervenne Shino freddamente.
“Ah giusto!” continuò Kiba ironico “Non riesci a conquistare Naruto, eh? Tranquillo, l’ho visto un quarto d’ora fa e sembrava pensieroso. Stava pensando a te, sono sicuro!”
Sai accelerò, nel tentativo di allontanarsi prima che l’altro ragazzo potesse aggiungere altro, ma purtroppo riuscì a sentire:
“Ehi, dove scappi? Quando ancheggi così mi fai impazzire, sei bellissima!”
Non era arrabbiato, era semplicemente stanco. Decise all’improvviso di tornare a casa, anche se ancora non aveva comprato l’inchiostro ninja che gli serviva.
Notò un gruppo di ragazzine che ridacchiava. Forse il motivo di tanta ilarità non era lui, ma ultimamente si sentiva tutti contro. Mantenendo lo sguardo fisso a terra, continuò per la sua strada.
Chissà perché era preso tanto in giro dopo quell’incidente. Ancora non riusciva a capire appieno perché alcuni atteggiamenti fossero considerati normali e altri, benché innocui, temuti e derisi.
Immerso nei suoi pensieri, Sai andò diritto a sbattere contro qualcosa o qualcuno. Per non cadere si piegò in avanti.
Si ritrovò a sperare intensamente di non essersi imbattuto di nuovo in quell’Inuzuka e alzò lo sguardo con cautela.
Peggio, era finito direttamente contro Neji Hyuuga. Neji Hyuuga che stringeva fieramente la mano di Ino Yamanaka. Fantastico.
“Sta’ attento a dove vai” lo apostrofò Neji in tono gelido.
“Va bene” borbottò Sai deciso a non discutere, ma Neji non lo lasciò passare.
“Con permesso” mormorò il giovane artista.
“Non così in fretta” replicò l’altro con tono freddo e derisorio “Io e gli altri ci chiedevamo... perché ti ostini a portare questo ridicolo top che ti lascia il ventre scoperto. Lo sai che è sconveniente per un ragazzo, oh... scusa tu non sei un ragazzo normale. Sei una checca ninfomane. Povero Naruto.”
Ino respirò profondamente e sorrise. Finalmente quello stronzo ipocrita di Sai stava avendo quel che meritava per averla gratuitamente umiliata. Il bastardo si meritava tutto quello che gli stava accadendo. Peccato che la sua espressione fosse così impassibile, Ino voleva che soffrisse.
Sai sorrise. “Ora devo andare”
“Anzi poveri tutti noi. Credo che nessun maschio di Konoha sia al sicuro.” Aggiunse Neji sadico.
Ino scoppiò a ridere di proposito.
“Accidenti Neji sei così brillante! Hai proprio ragione!”
Sai sentì una stranissima sensazione impossessarsi della sua mente.
Era già stato infastidito dalle prese in giro che aveva ricevuto negli ultimi tempi, ma quel leggero fastidio era nulla in confronto alla rabbia distruttiva che lo aveva invaso adesso. Non capiva cosa ci fosse di diverso: forse dipendeva dal fatto che fosse proprio Ino la causa dei suoi guai, Ino che ora si permetteva di deriderlo. Forse sentiva di essere stato sostituito troppo in fretta: Ino era stata veloce a farsi un nuovo amico. Forse lo infastidiva che una ragazza che lui considerava un cesso potesse piacere allo Hyuuga.
Sai non sapeva cosa ci fosse precisamente sotto quell’emozione sconvolgente che gli faceva bruciare la gola e tremare le mani, né gli interessava.
Gli interessava solamente fare a pezzi la faccia perfetta di Neji e ridurre Ino in lacrime. Voleva che gli chiedessero scusa ma soprattutto voleva che si lasciassero la mano. Quelle mani unite e quelle dita intrecciate rappresentavano un legame troppo stretto. Sai sentiva che Neji ed Ino si tenessero apposta la mano davanti a lui, per sbattergli in faccia che lui non avrebbe mai avuto legami in tutta la sua vita.
“Hai qualche problema?” chiese Neji gelido.
“Io credo ” rispose Sai trattenendosi a stento dall’alzare le mani “Che ti reputi il migliore, ma in realtà non sei nessuno. Mi è stato detto che ti sei fatto battere persino da Naruto quando ancora era debole. Secondo me sei una donnicciola che compensa con un atteggiamento da sbruffone la mancanza di un qualsiasi organo genitale maschile e tu...”
