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Autore: Shadowolf    02/08/2011    2 recensioni
Serie: RolePlay (ma è leggibile da tutti, è ambientata nel futuro)
Volto la testa verso di lui e gli sorrido piano, allungando la mano per accarezzargli il volto, liscio e senza neanche l'ombra di barba. Annuisco a me stesso e lui se ne accorge.
Genere: Malinconico, Slice of life, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'I Hope You Had The Time Of Your Life'
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"Okay like this?"
"Yeah, it's perfect, honey. Very comfortable. This lawn is my favorite, you know that."
"That's why I've brought you here."
Volto la testa verso di lui e gli sorrido piano, allungando la mano per accarezzargli il volto, liscio e senza neanche l'ombra di barba. Annuisco a me stesso e lui se ne accorge.
"That too."
"I know..."
Abbasso gli occhi e cerco la sua mano, trovandola dopo solo due tentativi. Lui non me la prende, sa che voglio farlo io e non affretta le cose. La solita, leggera scossa di emozione pervade entrambi quando infine le nostre dita si intrecciano. Lo sento cercare di deglutire, il più piano possibile, per non farsene accorgere. So che gli fa male. Fingo di non averlo notato.
"How long till...?"
"Damn, Robert, we've just arrived!"
"I know, genius. Just, how long?"
Trattiene il fiato prima di rispondermi ancora, lui non vuole che arrivi quel momento, non importa quel che dice a voce alta.
"A couple of minutes, that's all."
"Okay..."
Ogni anno veniamo quissù a celebrare il nostro anniversario, in ricordo di quella prima, indelebile notte di ventisei anni fa, quando tornammo a casa dopo la festa e passammo tutta la restante parte della notte con il naso all'insù a guardare le stelle, come in un melenso film romantico. Solo che noi ci credevamo davvero.
"Is it here yet?"
"Almost..."
"Okay."
È stato bello vedere come questo scorcio di terra rimanesse lo stesso nel tempo, mentre tutto il resto attorno a noi cambiava, ruotava, diventava inevitabilmente più tecnologico, più complicato, più fuori dalla nostra portata, giocatori tiratisi fuori da una scacchiera che sentivano non voler più sfidare. La nostra ritirata è avvenuta con naturalezza, senza bruschi cambiamenti o senza che fosse stato necessario parlarne. L'abbiamo entrambi intuito, agendo di conseguenza. Nessuno ci ha rimpianti, allo stesso modo in cui noi non abbiamo rimpianto quel mondo pazzo e frenetico che pian piano ci stavamo lasciando a.le spalle.
"Robert?"
"... Yes?"
"It's here, baby."
Istintivamente mi raggomitolo ancor più contro di lui, cingendogli il busto e appoggiando la guancia sulla sua spalla. E come se fosse una regola non scritta, lui mi tiene stretto a sé, tenendomi entrambe le mani e lasciando quei piccoli baci sulla testa che sanno di conforto, e che mascherano i primi, soliti attimi di tremore. Lo stesso che vibra nella mia voce quando mi decido finalmente a parlare.
"Tell me, Jude..."
"... It's... beautiful, honey. I mean, r-really, really beautiful. The sun is... so big, and... g-gloriously red, yes... And there isn't a cloud, not at all, in the sky, all... all is clear, and... the Ocean is so p-peaceful, and calm, that you can see the sun perfectly reflected, so it's like... like it isn't cut in two halves, but... but it's... it's o-one, and..."
