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Autore: Poisoned_Tear    02/08/2011    5 recensioni
Rebecca e Ville.
Entrambi single, entrambi alla ricerca dell'amore.
Chi disperatamente, chi inconsapevolmente. Si incontreranno e...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Ville Valo
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Header realizzato da me (Poisoned_Tear). Do not steal.



Forse questo è il momento di chiarire chi sono io.

Io sono una donna, che è in cerca dell'amore, del vero amore.

Ridicolo, sconveniente... che ti consuma.

Del genere: non posso vivere senza di te, amore.*

 

 


 

 

Sono le otto quando la sveglia squilla come una tromba.

Il martellio che mi rimbomba nel cervello credo sia una gentile concessione dei troppi Martini di ieri sera. Mi stropiccio gli occhi e mi guardo intorno. Sono nella stessa posizione, porto ancora il tubino inguinale in cui mi sono strizzata almeno dodici ore fa. Fatica sprecata!

 

Mi spoglio e mi infilo nel bagno privato che ho in camera mia.

Il bello di questo prezioso appartamentino ad affitto bloccato è che ha il bagno in entrambe le camere da letto. Ok non è enorme. Per la verità è minuscolo, però è molto comodo, e posso starci tutto il tempo che voglio.

Apro l'acqua e il getto della doccia comincia riversare sulla mia testa fiumi d'acqua gelata.

Proprio quello che mi ci voleva.

 

Ho la mente ancora offuscata, non riesco a raccogliere le idee.

Ricordo che ieri sera sono uscita con quel tipo appioppatomi da Cloe e che sono andata via.

Ma è come se mi sfuggisse qualcosa.

 

Non riesco a ricordare cosa. E se spremo le meningi credo che la testa sia pronta a implodere su se stessa.

Scrollo le spalle, non sarà niente di importante.

E' così che si dice in questi casi: “se è importante ti verrà in mente”.

Esco dal bagno avvolta dal mio nuovissimo accappatoio e mi stiracchio.

Già mi sento meglio. Il senso di benessere dura poco, perché ricevo un'illuminazione.

 

Cazzo!” strillo.

Devo. Andare. In. Redazione.

Mi asciugo i capelli come capita e li tiro su con un paio di forcine di legno. Mi infilo un abitino color panna di lana e un paio di stivali di pelle. Può andare, chi se ne frega!

 

Tanto saremo due gatti, e di solito il Sabato non è necessario che io mi infiocchetti per apparire almeno vagamente professionale. Per la verità potrei andarci in pigiama e nessuno lo noterebbe.

Fare la stagista il più delle volte consiste semplicemente nel raccogliere il moccio di chicchessia senza che nessuno ti noti. In realtà ti notano solo quando ti chiedono un caffè o una fotocopia. Soltanto che questo non rientrerebbe esattamente nelle mie mansioni.

Tant'è. E' dura la vita di chi cerca di farsi spazio nel mondo del lavoro. E così mi tocca fare orari impossibili e ridurre il week-end a un giorno.

 

 

Afferro il trench e la borsa e faccio una corsa rocambolesca fino al piano terra.

Mi fiondo sulla mia fidata utilitaria e prego con tutte le mie forze che non ci sia troppo traffico.

Beh, è una mera utopia. Il risvolto positivo di quando c'è traffico, è che puoi farti il make-up che non hai il tempo di fare a casa.

 

Appena la fila si sfoltisce, accelero a tavoletta.

Se faccio tardi anche oggi, sono fritta!

Sono quasi arrivata, ma non faccio altro che guardare ossessivamente l'orologio quando...Vedo qualcuno pararsi davanti a me ; così sono costretta a sterzare vigorosamente affinché non si faccia male ed ovviamente che io rischi la prigione.

Credo d'aver perso dieci anni di vita.

Apro lo sportello e corro verso il tizio.

Ehi stai bene? Scusami tanto, è colpa mia!”dico davvero mortificata. Ci mancava anche che facessi secco qualcuno oggi.

 

Faccio per prendergli la mano per aiutarlo ad alzarsi quando lui la scosta bruscamente e si alza in piedi. Beh, accidenti, volevo solo aiutarlo.

Sei impazzita? Dico ma che cazzo guardi mentre guidi quella scatoletta di tonno!”

