Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: SilentWings    02/08/2011    0 recensioni
E se Undertaker fosse preso da un improvviso istinto paterno?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joker, Undertaker
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Eccoci col secondo capitolo. ^^ Ho sempre pensato ad Undertaker come un tipetto un po' svampito... sarà vero?

Un vagito nervoso ruppe il silenzio della sera nella casa di Undertaker.
Fischiettando, il becchino stava asciugando Joker  dopo avergli fatto fare il bagno in una tinozza.
Seduto su una sedia vicino al fuoco, l'uomo dai capelli argentati si stava accingendo a  rivestirlo, quando un brontolio sommesso proruppe dal pancino del neonato.
Gli occhioni viola incontrarono per un momento il viso del padre adottivo, per poi riempirsi di lacrime.
Lo shinigami ridacchiò -Qui c'è qualcuno che ha fame, eh?-
Una volta vestito il bambino, Undertaker si avviò verso la cucina, scelse una mela non troppo grande e, con l'ausilio di un coltellino, cominciò distrattamente a raschiarne la polpa in una ciotola di legno. In più occasioni Joker aveva dimostrato di gradire quel frutto, quindi il becchino procedeva velocemente, preoccupato solo di far arrivare il cibo al piccolo il più presto possibile.
Prese un cucchiaio dalla credenza e tornò dal bambino, che lo aspettava con aria famelica.
-Ecco qui, vediamo di riempirti la pancia- ridacchiò.
Sistemò Joker sulle ginocchia e cominciò ad imboccarlo.
Contento, il piccolo spalancò gli occhi ed aprì la bocca, affamato. Ma quando la polpa dolce della mela toccò la sua lingua, qualcosa non gli piacque. Arricciò il nasino e guardò contrariato il padre.
Undertaker, tutto preso dal compito di non riempire eccessivamente il cucchiaio, non si accorse di niente.
Alla cucchiaiata successiva, il bimbo serrò ermeticamente le labbra.
Perplesso, lo shinigami si sollevò la frangia dagli occhi per osservarlo meglio.
Non poteva essere già sazio con così poco!
Riprovò. Niente. Anzi, Joker lo fissò come se avesse voluto rimproverarlo di qualcosa, come se avesse voluto sgridarlo per qualche mancanza o distrazione. -Pap!-
Il becchino si illuminò. Accipicchia, la sua prima parola. Undertaker rise e strinse a sé il bambino.
Poi, sempre sorridendo, riprovò ad imboccarlo. Niente ancora. In quella polpa zuccherina sembrava esserci qualcosa che non andava.
Perplesso, l'uomo dai capelli argentati prese un altro cucchiaio e ne assaggiò un po' lui stesso. Non l'avesse mai fatto. Con uno sforzo sovrumano e un'espressione disgustata, deglutì.
Diamine. Si era dimenticato di aver precedentemente messo del sale in quella ciotola. Preso dalla foga di calmare la fame del figlio adottivo, aveva scioccamente dimenticato di svuotarla. O forse era stata la frangia troppo lunga che gli aveva impedito la vista di quei granelli bianchi sul fondo legnoso. Il risultato era una poltiglia salatissima ed immangiabile. Sospirò.
Che padre svampito.
Pazienza.
Sorridendo del suo stesso errore e delle smorfie del piccolo, lo prese in braccio e tornò verso la cucina per preparargli qualcosa di davvero commestibile.
  
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