La sua voce si perde nell'aria, leggera e allo stesso tempo pesante per quell'improvvisa assenza, che dopo solo qualche secondo appena si trasforma in bagnato, piccole lacrime che giungono alla mia guancia lasciata scoperta rendendomi tristemente partecipe di un copione che puntuale si ripete ogni anno in questo giorno da ormai tre volte. Il tempo è passato senza mai essere davvero trascorso, il paesaggio davanti a me riesco a vederlo grazie alle sue parole, sì, ma lo ricordo perfettamente. Ricordo la scogliera a picco sull'oceano e il suo prato brillante, che d'estate sa di sole e di giornate lunghe e notti fresche, e d'inverno si ricopre di un manto di neve soffice e quasi immacolata, finché non decidiamo che è un peccato non sporcarlo e ci camminiamo sopra; ricordo il faro che troneggia l'isola, alla nostra destra, con quel suo rosso impeccabile che ogni due anni viene rifatto, perché risplenda sempre come nuovo nonostante sia lì da almeno tre quarti di secolo, e a dirlo non ci crederesti; ricordo la strada serrata che conduce a questo punto, e il grande albero di pino proprio fuori alla nostra casa; ricordo la prima barchetta che comprammo per andare e venire dal continente, qualche anno prima che imparassimo a riparare da noi le cose; ricordo quasi tutte le stanze della nostra casa probabilmente troppo grande per due sole persone, e la spiaggia proprio fuori alla veranda, con la sua sabbia così fine e dorata; ricordo ogni posto in cui abbiamo fatto l'amore, in cui ci siamo baciati e in cui ci siamo scambiati patti d'amore eterno. Ricordo questo e tutto il resto, ricordo i suoi occhi di sfumature indicibili e le loro mille espressioni, e un po' mi sento morire dentro, perché ricordare a volte non è sufficiente, è solo la tua ultima ancora di salvezza, neanche tanto affidabile. Qualche anno ancora, e il tempo si porterà via anche quella, lasciandomi niente in mano, solo sensazioni vuote. Di essere stato amato e di aver amato a mia volta. Di essere stato felice, di essere stato ammesso in paradiso, quello terrestre, l'unico a cui io possa aspirare di accedere.
Stringo le sue mani ancora più forte, per cercare di reprimere quella morsa disperata che mi sta facendo sanguinare il cuore. Vorrei dirgli qualcosa, qualsiasi cosa pur di calmarlo, ma è ben che andato il tempo in cui riuscivo a farlo, in cui mi bastava guardarlo negli occhi e sorridere per farlo stare meglio. Il destino me ne ha tolto la possibilità, lasciando entrambi a raccogliere i cocci appuntiti delle nostre emozioni. Nessuna possibilità di appello, nessuna pietà. Avevamo avuto troppo, senza mai pagare niente. Così arrivò il giorno in cui ci si presentò il conto. Da saldare da quel momento fino alla fine.
"... I can see it, baby... You're right, it's beautiful, so... beautiful it takes your breath away. Can... Can we stay here, for tonight?"
Lotta contro le lacrime, lotta per poter trovare il coraggio di parlare.
"It's... It's gonna be c-cold out... out there, what if you... you c-catch a c-co-"
"I wanna see the stars."
Lo sento scostarsi leggermente da me, avverto ogni suo più piccolo movimento, so che mi sta guardando, anche se non lo posso vedere. Il labbro inferiore gli trema mentre parla, lui non può far nulla per fermarlo. Deglutisce ma non gli serve a niente, sta per soccombere definitivamente al dolore.
"R-Robert, what... what you t-talking a-about, you... you c-can't... you can't... y-you c-"
"I wanna see the stars, Jude. Like that one night. The most beautiful night."
Le sue lacrime continuano a rigarmi il volto mentre mi prende tra le sue braccia e ci distende insieme sull'erba fresca, tenendomi stretto a sé mentre intorno il sole pian paio tramonta e lascia spazio alla luna, alle stelle, alla notte. E una volta ancora, come tante prima d'allora, ce ne rimaniamo svegli, gli occhi rivolti al cielo, come fossimo gli ultimi sopravvissuti ai confini del mondo.



AUTHOR'S CORNER: ... Aaaaangst ç___ç Lo so, ma non è colpa mia (disse come al solito)! No, stavolta è vero è_____é  La colpa è di Paulie, e indirettamente della Tipa che mi ospita, perché siamo rimaste insieme a guardarlo ç_____ç (per fortuna dopo ci siamo riprese con la visione di Chris Evans Captain America, che tra qualche ora andiamo pure a rivedere, giusto perchè non basta mai u___u). E niente insomma, io dovrei star scrivendo altro ma questa la dovevo per forza fare, capite il mio bisogno impellente di angst ç_____ç (chissà con chi sto poi parlando, boh.)
That's all, folks. Peace out.
   
 
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