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Autore: Marins    02/08/2011    1 recensioni
Rin e Len, ormai quindicenni, affrontano i tipici problemi della adolescenza, come cambiamenti e trasgressioni ... ma hanno anche un altro problema da affrontare, un problema che i loro coetanei non hanno. Questa situazione li porterà ad avere molti litigi e incomprensioni : L'incesto.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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<< E’ora di andare a letto, su! >> Una giovane donna spinse i due gemellini su per le scale.
<< Mamma, ho paura …>> sussurrò la bionda bambina.
<< Rin era solo un film, dai! Non essere sciocca …! >>. Rin si portò le mani al petto e guardò la madre con espressione preoccupata. Era sull’orlo delle lacrime.
<< Ma io ho paura … >>ripetè stringendo il tessuto della maglietta tra la piccole dita.
Len prese la mano della gemella e la strinse forte.
<< Dormo io con te! Ti proteggerò sempre e in ogni momento! >> Il bambino si sporse ed asciugò una lacrima che sfuggì dall’occhio di Rin. 
<< Sul serio? >> Chiese la piccola.
<< Certo! Non sono mica il tuo fedele cavaliere? >> Len le sorrise dolcemente e Rin ricambiò il sorriso, entusiasta. Appoggiò una mano sulla fronte del fratello e disse:
<< In questo caso, io, principessa Rin, ti nomino anche protettore ufficiale dei brutti sogni! >>
<< Sarò felice di servirti per tutta la vita, principessa. >> Le prese la mano e gliela baciò.
La mamma di Rin e Len sbuffò. << Ok, ok, adesso andate a nanna! >> Baciò ognuno dei gemelli sulla fronte e si dileguò.
<< Len … >> sussurrò la piccola prendendogli il braccio e stringendolo.   
<< Non te l’ho forse detto Rin? Ti proteggo io e per te ci sarò sempre! >>

<< Aia! >>                                                                                                                                             
 << Scusa, cerca di resistere … >>                                                                                                            
<< Ma brucia! >>                                                                                                                                     
<< Non ci impiego molto … >> Un altro momento di pausa.                                                         
<< Aio!! Ma fai più piano !!>>                                                                                                
<>  Len intinse il batuffolo di cotone nel disinfettante. Rin batteva le dita contro il ripiano del tavolo, impaziente.  Il ragazzo passò delicatamente il batuffolo sul polso della sorella.                                                              
<< Ahiuuu!! >> Ululò lei.                                                                                                                           
 Len prese la garza e la girò attentamente attorno al polso di Rin.                                                   
<< Ok, fatto! >> esclamò soddisfatto prendendo la forbice e tagliando la garza in eccesso.
<< Grazie >> sussurrò lei massaggiandosi il polso distrattamente. Guardò fuori dalla finestra: Le nuvole plumbee avevano lasciato spazio a un cielo azzurro e terso che dava senso di grandezza e liberta. Sì, un senso di libertà che dopo circa quattro anni era arrivato . Un senso di libertà che ai gemelli Kagamine era mancato. Un senso di libertà che stavano per raggiungere, che avevano tanto agognato. Ed eccoli lì, di nuovo insieme.
 << Oggi non nevica! >> esclamò Rin : Le piaceva la neve ma in quei giorni aveva nevicato così tanto che le scuole erano state chiuse.  
<< Già, finalmente! Ci sarà almeno un metro di neve la fuori! >>Constatò Len.

Rin lo fissò  negli occhi e il ragazzo ricambiò lo sguardo. Era passata una settimana da quando la giovane aveva tentato il suicidio. Sembrava passata un’eternità. I due gemelli non erano più ritornati sull’argomento, erano troppo occupati a cercare di curare l’influenza che si erano beccati. Forse era quello il momento di parlarne … però Len non era sicuro che discuterne con Rin fosse la cosa giusta. Per lei era sicuramente una ferita aperta e non voleva che stesse male.
La ragazza si alzò dal tavolo.

