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Autore: Fifteen    02/08/2011    1 recensioni
Scopriamo la vita quotidiana degli studenti di Hogwarts in un mondo parallelo in cui Voldemort non è mai esistito, e i ragazzi vivono l'anno scolastico fra compiti, feste, amore e amicizia e qualche sbronza. Il tutto attraverso gli occhi di una lettrice appassionata, sognatrice e anche un po' matta. Che poi sarei io.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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                               Pillole di vita Quotidiana

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                                                                                                2. Incantesimi a Mezzanotte.



 

In un tavolino ai Tre Manici di Scopa, quattro Grifondoro dopo un intenso di pomeriggio di shopping, sorseggiavano delle burrobirre mentre parlavano del più e del meno. Compiti in classe, lezioni, i capelli di Piton, l'imminente festa. Hermione stava giocando con il bicchiero, quando si accorse che un biglietto finemente ripiegato si era posato accanto al boccale. Lo aprì e lesse il contenuto. 'Domani a Mezzanotte, torre di Astronomia. Il mio secondo è Draco Malfoy. Ore 24.00 '. Non c'era bisogno di una firma per capire da chi provenisse. Inizialmente pensava che la Parkinson volesse solo provocarla, ma a quanto pare aveva preso la faccenda del duello parecchio seriamente. Voleva essere umiliata? Hermione non si sarebbe certo tirata indietro.

In un tavolino appartato del locale, stavano seduti i sei prototipi di Serpeverde che rispecchiavano maggiormente le caratteristiche della loro casa. Draco Malfoy, la bellezza. Blaise Zabini, l'astuzia. Tiger e Goyle, la forza bruta. Pansy Parkinson, la manipolazione. Theodore Nott, il gioco sporco. Draco guardava insistemente un punto a caso del locale, o almeno così pensavano i suoi amici. Lui era intanto a rimirare per bene una certa Grifondoro, che rideva spensierata con gli amici. Fu la voce squillante di Pansy a farlo riemergere dai suoi pensieri - Draco, ho detto alla Granger che sei il mio secondo. - Lui si voltò, infuriato. - Potevi almeno chiedere, Pansy. - L'altra assunse un'espressione dispiaciuta. - Sei l'unico che ha qualche possibilità con lei. Sarà una Grifondoro saccente, ma con la bacchetta è incredibilmente brava! - L'altro ghignò, cogliendo subito un doppio senso nella frase della sua migliore amica. Chissà cosa riuscirebbe a fare con la mia di... bacchetta, pensò divertito. - E sia Pan, sarò il tuo secondo. - Tuttavia gli dispiaceva duellare contro la Granger. Contro Hermione. Si concentrò sui discorsi di Quidditch di Theodore e Blaise, e allontanò la bella riccia dai suoi pensieri.

Harry Potter, Hermione Granger e Ginny Weasley erano visibilmente sconvolti per la notizia appena ricevuta. Harry si chiese se la notizia avrebbe cambiato qualcosa nella tua amicizia, Hermione disse che se ne era accorta già da un pezzo, Ginny era solo un po' sorpresa del fatto che suo fratello si fosse dichiarato.. gay. Non aveva alcun tipo di pregiudizio nei confronti degli omosessuali, ma era stato comunque un duro colpo. Ora che ci pensava però, aveva colto spesso le occhiate languide che suo fratello lanciava ad un moro Serpeverde a caso, Blaise Zabini. Ragazzo che per altro, era dichiaratamente omosessuale dall'anno prima. Nel suo cuore, augurò a suo fratello di trovare tutta la felicità del mondo. Si girò verso Harry e fece parlare, ma lo vide intendo a limonare con la sua ragazza, e decise di lasciare perdere. Quella ragazza la trattava freddamente. Sarà forse per il mio attaccamento a Harry? La cotta per lui mi è passata da un pezzo, pensava. Hermione però non può saperlo, le parlerò il prima possibile. Quando si staccarono, si rivolse amabilmente alla riccia. - Come ti vesti stasera Hermione? - L'altra alzò scettica un sopracciglio. Da quando Ginny era gentile con lei? Decise di fare buon viso a cattivo gioco, e si stampò in faccia un sorriso radioso. Sorriso che fu interrotto da una voce alle sue spalle. Una voce che conosceva maledettamente bene. - Potter, non ti hanno insegnato le buone maniere? - Indicò il tavolo, ancora sporco di burrobirra, che lui aveva finemente sputato quando aveva ricevuto la bomba sganciata dal rosso. Decise lei a rispondergli, voltandosi con fare annoiato. - E a te non hanno insegnato a non andare dove non sei gradito? - Tagliente, dura, fredda e impassibile. Per un secondo le era sembrato di vedere un lampo di tristezza negli occhi grigi del ragazzo; ma se anche non avesse avuto le allucinazioni, questi coprì il misfatto con il suo solito ghigno sprezzante. Lei si trovò instintivamente a guardarlo negli occhi. Alta, fiera, regale. Lui notò che il viso di lei era un po' rosso dalla rabbia per qualche attimo primo, e in quel momento la trovò ancora più sexy. Fu distratto dal rumore di un bicchiere che si infrangeva lontano da loro, e senza dire un'altra parola uscì dal locale con il suo gruppetto ai piedi. Non prima di scoccare un'ultima occhiata penetrante alla riccia sull'uscio della porta.

