Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Segui la storia  |       
Autore: Nil_Yeol    02/08/2011    7 recensioni
porto il tuo palmo a contatto con la mia bocca e inizio a leccare avidamente i rivoli di sangue succhiando anche la punta fredda delle tue dita e chiudendo gli occhi per godere appieno di quel sapore inebriante. Sento un gemito strozzato provenire dalle tue labbra livide, così cesso la mia dolce tortura e poggio delicatamente il viso sulla tua spalla per sussurrarti parole di miele all’orecchio.
- Non tremare piccolo angelo, sono qui per aiutarti… - e con una mano sfioro la tua guancia pallida e fredda - …ma in cambio del mio aiuto…dovrai darmi le tue ali .-
Genere: Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

HUMAN DEMON




L'intero edificio sembrava vuoto; non una voce o un leggero sospiro proveniva dai lunghi corridoi bianchi e la giovane donna che accoglieva i visitatori all'ingresso non sedeva alla sua postazione come faceva di solito. Tutto intorno si respirava un'aria cupa e pesante e l'assenza dei medici e del personale apparve ambigua anche al piccolo Yuu.
<< Dove sono tutti? >> la voce del moretto era bassa e leggermente allarmata.
Yutaka strinse la sua mano in un gesto che poteva apparire di conforto, ma intendeva semplicemente assicurarsi che il suo giovane accompagnatore non si allontanasse per nessun motivo da lui.
<< È tardi Yuu-chan, staranno riposando, stai tranquillo ci sono io con te.>> ma questa volta quel sorriso gelido non fece altro che intimorire ancora di più il ragazzino.
L'inquietudine di Yuu però fu presto sostituita da un forte senso di nausea quando, lungo il corridoio, percepì l'odore acre del...sangue.
Il moro portò una mano sul viso nel tentativo di attenuare quella sensazione spiacevole che gli chiudeva lo stomaco ma il tanfo aumentava mano a mano che lui e Yutaka si avvicinavano ad una stanza lievemente illuminata.
<< Tu non senti questa puzza Yuta-chan? >> la voce del più piccolo questa volta era incrinata e tremante; inspiegabilmente aveva un orribile presentimento.
<< Si la sento.>> la risposta del castano fu lapidaria e quando Yuu incontrò il suo sguardo fermo notò un'insolita sfumatura sanguigna a tingerli. Ma non era il momento di chiedere spiegazioni, di fronte ai suoi occhi, all'interno della piccola stanza, si presentava un'immagine agghiacciante.
<< Uruha...>> fu poco più di un sussurro e il fiato gli morì in gola.
<< Mai vista una croce Yuu-kun? >> la voce atona del ragazzo seduto sul letto penetrò le orecchie di Yuu come una lama tagliente; se ne stava lì con le gambe incrociate e il viso appoggiato placidamente su una mano.
Gli sorrideva sornione come se lo spettacolo in quella stanza lo lasciasse completamente indifferente, come se l'enorme macchia di sangue che si estendeva pian piano sul pavimento non fosse di alcuna importanza, come se il corpo dell'angelo biondo tenuto su una croce con corde e chiodi fosse quanto di più normale potesse esserci al mondo.
<< È così che è morto il nostro signore Gesù Cristo sai? In croce! E ora Uruha ci sta dando prova della sua fedeltà mostrando come sia onorato di morire come il suo superiore! Non sei orgoglioso di lui Yuu-chan? >> questa volta la voce del giovane era divertita, troppo simile a quella di un malato di mente, ma i suoi occhi glaciali davano prova della sua terrificante lucidità.
Yuu portò le mani sul viso nel tentativo di trattenere i conati: Uruha, il suo Uruha era sostenuto su quella croce con il volto abbandonato verso il basso e la pelle pallida, quasi trasparente, a causa del caldo nettare vermiglio che scivolava via dalle profonde ferite.
Quando si avvicinò a lui Yuu afferrò una sua gamba incapace di fare qualsiasi cosa; non voleva muoverlo per evitargli altro inutile dolore, ma desiderava svegliarlo, sentire la sua voce e assicurarsi che fosse ancora vivo. Si voltò verso Yutaka in cerca di aiuto e trovò il viso del suo amico completamente sconvolto. Durante tutto il viaggio Yutaka gli era sembrato diverso dal solito, ora però anche i suoi occhi erano tornati quelli caldi e dolci di sempre anche se vagavano spaventati dalla figura di Yuu a quella del ragazzo sul letto.