<< Vado in camera mia >>annunciò.  Ora o mai più.  Si disse Len. Si alzò pure lui.             
<< Rin … >> Si voltò verso il fratello e lo guardò interrogativa.                                              
<< Sì? >> domandò.
  Len non sapeva come dirglielo. Si mise una mano dietro alla testa per poi infilarsela in tasca. Rin era in attesa sulla porta e lo fissava.
<< Senti Len, io … >> incominciò lei voltandosi verso l’uscita.  
  << Volevo solo dirti … >> Incominciò << Che se hai bisogno di qualcosa … io ci sono>>  La ragazza si voltò verso il fratello. Il suo sguardo si illuminò e sorrise.
Si avvicinò al proprio gemello e lo baciò sulla guancia, alzandosi in punta di piedi e appoggiandosi alle forti braccia di Len.
<< Grazie >> fu tutto ciò che disse e Len seppe che ciò che aveva appena detto era tutto ciò che Rin voleva sentirsi dire, senza altre inutili frasi. La giovane si staccò e gli sorrise dolcemente per poi uscire dalla porta della cucina salutandolo con la mano. Len si toccò la guancia dove sua sorella l’aveva baciato, era calda e seppe di essere arrossito. Era da tanto che Rin non lo ringraziava con un bacio sulla guancia, da bambini lo faceva spesso.
Adesso era diverso. Perché lei non è mia sorella, è la ragazza che amo.  Questo pensiero gli sembrò talmente ovvio da fargli paura.

Rin non era mai stata una sorella … mai, però al tempo stesso lo era. Era come se il suo amore continuasse a cambiare passando da amore fraterno ad amore vero e proprio. Scosse la testa :
<< Diamoci da fare! >> disse battendosi le mani sulle guancie come per risvegliarsi dai pensieri che poco prima invadevano la sua testa. Aveva voglia di dedicarsi a qualcosa che gli impedisse di avere inutili pensieri.  Accese la televisione e iniziò a preparare il pranzo, il preferito di Rin : Udon con tempura. Beh, in realtà era anche il suo preferito, dopotutto rimanevano sempre gemelli. Si mise a friggere i gamberi seguendo distrattamente un telegiornale.
Poi cucinò gli udon e aggiunse la tempura. Sembravano venuti bene , constatò assaggiando. Apparecchiò la tavola e poi salì le scale per andare a chiamare Rin.
A metà corridoio si bloccò sentendo la voce della ragazza parlare con qualcuno.
<< Kaito … >> sussurrò la voce femminile di sua sorella. Len rimase impietrito. Stava parlando con Kaito?! Anche lui era con lei la sera che aveva scoperto la verità. Che cosa stava facendo? Stava tentando di nuovo di rivedersi coi suoi “amichetti”?  No, non glielo permetterò! Dopo tutto quello che le hanno fatto passare!  Si avvicinò alla porta.
Sapeva che origliare era sbagliato, ma in questo caso aveva tutte le ragioni di farlo. Accostò l’orecchio e rimase immobile respirando piano.
<< … no, non lo farò! … Kaito, no! Len non c’entra, è una mia decisione … Senti, io faccio quello che voglio mi hai capita! >> Adesso stava urlando.

<< … no, non tornerò più … trovatevi qualche altra che vi faccia quei giochetti schifosi! Io ho chiuso, mi hai capita? Ho chiuso! Che mi interessa a me! … si, passamela … >> Disse abbassando la voce.
Len iniziava a capire. Sorrise, fiero di avere una sorella come Rin. Stava facendo la cosa giusta! Era incredibile come sua sorella fosse maturata così tanto in una settimana. Gonfiò il petto d’orgoglio e fece per allontanarsi, non aveva altro motivo di rimanere a origliare. Adesso si fidava della sua sorellina.
<< … Yuka … sì, è Len. Lo so, credimi, lo so ma non ce la faccio … >> Un momento! Di che stava parlando?! Si riaccostò alla porta. NO! Non devo origliare! Io mi fido di Rin, mi fido di lei …  Si portò una mano al petto per calmare il proprio respiro. Non mi devo preoccupare, adesso entro e le dico che è pronto in tavola e poi me ne vado! 
<< Sì … lo so che è mio fratello … >> Ok, forse posso ascoltare ancora qual cosina …  Riaccostò l’orecchio alla porta.

<< Non lo dirai a nessuno ,vero? Grazie Yuka! Ti adoro! … >> Va bene, va bene! Ora basta origliare!  Len aprì la porta piano e si infilò in camera di Rin.
<< E’ pronto in tavola >> sussurrò.  Rin si voltò verso di lui  e fece segno di “ Ok” con le labbra. Len fece per uscire in modo da lasciare finire Rin con la sua conversazione.
<< Cosa? No … non ne ho più bisogno … non la voglio quella  roba … >> Il ragazzo si voltò a guardare sua sorella in volto e Rin gli sorrise.
<< … ho già tutto quello che mi serve qua davanti a me>>.

