Capitolo venticinquesimo

Masumi entrò a Villa Hayami con un uragano nel cuore.
Possibile che tutte le promesse che lui e Maya si erano scambiati non avessero alcun fondamento?
Possibile che quell’amore che aveva resistito per sette lunghi anni venisse spazzato via ?
Stava impazzendo, era tutto così dannatamente assurdo.
-Masumi! – la voce del padre riportò il giovane alla realtà.
I due uomini si guardarono in silenzio, Eisuke aveva vissuto abbastanza per comprendere che qualcosa in quella storia non quadrava, troppe coincidenze, troppi punti oscuri.
- Vorrei parlare con te.- disse l’uomo indicando la biblioteca.
Masumi annuì, fino a poco tempo non avrebbe neppure immaginato che l’unico con cui si sarebbe confidato sarebbe stato lo stesso uomo a cui anni addietro segretamente aveva giurato vendetta.
Masumi si chiuse la porta della biblioteca alle spalle.
- Vuoi spiegarmi cosa è successo a New York? – chiese Eisuke senza preamboli.
Masumi brevemente gli raccontò della visita di Sfiori, di quell’ambiguo titolo su Maya e Sakurakoji e della notte trascorsa assieme a quella donna.
Eisuke ascoltava attentamente, solo quando il figlio concluse si decise a parlare.
- Mi meraviglia che un uomo come te, che conosce perfettamente il mondo dai mass media si sia fatto abbindolare da un articolo.-
Masumi chinò il capo, il padre aveva ragione, ma quando si trattava di Maya l’affarista senza scrupoli cedeva il posto ad un uomo insicuro , non ancora preparato ad affrontare lucidamente determinate situazioni.
- Comunque, - continuò il padre con fare pratico, - questa storia mi puzza di bruciato, e scommetto che dietro ci sia proprio Sfiori.-
Masumi annuì, - L’ho pensato anche io,- rispose , passandosi una mano tra i capelli, - Dobbiamo trovare le prove che l’artefice sia lei.-
Eisuke sorrise, - Ci sto già pensando io.- confesso con una luce nello sguardo, - sto facendo pedinare quella donna da Karato, prima o poi farà un passo falso e noi l’aspetteremo al varco.-
I due uomini si scambiarono uno sguardo d’intesa.

Non furono giorni facili quelli per Maya.
Dopo aver scoperto che Masumi l’aveva tradita le era crollato il mondo addosso.
Il teatro era il suo rifugio dalla malinconia in cui era sprofondata.
Giorno dopo giorno stava dando vita a una Dea scarlatta sublime, Kuronuma era stato il primo a notarlo, ma a che prezzo quella ragazza era diventata Akoya?
Yu non lasciava maya un solo istante, la copriva di attenzioni e le stava vicino, il piano aveva funzionato , col tempo Maya avrebbe dimenticato Hayami e finalmente avrebbe capito che solo lui, Yu era l’unico che poteva renderla felice.
Maya gli aveva raccontato tutto e lui gli aveva offerto una spalla su cui piangere.
- Lui non merita le tue lacrime.- le disse un giorno mentre l’accompagnava a casa.
- Non riesco ancora e credere che mi sia stato vicino per sette anni per poi…- la voce le si era incrinata.
- Voleva usarti per ottenere i diritti della Dea Scarlatta.- rispose il ragazzo sicuro.
Maya sospirò e si asciugò le lacrime, erano oramai sotto casa.

Rei era in cucina, sentendo aprire la porta di casa si voltò.
- bentornata.- rispose allegramente.
Maya accennò a un pallido sorriso.
- ti va di aiutarmi con la cena? – chiese la ragazza, non sapeva più come tirare su il morale a Maya.
- scusa , Rei.- rispose l’amica, - ma non mi sento di cenare.-
- Ma come! – rispose Rei, - stasera viene Satomi a cena, non puoi isolarti dal mondo, Maya.-
Rei aveva ragione, si disse Maya, non poteva isolarsi dagli amici.
In quel momento suonò il campanello, Maya andò ad aprire, era Satomi.
- Sono in anticipo? – chiese il ragazzo con un sorriso, Rei gli aveva accennato cosa era successo a Maya e lui delicatamente aveva evitato di fare domande.
La serata trascorse serenamente, i tre ragazzi conversarono del più e del meno anche se Maya rispondeva a monosillabi.
Furono interrotti dallo squillo del cellulare di Rei, erano i suoi genitori.
- Torno subito.- si scusò lasciando la stanza.
Rimasto solo con Maya , Satomi la osservò, era pallida, era dimagrita enon aveva più la luce allegra di sempre.
- Maya non puoi andare avanti così.- disse dolcemente.
La ragazza alzò lo sguardo.
- non ti farò domande.- continuò satomi prendendole la mano con affetto, - ma devi reagir, lo devi a te stessa e a chi ti vuole bene.-
Maya si sentì colpita da quelle parole, - è difficile.- ammise con gli occchi velati di lacrime, - scoprire che la persona che ami ti ha tradito…Non lo perdonerò mai.-
Satomi sorrise comprensivo, - è la rabbia che ti fa arrabbiare.- rispose paziente, - si vede chiaro un chilometro che ami ancora questa persona.-
- ma…io..- balbettò Maya distogliendo lo sguardo.
- Vi siete parlati almeno? – chiese Satomi, - Gli hai dato modo di spiegarsi? –
Il silenzio di Maya gli diede la risposta, - ascolta , Maya .- disse il giovane molto seriamente, - prima di chiudere una storia è bene ascoltare l’altra persona, sentire le sue ragioni e solo dopo decidere con lucidità se chiudere o meno.Così non puoi andare avanti, la rabbia ti distruggerà.-
Maya gli posò la testa sulla spalla.- Sembri un fratello maggiore.-
Satomi l’abbracciò, - un po’ mi sento così.- ammise, - ero venuto qui l’intenzione di riconquistarti, ma poi ho visto che il tuo cuore apparteneva ad un altro e allora ho capito che il passato non poteva tornare,-
Maya gli accarezzò una guancia, colpita da quella sensibilità.
- ma nulla mi impedisce di esserti amico, - continuò, - e da amico ti dico parla con lui e solo dopo valuta il da farsi.-

Maya lo abbracciò forte piena di gratitudine e così abbracciati li trovò Rei entrando…..