<< Miyavi...cosa è successo qui? Dov'è Takanori? È stato lui a fare tutto questo? >>
Miyavi si alzò dalla sua postazione sorridendo rassicurante in direzione del suo ragazzo e quando fu a pochi passi da lui prese il piccolo viso tra le mani e baciò le labbra scarlatte del castano.
<< No Yuta-chan, Takanori questa volta non centra niente, anzi deve ancora arrivare quel piccolo demonio da quattro soldi...>>
Gli occhi di Yutaka si spalancarono per la sorpresa e si allontanò di poco dal suo compagno. Miyavi strinse i suoi polsi e lo portò di nuovo a contatto con il suo corpo.
<< Sei sorpreso perché so di Takanori? Non devi amore mio, sapevo sin dall'inizio di come tu lo abbia invocato per me e non sai quanto ti sia grato. Mi sono divertito a vedere i vostri sforzi e non sai che sorpresa quando ho capito che quel demone rammollito stava diventando più umano ogni giorno che passava...davvero esilarante.>>
Yutaka sembrava sempre più spaventato e sconvolto nel sentire quelle rivelazioni; quello che gli stava parlando non era Miyavi, non poteva esserlo...
<< Ma che stai dicendo? Tu...come fai a sapere..??>>
Il ragazzo dai capelli variopinti bloccò le sue parole con un dito sulle labbra.
<< Lo so perché Takanori mi appartiene, l'ho creato io Yuta-chan! >>
<< Miyavi...io non capisco...>>
Miyavi abbracciò stretto il corpo sottile di Yutaka e leccò il suo collo facendolo rabbrividire.
<< Da ora Yutaka puoi chiamarmi...Lucifero.>>




Ancora una volta mi trovo a correre lungo le strade di Tokyo; mi sarei dovuto incontrare con Yutaka all'ospedale almeno un quarto d'ora fa ma Ryo e le mie gambe corte mi hanno fatto perdere finn troppo tempo.
In realtà ho provato a contattare Yutaka ma continua a rispondere la segreteria del suo cellulare e inspiegabilmente avverto un moto d'ansia stringermi il petto.
È come se il mio padrone fosse in pericolo ma la cosa più pericolosa con cui potrebbe avere a che fare sono io quindi perchè mi preoccupo tanto?
Ormai mancano pochi metri all'edificio ma la mia corsa viene interrotta bruscamente da una figura evanescente che si frappone tra me e la mia meta: quando mi rendo conto di cosa, o meglio, di chi sia rimango paralizzato.
Chi mi sta di fronte è Uruha ma questa volta il suo aspetto è diverso da quello abituale; il suo corpo è praticamente trasparente, visibile a malapena, e i tratti del suo viso, già di per sé molto delicati, appaiono ancora più femminili, nel complesso sembra ancora più androgino, proprio come dovrebbero essere le fattezze effettive di un angelo.
<< Perché sei qui? E soprattutto perché sembri un...fantasma? >> lo chiedo disgustato, la sua presenza, dopo quello che ha fatto, non mi mette certamente di buon umore ma la sua espressione apprensiva e agitata mi fa mordere la lingua.
<< Devi aiutarmi.>> la sua voce è flebile ma avverto quanto sia preda della paura. Il mio odio nei suoi confronti però mi spinge a ridergli in faccia.
<< Io che aiuto te!!? Figuriamoci! Levati di mezzo pennuto! >>
<< Si tratta di Yutaka! >> bastano queste poche parole a congelarmi sul posto. Mi volto per guardarlo negli occhi e capisco che non mente.
<< Ti ascolto...>>
Uruha fa un lungo sospiro e mi preparo al peggio.
<< Non so come tu abbia fatto a non rendertene conto, in fondo dovresti avere con lui un legame indissolubile, praticamente sei una sua parte...>>
Scuoto confuso la testa e mi avvicino a lui con l'intenzione di scuoterlo ma il suo corpo privo di consistenza me lo impedisce, quindi mi limito a parlare.
<< Aspetta un attimo, non sto capendo niente. Di chi stai parlando? >>
<< Del diavolo! Sto parlando del diavolo Takanori! È qui, è sempre stato qui e ha aspettato il momento adatto per prendere ciò che voleva.>>
Sento un improvviso freddo cadermi sulle spalle e perdo ogni contatto con il mondo, divento una bambola di porcellana.
