Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: eclissirossa    03/08/2011    2 recensioni
Hamarikyu Gardens, è il piccolo polmone verde di Tokyo. Dove una serie di amori prendono e perdono vita.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La luna nuova.
Lei pure la guarda
da un'altra porta.


(la luna nueva. Ella tambien la mira desde otra puerda)
-
Jorge Luis Borges -


La porta, quella dannata porta, venne aperta e un figurino gracile e sottile ne esce, puntando i suoi occhi scuri su di lui. Sente il terreno sparirgli sotto i piedi, per la tremenda somiglianza che al primo impatto, quella ragazza, aveva con
lei che lui stava cercando. La guarda, sconvolto, quasi esterrefatto. Che fosse possibile una cosa simile? Fissa lo sguardo duro sulla figura della giovane che lo guarda con aria curiosa e perplessa . Giustamente, si chiedeva cosa ci facesse un mezzo-demone fuori casa sua, e perchè la guardava in maniera tanto, sconvolta.

‹ Desiderava qualcosa? › mormora questa, scuotendolo dai suoi pensiero. Resta ancora silente, scrutandola. Avevano tratti similari, lei e Kagome, ma questa ragazza era più magra, più pallida, i capelli neri erano lisci e ricadevano sulle spalle e lungo la schiena, dritti, senza ondeggiare e armonizzare col fisico. Gli occhi, più sottili erano scuri, quasi vacui rispetto a quelli di Kagome. Il viso scarno, spento. No, non era affatto lei.

‹ Si.. › mormora lui, riacquistando una sorta di lucidità e osservandola attentamente, vestita con con ambiti abbastanza pesanti che stringevano il corpo. ‹ Qualche anno fa, qui abitava una ragazza. Kagome. Kagome Higurashi. › mormora verso la giovane, e per un attimo ha come la sensazione che quella ragazza, fosse sobbalzata a quel nome. La guarda scuotere poi il capo, con aria ancora perplessa e arricciando le labbra. ‹ Saprebbe dirmi se si è trasferita? Sono un suo vecchio conoscente. › continua, speranzoso di una risposta positiva da parte della ragazza. La vede indietreggiare di qualche passo, afferrando il pomello della porta e sospirando.

‹ Mi dispiace, non ho idea di dove si sia trasferita la vecchia proprietaria. › Sussurra, solamente, rientrando in casa, con aria
quasi spaventata e richiudendo la porta velocemente, con un tonfo sordo. Resta a fissare il legno della porta che le aveva sbattuto in faccia quella lì. Fhè! Che antipatica! Avvicina piano il volto verso la porta, annusando appena e sobbalzando, lui, questa volta. Non l'aveva notato. Ma seppur lieve, l'odore di Kagome gli sembrava provenire dal legno. Che fosse possibile? Che quella ragazza gli stesse mentendo ? Un rumore verso le scale lo richiama, e quasi come se fosse un fuggitivo si sposta verso la rampa di scale , fingendo di salirla con lentezza, dando le spalle al ragazzo che era arrivato sul pianerottolo del terzo piano. Chi era, ora quello lì? Sale ancora le scale, con fare indifferente, sparendo sul pianerottolo superiore, e raddrizzando le orecchie per sentire i suoni provenienti dal piano inferiore. Resta fermo, accovacciato sul pavimento e trattenendo il fiato.

Al piano di sotto, i passi veloci e scattanti si erano fermati davanti una porta, bussandovi con fare deciso. Un ringhio accompagna il gesto, fin quando la porta non viene aperta. Altri passi sul pianerottolo e un sussulto, accentuato da un passo all'indietro.

‹ Koga! › la voce di poco prima era tornata a fare capolino, e nonostante fosse tentato di sbirciare, al piano inferiore, si impose di restare fermo, mezzo disteso al suolo ad origliare. Quanto si vergognava di fare una cosa del genere. Ma quella dannata donna gli nascondeva qualcosa.

Un ringhio lo richiama, e una tonfo lo fa quasi sobbalzare. Immagina che l'uomo abbia colpito la porta, visto il rumore di legno che si era sentito, e un mezzo gemito di paura proveniente da parte della ragazza.