Hermione era sconvolta. Non era possibile che lei fosse attratta da quel viscido di Malfoy. Non poteva essere. Eppure i suoi occhi argentati, i fini capelli biondi e i modi altezzosi, la affascinavano terribilmente. Scosse la testa, cercando di liberarsi di quei pensieri, e mentre con la bacchetta faceva partire l'ultimo cd delle Sorelle Stravagarie, iniziò a prepararsi. Indossò un paio di jeans attillatissimi e scuri, un top nero scollato e delle all-stars. Si fece una treccia e lasciò apposta due ciuffi a contornarle il viso, accanto alla frangetta. Si truccò gli occhi di nero, in modo da far risaltare il loro colore dorato e mise sulle labbra del rossetto rosso. Soddisfatta del risultato prese la giacca di pelle e si diresse nella sua Sala Comune. Lì, Harry e Ron li aspettavano comodamente seduti su un divanetto rosso. Harry si alzò e le diede un bacio a fior di labbra. Tenero, quasi fraterno. Fu il pensiero della riccia, che decise di tenersi i suoi dubbi sul rapporto con Harry per il giorno dopo. Era davvero sexy con la camicia bianca e i jeans scuri. Il cravattino allentato poi, lo faceva apparire come una giovane rock-star. Ron aveva optato per jeans chiari, maglietta a mezze maniche e camicia aperta sopra. Sta da Dio, pensò Hermione. Dalle scale del dormitorio femminile apparve Ginny, e per la prima volta Hermione apprezzò il suo aspetto. Jeans, top leggermente scollato e ballerine. Nessun trucco da circo. - Stai proprio bene Ginny! - Le venne spontaneo farle un complimento. L'altra sorrise con calore e ricambiò - Sei fantastica Hermione stasera - L'interessata sorrise, ed Harry continuò - Concordo - dandole un bacio sui capelli profumati di cioccolato e cingendole la vita. Arrivarono davanti alla statua di Corvonero dopo una ventina di minuti, evitando accuratamente i professori di ronda. All'entrata i due ragazzi designati come 'buttafuori' non controllarono nemmeno la lista. Una festa, ad Hogwarts, non era considerata tale se il Trio dei Miracoli non era presente. Eccezion fatta per le Serpi, che tendevano a festeggiare da soli quando si trattava di organizzare. Hermione si congedò velocemente dagli amici e si diresse al bancone del bar. Ordinò un Wisky Incendiario con molto ghiaccio, e il ragazzo glielo porse subito. Sentì uno spostamento d'aria, e qualcuno sedersi accanto a lei. Si girò a guardare chi si fosse avvicinato, e il respiro le si fermò in gola. Draco Malfoy, ancora. Ogni tanto lo sognava anche, e non erano sogni propriamente casti puri. Arrossì violentemente al pensiero, e lui, che la fissava, se ne accorse. - Ti faccio questo effetto Granger? So di essere bello, ma non pensavo fino a questo punto. - L'altra ghignò. - Siamo proprio narcisisti, eh Malfoy? - Un sorriso in risposta. Si avvicinò al suo orecchio e sussurrò - Ti va di ballare Granger? - Lei annuì, mentre l'alcohol iniziava già ad innebbiarle la mente. Non si era resa conto di essere tra le braccia del principe dei Serpenti. Comprese la situazione solo quando sentì il tocco delle labbra morbide di lui su di lei. Si staccò bruscamente e lui la fissò stupito. - Che succede Granger? - L'altra gli puntò un dito contro. - Sono fidanzata, Malfoy! - L'altro ghignò, il dolce sorriso che aveva avuto per tutta la notte era sparito. - Sembrate più fratello e sorella - L'altra sospirò, pensando Non dar voce ai miei dubbi Malfoy. Lo guardò mesta e poi gli disse, buonaserata Malfoy. Si allontanò e raggiunse il suo ragazzo, seduto su dei divanetti con altri compagni di casa. Tutti piuttosto alticci. Si sedette sulle sue ginocchia e quando Harry la baciò famelico, dimenticò per un istante il tocco di Draco. Era un angelo tentatore. E lei voleva cedere alla tentazione, ma non poteva. Semplice non poteva. Ne andava della sua morale. E del suo orgoglio. La festa si concluse con tanta gente ubriaca e poca sana, che era costretta a trascinare gli ubriachi urlanti per i corridoi, cercando di non essere scoperta. Hermione posò Harry nel suo letto, gli tolse le scarpe e i vestiti, poi gli rimboccò le coperte e con un sorriso uscì dalla stanza.