<< Miyavi...>> lo sussurro a me stesso ma Uruha riesce a sentirmi e annuisce. Ecco spiegato perché nella sua stanza non riuscivo ad avvertire i suoi pensieri o sofferenze...semplicemente non è un essere umano.
Riflettendoci però non sono in grado di sentire nemmeno le sensazioni di Ryo quindi forse entrambi sono semplicemente uomini fuori dal comune. Deve essere per forza questa la ragione di tutto, sta tentando solo di confondermi.
Uruha sembra aver letto nella mia mente perchè quando torno a guardarlo mi sorride tristemente e risponde al mio tacito quesito.
<< Ryo è destinato ad altro...lui riesce a tranquillizzare le persone che soffrono, per questo deve divenire come...me.>> e questa nuova realtà mi distrugge completamente.
<< Un...angelo? >> riesco a pronunciarlo con estrema difficoltà. Un demone innamorato di un uomo è già assurdo ma un demone innamorato di un futuro angelo è praticamente impossibile.
Cado in ginocchio guardando il vuoto di fronte a me.
<< Anche Yutaka, per la sua gentilezza e bontà d'animo, aveva lo stesso destino, almeno prima che si rivolgesse a te macchiando indissolubilmente la sua anima.>>
Non voglio crederci; un tempo avrei gioito nel sapere che la mia presenza aveva compromesso definitivamente un'anima e ne aveva conquistata quasi una seconda, ora invece mi sento morire, sento di essere l'essere più infimo del creato.
<< Devi sbrigarti.>> la voce di Uruha mi riscuote dall'incubo in cui ero caduto. Torno a guardarlo e vedo la sua immagine affievolirsi.
<< Che ti succede? Perché stai sparendo? >> parlo tutto trafelato e sento il fiato venire meno. Ho paura, per la prima volta ho paura di rimanere solo, di non farcela.
Uruha mi sorride dolcemente, come mai credevo che avrebbe fatto con uno come me, e si avvicina per poi inginocchiarmisi accanto.
<< Purtroppo non posso restare, il mio tempo su questa terra è quasi terminato e parlare qui con te mi costa una gran fatica. Promettimi una cosa Takanori...>> con la sua guancia liscia e levigata sfiora la mia per sussurrarmi all'orecchio con la poca voce rimastagli <<...proteggi Yuu ad ogni costo...ti prego...>> mi sembra di avvertire il suo tono incrinarsi, come se stesse per piangere, ma quando mi volto per guardarlo Uruha non c'è già più.
Mi alzo in piedi a fatica ma il pensiero del mio Yutaka mi dà la forza di cui ho bisogno e comincio a correre a perdifiato.
“ Ti prego resisti, resisti!”
La gola inizia a bruciare da subito, un corpo umano non può correre come vorrei, ma né questo né le gambe doloranti mi impediscono di raggiungere l'edificio in un tempo brevissimo.
Sin dal giardino avverto l'odore pungente del sangue che impregna l'aria e l'agitazione mi fa martellare il cuore nel petto.
Spalanco con un gesto brusco l'enorme porta d'ingresso e mi dirigo senza esitazioni verso la camera di Miyavi. Pensavo di essere pronto al peggio ma lo spettacolo che mi attendeva non era nemmeno lontanamente paragonabile alle mie pur terribili aspettative.
Il ragazzo dagli sgargianti capelli arcobaleno non ha più il solito viso allegro e vivace, ora i suoi lineamenti sono deturpati da un ghigno diabolico e l'espressione feroce riesce ad immobilizzarmi all'istante; improvvisamente sento un freddo glaciale invadere il mio corpo ed inizio a tremare come se stessi per morire assiderato.
Sono terrorizzato, è questa la verità. Di fronte a me c'è la persona che dovrei considerare più importante di ogni altra, il mio creatore, e ne ho paura.
Si volta nella mia direzione rivolgendomi uno sguardo comprensivo o più probabilmente di pietà, ma le sue mani sono ancora saldamente strette intorno al collo sottile di quel ragazzo dai capelli arruffati e lo sguardo triste.
