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Autore: fuckingplanet    06/08/2011    1 recensioni
«...Pensavo che prima o poi dovrò chiederti un favore.Direi più prima che poi.»,alzò lo sguardo.
«Un prima che gira intorno a....?»Frank lo scrutava curioso e un pò preoccupato.
«Un prima che gira intorno ad adesso,se possiamo parlare in privato».
Gerard ne era convinto,ormai:Frank Iero era c'ho di cui aveva bisogno.Frank Iero era il chitarrista che aspettava da tanto.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Frank Iero, Gerard Way, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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                                                                                                                                                                                                                                   new start
«Alla prossima.»
Frank non fece in tempo a girarsi che una ragazzina tappa,con converse consumate e una chioma rossa sgargiante gli venne incontro e gli si attaccò al collo come un koala.
«Frankieeeeee!»,quasi gli urlò in quella sala piena di gente occupata fortunatamente a commentare lo spettacolo appena visto.«C'è,no,via!»,la ragazzina lo strinse di più,forse convinta che stringendo la presa lui comprendesse quanto bene gli voleva.
«Cass-Cassie,d-dai,lasciami...Mi stai soffocando,eh.Come pensi possa cavarsela Mikey senza di me se tu mi fai fuori?»,ridacchiò con voce roca dovuta alla stretta.La ragazza sembrò convinta e lo lasciò,guardandolo con quegli occhioni verdi,lucidi e grandi,simili a quelli di una bambola di porcellana.Perchè questo in fondo sembrava,una bambola di fine porcellana lasciata in mano ad una bambina assieme a smalto nero,trucco scuro e tanta,ma tanta forza d'animo.
«Scusa,Frank,ma è che sei stato fantastico!C'è,no,anzi,FANTASMAGORICO!».
Cassie sembrava in estasi,totalmente sconvolta da quell'incredibile performance.Lui la guardava e rideva divertito,pensando che probabilmente troppi zuccheri facevano male pure ad una diciassettenne.
«Ok,Cassie,adesso sembri più bruciata del solito!»,gli disse con confidenza.Lei fece la finta offesa ed incrociò le braccia al petto,coprendo le quattro lettere cubitali rossicce che definivano AC/DC.
«Uff,non è mica colpa mia se sei stato fantastico!»,disse come fosse ovvio.«Ma se vuoi posso dirti che hai fatto schifo.Si,beh,guarda,Frankie,non ti si poteva proprio sentire!»
Poi rise,schiudendo i petali rossi che erano le sue labbra,lasciando uscire quel suono cristallino.Rise e sembrò un'altra persona,sembrò più vera di come normalmente appariva.Rise e Frank fu catturato dai suoi occhi languidi come sempre.
«Beh,effettivamente stasera sono un pò più di fuori del solito..»
La sua voce adesso era più adulta,meno acuta di poco prima,come se quelle risa l'avessero rischiarata.Come se l'avessero riportata alla sua vera età,alla persona un poco più contenuta,meno infantile che in teoria sarebbe dovuta essere.
«E...Comunque,Frankie,ma che voleva il fratello di questo coglione da te?»
Cassie accennò a Mikey,a cui rivolse un sorriso ed una linguaccia come per rimediare,vedendolo lievemente offeso.Cassie era così,si divertiva troppo a prendere in giro Way Junior,come lo chiamava da un pezzo. Sapeva che lui non se la prendeva mai più di tanto,perchè tanto ormai conosceva bene la ragazza.Mai come Frank,chiaro,ma quasi.
La giovane abbracciò calorosamente l'occhialuto,senza staccare gli occhi dal chitarrista tatuato,che sembrò quasi imbarazzato.
«Bah,niente...Voleva solo farmi i complimenti di persona,dato che sono stato fantastico!»,ridacchio,cercando di apparire sincero al cento per cento.Ma Frank lo sapeva.Lo sapeva di non essere bravo a mentire,nemmeno se avesse dovuto dire una cazzata per gioco.Non ci riusciva ed era consapevole che quello sguardo truce che Cassie gli stava rivolgendo stava per un "tu non me la racconti giusta".
«Beh,ma basta parlare,ho bisogno di una birra!» tagliò corto con un risolino scappando letteralmente verso il bancone del bar.

