La ciurma di Rufy, in un modo o nell’altro
conosceva la ciurma di Chisato anche per quello che riguardava il passato.
L’unica persona che però non riuscivano a capire era proprio lei.
Quella buffa e stramba ragazzina dai capelli rossi e gli occhi castani.
Pranzo. Cucina.
-Quando sei nato Rufy?-
-Il 5 maggio, tu?-
-Aaah!!! Ko-chan è nata il primo!!
Io sono nata il 22 di Novembre e Sei il 10!-
-Lo sai... gnam... che Zoro è nato l’11?-
-Sul serio??? E tu? Quando sei nato Sanji? Ciomp... ciomp-
-Capitano, non si parla a bocca piena- le disse Ririko
-Io? Il 2 marzo...- rispose prendendo in mano il suo bicchiere
-Oh che peccato! Riko-chan è nata in Agosto... e poi avete quattro anni di
differenza!! Rufy... secondo te una moglie con quattro anni in meno andrebbe
bene comunque-
-PFFFFFFFFF!!!!!!!!!!!!!!!- Sanji sputò tutta l’acqua che stava bevendo
-Ma si...-
-MA COSA TI SALTA IN MENTE?????!!!!- sbraitò il biondo
-Suppongo di si... io conosco una che si è innamorata di uno che ha 21 anni in
più di lei- (ti riferisci alla mia vecchia cotta per Shank? NdHika86) (Si NdRufy)
-Sul serio?-
-VORREI SAPERE COS’HAI IN QUELLA ZUCCA TU!!!! CHE CAZZATE SPARI???????!!!!!!!!!
DOVE LE TROVI???!!!!!-
-Certo!- i due non cagavano Sanji manco avesse preso un fucile in mano
-Ah beh... allora quattro anni sono una bazzecola no?-
-TU, TU, TU!!!! SAI QUANTI PESCETTI HO FRITTO NELLA MIA VITA????!!!!!!!!!-
-Sanji... ma questo cosa c’entra ora?- chiese Usop
-CHE TI FREGA???!!!! CHI HA DETTO CHE DEVE C’ENTRARE??!!!! SONO MILIONI, SE NON
MILIARDI DI PESCETTI!!!!!-
-Si, quattro non sono nulla- concluse Rufy
-E’ andato, lasciamolo stare- sbuffò Zoro
-Sta delirando, decisamente- disse Nami mangiando l’ultimo pezzo di pollo che
rimaneva sul tavolo
-CHI HA DETTO CHE POTEVI MANGIARLO TU???!!!!- sbraitarono Rufy e Chisato
guardandola in cagnesco.
La nave stava tranquillamente scivolando sulle acque. Zoro salì sul ponte,
sembrava molto in ansia –Che ti succede Zoro?- chiese Usop
-Ascolta... non è che hai visto le mie spade?- chiese
-Si, le ho viste-
-Dove? Non le trovo più e le ho cercate per tutta la nave!!-
-Ce le ha Chisato, insieme alla mia fionda e alle spade di Futaba-.
Quest’ultima era dietro di lui –Lascia stare... quella cretina non te le ridarà
prima di questa sera-
-Ma come?? Io le rivoglio, che ci deve fare?- sbraitò Zoro “Quella tipa è troppo
strana per lasciarle le spade”
-Vai pure a vedere... Sei, Kozue, Nami e Rufy sono a poppa con lei-.
Il giovane si diresse a grandi passi verso il fondo del ponte. Quando arrivò
trovò Nami e le altre tutte intorno a una scacchiera (ma se non l’abbiamo mai
avuta!! NdZoro) (infatti è nostra signor spadaccino NdRiriko).
-... e il vento sospinge la nave,
la neve, le vele e le pere.
Mangiamo ciò che rubiamo
Con un goccio di vin
cin cin, l’alpin vicino al camin.
Abbiamo le armi più belle
E le brindiam con fermezza,
la brezza, sicurezza di vincere...-
-Che blateri tu?- chiese a Chisato che stava lontana dalle altre e gli dava le
spalle. La vide seduta china su qualcosa e il secondo dopo se la vide in piedi
con tre spade in mano pontate verso di lui –Allora? Come ti sembrano?- chiese
lei. Il ragazzo le guardò, si accorse che non erano le sue –Che mi frega?-
-Che risposta confortante- le lanciò tutte e tre verso prua. Le armi
attraversarono l’aria sfrecciando come missili e sparendo dietro il campo di
mandarini. Non potevano vederlo, ma dall’altra parte Futaba le prese al volo.