Quel ragazzo non ha paura, nonostante sia tra le grinfie dell'anima più nera non prova terrore solo...tristezza. Non so per quale motivo ma sembra unicamente stravolto dal dolore, la sua espressione è addolorata e implorante, ma non prega affinché l'uomo che lo stringe a sé lo risparmi, sembra semplicemente deluso e desideroso di sapere il perché di quel gesto.
Quel giovane così smilzo e malinconico mi è familiare eppure ora non riesco a ricordare il suo nome.
<< Takanori...>> la voce tuonante del mio signore mi richiama all'ordine << ...non startene lì impalato, dammi una mano ad eliminare le cose inutili. >> e senza bisogno di ulteriori particolari capisco immediatamente che la sua volontà è quella di porre fine all'inutile esistenza di un moccioso dalla chioma corvina che si tiene saldamente alla gamba di un ragazzo biondo ormai chiaramente passato a miglior vita.
I miei occhi cerulei mutano immediatamente tinta sfiorando le tonalità più intense del rosso e leccandomi le labbra, pronto per assaporare nuovamente il dolce sapore di una vita, mi avvicino alla preda.
<< TAKANORI NON FARLO! >> le urla del ragazzo castano vicino alla mia guida interrompono bruscamente il mio cammino. Lo guardo appena ma i suoi occhi luminosi e vivi mi scuotono nel profondo...io ho già visto quello sguardo...
<< Noi due abbiamo un patto giusto? Finché non sarò morto e non avrai preso la mia anima dovrai ubbidire unicamente a me quindi non fare del male a Yuu! Prendilo con te e scappate vi- >> le sue parole vengono interrotte dalla poderosa stretta dell'uomo che si faceva chiamare Miyavi e che ora solleva il brunetto di almeno un metro da terra schiacciandolo contro il muro.
Vedo la povera vittima rimanere senza fiato mentre spalanca la bocca per il dolore e la mancanza di ossigeno; i suoi occhi ora sono a malapena aperti ma riesco a scorgere chiaramente le calde lacrime che scendono copiose.
“ Non piangere! Non devi piangere...” riesco a pensare solo questo e un forte mal di testa confonde i miei pensieri impedendomi di capire perchè tenga così tanto a quell'umano...
La voce del mio padrone intanto continua a gridare gli ordini che sono costretto ad eseguire ma che non riesco a portare a termine; c'è qualcosa di più forte che mi impedisce di farlo. È per quel ragazzo, per...
<<... Yutaka!!! >> il mio sguardo torna lucido e vigile come la mia mente e finalmente ricordo tutto. Come ho potuto dimenticare proprio lui, quell'impacciato ragazzino che in pochi mesi è stato in grado di mostrarmi cosa significasse vivere?
Io ero lì per lui, per salvarlo pur andando contro me stesso e la mia natura.
<< Lascialo >> la mia voce non trema, anche se davanti ai miei occhi c'è la fonte stessa da cui provengo, ora che tutto è chiaro la paura di poco prima, l'incertezza e il senso di sottomissione si sono dissolti, e non è per il contratto che mi lega a Yutaka che corro questo rischio, ma è per Yutaka stesso, è per lui...per me e per quello che rappresentiamo l'uno per l'altro.
Il viso mefistofelico del mio padrone non appare turbato dalla mia insubordinazione, piuttosto sembra divertito, e allentando la presa da Yutaka lo abbraccia tenendolo accanto al petto.
<< Non pensavo che ti saresti ricordato di lui, ti ho sottovalutato...ma vedi Takanori...ormai lui mi appartiene.>> e in un gesto lascivo lecca sensualmente il volto del giovane tra le sue braccia << Yutaka avrà anche stretto un accordo con te, su questo non c'è dubbio, ma lo ha fatto per salvarmi giusto? O almeno per salvare questo ammasso di carne che pensava di amare...Ecco, ora ha la possibilità di farlo!
Come tu stesso hai capito questo corpo non è minimamente utilizzabile, è eccessivamente compromesso, dunque la tua idea dello “ scambio” è più che perfetta! >>
A quelle parole mi frappongo immediatamente tra lui e il piccolo Yuu – in fondo l'ultima volontà di Uruha era stata quella di proteggerlo e io lo avrei fatto per lui-
<< Tranquillo! Non è quel ragazzino che mi interessa...ho trovato qualcuno di molto più interessante e facile da sottomettere; in pratica sono dentro di lui ormai da molto tempo.