‹ Kikyo.
Dov'è? › Sente questo certo Koga, ringhiare quasi le parole, seguite da un altro colpo alla porta, e un nuovo gemito, più strillo di paura da parte della ragazza, che poco prima aveva aperto anche a lui. Kikyo, pareva chiamarsi.

‹ Mi ha esplicitamente chiesto di non dirtelo Koga. Non ti vuole più. › La sente, pronunciare con tono deciso verso l'uomo che resta in silenzio per qualche attimo. Immagina il volto di questo ragazzo sbalordito, perplesso. Questa ragazza doveva averlo mollato, e lui, non l'accettava. Resta fermo, nonostante quello non fosse un argomento che l'interessasse. Di certo non poteva scendere e farsi vedere da quella
Kikyo. Avrebbe capito che aveva origliato tutto, e ci avrebbe fatto la figura del maniaco. Stringe gli occhi ambrati, restando silente, trattenendo quasi il respiro.

Sente la porta richiudersi un tonfo sordo, ma il ragazzo non accennava ad allontanarsi. Sente due passi, e poi forti rumori provenire dal piano inferiore. Stava prendendo a pugni quella porta. Quello era matto. Aggrotta la fronte, piano, rialzandosi in ginocchio lentamente. Si stava trascinando per troppo quella storia. Non gli andava più di assistere, in maniera solo uditiva a quella telenovela, ma è costretto a bloccarsi, o meglio, il suo corpo si irrigidisce di colpo, nonostante gli impulsi della mente.

‹ La troverò ugualmente, Kikyio! Troverò
Kagome! › L'aveva chiamata. L'aveva chiamata, quel tizio stava cercando la sua Kagome. Non poteva essere un'altra Kagome. Troppe coincidenze. Quel profumo, quel ragazzo che la cercava nel suo appartamento. Non ci credeva. Allora anche lei.. si era rifatta una vita, o meglio ci aveva provato, quanto lui, vistosi che sembrava aver lasciato quel ragazzo. Si porta le mani al capo, ignorando quasi i passi al piano inferiore farsi sempre più lontani e offuscati. Doveva trovarla. Prima di quel tizio. Scende le scale di corsa, fiondandosi alla porta ma bloccandosi quando lo sguardo scivola, scasualmente sull'orologio sul polso. Erano le 19.30 . Dannazione, il tempo era trascorso troppo velocemente, lui non aveva nemmeno mangiato niente, e la macchina serviva a Miroku. Fissò la porta un minuto, prima di voltarsi e dirigersi verso le scale, scendendole a passo veloce, diretto alla vettura che aveva parcheggiato qualche ora prima. Quel Koga, era un demone. L'odore sul pianerottolo era forte, deciso. Puzzava di lupo. Uno schifoso e puzzolente demone lupo.

Dall'interno di un appartamento che
non era il suo, dall'interno di quell'appartamento una figura si era accovacciata al suolo, stringendosi le gambe con le braccia. Inuyasha, era tornato a prendere Kagome. Per un attimo aveva temuto che sentisse il suo profumo, per un attimo aveva temuto che la riconoscesse, ma non era successo nulla di questo, era rimasto sbalordito, sbalordito e deluso dal trovarsi lei davanti ai suoi occhi e non la donna dei suoi sogni. Gli occhi scuri si riempiono di lacrime, lacrime amare, mentre il senso di colpa sul cuore si appesantiva sempre di più. Si fermò un momento a pensare a come fosse arrivata, fino a quel punto.

- inizio flashback -


Era seduta al tavolo in cucina, una videocamera tra le mani, che riprendeva il viso di una ragazza, dannatamente simile a lei. Si assomigliavano, lei e Kagome, spesso le scambiavano per gemelle, o parenti, ma erano semplicemente amiche. Kagome frequentava il conservatorio, proprio come lei. Solo che a differenza sua, non suonava il violino, bensì il pianoforte. Si erano conosciute ad un concerto, ed erano divenute amiche.

‹ Dai Kikyo! Fatti riprendere! › aveva mormorato la ragazza che era sotto il suo occhio vigile, provando ad acchiapparle di mano la videocamera, afferrando semplicemente l'aria, poiché si era prontamente spostata, scuotendo il capo con forza, senza abbandonare con lo sguardo lo schermo della videocamera, che stava provando. L'aveva appena acquistata, e voleva assicurarsi che funzionasse.