Sai si voltò verso Ino “Sei una puttana bruttissima e stupida, un aborto della natura, piena d’invidia per la tua amica Sakura”
“Che cazzo dici?” si ribellò Ino “Io ti ammazzo, brutto figlio di...”
Neji le lasciò la mano –“Finalmente” pensò Sai- e la spinse indietro.
“Lascia stare, ci penso io. Juken!”
Senza alcun preavviso alzò le mani contro Sai e riuscì a toccarlo in ben dieci punti prima che lo shinobi della radice riuscisse a reagire assestandogli un calcio sul volto.
“Poco male” pensò Sai “Mi ha soltanto sfiorato”
Ma qualche secondo dopo dolori acuti gli punsero il petto e non si sentì più le gambe.
Stramazzò a terra in maniera piuttosto goffa e ridicola, portandosi le mani al cuore.
Ino sbiancò e cercò di avvicinarsi.
“Sai, ecco, ora io...” mormorò confusa.
“Andiamo” ordinò Neji. Le afferrò la mano e la trascinò via.
Sai cercò di rialzarsi, per fermarli, per fermarla, ma quando riuscì a mettersi in piedi, erano già spariti nella folla.
                                               ***
Ino affondò le unghia nelle spalle muscolose di Neji Hyuuga e urlò di piacere, dopodiché si lasciò cadere esausta tra le lenzuola di seta.
Neji era un ottimo scopatore, oltre che un gran bel ragazzo.
Ino sorrise e lo guardò. Tutto di lui le ricordava Sasuke: i muscoli scolpiti, la pelle chiara, lo sguardo freddo, il sorriso sadico.
La somiglianza fisica non era paragonabile a quella psicologica. Ino sentiva che entrambi soffrissero di uno strano complesso di superiorità/inferiorità, un senso d’inadeguatezza non disgiunto dalla certezza di essere superiori a tutti, un’arrogante insicurezza.
Così quando era con Neji le sembrava di essere con Sasuke e per questo lo cercava ogni volta che l’Uchiha le mancava.
“Oggi hai superato te stesso” si complimentò la bionda in maniera piuttosto esplicita, disegnandogli con le dita i contorni delle labbra.
Le labbra di Sai erano più carnose e probabilmente molto più piacevoli da toccare.
La ragazza non rimase particolarmente sconvolta dal pensiero, dopotutto negli ultimi due mesi pensava sempre a lui mentre faceva sesso con altri.  
E anche ora che la mano di Neji le accarezzava ritmicamente la gamba, immaginò che fosse Sai a toccarla.
Eccitata, si avvicinò allo Hyuuga e lo baciò. Quando aveva iniziato a vedersi con lui ogni bacio la mandava in estasi inondandole il corpo di calore, ma pian piano si era come abituata e ora le sembrava di non provare più nulla. Una viscida presenza estranea e uno sgradevole sapore di albume d’uovo era tutto quello che provava.
                                               ***
Sai si rigirò nel proprio letto e spalancò gli occhi, sudato.
Per quanto ci provasse, non riusciva a dormire. Era la prima volta nella sua vita che faticava ad addormentarsi.
Aveva passato tutta la sera a leggere libri sui rapporti interpersonali tra uomo e donna, perdendosi nella varietà di relazioni possibili. Si era concentrato sulle differenze tra simpatia, amicizia e amore ma non aveva capito tanto, anche perché i libri erano contraddittori al riguardo. Un libro diceva persino che l’amicizia tra uomo e donna non esisteva. Sai non ne era molto convinto. Perché non poteva stringere con Ino un legame simile a quello che aveva con Naruto? E poi Sakura era sua amica.
La distinzione era ancora più ardua perché il termine amore era utilizzato in tantissimi contesti e con significati diversissimi. Nell’accezione che gli pareva più scientifica, aveva letto che l’amore poteva racchiudere ben dieci significati. Esistevano dieci tipi d’amore? E tra due persone poteva esserci un solo tipo d’amore o più d’uno? Sai non aveva dubbi. L’amore interpersonale era composto da più sottotipi. Del resto anche l’amore romantico, l’amore in senso più stretto, era un miscuglio di altri sentimenti, alcuni dei quali ben poco nobili e romantici. L’attrazione svolgeva di sicuro un ruolo fondamentale. Allora l’amore romantico era semplicemente un’amicizia intensa arricchita con l’attrazione fisica? Sai in un libro aveva letto che era proprio così, in un altro aveva letto che confondere l’amore con un’amicizia sessualmente vantaggiosa era un errore fatale. In realtà non era riuscito a capire bene cosa fosse l’attrazione. Sai credeva che coincidesse con il soddisfacimento dei gusti estetici, fin quando aveva letto in un altro libro che bisognava distinguere tra gusti estetici e gusti erotici.