Ho lavorato lentamente per plasmarlo secondo il mio gusto, ma il risultato è ottimo direi...>> la risata di Miyavi è fredda e cavernosa, irriconoscibile rispetto a quella cristallina e contagiosa a cui ero abituato, ma non è questo ciò che più mi sconcerta, molto più inquietante è la realtà rivelata dalle sue parole.
Aveva organizzato tutto sin dall'inizio: il mio arrivo sulla Terra era stato pianificato già da tempo. Ha preso possesso del corpo debilitato di quel ragazzo dalla capigliatura variopinta per avvicinarsi a Yutaka fino a spingerlo ad invocare uno dei suoi sottoposti;
io sarei stato il veicolo che avrebbe indebolito l'anima di Yutaka votandola al male e permettendogli così di avere per sé il suo nuovo giocattolino.
È tutta colpa mia, Yutaka è destinato alle fiamme dell'inferno, o peggio a donare se stesso al demonio, solo perchè sono stato così incapace e debole; i segnali erano così evidenti ma io non sono stato in grado di proteggerlo né di esaudire il suo unico desiderio.
Con la coda dell'occhio vedo Yuu ancora tremante mentre guarda con terrore l'uomo di fronte a noi; non può rimanere qui o potrebbe seriamente perdere il lume della ragione, già aver visto il corpo senza vita di quell'angelo a cui era tanto affezionato deve averlo scosso.
Sono in ansia per la sorte di Yutaka e i sensi di colpa mi impediscono di essere pienamente lucido ma l'ordine del giovane che mi ha invocato è chiaro: mettere in salvo Yuu, ed è quello che farò.
Con un balzo felino mi porto alle spalle del piccolo dai capelli corvini e stringendo un braccio intorno alla sua vita lo sollevo da terra con facilità. Il piccolo comincia a divincolarsi e a tirare calci in ogni direzione continuando ad invocare il nome di Uruha.
Corro in direzione dalla finestra con il ragazzino in braccio e a contatto con il mio corpo la spessa vetrata va in mille pezzi. Siamo al terzo piano ma atterrare per me non è assolutamente un problema, infatti raggiungo terra con l'agilità di un gatto e riprendo la mia corsa per allontanare Yuu il più possibile.
<< Non possiamo andarcene! Yutaka è ancora lì con quello!!! Non possiamo lasciarlo lì! >>
Mordo con forza un labbro per non urlare ma le urla continue del moretto finiscono per farmi perdere la pazienza. Ormai siamo abbastanza distanti quindi metto giù il ragazzino e punto i miei occhi color rubino nei suoi.
<< Credi che non lo sappia stupido moccioso? >> inizio ad urlargli praticamente ad un millimetro dal viso << So perfettamente che Yutaka è in pericolo, lui...lui è la mia famiglia, non potrei mai lasciarlo...>> mi sorprendo delle mie stesse parole; ora più che mai mi rendo conto di quanto Yutaka sia importante per me.
Non provo per lui lo stesso sentimento che nutro per Ryo, quando lo guardo non avverto l'impulso di abbandonarmi tra le sue braccia e lasciarmi andare alle sue dolci premure, l'amore che ho per Yutaka non è la stessa bruciante passione, il desiderio e il bisogno impellente che sento quando sono accanto al mio compagno dalla chioma dorata, quando sono con Yutaka io provo un affetto che gli uomini definiscono fraterno, Yutaka è per me come un fratello minore da proteggere e il pensiero di averlo deluso mi uccide. Mi passo una mano sul viso con fare esasperato e do le spalle al ragazzo che mi guarda allibito.
So che vorrebbe seguirmi così lo precedo immediatamente.
<< Non ci pensare nemmeno! Yutaka non avrebbe alzato un dito per salvarti, era disposto a venderti pur di salvare l'uomo che ama. >>
Forse è crudele rivelare una verità tanto scomoda ad un bambino che considera Yutaka una delle poche persone davvero importanti, ma se voglio rispettare la volontà di Yutaka stesso e salvare Yuu è necessario utilizzare anche i mezzi più crudeli. Almeno ora sono sicuro che il moccioso non avrà più voglia di seguirmi, perché mai dovrebbe salvare un uomo che lo avrebbe ucciso senza pietà?
Ma anche questa volta le mie certezze crollano sotto il peso della bontà umana.