Dopo aver ripreso per qualche attimo la giovane, si erano sistemate entrambe, davanti la televisione, e avevano sistemato l'apparecchio vicino a questo. Lasciate partire le immagini, si erano accorte che l'audio, non funzionava, era una ripresa muta. Si vedeva solamente il viso sornione di Kagome che mimava delle parole senza suono.

‹ Kikyo! Non funziona! › aveva sussurrato l'altra ragazza, inginocchiata davanti l'apparecchio e provando smuovere un po' i cavetti con le dita affusolate. Si sente sfilare l'apparecchio di mano, e guarda la proprietaria dell'oggetto scuotere il capo e scrollare le spalle annoiata. ‹ La porterò a riparare. › Aveva borbottato , prima di riposare l'apparecchio in una custodia e tornare da lei. Parlarono, come sempre del più e del meno, sfociando nel nuovo amore, innominato di Kikyo. Aveva tentato di tirarglielo fuori con le pinze, ma con scarsi risultati, sembrava abbastanza decisa a non dirgli niente.

I giorni passarono per
entrambe. Kagome da parte sua, aveva iniziato a frequentare Inuyasha, che spesso la veniva a prendere fuori al conservatorio. Nessuna delle amiche di Kagome, sembrava essere interessata al ragazzo, maggiormente perchè stava uscendo con lei, ma una Kikyo no. Non l'aveva mai confessato a Kagome, ma era lui, il ragazzo di cui si era innamorata segretamente, nonostante non ne conoscesse il nome o il carattere, le aveva semplicemente promesso, che gli avrebbe parlato. I suoi buoni propositi si erano sbriciolati assieme al suo cuore, quando entrata nel negozio dove aveva portato a riparare la videocamera, e dove non per caso, lavorava lui, Inuyasha.

Quel pomeriggio più che mai era decisa a parlargli, con la scusa della sua videocamera che era lì in riparazione, e sperava, vivamente che le cose andassero bene. Si era sistemata per bene, e Kagome l'aveva accompagnata a metà strada, prima di salutarla per dirigersi alle prove del conservatorio. Lei invece, aveva preso la rotta del negozio, poco distante da lì, la lontananza era quella di un incrocio. Entrando aveva salutato cortesemente e aveva sfilato il berretto, spostandosi verso la cassa dove una ragazza con gli occhi scuri la fissava sorridente. Le si era avvicinata, puntando gli occhi dietro di lei, e guardando il mezzo-demone dai lunghi capelli argentati saettare in loro direzione , infilandosi giacca e sciarpa per ripararsi dalla neve invernale. Stava per dire qualcosa, schiudere le labbra anche solo per salutarlo, ma era già, uscito, correndo in strada, le parole della commessa la fecero sobbalzare.

‹ Non ci credo, la sta seguendo. › Aveva sussurrato, e lei, aveva ruotato gli occhi scuri verso l'esterno, seguendo lo sguardo della commessa e sentendosi svenire. Stava seguendo
Kagome. Eppure si assomigliavano tanto, perchè non aveva guardato lei? Perchè ora seguiva Kagome, cosa aveva di diverso da lei? Ritiro la videocamera nonostante non fosse aggiustata, e si dileguo, non mettendo mai più piede, in quel negozio. Con Kagome non parlò più del presunto ragazzo che le piaceva, giustificandosi con un “ non era poi cosi attraente “, venendo invece sommersa dai racconti di lei e di Inuyasha. La sentiva parlare, ignara di quanto dolore le desse cosi facendo, e la vedeva felice, e dentro di lei la invidiava. Stava con l'uomo che avrebbe dovuto scegliere lei. Stava con lu. Il suo uomo.

- fine flashback -

Si rialzò lentamente afferrando la cornetta telefonica e portandola all'orecchio, aspettando che una vocina sottile dall'altro capo risponda.

‹ Kagome? › Aveva richiamato, sentendo una vocina d'assenso provenire dall'altro capo del telefono, stringe maggiormente la cornetta, ispirando profondamente e guardando l'appartamento dell'amica.