-Cosa c’entra confortante scusa? Comunque rivoglio le mie spade!!-
-Ehi che fretta!! Di loro non mi sono ancora occupata, ma lo faccio adesso che
ho fatto le altre- si risedette in tutta tranquillità. Quella tranquillità gli
dava ai nervi, ma si sedette di fianco a lei sbuffando “Meglio controllare, non
vorrei che me le rompesse” –Non rompo mai le spade!- esclamò lei con una smorfia
di indignazione. Zoro la guardò stupito –Non so leggere nel pensiero, ma ho
provato solo ad indovinare-.
Sbuffò di nuovo e poggiando il gomito sulla gamba appoggiò il mento nell’incavo
della mano guardandola.
La ragazza tirò fuori la prima spada e ci sputò sopra –CHEFFAI???!!!-
-Che c’è? Che c’è? Perchè urli? Non si possono lavare con l’acqua di mare o si
rovinano l’acqua del serbatoio va usata per altro. Di saliva ne abbiamo quanta
ne vogliamo, finchè possiamo bere quella. Zitto!- quindi si mise a pulirla
lentamente –Ohi capitano
siam senza di te
tu ci hai abbandonato
ma noi siam qui
ti onoriamo perchè tu lo sai
sei stato un buon capitan per noi.
Noi non piangiamo
Il cuore stringiamo
La corsa per il mare è finita
È stato bello così.
Riposa in pace capitano
La tua ciurma è con te...-
-E questa cos’è?- la interruppe Zoro, ma lei non rispose
-Noi non torneremo più in mare
se tu non sei con noi
per noi hai fatto un gran sacrificio
e noi ti rispettiamo.-.
La sua canzone si fermò. Zoro continuava a guardare la sua spada nelle sue mani,
ma quando vi vide cadere delle gocce e sapeva che non stava piovendo alzò lo
sguardo –Che hai ora?- chiese innervosito
-Questa è una canzone molto triste-
-Ma và? Piantala e finisci quello che devi fare o me le riprendo punto e stop.
Possibile che tu sia sempre così bizzarra?-. Chisato lo guardò con le guance
piene di lacrime –Eh?-
-ALLORA DILLO SUBITO!! SE NON MI SOPPORTI PERCHE’ TI SIEDI QUI???- poggiò
delicatamente e poi si allontanò in tutt’altro modo.
Le quattro ragazze la guardarono allontanarsi poi Nami si alzò e arrivata di
Zoro gli diede un pugno in testa –Brutto villano senza cuore! Insensibile!!-
-Ahi, ahi!! Ma non mi picchiare!!-
-Possibile che con lei ti devi sempre comportare da scorbutico. Con lei
soprattutto visto che comunque non tratti bene neanche le altre!-.
Zoro le guardò storto. Tutte lo guardavano con occhioni da cucciolo –Perchè...
perchè sono un branco di stupide! Come possono essere loro dei pirati?!!
Mi da fastidio il loro modo di fare infantile e sciocco, sono una vergogna per
dei pirati come noi!!-
-Come noi in che senso Zoro?- chiese Rufy
-Tu zitto!! Lasciatemi in pace!- prese le sue spade tutt’altro che delicatamente
e se andò infuriato più che mai.
Quella sera Zoro non riusciva a prendere sonno. I suoi occhi neri guardavano nel
buio della stanza. Un braccio dietro la testa, continuava a pensare alle loro
passeggere, mentre le dita dell’altra mano continuavano a toccare la cicatrice
che aveva sul petto.
Si stancò di rimanere li immobile e si alzò. Si infilò i pantaloni, ma
mettendoli si accorse che le spade non era più lì “Tsk... che palle”. Infilatosi
i pantaloni si legò il fazzoletto nero al braccio, ma moriva di caldo e non si
mise la maglietta “E dire che ieri notte si gelava, ho dormito persino col
cappotto!”.
Andò sul ponte e arrivato si stiracchiò respirando profondamente l’aria marina.
Si volse a poppa, guardando al vela “C’è molto vento... chissà come filiamo!”,
quindi decise di andare a prua per vedere la loro velocità.