<< Vorrà dire che dopo averlo salvato picchierò Yutaka finché non sarò completamente esausto e poi riprenderò dopo un po' di riposo.>>
Rimango immobile e incapace di dire una sola parola, non riesco proprio a capire come si possa amare tanto una persona; mi rendo conto però che un tempo avrei riso di questa serie di idiozie, di questa follia pura, ora invece rispetto e ammiro umani come il piccolo che mi sta di fronte e riflettendo mi ritrovo a pensare che anch'io sarei pronto a sacrificare me stesso per Ryo.
Faccio qualche passo verso Yuu e mi inginocchio davanti a lui continuando a guardarlo negli occhi scuri come una notte senza luna.
<< Va bene Yuu, quando sarà tutto finito lo picchieremo insieme, però per salvare Yuta-chan non bastiamo io e te. Devi andare da Ryo e dirgli di chiamare uno di quei preti che scacciano gli spiriti maligni...>>
<< Un esorcista intendi? >> Yuu sembra confuso e allarmato allo stesso tempo ma lo vedo tornare immediatamente lucido; non vuole perdere tempo. Sorrido accarezzandogli il viso.
<< Sei un tipo davvero sveglio.>> gli pizzico una guancia e torno in posizione eretta << Sicuramente ci vorrà un po' di tempo ma sono sicuro che Ryo sa dove trovare uno di quei santoni.>> non riesco a nascondere il disgusto che ancora mi provoca l'idea di quegli uomini in tunica.
<< Mi raccomando Yuu dì a Ryo di muoversi e che sono stato io a chiederti di chiamare un esorcista...lui capirà.>>
Uruha sarà stato previdente e avrà certamente informato Ryo della presenza di qualche prete nelle vicinanze, d'altronde quell'angelo era a conoscenza della vera identità di Miyavi.
Faccio per andarmene ma la voce del moro mi ferma ancora una volta.
<< Ultimamente sei meno inquietante Takanori...forse dopo tutto questo ti permetterò di avvicinarti al fratellone.>> e detto questo corre via veloce come un fulmine.
Già, dopo tutto questo...se sarò ancora vivo.





Il giovane dai capelli color arcobaleno allentò la presa sul corpo del ragazzo tra le sue braccia e lo lasciò cadere a terra.
<< Siamo rimasti soli! Contento Yuta-chan? >> il viso era quello di Miyavi ma Yutaka non riconosceva il suo giovane compagno nei tratti marcati dell'uomo di fronte a sé.
<< Che c'è piccolo? Non sei più contento di passare del tempo con me? Ora possiamo finalmente divertirci io e te, soli soletti.>> la sua mano si mosse per sfiorare il volto gentile di Yutaka ma questo la allontanò con uno schiaffo.
<< Non mi toccare...tu non sei Miyavi.>>
Un sorriso inquietante si dipinse sul viso di Miyavi e inginocchiandosi gattonò fino al giovane brunetto posizionandosi tra le sue gambe.
<< Qualche mese fa mentre mugolavi eccitato non sembravi tanto restio all'idea di un po' di sesso con me.>>
Yutaka rabbrividì incapace di distogliere lo sguardo da quello dell'altro.
<< Lo so che mi vuoi ancora Yuta-chan...>> la sua voce era lasciva e sibilante, i suoi occhi dalla pupilla stretta come quella di un felino scrutavano ogni più piccolo particolare di Yutaka. In quel momento un rivolo di sangue scese dalle labbra bianche di Miyavi contrastando pienamente con il pallore del suo incarnato. Con una manica il ragazzo cancellò quella piccola scia rosso vermiglio e sorrise di nuovo al giovane sotto di sé.
<< Questo corpo sta cadendo a pezzi.>>
Non aggiunse altro, semplicemente si spinse contro il corpo caldo di Yutaka e baciò le sue labbra rosse e carnose facendolo stendere a terra. Con una mano tirò i morbidi capelli castani mentre con l'altra tratteneva le mani del giovane sulla sua testa.
Yutaka sentì le forze abbandonarlo lentamente e con lo sguardo ormai spento continuò a fissare smarrito l'uomo che lo sovrastava.
“ In fondo ho sempre saputo che sarei morto per lui...in un modo o in un altro...”
I suoi occhi si chiusero sul mondo mentre la mano di Miyavi scendeva a sfiorare il bordo dei suoi jeans.
Lo baciò ancora una volta e Yutaka assaporò con la lingua il sapore acre del sangue: Miyavi stava davvero morendo.