La fatidica sera era arrivata, ma Hermione non se ne preoccupava. Sapeva che la Parkinson era una schiappa e che non avrebbe avuto problemi. Puntuale come un orologio svizzero e con Harry Ron al seguito andò alla Torre di Astronomia, ed entrò con disinvoltura. C'era il gruppetto solito che affiancava la Parkinson su una parte della stanza, così i suoi amici si accomodarono nell'altra. Mentre saliva sulla pedana evocata con la magia, riuscì a trattenere a stento un sorriso mentre vedeva gli sguardi che si lanciavano Ron e Zabini. Fecero il consueto inchino e i dieci passi, e quando si girò, esattamente come si aspettava, la Parkinson tuonò un - Expelliarmus - Lei mormorò - Protego - e l'incantesimo di Disarmo scemò sullo scudo evocato dalla riccia. Si preparò al contrattacco e sussurrò, in modo che la Parkinson non riconoscesse l'incantesimo un - Diffindo - Diversi tagli le si aprirono su gambe e braccia e iniziarono a sanguinare. La Serpeverde però non si perse d'animo e urlò - Stupeficium - con tutto il fiato che aveva in corpo. La riccia lo schivò per un soffio. Si girò, un po' affatticata dallo scatto che aveva fatto per evitare di essere schiantata e con un sorrisetto sadico sulle labbra pronunciò velocemente - Expelliarmus - La bacchetta della Parkinson arrivò alle sue mani, tra gli applausi dei suoi due amici e la mora Serpeverde trattenne a stento lacrime di rabbia. - Ho vinto, se non c'è altro io andrei. - Tirò la bacchetta alla sua avversaria e si diresse alla porta con calma seguita dai suoi amici. Si aspettava di essere colpita alle spalle, così quando la Parkinson pronunciò un - Sectusempra - lei si girò di scatto e rievocò il Sortilegio Scudo. Anche i Serpeverde la guardarono ammirati, senza riuscire a trattenersi. Rise e poi esclamò - Non si colpisce alle spalle, Parkinson! - Le puntò contro la bacchetta e disse - Stupeficium - Pansy cadde a terra schiantata e lei uscì finalmente dalla torre, dove per tutto il tempo due occhi grigi l'avevano fissata incantati.




                                                                                                                                                                           
      
imdreamingdraco

  
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