 

 

Il suo cuore batteva.Batteva forte e chiaro come la batteria dietro di lei,il cui suono violento riempiva la piccola stanza dalle mura grezze.Si sentiva leggera e trasportata da tutte quelle note,da quelle corde appena sfiorate,da quei suoni veloci e sintetici prodotti dalla tastiera.
Cominciò a cantare.Tra un sospiro e l'altro,tra uno sbatter di ciglia ed uno schiuder di labbra,cominciò a cantare come acqua che scende morbida e delicata sulle roccie scure ed appuntite di uno strapiombo.
Improvvisamente si sentiva a casa,come quando stava con Frank.Tra la musica,dietro all'asta di un microfono,si sentiva a casa.La scena era sua,lei possedeva le carte in tavola e le rigirava come voleva.Avrebbe potuto cambiare tutto da un momento all'altro,con un lungo vibrato o con una variazione decisa ed elegante.Oppure con un tono di voce più alto,alto quasi quanto un urlo.Aveva tutto in mano,il mazzo lo gestiva lei.
Adesso spingeva più voce fuori,la teneva sotto controllo e fino a che poi la fece sbocciare,aggiungendo quel tocco di teatralità che fa di una cantante da quattro soldi una grande interprete.
«Give me your heart and your soul»
Lottava con la chitarra.Una lotta infinita fatta di toccate e fughe,di agguati e di attacchi determinanti.Una lotta che avrebbe deciso chi dei due avrebbe portato a termine la missione di far vibrare il corpo di ogni spettatore,nella quale la principale posta in palio era il proprio orgoglio.
Le labbra rosse ancora una volta si schiusero,mentre in quegli occhi verdi cerchiati di nero si acendeva la linea folle dell'isteria donata dalla canzone.Una smorfia.Su quella bocca si era dipinta una smorfia d'improvvisa pazzia,che aveva rafforzato chiudendo lentamente il palmo di fronte al suo sguardo agitato.
Lei voleva veramente il cuore,voleva veramente l'anima.Credeva feramemente alle parole che pronunciava con cura maniacale.Le sentiva dentro al petto,le sentiva battere ed urlarle che lei era,lei c'era tra quelle note.Ne era avvolta.Era colei che portava in battaglia ogni suo risorsa.Era un sorriso,un ammiccamento ed un momento di totale estasi.Era piacere,libertà,amore e lussuria.Era persa in un tunnel dal quale non si poteva tornare indietro.Sarebbe dovuta andare avanti fino alla luce,fino alla speranza che non tardò a venire,anzi.Le sembrò fosse giunta fin troppo presto.
Così pian piano la sua voce sfumò e la musica finì di un botto,lasciandola dispersa,un pò spaesata.
Non avrebbe voluto che finisse.Ci stava così bene in quel mondo fatto di pentagrammi e riflettori.Non voleva abbandonarlo così presto,ma doveva.Doveva farlo per poi tornarci appena possibile.
«Wow.Wow,davvero,non ho parole.Solo...Venerdì,ore 18 in punto,qua.Sii puntuale.»
Cassie li guardò,trattenendosi dal saltellare.Significava che era dentro?Significava che ormai faceva parte dei Devil's Black Dog?Avrebbe chiamato Frank subito sul momento.
Poi uno dei ragazzi si avvicinò a lei.Era alto,con grandi spalle,capelli corti e scuri e occhi azzurri che avrebberò gelato il sangue a chiunque.La guardò,le fece i complimenti e le chiese di uscire.
Cassie pensò che Frank avrebbe anche potuto aspettare per un pò.Già,avrebbe potuto aspettare.