Sai si alzò, accaldato. Non riusciva a chiudere occhio. Non avrebbe mai cercato di stringere un legame con Ino se avesse saputo che c’erano tante implicazioni. Avrebbe dovuto aspettare di essere esperto prima di avventurarsi in una simile impresa. Di una cosa era sicuro: lui voleva soltanto un legame d’amicizia con Ino, come quello che aveva con Naruto. Perché si stava rivelando così dannatamente difficile? Perché con Sakura era stato così facile?
Fissò il ritratto della bionda e per la prima volta si pentì di aver cambiato tanti particolari. Se le avesse fatto un ritratto fedele ora Ino sarebbe sua amica e ora avrebbe fissato lei e non una sconosciuta.
Sai si morse un labbro rendendosi conto di aver terminato tutti i libri di saggistica che aveva preso in prestito in biblioteca. Gli era rimasto soltanto un libro, uno di narrativa, che Sakura gli aveva regalato senza motivo. Aveva provato a leggerlo in passato, ma era così noioso e inutile! Ora che non aveva alternative si costrinse ad aprirlo.
Lesse velocemente. Parlava dell’amore travagliato di una giovane coppia. Sai pensò che forse non era stato un cattivo regalo. Forse leggendo di un esempio pratico sarebbe riuscito a capire la teoria.
Si sbagliava: il libro parlava di sentimenti estremi e ridicoli. Sai era sicuro che le sue membra non si sarebbero mai “sciolte nel fuoco della passione che ardeva nel suo cuore” e che non avrebbe mai “desiderato di morire perché il sentimento gli trafiggeva l’anima”. Come faceva un sentimento a trafiggere? Mica era una katana? Cos’era quella spazzatura?
La parte peggiore arrivò nella scena in cui i due amanti si rincontravano, quasi alla fine del libro.
Mito iniziò a sfiorare con le sue labbra la pelle diafana del petto prosperoso di Akiko, facendola fremere di piacere.
Sai aveva subito un duro addestramento che lo aveva liberato da ogni desiderio sessuale o erotico e aveva imparato che i ninja come lui dovevano usare il sesso soltanto nello svolgimento di una missione. Era questo che era stato insegnato a Sai: il sesso era solo un’arma. E ovviamente aveva imparato a non provare alcun piacere durante l’atto, affinché non lo desiderasse ancora in seguito. Tutti i suoi istinti erano stati rimossi. Aveva fatto sesso soltanto due volte nella sua vita: quando aveva dodici anni si era lasciato scopare da un vecchio capoclan per offrire un diversivo al suo partner Bankei e l’anno precedente aveva violentato una prigioniera per ordine diretto di Danzo. In nessuna delle due occasioni aveva provato piacere o qualsiasi altra emozione. E non aveva mai avuto impulsi sessuali in tutta la sua vita.
Akiko accarezzò il volto del suo amante e lo baciò, le lingue danzanti in una battaglia infuocata...
“Certo che è scritto davvero male” pensò il ragazzo.
Mito guardò colei che era il più grande amore della sua vita. Aveva un volto bellissimo, incorniciato da lunghi capelli color dell’oro e illuminato dagli occhi turchese e da un sorriso...
Un’immagine di Ino nuda e ansimante gli esplose nella mente.
Il cavaliere l’afferrò per i fianchi.
Sai si guardò le mani e modellò nell’aria i fianchi sinuosi della ragazza.
“Stupido libro” sentenziò irritato “Mi sta suggestionando”
Chiuse il libro con uno scatto rabbioso e tornò a stendersi di controvoglia.
“Ino è imperfetta” pensò “Le sue proporzioni sono tutte sbagliate rispetto a quelle scritte nel Libro d’Estetica. Non ci si avvicinano nemmeno.”
