Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: eclissirossa    05/08/2011    1 recensioni
Hamarikyu Gardens, è il piccolo polmone verde di Tokyo. Dove una serie di amori prendono e perdono vita.
Genere: Drammatico, Erotico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il pruno bianco
ritorna secco.
Notte di luna.


(shiraume no kareki ni modoru tsukiyo kana)
-Yosa Buson -

 

Un ragazzo dalla capigliatura bianca e due orecchie sul capo, parcheggiava trafelato davanti l'entrata di un bar chiuso. Velocemente, abbandona la vettura, sistemandosi alla meglio il cappellino sul capo, e fiondandosi all'interno del locale, sicuro di trovare la porta aperta. In maniera altrettanto veloce si era portato al piano superiore, quello al quale si aveva accesso tramite una scala a chiocciola. Tra le mani le chiavi della vettura. Dannazione. Aveva fatto tardi, e c'era il traffico, la neve, e aveva fatto ancora più tardi.

‹ Miroku! Scusami! E' che c'er- › Le parole gli muoiono in gola, quando seduti ad un tavolo, c'erano i suoi due migliori amici che lo fissavano curiosi e divertiti, tenendosi le mani al disopra del tavolo, mentre due tazze fumanti facevano da contorno a quella scena romantica. Deglutisce profondamente, fermandosi ad appena due passi dalle scale, prima di vedere la ragazza, con i lunghi capelli scuri legati in una coda alzarsi e allargare appena le braccia.

‹ Inuyasha! › Aveva sbottato lei, avvicinandosi di qualche passo, come ad incitarlo di avvicinarsi. Indossava un vestito rosa che fasciava il corpo, con le maniche lunghe e che fasciava le gambe, ma non troppo. Infondo si stava bene, lì. Le sorride , ampiamente e di rimando, facendo due passi verso di lei, per poi continuare, aumentando la cadenza ed arrivarle vicino, prendendola tra le braccia e facendola girare divertito, baciandole una guancia.

‹ Sango! › Le aveva sussurrato, prima di sentirla ridere a crepapelle, rimettendola al suolo e guardandola divertito e felice. Era la sua miglior amica da un eternità, assieme a Miroku, e le era mancata, per i mesi che era stato via per il lavoro, e per quelli che l'aveva evitata. Gli riportava troppi ricordi, ma lei sembrava aver capito, non aveva insistito mai.

‹ Ti trovo divinamente! › Mormora, facendo per abbracciarla nuovamente, ma notando un braccio maschile, cingere il petto della donna allontanandola da lui, con tanto di palpata annessa al seno. In pochi minuti la figura che si ritrova cambia, notando un Miroku abbastanza infastidito guardarlo da circa cinquanta centimetri di distanza.

‹ AH! Miroku, non farla tanto lunga! › Aveva risposto, provando ad allontanarsi, ma venendo bloccato dalla presa sui capelli dell'umano che l'aveva calato fino alla sua altezza. ‹ Inu-chan, ti avevo chiesto di tornare presto! › Gli urla, contro un orecchio, stonandolo, e ritirandosi, dietro Sango, notando l'aura nera che si era formata attorno alla sua figura. Era sempre cosi, tentava di fare il duro, ma finiva sempre per prenderle.

‹ Ringrazia che ci sia Sango a coprirti, o saresti stato già morto! › Gli aveva inveito contro, lanciandogli le chiavi, prima di tornare sulla figura, nuovamente in primo piano della ragazza, guardandola con aria curiosa, perchè quei due erano soli, a casa di Miroku, a lume di candela, e in una situazione abbastanza.. romantica?

‹ Ma voi due, cosa ci facevate qui, da soli? › Domanda con aria curiosa, alzando l'indice accusatorio, puntandolo contro i suoi due amici, che di tutta risposta, arrossiscono di botto, guardando in lati opposti boccheggiando. Sorride sghembo e soddisfatto. Bingo! L'aveva sempre saputo che quei due nascondevano qualcosa, e che infondo si piacevano a vicenda, nonostante le mani morte di Miroku e le sberle troppo forti di Sango. Ghigna maggiormente, incrociando le braccia e continuandoli a fissare con aria quasi superiore. Era divertito, era raro vederli imbarazzati, avevano caratteri incredibilmente forti, ed erano schietti, non si facevano problemi di questo genere, ma ora se ne stavano facendo, e entrambi.

‹ Allora Inuyasha? Hai trovato la Divina Kagome? › Kagome aveva ricevuto quell'appellativo dall'amico per due semplici ragioni : la prima era la sua straordinaria bellezza, era divina, per l'appunto; il secondo motivo, e gli doleva ammetterlo, erano i suoi “ poteri divini “ di bacchettarlo, senza che lui reagisse, anzi, comportandosi proprio da bravo cucciolo ammaestrato. Argh, se c'era una cosa che non avrebbe mai perdonato a quella
femmina, era che l'aveva ridotto a quello stato! Cosa ancora più sconvolgente, gli piaceva.