Il suo tono è inviperito. Non ha tutti i torti, ma dopotutto gli ho chiesto scusa!

Punta sul vivo per aver offeso la mia auto, porto le mani ai fianchi.

E tu cosa guardi mentre attraversi?! Non c'erano nemmeno le strisce!”

Borbotto a mia volta per poi tornare alla mia auto.

 

Ma prima mi volto e mi lascio andare a un gesto decisamente maturo: gli faccio una sonora linguaccia e risalgo in auto tutta trionfante.

Non ne sono sicura, ma dallo specchietto retrovisore mi è sembrato di vederlo quasi accennare un sorriso. Se non altro era carino.

 

Poco male. Il mio obiettivo è di arrivare in tempo.

Così accantonato l'incidente con lo spilungone tatuato, sfreccio in ufficio.

 

Arrivo all'ascensore quasi stravolta e schiaccio sul pulsante ormai priva di energia.

Attendo di arrivare al mio piano e vado dritta nel reparto fotografia, dove trovo Neil forse l'unico che mostra un po' di interesse per me, e che mi chiama con il mio nome.

Rebecca, sei in ritardo”dice tranquillo senza alzare nemmeno la testa.

Sì sì lo so, ma ho una buona giustificazione” alzo le mani e mi avvicino al tavolo dove sta selezionando degli scatti.

Se è una lunga storia, potrai raccontarmela a pranzo!”

Mi sorride e poggia la lente sul bancone .

Oggi pomeriggio abbiamo un servizio, e tu mi assisterai”

Davvero?!” gli chiedo stupidamente. Intanto mi si apre un sorriso a trentasei denti. Non ho mai assistito finora a un photo shoot.

Diciamo che qualsiasi cosa non comprenda fotocopiare migliaia di menabò, mi esalta.

 

Sono ormai le tre quando Neil si materializza davanti alla mia scrivania e senza dire nemmeno una parola, spengo il computer e lo seguo con un sorrisone deficiente stampato in volto.

Sono sempre stata affascinata dai servizi fotografici. Quand'ero bambina fingevo di essere una fotografa professionista che viaggiava in lungo e in largo. Era uno dei miei giochi preferiti.

 

Cammino letteralmente sulle nuvole fino alla saletta degli attrezzi e non mi pesa sistemare tutta l'attrezzatura. Ci metto tutta l'attenzione e seguo ogni indicazione che Neil mi dà mentre prepara la sua macchina. Quella non lascia che la tocchi nessuno.

 

Quando ho finito di sistemare le luci, mi tocca spingere di peso una poltroncina.

Ho pregato Neil di dirmi con chi realizzeremo il servizio– ok tecnicamente sarà lui a farlo – ma non ha voluto dirmelo. Così mi sono divertita a fantasticare sulle rock star più disparate.

 

Finisco di sistemare la poltroncina al centro dello scenario, quando vedo una specie di zombie dall'aria familiare con un bel po' di matita calcata sotto gli occhi. Reprimo un urlo premendo la mano sulle labbra.

La lampadina mi si accende.

Auto. Incidente. E' il tipo che ho quasi investito stamattina!

 

Mi sento avvampare immediatamente per due ragioni: primo ho capito che il tizio è Ville Valo e sebbene non sia una fan accanita degli HIM, è pur sempre una star e questo mi mette abbastanza soggezione; secondo – mi sto pentendo della linguaccia infantile con cui mi sono regalmente congedata.

 

A volte mi chiedo come faccia a fare delle figuracce così pessime.

Neil fa per dirmi qualcosa, ma io già ho abbandonato lo scenario per starmene in sordina – o meglio nascondermi- nella speranza che non mi riconosca. Anche se in questo potrei peccare di presunzione.

 


 

 

 

* Sex and the city – Carrie Bradshaw.


 

Note dell'autrice

Eccomi con il nuovo capitolo. Spero vi piacerà. Grazie a tutte per aver commentato anche questa storia, me felice!
Che dire, svelato il mistero di come i due protagonisti si incontrano. In maniera poco ortodossa certo, ma l'ho immaginata così. Rebecca è talmente fuori dal mondo - per come ho imbastito nella mia mente il suo carattere - che solo in una maniera bizzarra poteva incontrare Mr Valo XD
Fatemi sapere che ne pensate! Un bacio, a presto :)

Fra-

   
 
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