‹ Sono a casa tua. Ho controllato la posta, non c'è nulla, ed è venuto Koga. › Sussurra, verso di lei, massaggiandosi piano il viso, ascoltandola sbuffare e parlare in maniera veloce dall'altro capo del telefono, inveendo contro il ragazzo, e sul fatto che sarebbe dovuta tornare a casa e non le andava di vederlo.

‹ Kagome, puoi restare da me, ancora un po'. Cosi Koga non ti troverà. › sussurrò a tono alto.
“ E nemmeno Inuyasha “, questo lo pensò solamente, mentre dall'altro capo del telefono sentiva l'amica entusiasta per la proposta e ringraziarla ampiamente. Uno sguardo veloce verso l'esterno di una finestra, sospirando poi.

‹ Resterò qui a dormire se non ti dispiace, sono ancora stanca e non riesco a mettermi alla guida, ti dispiace? › Aveva domandato verso l'amica, sentendola negare e ringraziarla ancora, prima di mettere giù. Respira profondamente, rimettendo giù anche lei, e sentendo i brividi gelidi passarle lungo la schiena, mentre le lacrime tornava a sgorgare dagli occhi. Che cosa aveva fatto? E perchè stava continuando, ora?


Un'altra ragazza, in un altro appartamento, si stava preparando lentamente per uscire da una casa che non era sua. Era una sistemazione momentanea, e ringraziava con tutto il cuore Kikyo di averla ospitata a casa sua, per tenerla lontana da Koga. Quel ragazzo, ci aveva provato a starci insieme, ma con scarsi risultati, non ci era riuscita e non ci sarebbe mai riuscita. Si era vestita, indossando un paio di jeans scuri, stivaletti a mezza gamba per ripararla dal freddo invernale e un maglioncino di cotone pesante. Da sopra, un cappotto rosso pesante, e un capellino sul capo. Doveva fare una cosa. Aveva recuperato le chiavi dell'appartamento e la borsa ed era uscita, dirigendosi in taxi, al ristorante da dove la sera prima era scappata. Quelle strade, quella stagione, tutto gli ricordava lui l'inverno a Tokyo da due anni ormai, era divenuto invivibile per lei. Troppi ricordi, che facevano troppo male. Sospira pesantemente, entrandovi e camminando a passo lento verso il bancone. C'erano poche persone che si erano riunite per un aperitivo prima di cena, o coppiette che cenavano felici. Richiama il barman, tossicchiando appena e puntando i gomiti coperti ancora dal cappotto sul bancone.


‹ Mi scusi. Sono la proprietaria della stanza 51bis. Ieri ho dimenticato qui la chiave, e mi chiedevo se era stata ritrovata. Dovrei pagare e restituire il tutto. › Mormora con tono delicato verso l'uomo che la guardava con fare attento avvicinandosi e liberandosi di un canovaccio. Lo guarda scuotendo il capo con fare dispiaciuto, prima che gli occhi gli si illuminino richiamandola con fare neutro.

‹ E' la signorina Kagome? › domanda, l'uomo con gli occhi leggermente sporgenti e curiosi, recuperando da sotto il bancone una busta da lettere ripiegata e aspettando un senso d'assenso che non tarda ad arrivare. Le passa la busta, scrollando le spalle . ‹ E' passato ieri un ragazzo chiedendomi di lasciargliela nel caso fosse tornata. Non ho le chiavi, ma questa. › Annui piano, ringraziandolo nuovamente e abbandonando il ristorante con la busta tra le mani. Sperava che non fosse Koga, anche se aveva il vago sospetto che lo fosse. Chi altri sapeva che era lì? Lui aveva rintracciato il luogo dove era andata dal numero telefonico che era uscito. Rientra nel taxi, aprendo la busta e sentendo il cuore mancare un battito. Non era Koga. Non era lui. Legge le lettere messe vicino in una calligrafia elegante ma che sembrava nervosa in quella lettera.

Inuyasha la stava cercando.

Rilegge le lettere più volte, soffermandosi sul numero e ispirando profondamente. Non vedeva l'ora di arrivare all'appartamento per chiamarlo. Era tornato. E la stava cercando.
Ma.. perchè? Stringe leggermente gli occhi, puntandoli infine sulla palazzina nella quale abitava Kikyo, che si avvicinava sempre d più.


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ecco qua anche il quinto capitolo °-°
come vi sembra?

  
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