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Autore: ClaireLongHair    06/08/2011    4 recensioni
Un biglietto per Disneyland che mi porterà dritta dritta al capitan Jack Sparrow. Un biglietto che spingerà me a capire Johnny da dentro e non solo a soffermarmi sui suoi tratti fisici stravolgenti e intensi. A divertimento e risate, si alterneranno momenti di riflessione sempre sotto una luce ironica. Sette giorni lunghi e indimenticabili al fianco dell'uomo che ho sempre stimato senza mai averlo conosciuto direttamente.
Mi auguro col cuore che chi leggerà possa ritrovarsi un po' in ciò che ho provato a mettere giù ...
P.S. Help me! ho bisogno di numerose, numerose recensioni! ;)
GRAZIE IN ANTICIPO
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A bordo piscina.

 
– Allora, noi due dovremmo parlare … . – annuncia il Capitan Sparrow.
– Non dovevamo sfidarci a braccio di ferro invece?! – domando con fame crescete.
– Già, ma nel caso in cui tu dovessi vincere, dove ci sistemiamo per pranzare? Volevo parlare del luogo in cui ci delizieremo con le pietanze che vedi dentro questo bel cesto di vimini. – dice, alzando la tovaglia da sopra al cestino.
Vedo un bel po’ di roba, deliziosi sandwiches al formaggio, altri al prosciutto, altri con sfiziosi pomodorini freschi, insalata e maionese e un bel termos col the fresco alla pesca. Faccio per allungare la mano sul panino più esterno e lui si divincola scherzosamente, lasciandomi con le contrazioni alla bocca dello stomaco per la fame evidente. Inizio a sentire il sapore vero della sfida (oltre ad immaginare quello dei panini succulenti che eccitano il mio palato!).
Johnny riceve una chiamata e mi dice: – E’ la mia piccola principessa, arrivo tra un attimo. – così, con un sorriso da vero papà si allontana per parlare un po’ con la sua Lily.
Mi accorgo che un uomo sui trentacinque anni, con vestito e occhiali neri, rimane colle braccia sul petto vicino al cestino di vimini. Quell’uomo è l’autista del caro Johnny. È la prima volta che mi soffermo sulla sua persona, anche se è proprio lui che ci ha condotti fino a lì! Ma è un tipo un po’ strano che rimane sempre distante dagli altri perché probabilmente il suo lavoro richiede questo: indifferenza!
Rifletto sul fatto che battere il bicipite di un pirata è un’impresa vera e spietata e umilmente capisco che non ho speranze! Il signor Depp è sempre il signor Depp!
Mi avvicino all’uomo nero: – Salve. – dico, mostrandomi gioviale.
– Salve signorina. – risponde lui con garbo.
– Certo che oggi è una bella e calda giornata, eh? –
– Già, non si respira! –
– E l’afa porta stanchezza, e la stanchezza alimenta la fame. Non crede anche lei? –
– Se sta cercando di dire che dovrò sfidare io monsieur Depp, si sbaglia di grosso! niente vincita, niente panini! – dice con accento francese.
– Ma monsieur!, avrà fame anche lei! O sbaglio? Se non lo batto a braccio di ferro darà il cesto di picnic al primo che passa e noi resteremo con lo stomaco vuoto fino a stasera! –
 – E questo cosa c'entra, mademoseille? –
– C'entra! Perché se io non vinco, perde pure lei e questo significa che morirà di fame. C'est la vie!
L'uomo mi fissa con aria interrogativa. A questo non aveva ancora pensato e l'afa del giorno è insopportabile. E inoltre io soffro di pressione bassa e se non mi godo un po' di refrigerio all'ombra rischio di SVENIRE! Ma questo non lo sa nessuno oltre a me e al Signore Gesù al momento. E se io dicessi questo al caro Johnny passerei per una svampita piagnona che pur di mangiare si farebbe incoronare regina delle scimmie della giungla!
Una cosa è certa, devo batterlo a Braccio di Ferro!
– Scusate il ritardo ma la mia Lily mi ha raccontato un bel po' di roba. – dice il signor Depp con affetto. Sembra che sia rimasto ancora nella villa, presso la sua campagna francese con la sua bella famigliola.
Gli sorrido e per un attimo ho l'impressione che anche l'autista sorrida nel vederlo così felice.
– Bene, bene. Adesso andiamo a noi. Sei pronta? – mi domanda con aria di sfida.
– Sono sempre pronta, credo. –
– Okay. – così facendo, si inginocchia sul prato e mi fa cenno di imitarlo. Mi siedo di fronte a lui e poggio il gomito sull'erba, lui fa lo stesso. Impugna la mia mano e ci concentriamo. Ora, lo so che può sembrare buffo: io che sfido a braccio di ferro un pirata della stazza di Jack Sparrow. Ma non è così buffo come può sembrare. O meglio, cerco di rendere la situazione meno imbarazzante e comica a mio favore. Nel frattempo mi guardo in giro con la coda dell'occhio per vedere dove sia Monsieur Autista affinché possa impietosirlo con i miei occhioni dolci, di coniglietto indifeso, cosicché sia lui a voler prendere il mio posto. Ma niente da fare! Non lo vedo.
– Al tre si parte ... –
Annuisco chiamando a me tutte le forze fisiche di cui sono dotata. Ma una speranza è accesa dentro di me. Forse perché la speranza che un crampo venga all'avambraccio del mio sfidante è quello che tutti desidererebbero al mio posto.
– UNO ... DUE ... e TRR ... –
Mi affretto ad abbassargli il braccio mentre da dietro alle sue spalle sbuca, proprio lui, Monsieur Autista!!! Johnny si contrae sull'erba ridendo a crepapelle, e inizialmente non capisco il perché ma vedo che monsieur autista si sta sbizzarrendo nel fargli il SOLLETICO! Non sapevo che Johnny soffrisse il solletico! Si sta dimenando come un bambino e lo comprendo appieno perché io posso morire se qualcuno insiste troppo nel farmelo. Potrebbe venirmi un infarto o qualcosa di simile. Ma la cosa più bella è che monsieur autista si ostina a smettere di solleticarlo per tutto il corpo. Johnny diventa pallido col tanto ridere e io non resisto alla sua risata contagiosa, perciò lo seguo a catena come la ola degli stadi! Devo dire che non mi rendo conto ancora del fatto che io ho vinto, dopotutto.
– Monsieur!, la smetta per favore, abbiamo vinto il pranzo. E' inutile continuare! – gli dico con fare soddisfatto e pieno di allegria. Da dentro, il mio stomaco parla e mi dice: – Bvava! Bvava!– sta diventando francese anche lui con tutto questo cibo caratteristico e raffinato. :)
– Questo non è leale.– fa Johnny rialzandosi da terra e puntandomi il dito contro.
– Lo so, ma io sono una “piratessa” affamata e i pirati non sono mai leali. I pirati non hanno complici ma solo nemici. –
– Tu sentila! ... –
– L'ha detto lui, il capitan Jack Sparrow! – dichiaro con un sorrisone sul viso.
– E allora presumo che Jacques sia un pirata anche lui, eh? – mi chiede con aria sospetta.
– Più o meno, monsieur. – interviene l'autista sentendosi chiamato in causa.
– Allora, state in  guarda voi due! Ricorderete questo giorno, come il giorno in cui avete quasi imbrogliato il Capitan Jack Sparrow! Perché io, sotto la veste di Capitan Sparrow, vi recluto i panini e adieu madames e monsieurs! –
– Ehi, un patto è un patto! – esulta Jacques, correndogli dietro.
Io assisto come un'ebete a quell'inaspettata situazione. Guarda un po', il caro monsieur Jacques che faceva tutto l'indifferente, per la fame sbotta di brutto! Mi diverto come una matta. Mi sento l'artefice di tutto ma al contempo la vittima! Il mio stomaco è ancora vuoto e la mia bocca è asciutta come un panno steso al sole.
– Venite qua! Ho fame anch'io! – e li raggiungo, correndo. I panini mi aspettano!
 