Le labbra fredde del suo ragazzo scivolarono lentamente sul suo ventre mentre le mani vagavano sulle cosce ormai nude. Lo sguardo rosso fuoco di Miyavi intrecciò di nuovo il suo e ancora una volta quel sorriso inquietante illuminò il suo viso ormai solo lontanamente umano.
<< Sei così carino Yuta-chan, mi sono sempre piaciute le cose graziose come te e non permetterò a nessuno di portarti via da me. Rimarremo insieme per sempre...>>
Non ebbe modo di rispondere, e comunque non c'era bisogno di dire nulla, che subito avvertì il corpo dell'altro entrare nel suo con forza. Fu tutto così improvviso che il fiatò gli morì in gola e ogni singolo muscolo si tese come una corda di violino. Miyavi ignorò la sofferenza nel volto dell'altro iniziando a muoversi dentro di lui senza alcun riguardo.
Questa volta fu tutto troppo diverso dalla loro lontana prima volta; le dita lunghe e affusolate di Miyavi stringevano i suoi polsi tanto da rallentarne la circolazione e i denti affilati come zanne penetravano la carne del suo collo lacerandola.
Yutaka serrò gli occhi urlando e tentando inutilmente di allontanare il corpo dell'altro ma questo con le braccia serrò prontamente le gambe snelle del brunetto che si divincolavano freneticamente. L'uomo su di sé non gli concesse nemmeno un bacio per lenire le sue sofferenze, ma anzi torturò la sua bocca con voraci morsi pur di sentirlo gemere per il dolore.
Poi il viso di Miyavi affiancò il suo e riuscì a sentire la pelle morbida della sua guancia e quel profumo dolce che gli apparteneva e che lo rilassava ogni volta.
Nonostante il dolore Yutaka trovò la forza di abbandonare ogni resistenza, lasciando che i movimenti violenti dell'altro lo guidassero. Chiuse gli occhi inspirando profondamente per riprendere il controllo di sé per quanto gli era concesso, poi la sua mano andò ad accarezzare quei soffici capelli variopinti e sorrise al ragazzo che lo stava guardando incuriosito.
<< Perché ridi? >> Miyavi sembrava confuso, quel giovane dal viso delicato e le fossette che facevano capolino sulle guance non finiva mai di stupirlo; come poteva essere tanto tranquillo in un momento del genere?
Yutaka prese una mano di Miyavi portandosela alle labbra e baciandola con dolcezza.
<< Perché ti sarò comunque utile e non ti dimenticherai di me, mai...>>
Fu l'ultima cosa che disse prima che i suoi occhi divenissero di vetro, inespressivi e vuoti come quelli di una bambola.
Ormai era pronto...




Tornare all'ospedale non è stato un problema almeno fino a quando all'ingresso dell'enorme edificio non ho trovato una figura ad attendermi.
Un ragazzo dal volto giovane e pulito, lo sguardo innocente ma profondo, come se avesse visto cose che nessun uomo può conoscere, come se fosse dotato di una saggezza che si raggiunge solo dopo un'esistenza secolare.
Sento di dovermi sbrigare, Yutaka è lì dentro che mi aspetta, ma quel corpo gracile di fronte a me mi appare come un ostacolo insormontabile.
<< Chi sei? >> lo chiedo sinceramente incuriosito e lui mi risponde con un semplice ed ingenuo sorriso.
Ora sento di essere sul punto di scoppiare; non ho tempo da perdere e questo invece di parlare ride come un demente? Ha scelto decisamente il momento sbagliato. Mi avvicino a lui con l'intenzione di oltrepassarlo senza troppi complimenti ma non appena la sua mano sfiora il mio petto vengo gettato indietro da una potente onda d'urto.
Mi ritrovo con la schiena a terra in mezzo alla polvere con le costole doloranti e il torace che brucia come se fosse arso dalla fiamme.
<< Uruha mi aveva detto che sei un tipo impulsivo e maleducato...però nonostante questo ti trovo molto simpatico piccolo demone.>>
Tossisco violentemente e mi alzo di nuovo su due gambe per guardarlo negli occhi.
<< Io invece non ti trovo simpatico per niente figlio di puttana! Che vuoi da me? >>
Di nuovo quel sorriso snervante illumina i suoi tratti da bambino ma stavolta pensa bene di rispondere.