‹ Kagome?! Inuyasha hai ritrovato Kagome?? › La voce sorpresa di Sango lo richiama, e si volta verso di lei con aria ancora assorta, un'espressione ebete sul viso, prima di calibrare bene domanda e risposta e deglutire. L'aveva trovata? No. Stringe gli occhi ambrati , alzando le mani chiuse a pugno, e lasciando che uno sbuffo gli esca dal naso.

‹ No. › Aveva quasi ringhiato, sfilandosi la giacca dal taglio sartoriale, buttandola su l'unico divano in casa di Miroku, da cui saltavano le molle a momenti, allentando la cravatta e iniziando a fare un resoconto della giornata. L'hotel, quella Kikyo che non sembrava dir niente nemmeno a loro. Aveva una catasta di pensieri per la testa, ed era stanco, esausto, accolse volentieri e senza provare a ribattere la proposta dell'amico di dormire da lui, accentando di buon grado di fare una doccia e di cambiarsi con dei vestiti dell'amico, meno appariscenti e più comuni. Andare a cercare una fanciulla vestito cosi, potrebbe spaventare, sembra che sei pronto per andare a un matrimonio! Aveva blaterato l'amico prima di sparire al piano inferiore lasciando tintinnare le chiavi dell'auto. Aveva detto che riportava Sango a casa, vistosi che si era fatto tardi, e che il cinema era saltato e avevano preferito starsene a casa. Aveva salutato l'amica calorosamente, scusandosi ancora per averle rovinato la serata. Erano i suoi migliori amici da una vita, l'avevano sostenuto quando era quasi crollato nel momento in cui Kagome era svanita. Stringe il capo a quel pensiero, che ancora lo tormentava. Lei non era scappata.

Inizia a spogliarsi lentamente, abbandonando la camicia e i pantaloni sul divano, avviandosi verso il bagno, eliminando definitivamente tutti gli indumenti ed entrando a passo lento nel box della doccia, aprendo il getto d'acqua bollente e lasciando che gli scivoli sul corpo, bagnandolo e iniziando a strofinare piano con le mani le spalle, il petto, i capelli e il viso, lasciando che il torpore dell'acqua calda lo avvolga.


- inizio flashback -


Si era letteralmente fiondato fuori il conservatorio, mancavano venti minuti, prima dell'inizio delle lezioni, ma era meglio cosi, avrebbe beccato Kagome prima che entrasse. Doveva dirglielo, non poteva, non poteva aspettare. Il tempi passò velocemente, e i venti minuti, diventarono dieci, e una figura sottile, avvolta in un cappottino rosso e una sciarpa scura, con una cascata di capelli scuri si avvicinava all'entrata al Conservatorio, velocemente, richiamo la sua attenzione, chiamandola per nome e facendole segno con la mano. Sorrise verso di lei, vedendola correre verso di lui e afferrargli i lembi della giacca, tirandolo appena verso il basso, alla sua altezza, per salutarlo con un bacio fugace a fior di labbra.

‹ Inuyasha! › Aveva mormorato, fissandolo sorridente. E come lo pronunciava lei, il suo nome, non lo pronunciava nessuno, era dolce, dalla cadenza gentile sulle lettere, strascicando appena la “ A “ alla fine, come per volerlo allungare di una lettera. Le sorrise, prendendola per mano e trascinandola verso un bar non troppo lontano, all'angolo della strata, circa cinque minuti a piedi fino al conservatorio. Le aveva stretto le spalle con un braccio e si erano avviati all'interno.

Seduti, uno di fronte all'altro, con una tazza di cioccolato fumante a riscaldare le dita raffreddate, lei stretta in vestitini troppo succinti per i suoi gusti, anzi no, gli piacevano, li adorava come le scendevano addosso, sull'incavo del seno, come fasciavano i fianchi, ma era sicuro, dannazione se lo era, che tutti la guardassero estasiati tanto quanto lui. La vide , la guardo in quegli occhi castani che sembravano l'inghiottisse in un turbinio di emozioni che erano tutte nuove. Boccheggio, qualche attimo, prima di abbandonare la tazza sul tavolo e allungare le mani sul tavolo, prendendo le sue e stringendole tra le sue , sospirando.

‹ Ho fatto quel colloquio Kagome.. › mormorò, osservandola interessarsi e annuire energicamente, con un sorriso. Dannata. Era lei che l'aveva convinto a fare un colloquio. Quel colloquio, diceva, che se era il suo sogno doveva provarci, infondo la laurea in legge non gli mancava, solo il tirocinio, ma a conti fatti aveva tutte le carte in regola, e infatti..

‹ E' andato bene. Benissimo. Mi hanno offerto un posto di lavoro, un anno e mezzo. › sussurra verso di lei, vedendola continuare a sorridere , prima di slanciarsi con un urletto verso di lui, baciandolo dolcemente, iniziando a complimentarsi con lui a fior di labbra. Sorrise, ricambiando le attenzioni per qualche attimo, prima di allontanarla appena da se , osservandola. Lo guardava curiosa, ovviamente, non si allontanava mai da lei, cosi.