Quando arrivò c’era una figura seduta sul ponte a prua seduta a terra e chinata
su qualcosa. Non sapeva chi era “Chi diamine sarà... meglio controllare” spostò
una mano sul fianco, ma si ricordò di non avere nessuna delle sue spade
“Accidenti!!!” –Ehi tu che diamine fai?!- gli urlò.
La figura saltò dallo spavento, e quando si voltò verso di lui capì chi era –Oh
no... che ci fai qui?- chiese a Chisato
-Nulla- rispose da lontano
-Come nulla? E cos’hai lì?- chiese iniziando a camminare verso di lei
-Niente- si girò di nuovo.
Zoro arrivò da lei –Ecco dov’erano! La smetti di rubarmi le cose senza che io me
ne accorga?!!!-
-Ti da più fastidio il fatto che le prenda un attimo o che le prenda senza che
tu te ne accorga?-
-Prendi un attimo? Tsk... tu le rubi...- ma non risposte alla sua domanda perchè
si sentiva troppo orgoglioso, non voleva ammettere che il fatto di farsi bagnare
il naso da una ragazzina lo mandava in bestia.
Chisato finì di pulire una delle tre spade quindi tirò fuori le altre e le prese
in mano. Si alzò mostrandogliele –Come sono?- chiese con il timore di ricevere
un’altra risposta brusca. Zoro rimase in silenzio a guardare quelle che non
sembravano nemmeno le sue spade. Nell’oscurità della notte brillavano troppo per
essere le sue –Che cosa hai fatto loro?-
-Cosa ho fatto?- chiese Chisato incredula –Le ho pulite... pulite e basta-. Zoro
la guardò in faccia per la prima volta quella sera e si accorse che aveva gli
occhi gonfi e rossi. La ragazza tirò sul col naso e rimise i foderi attaccati
alla sua cintura, però mise solo due spade nel suo fodero. Una la mise tra le
mani di Zoro–Vuoi combattere?- chiese lui
-Perchè no? Proviamo!-
-Prendi una spada anche tu no?-
-No, se dovessi incontrare dei nemici non mi offrirebbero un arma per
combattere. Se non ho nulla sono cavoli miei giustamente... e volendo puoi
usarle tutte e tre!-. Zoro ridacchiò nervosamente –Non ti pare di star facendo
un po’ la presuntuosa?-
-Un po’, ma questo è l’allenamento che ho fatto prima di partire e da quando ho
messo i piedi fuori casa non mi sono più allenata. Forza, te lo chiedo come
favore-.
Zoro si sedette a terra, affannato e stanco. Ansimava. Chisato si sedette dietro
di lui poggiando la schiena sulla sua. Anche lei era particolarmente stanca (uè!!
Non pensate male!!NdZoro).
“Solo una volta... possibile che una rimbeccillita come lei abbia un’altra
personalità da combattente eccezionale? Le ho fatto qualcosa solo una volta, ha
dei riflessi incredibili... certo... poi lei non è riuscita a farmi nulla e alla
fine ho vinto però...” –Quando hai imparato a difenderti così bene?- le chiese,
ma non ricevette risposta –Scommetto che quella cicatrice che hai sul naso è il
segno di un combattimento... te la sei vista brutta, ancora un po’ e ti
beccavano l’occhio!- ancora nulla.
Percepì il singhiozzo di Chisato solo dal sussulto del suo corpo perchè aveva
soffocato tutti i suoni –Hai deciso di combattere per non pensarci?- le chiese
-Si- rispose questa volta
-Hai pianto anche prima?-
-Si- disse solo. Ci fu di nuovo silenzio –Chi sei?- le chiese sotto voce, non si
aspettava una risposta. Conosceva un po’ Chisato ormai, ed era così misteriosa
che non gli avrebbe mai risposto –Io- cominciò lei con voce tremante –Sono la
figlia di Gold Roger. Il Re dei Pirati-.
Zoro rimase stupito ma non si mosse, voleva stare a sentire –Oggi... non molti
se ne ricordano, ma è l’anniversario della sua cattura e quindi domani della sua
morte.
È per questo che sono triste. È probabile che Sanji ti abbia raccontato quello
che Sei gli ha detto. Lei e sua madre non hanno mai fatto caso alla data in cui
arrivammo a casa loro, ma fu il giorno in cui giustiziarono mio padre. Avevo
solo cinque anni quando lui morì, ma in quei cinque anni era spesso tornato in
un punto preciso della Rotta maggiore ovvero dove io e mia mamma stavamo. Mi ha
sempre insegnato un sacco di cose, anche se era un pirata sapeva essere un padre
buonissimo.