 

«Mamma!Mikey!Sono a casa!» urlò Gerard,entrando nella casa silenziosa.Si tolse giacca e sciarpa e le attaccò all'attaccapanni fissato ad una delle due pareti che definivano l'ingresso.Asciugò ancora una volta i piedi sullo zerbino prima di prendere a camminare per l'abitazione alla ricerca della madre e del fratello.
«Mamma!Mikey!»Evidentemente non c'erano.Probabilmente sarebbero stati fuori a cominciare le terribili compere natalizie che odiavo.Non era il fatto dei regali o del fare un pensiero alle persone a cui si teneva di più ad infastidirlo,per carità,bensì l'orda di persone che,tra neve,ghiaccio e tazze di caffè bollente tra le mani,andava a far scoppiare i centri commerciali ed i negozi più interessanti.Per non parlare di quanto fossero inagibili le strade,dopo che tutta Belleville aveva deciso di comprare il necessario ai grandi magazzini della piccola città.Ecco perchè Gerard preferiva di gran lunga fare piccoli pensieri con le sue mani,diciamo.Per lo più delle volte regalava poesie,o racconti,o schizzi ormai terminati dai colori sgargianti.Pensava seriamente che tra sua madre e suo fratello avessero i cassetti pieni della sua arte-regalo.
Per quest'anno,però,aveva un'altra esilarante idea da mettere in atto.Da quando aveva conosciuto Frank Iero,e si era ritrovato un'altra persona a cui dover fare un regalo,la sua vena artistica si era sviluppata maggiormente anche in campo musicale.Nonostante non fosse molto capace con chitarra,piano e tutto il resto,era riuscito a trovare nella sua mente melodie e versi di una bellezza particolare.E non era solo lui,che aveva generalmente l'autostima a terra,a dirlo,ma anche Frank e suo fratello Mikey lo confermavano.Sapeva lavorarci bene con le parole e se tutte quelle noticchie canzonate fossero state cucite assieme da un bravo sarto,avrebbero dato vita a qualcosa di molto interessante.Così Gerard si era messo in testa di percorrere quella via,di aggiungerla a tutte le svolte che aveva preso in passato.Aveva deciso di cercare quel sarto che si era presentato subito,non appena la mente di Gerard aveva ricordato la grande bravura e l'immenso amore di Frank nei confronti della sua chitarra.Quest'ultimo,se avesse potuto,avrebbe suonato ora dopo ora,giorno dopo giorno,fino alla morte,lo aveva detto lui stesso più volte.
Quindi,Gerard,aveva proposto al chitarrista di aiutarlo a mettere in piedi quelle canzoncine che sembravano poter avere un futuro,se maneggiate per bene,per regalarle alla sua famiglia.Avevano deciso d'incontrarsi a casa del musicista,luogo più sicuro dove nessun Way avrebbe scoperto della sorpresa del ragazzo.Certo era che c'era molto da lavorare per renderle canzoni vere e proprie,così come primo obbiettivo si erano fissati delle semplici acustiche,fatte solo a chitarra e,in casi più rari,a piano.E,si,stavano facendo un lavoro strabiliante,tanto che,dopo aver fatto ascoltare le prime bozze all'attuale gruppo di Frank,gli avevano pure fatto i complimenti.
Gerard arrivò in cucina e si versò una tazza di caffè nero,mentre controllava i messaggi arrivati durante la guida.Uno di suo fratello che lo avvertiva delle compere già cominciate,uno di sua madre che gli ripeteva la stessa cosa e l'ultimo era di Frank,che lo avvisava delle prove di quella mattinata.Gerard rispose con un "Ci sono di certo.Ho qualche idea in più!" e tornò al caffè e al foglio di cotone su cui era disegnata una bozza di un particolare supereroe.Quest'ultimo possedeva molti tatuaggi,grandi occhi verdi e dei capelli che andavano a formare un'alta cresta.Tra le mani teneva una chitarra dalle fatture particolari,per lo più concave che lasciavano piccoli spigoli a dare una sensazione fulminea,ma delicata.Cominciò a definire i tratti abbozzati prima con una matita e poi con una china,prima di andare a lavorare con gli acquarelli.Aveva deciso di utilizzare un'altra tecnica,quella volta,per quel nuovo regalo di Natale.Quell'anno pareva avergli portato nuove ispirazioni e sembrava celargliene delle altre che sarebbero arrivate col tempo.Per il momento si sarebbe "limitato" ad attraversare al meglio quelle porte che gli si erano aperte,con le speranze più grandi nel cuore e nell'anima.

  
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