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Autore: AurelioGleeKlaine    04/08/2011    1 recensioni
Si girò, di scatto, verso di me. Fissava i miei occhi.
Fissai i suoi.
‘Ti amo’, dissi.
‘Ti amo’.
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Kurt
- La lezione da molto iniziata sembrava non finire mai. Bussarono alla porta. Sentii solo: ‘Kurt!’ poi mi si mozzò il fiato.
_

Blaine
- Come ogni sera leggevo il mio vecchio libro, che non riuscivo più a finire, nel mio stretto dormitorio della Dalton. Aspettavo Kurt impazientemente e, come accadeva da quel giorno, non riuscivo ad aspettare di rivederlo. Finalmente sentii i pugni battere contro la porta! Corsi ad aprire.
Vidi il viso di Kurt solcato da lacrime di veleno. Riuscii solo ad aprire la bocca ed emettere un esile gemito di dolore. Poi si accasciò vicino i miei piedi!
Lo portai dentro.
Sussurrò con voce tremula: ‘Anche lui no!’ .
Rabbrividii.
Capì che Kurt, il ragazzo che mi face innamorare di lui, non sarebbe più rinato. Non ebbi il coraggio di chiedergli come. Mi avvicinai. Mi chiese di abbracciarlo.
L’ombra calò sui suoi occhi e cadde nel sonno.
Io rimasi lì, impietrito! Non chiusi occhio quella notte e rimasi tutto il tempo a fissarlo!
-
Dalle piccolissime fessure della finestra della mia stanza quella mattina non filtrò la luce.
Kurt aveva dormito per tutta la notte. Non cambiò posizione. Mi alzai.
Sentii squillare il telefono di Kurt: era il suo fratellastro.
Finn!’ risposi. Lo tranquillizzai: ‘Kurt è qui con me’. Mi spostai nella penombra della mia stanza con ancora il telefono in mano. ‘Perché?’ chiesi. Non riuscivo a sentire tutto quello che disse, capii soltanto: ‘[…] questa volta non c’è stato niente da fare … il cuore ha cessato di battere […]
Emisi un brevissimo respiro di dolore. Sussurrai incredulo ‘Burt’.
Salutai Finn e chiusi il telefono. Questa volta non bastava neppure una canzone per risollevarlo.
Dormiva.
Ancora.
Mi riavvicinai a lui. Gli accarezzai il viso. Lo feci dolcemente, ma lui si sveglio.
Mi fissò senza distogliere lo sguardo.
Gli chiesi: ‘Come stai?’. Non mi rispose. Si alzò di scatto come se volesse fuggire. Poi si fermò davanti alla finestra. La aprì: ‘Il buio mi mette paura!’, poi scoppiò in lacrime nascondendosi: ‘Non voglio che mi vedi così’. ‘Non preoccuparti, io sono qui e lo sarò per sempre’, replicai.Quel per sempre fece apparire un sorriso effimero sulle sue labbra.
Scomparve.
_

9 anni dopo non c’era più suo padre a sostenerlo.
Kurt stava in silenzio. Il viso rivolto verso il basso. Io ero vicino. E con me c’era sua zia Mildred, era impassibile.
Kurt si alzò.
Non fece molti passi. Schivò il gruppo di persone che si erano poste intorno alla bara. Carole lo chiamò piangendo: ‘Kurt!’. Lui fece finta di non sentirla.
Si avvicinò ad una lapide. La lapide della madre.
Si inginocchiò.
Poggiò il capo sul terreno e rimase li a piangere finché tutti non se ne andarono.
Rimanemmo soli. Io e lui. Mi avvicinai, gli porsi la mano.
Si alzò.
Era debole, riusciva solo a camminare. Le due lapidi erano vicinissime ma non si fermò a quella del padre.
Si girò, di scatto, verso di me. Fissava i miei occhi.
Fissai i suoi.
Ti amo’, dissi.
Ti amo’.
   
 
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