Canzoni, ma non solo... mi insegnò quasi tutto sulla Rotta Maggiore. Ogni luogo
ogni punto, tranne quello del tesoro ovviamente... lo mise lì solo in uno degli
ultimi suoi mesi di vita.
Mi lasciò cartine, disegni, descrizioni, resoconti e mi insegnò le regole
fondamentali della vita in mare e del pirata. La cicatrice...- se la toccò con
la mano.
“Devi imparare che un pirata deve saper soffrire”
“Oooh... e come faccio?”
“Ti insegno io... adesso ti facciamo un bel taglio e vediamo come resisti”
“Eh? No, no!! Papà no per favore!”
“Forza, non fare la vigliacca o non sarai mai un vero pirata!”
“Non voglio, non voglio!!!”
“Vieni qui... ti facciamo un taglietto piccolo”
“Uffa...”
-E’ stato lui a farmelo- ridacchiò tristemente
-Lui?- chiese sgomento –Ma che razza di padre era?-
-Dovevo imparare a sopportare i dolore e quindi... e poi diceva che tutti i
buoni pirati hanno almeno una cicatrice!-
-Tsk... ora si spiega tutto. Perchè cerchi lo One Piece, perchè sei così brava,
perchè a chiedere un passaggio non ci vuole nulla (credo che tu non ne abbia mai
ucciso nessuno, ma il passaggio l’avevi comunque, sei terribile a combattere!!),
perchè conosci così bene la Rotta Maggiore, perchè ci tieni tanto a curare le
armi e perchè conosci così tante canzoni... però c’è una cosa che non mi è
chiara-
-Cosa?-
-Perchè fai sempre la scema?-. Ci fu silenzio –Perchè mio padre era un po’ così-
-Eeeeh?-
-Non si direbbe vero? Ma era così davvero... e poi se non lo fossi mi getterei
sempre nello sconforto più profondo, cosa che per un pirata non va bene. E poi
mio padre ha anche ucciso molta gente, così tanta che non si può contare sulle
dita di centotrentasette mani- Zoro cercò di fare il conto ma ci rinunciò (1370
^____^) –Quindi io ho deciso che non ucciderò nessuno... e poi... penso sempre
che gli altri potrebbero essere come mio padre, con una famiglia e dei figli...
se li uccidessi so cosa proverebbero le loro famiglie... lo so fin troppo bene-.
Si mise di nuovo a piangere, Zoro si voltò e le fece appoggiare il capo sul suo
petto cingendole il collo con un braccio –Scusami... sono stato un insensibile-
-Come potevi saperlo? Qui gli uccellini mica passano spesso!-
-Perch... ah... “me l’ha detto un uccellino”.. ora ho capito... uff... che
battute! Possibile che tu riesca a farle anche quando piangi?-. Risero piano.
Chisato lo guardò cercando di smettere di piangere. Zoro la guardò a sua volta
cercando invece di farle un sorriso rassicurante, ma al guardarla potè rimanere
solo seriamente stupito... perchè infondo... era carina con quel viso a metà tra
il serio e il perso. Gli occhi bagnati dal pianto riflettevano il suo profondo
dolore. E se doveva essere sincero... era molto bella.
Zoro si alzò di scatto e Chisato cadde a faccia in giù –Ahi!!! Ma che ti
prende?!! Mi sono fatta male...- Zoro la guardò di nuovo che si massaggiava il
naso. Era di nuovo la Chisato di sempre.
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E allora? Ah, ah, ah!!! Siete rimasti di stucco o che? Adoro questo capitolo (e
adoro Zoro e Chisato)!!! Poi lo so che magari farla figlia di Gold Roger è
trooooooppo u.u però a me che mi frega? Questa ff è dichiaratamente una ff di
sclero quindi ci posso fare quello che voglio! ihihi!!
Mi è piaciuta un casino la scena iniziale... quella dei 4 anni di differenza!!!
Ah, ah!!!
Ah, cmq questo è il penultimo capitolo quindi tra un po' la ff finisce... però
sto cominciando a pensare di fare un seguito (MWAHAHAH *risata satanica*)
Commenti? ;_;