<< Uff, ho sete … >> Len allungò il braccio verso l’interruttore della lampadina e schiacciò il pulsante. La stanza si illuminò e la luce gli diede fastidio agli occhi.  Scostò le coperte con un gesto deciso e si alzò per uscire in corridoio e dirigersi in bagno. Davanti allo specchio studiò qualche istante la sua figura e constatò che il giorno dopo con probabilità si sarebbe fatto a barba per la prima volta. Sfiorò i capelli biondi che ricadevano sul suo viso a ciocche. Gli erano sempre piaciuti un po’ lunghetti e spettinati anche se non li lasciava quasi mai sciolti.
<< Forse li dovrei tagliare … >> sussurrò a sé stesso ma poi scosse la testa lentamente. Si chinò sul lavandino e aperto il rubinetto bevve lunghe sorsate d’acqua e si sciacquò anche il viso. 
Poi uscì per tornare in camera sua ma si bloccò per un attimo spaventato quando vide un figura in mezzo al corridoio. Una vampata di calore nel petto gli bloccò ogni possibilità di muoversi, poi la figura parlò :  
<< Len? >> disse la voce di sua sorella.  
<< Oh! Rin! Mi hai fatto spaventare … che ci fai alzata a quest’ora? >> La guardò interrogativo. Notò che aveva tra le braccia il cuscino e lo stringeva convulsamente.
Abbassò lo sguardo e disse : << Mi chiedevo … se potessi … dormire con te … >>

Poi fissò il viso di Len e si affrettò ad aggiungere con un vocetta stridula di vergogna : << Ma se non vuoi me ne torno a letto!! Io … ecco … >>
Riabbassò lo sguardo e si dondolò sui talloni. A Len fece tenerezza, gli sembrava una bambina, con i capelli arruffati e il cuscino tra la braccia.
Le sorrise dolcemente: << Ehhm … ok .. >>
Il viso della ragazza si illuminò. << Grazie! >> disse velocemente.  
Entrarono nella camera di Len e quest’ultimo risistemò le coperte per poi adagiare il cuscino di Rin in parte al suo. I due gemelli si sistemarono nel letto uno accanto all’altro : un tempo, in quel letto, ci stavano comodamente ma adesso erano stretti, quasi abbracciati per non cadere. Ci fu qualche istante di silenzio poi Len parlò.
In realtà non sapeva cosa dire perciò chiese :  
<< Allora … come mai hai deciso di dormire da me? Hai forse paura dei mostri? >> Scherzò.
Dando uno sguardo veloce al viso di Rin capì di non aver chiesto la cosa giusta. Difatti Rin aveva abbassato lo sguardo ed aveva gli occhi lucidi. Si voltò di scatto dall’altra parte coprendosi la testa con il lenzuolo. 
<< Len, sei uno stupido! >>  Len rimase immobile fissandola. Ma che ho fatto di male? Si chiese ma poi decise che era meglio lasciare perdere. Le appoggiò una mano sulla spalla.  
<< S-scusami … >> sussurrò nonostante non avesse capito perché Rin si era offesa.
La ragazza non si mosse. << Dai Rin, mi dispiace davvero … >>

Stavolta sentì Rin sospirare. La ragazza “riemerse” dalle coperte e lo guardò in volto.
<< Io … ho avuto un incubo … >> Fu incoraggiata a continuare dallo sguardo profondo del fratello.
<< Ho sognato che io e te andavamo al circo … come spettatori e poi ti chiamavano per fare un trucco di magia e scomparivi dentro a una scatola. >>
Abbassò lo sguardo. << Una volta finito lo spettacolo ti andavo a cercare ma tu non c’eri più … eri davvero sparito. Poi appena sveglia avevo bisogno di controllare che tu ci fossi ancora >>      
<< Che stupidina che sei! Era solo un incubo >>minimizzò.
<< Len, sei uno stupido! >> ripetè prendendo il cuscino e scaraventandoglielo in faccia.
<< Aioo!! Ma che ho fatto adesso?! >> Scostò il cuscino dal viso e vide Rin che piangeva.
<< No … >> sussurrò. Ma la capisco così poco? Perchè piange ... Len si sentì in colpa con se stesso.
<< Len! Ma non capisci che io ho davvero paura che verremo separati?! Se qualcuno dovesse scoprire … il “nostro segreto” che ne sarebbe di noi? Saremmo emarginati dalla società e magari ci divideranno davvero! >>Urlò.  
Era questo il motivo per cui piangeva? 
Anche Len aveva paura di questa possibilità. Una vita senza Rin? Come sarebbe potuta essere? Magari si sarebbe innamorato di qualcun altra, magari sarebbe stato felice, ma adesso il solo pensiero che loro due sarebbero potuti essere separati gli creava un vuoto nello stomaco.
 Rin si alzò sulle ginocchia e abbracciò Len.                                                                                                          
<< Io non voglio perderti! Io ti voglio bene! Ho paura che tu mi lasci … >>                                                                                                               
Len scostò il proprio volto dall’incavo del collo di Rin per poter vederla meglio.
<< Ma che stai dicendo?! Io non ti lascerò mai! Te lo giuro sulla mia testa! Starò insieme a te per sempre! E se ci dovessero dividere giuro che verrò a cercarti … non ti lascerò… anche se tutto questo … è sbagliato, è sporco … io voglio stare con te. Non mi importa se andrò all’inferno! Non mi importa se sarò un emarginato della società! Mi importa solo di te … >> Rin tentava di asciugarsi le lacrime con i polsi e Len si sentì in dovere di avere una conferma da Rin, una conferma da cui non sarebbero più potuti tornare indietro.
<< Vorrei che tu mi dessi una risposta … ascoltami bene. Io sono disposto a stare con te, a vivere la mia vita con te. Anche se è un peccato non mi importa perché io ti amo. Anche tu sei disposta a fare lo stesso? Sei disposta a peccare con me? >> 