“Oh, perché non lo bruci il tuo libro d’Estetica?”
Sai si mise seduto con uno scatto e fissò il quadro. Gli era sembrato di sentire la voce di Ino e gli era sembrato che provenisse proprio dal quadro.
“Quella racchia mi sta facendo impazzire” sbottò alzandosi e avvicinandosi al quadro per studiarlo.
“E non sarò soddisfatta fin quando non sarai completamente folle” rispose la ragazza dipinta. Sai fece un passo indietro mentre, come in una Ultraillustrazione Animale, Ino prendeva vita dalla tela e entrava elegantemente nel mondo reale.
Sai pensò di dover immediatamente mettere mano alle armi, ma non riusciva a muoversi. Le gambe erano bloccate, scollegate dal cervello.
“Cosa mi stai facendo? Sei qui con il tuo amico del controllo dell’Ombra?” le chiese cercando di mantenere la propria voce piatta e calma.
“E’ tutto così ordinato, Sai” borbottò la bionda facendo il giro della stanza.
Ino si avvicinò alla libreria e cominciò a estrarre libri a caso e a lanciarli in aria.
“Ah, ecco!” esclamò trionfante quando ne trovò uno molto vecchio, più grosso degli altri “Il tuo preferito, giusto?”
“No...” balbettò il ragazzo temendo per la sorte del libro.
Lei si sedette sul letto e iniziò a sfogliare il manuale .
“Bene, è questo.” sentenziò sfiorandosi il mento “Dobbiamo bruciarlo.”
All’improvviso il libro prese fuoco e le fiamme attaccarono velocemente le lenzuola. Ino, apparentemente ignifuga, si alzò e uscì indenne dal piccolo incendio.
“No!” urlò Sai fuori di sé “Salvalo! Salva il libro!”
“Perché dovrei salvarlo?” rispose la bionda con una risata cattiva “E’ grazie a quel libro che mi giudichi brutta, io quel libro lo odio”.
“Ma...” balbettò lui terrorizzato “Così come farò a distinguere il bello dal brutto? Insomma io...”
“Farai come fanno tutti, seguendo i propri gusti personali e le proprie emozioni. Ma tu non sei come tutti gli altri, vero? Tu non sei in grado di provare emozioni e mai ne sarai in grado.” rispose la ragazza con un sorriso inquietante. Le fiamme si alzarono all’improvviso, raggiungendo il soffitto, e una terribile ondata di calore investì i due ragazzi.
Sai osservò i resti del libro consumarsi nel cuore dell’incendio, poi all’improvviso riuscì a muoversi. Afferrò la mano piccola e calda di Ino, scavalcò il davanzale e si buttò.
Non aveva considerato l’eventualità di schiantarsi al suolo e infatti non si schiantò. Dopo una ripida picchiata, riprese quota come se stesse cavalcando una delle sue Illustrazioni. Sì sentì libero ed euforico come quando era un bambino piccolo. La sensazione del volo fu accompagnata da una potente scarica di eccitazione.
Sai chiuse gli occhi, baciò Ino e la strinse con forza, cosicché le forme della ragazza premessero contro il proprio corpo. Stava volando sempre più in alto e intanto veniva investito da sensazioni sempre più intense, ma sembrava gli mancasse qualcosa di importante. Assetato di sensazioni e di emozioni, baciò Ino con più foga. Aprì gli occhi e posò lo sguardo sul viso di lei. Non sapeva quanto fosse bello perché non aveva più il suo Libro, ma era sicuro di trovarlo attraente. Quasi abbagliato, alzò lo sguardo e si accorse che stavano volando in un bosco. All’improvviso sentì anche la sensazione delle fronde sulla propria pelle. Il bosco era scuro e fitto, ma il terreno era ricoperto di pietre, fiori e acqua. Scorse tra due ammassi rocciosi un pozzo naturale.
“Dobbiamo evitarlo” bisbigliò tra le labbra di lei, appena prima di essere attratto dalla forza gravitazionale proprio dentro quel pozzo. Era buio e molto umido. Le pareti non sembravano rocciose, ma erano morbide e lisce. Sai abbracciò Ino per proteggerla dal brusco
atterraggio...
 
NOTA: Si, sono rimasta anch’io sbigottita davanti alla “leggerezza” dei personaggi di Naruto. Credo che noi in quell’anime saremmo tutti obesi XD
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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