<< Voglio conoscerti. Ti ho osservato da lontano durante tutto il tuo soggiorno sulla Terra e mi hai incuriosito. Sei riuscito a mettere in difficoltà uno dei miei sottoposti, mi hai portato via un'anima destinata ad un alto compito e stavi per sacrificare la vita di un piccolo uomo...questi sarebbero tutti ottimi motivi per cancellarti all'istante,
senza contare che all'interno di questa struttura, a causa tua, sta prendendo forma la creatura che più ho odiato e amato nel corso della mia eternità.>>
Corrugo la fronte confuso e la risata incurante del mio interlocutore non è certo d'aiuto.
<< Sei poco perspicace piccolo demone.>>
Questa volta mi ha davvero scocciato, prendo un sasso stringendolo forte e lo lancio con quanta potenza ho in corpo contro la faccia di quel mentecatto. Il proiettile di pietra però si ferma di botto ad un millimetro dal suo viso per poi ricadere a terra.
<< Chi diamine sei tu? >>
<< Sono l'unica persona che un essere come te non potrebbe e non vorrebbe mai incontrare, ma per questa volta ho fatto un'eccezione alla regola, ti concedo di parlarmi perchè ho riconosciuto in te qualcosa di speciale; tu sei un demone parecchio umano lo sai?Ti sei addirittura innamorato! Sei un tipo davvero interessante piccolo demone.>>
<< La vuoi piantare di chiamarmi in quel modo imbecille!!? Senti, a me non frega un cazzo di quello che hai da dirmi, io voglio solo salvare Yutaka quindi levati dalle palle capito? >> urlo tutto d'un fiato e sento la gola bruciare terribilmente, poi le mie guance si bagnano: sto piangendo e il ragazzo di fronte a me assume finalmente un'espressione seria.
<< Lo so che lo vuoi, non volevo prendermi gioco dei tuoi sentimenti, ma è proprio il fatto che tu riesca a provare tali emozioni a stupirmi. Sono qui per dirti che voglio aiutarti, da solo non potresti mai farcela ma con me sarebbe diverso, io sono...>>
<< Lo so chi sei! L'ho capito! >> non gli do il tempo di concludere << tu sei “il Grande Creatore” colui che non interviene mai. L'essere più vigliacco persino dei suoi sottoposti con le ali. Uruha è morto per difendere chi amava e per te, tutti muoiono per te! Tu invece che fai? Te ne stai comodamente seduto a guardare una carneficina, rimani immobile mentre la gente muore, mentre dei ragazzi dall'anima candida vengono divorati e compari solo alla fine, quando tutto è finito, magari sotto forma di raggio di sole che illumina il nuovo mondo sorto dopo l'Apocalisse.
Chiamami pure “piccolo demone”, ma il piccolo demone ora ti sta guardando dall'alto in basso.>>
Lo lascio così, immobile e incapace di rispondere, e mi introduco nell'edificio completamente silenzioso. Improvvisamente però il profondo silenzio viene interrotto dalla sua voce stavolta più cupa e profonda.
<< Dovrai fare una scelta, era anche per questo che volevo parlarti.>>
Mi volto guardandolo con la coda dell'occhio e il ragazzo continua.
<< Dovrai scegliere a chi rinunciare, perchè perderai senza dubbio una delle due persone che ami, non hai scelta.>>
Questa volta non mi lascio prendere dall'ansia o dallo stupore, sapevo che mi avrebbe posto di fronte ad un bivio.
Sorrido ammiccante alzando un sopracciglio per poi riprendere a camminare senza guardarlo.
<< Ma io ho già una soluzione...Signore. >>









Chiedo davvero perdono per l'imbarazzante ritardo, purtroppo gli esami di maturità e molte altre cose mi hanno tolto tantissimo tempo e scrivere il capitolo è stato davvero difficile;
voglio comunque ringraziare di cuore tutte voi che avete avuto la pazienza di aspettarmi e che avete recensito i chap precedenti, naturalmente ho risposto ad ognuna di voi singolarmente, dunque qui mi limito a mandarvi un bacio enorme nella speranza di non avervi deluso dopo tutta questa attesa^^
Il prossimo capitolo dovrebbe essere l'ultimo quindi incrociate le dita per me, per Takanori e gli altri...
Vi voglio bene :)

  
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: Nil_Yeol