‹ Il problema Kagome è che... è a Pechino. › sussurra, e la vede sbiancare, e gli occhioni allargarsi, terrorizzati. Le prese di slancio le mani, stringendole nelle sue e fissandola, sorridente, baciandole le nocche e continuando a fissarla negli occhi, ancora quell'espressione spaventata. Non capiva?

‹ Vieni con me, Kagome. Stiamo insieme da poco, lo so, ma vieni con me. Staremo bene, te lo prometto. › Mormoro, fissandola, il terrore lasciava spazio allo sgomento, alla curiosità e allo stupore. La vede schiudere le labbra, mentre per un attimo gli occhi si animavano, ma non uscì nessuna parola, le labbra rimasero schiuse, quando il rintocco delle campane richiamo l'attenzione della giovane ragazza, che richiuse subito le labbra, puntando gli sul mezzo-demone che aveva davanti. Le 15. Lei aveva lezioni , ed era in tremendo ritardo, e sapeva che non doveva mai essere in ritardo. La vede alzarsi velocemente, e avvicinarsi a lui, baciandolo lievemente sulle labbra, sorridendo leggermente.

‹ Ne parliamo stasera, Inuyasha. Fidati di me. › Aveva sussurrato, recuperando le sue cose e correndo all'esterno, verso il conservatorio. Rimase lì, a fissare al sua figura sparire oltre la porta, sfiorandosi il viso con aria assorta. Non gli aveva risposto. Doveva fidarsi di lei, dannazione, doveva farlo. Kagome non l'avrebbe ferito. Si massaggia piano le gambe, riprendendo a sorseggiare la sua cioccolata. C'era una cosa, che non aveva notato quando lei era fuggita via, l'enorme sorriso, radioso che si era impossessato del suo volto, angelico.


- fine flashback -

Un suono esterno al suo ricordo lo richiamo, alla realtà, il telefono. Chi era a quell'ora della sera? Chiuse velocemente il getto dell'acqua, recuperando un asciugamano cingendolo attorno alla vita, camminando fuori dal bagno, verso il telefono che squillava all'impazzata, lasciando dietro di se una scia di impronte d'acqua e goccioline che cadevano dai lunghi capelli bagnati. C'era quasi, scavalcò il divano in malo modo, tenendosi ancora con una mano l'asciugamano attorno alla vita. La mano artigliata si allunga fino al telefono, alzandolo e portandolo contro l'orecchio sensibile, o provandoci, almeno.

‹ Argh- › "Dannato filo!" Pensò cercando di liberarlo dalla stretta attorno a un cimelio, secondo Miroku, di famiglia. Alzo finalmente la cornetta contro l'orecchio. ‹ Pronto? Pronto?... Pronto? › Aveva urlato quasi contro l'apparecchio, ma la comunicazione era stata gia terminata, lasciando spazio e suono solo al fastidioso “ tuu-tuu “ che indicava la linea libera. Ringhiò sommessamente contro l'apparecchio, tornando a sistemarlo al suo posto, e lasciando una nuova scia d'acqua dietro di se, tornò in bagno, fiondandosi nella doccia per finire di lavarsi, questa volta fu attento, aprendo il getto d'acqua gelida, per evitarsi altre spiacevoli ricadute in ricordi non troppo distanti. Sente gli schizzi ghiacciati colpirgli la pelle, e rabbrividisce avvertendo il gelo pervaderlo, cosi distante dall'acqua calda di poco prima che l'aveva avvolto, lasciandolo crogiolarsi nei ricordi; l'acqua gelida lo risvegliava. Erano ricordi. Kagome non era con lui, non c'era più. Diede un pugno in una mattonella che costituiva il muro del box doccia, guardandola crepare sotto il colpo possente e la sua mano arrossarsi appena sulle nocche. Usci da quella doccia più rabbuiato di prima, infilandosi i vestiti di Miroku in maniera lenta e lasciandosi ricadere sul divano, sopra la giacca e la camicia, abbandonandosi in un sonno privo di beatitudine, e colmo di inquietudine.


In un appartamento, nascosta nella penombra una ragazza stringeva ancora al petto un cordless con aria imbronciata. Perchè le aveva dato quel numero? Perchè non aveva risposto nessuno?! Aveva chiamato! Lui voleva che la chiamasse! Stringe gli occhi scuri, sentendo le lacrime iniziare a pizzicare per uscire, e non le trattenne, si lascia scivolare al suolo, avvertendo il contatto deciso del pavimento contro le ginocchia. Dolore. I ricordi le annebbiano la mente, le lacrime gli occhi, e il dolore, il cuore.


“ Inuyasha, dove sei? “



--------------------------------------------
ok! questo è l'ultimo capito che posto prima delle vacanze
come vi sembra?!
a presto! :*

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: eclissirossa