Le pupille degli occhi di Rin si allargarono, la ragazza si morse il labbro e prese le mani di Len tra le proprie. Si avvicinò baciando la distanza che separava le loro labbra. Le sfiorò e il suo corpo  fu pervaso da sentimenti tutti contrastanti : paura, eccitazione, felicità, insicurezza.  Così è questo l’amore?  Si chiese, ma non ne era sicura. Sentì a contatto con le proprie mani il cuore di Len che batteva all’impazzata e sfiorò le sue guancie: le sentì calde.
 Anche lui sta provando quello che provo io.  Non era una domanda, ma una affermazione. Lui provava gli stessi sentimenti della ragazza, la stessa voglia di fare qualcosa, di non separarsi da lei e di appartenerle. Intanto le labbra giocavano tra loro armoniosamente e i corpi , che erano stati spogliati di tutte le futilità, combaciavano alla perfezione. Erano l’uno dell’altro. Erano un'unica entità.
Tutto ciò per loro era una cosa sconosciuta, ma legati dal sentimento che da tutta una vita provavano, sembrava qualcosa di  famigliare. Era questo quello che cercavano, un rito. Un rito che li unisse nell'animo, in modo che non potessero essere più separati. Ormai erano marchiati dal peccato e non potevano più tornare indietro. Avevano appena accettato il loro peccato e non gli importava, erano solo loro due e basta.
Le mani percorrevano il corpo, disegnando cerchi immaginari e andandosi a fondere nel calore dell’altro. I sospiri affannati e il dolore dei muscoli non si sentiva.                  
Si sentiva solo tanto calore e dolcezza mentre le dita si intrecciavano nei capelli e le lingue danzavano cercandosi e ricorrendosi.                                                                           
Finì tutto come era iniziato e si ritrovarono fianco a fianco, esausti. Si guardarono negli occhi mentre tremavano. Erano  in cerca di una risposta che li potesse aiutare a capire poi il loro sguardo si posò sulle mani che così intrecciate sembravano legate da un filo invisibile, che le stringeva, per non farle separare.
 
<< Io, sono disposta a tutto pur di stare con te … >> sussurrò, poi il suo sguardo si posò sulla sveglia sul comodino.
<< Buon natale, Len >>


Commento dell’autrice : Nel secondo pezzo della fan fiction forse ho un po’ esagerato ma non è colpa mia! U.U Si è praticamente scritta da sola! Quindi vi conviene tralasciare il fatto che hanno solo quindici anni xP.   Adoro questi tipi di racconti … mi sento tanto una pervertita! ( forse perché lo sono xP)non so se rientra ancora nella categoria arancio ma penso di sì … Scusate il ritardo ma come al solito ho litigato a da morire con l'html!! Ho dovuto fare copia e incolla di tutte le frasi una per una -__-'Approposito, il prossimo capitolo è il penultimo, per l'ultimo invece volevo chiederti che finale volevate. Io ne ho pensati due: uno che fiisce bene però è banale... e un altro che finisce in modo tragico ma è molto più bello e profondo. Quale volete?Fatemi sapere!vabbèèèèè Ciaooo!                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                           
  
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