– E adesso arriva il dolce! – esclama Johnny tirando dal cesto di vimini un vassoio rosso scarlatto avvolto con della carta stagnola ben piegata.
– Non dirmi che sei stato tu a prepararlo. Non ci credo. – strido sorpresa.
– Certo che sono stato io! In verità ... mi sono fatto dare una mano dal cuoco dell'hotel questa mattina all'alba. C'è un limite a tutto. – e mi sorride.
– Sarà delizioso! – dico davvero felice.
Ognuno ne prende un piccolo pezzo e al primo morso Jacques esclama: – Magnifique! C'est Magnifique! Tres Bien ... . –
– Ha un ottimo sapore! Potresti avere una carriera culinaria splendida. –
– Oh, lo so bene!, coi tempi che corrono bisogna cimentarsi in molte cose. Se un mio film fallisce, ci sarà una cucina ad attendermi!–
Scoppio in un risata: – La probabilità che un tuo film fallisca è alta tanto quanto quella che a me spuntino i tentacoli di Davy Jones! –
Assume una smorfia di sorriso: – Questo non puoi dirlo. Siamo umani, e tutti possiamo fallire! –
– Certo! Ma nel contesto cinematografico è impossibile che questo avvenga a un tipo come un certo JohnnyDeppLaLeggenda! –
– Ahahahah! Ti ringrazio per l'appellativo! – sorride sinceramente grato.
 
Sono le tre del pomeriggio e, dopo aver messo tutto in ordine, eccoci qui a godere della frescura che ci raggiunge, col venticello soave in quell'ora calda che suggerisce riposo.
– Allora, finalmente un momento tranquillo. Di che parliamo? –
O MIO DIO! E' una vita che aspettoquestadomanda da questapersona ma, pensando che non sarebbe mai arrivata, non mi sono mai curata della risposta. E adesso????
– Raccontami qualcosa ... – biascico su due piedi.
– Tutto qui? Mi aspettavo qualcosa di particolarmente difficile, elaborato, ... mi ero preoccupato ma ... è bellissimo parlare con te! – risponde sorpreso, ridendo.
Non capisco se la sorpresa è piacevole o non, però almeno l'ho sorpreso ad ogni modo!
– Beh, per cominciare, credo sia meglio che ti racconti qualcosa sul perché ho deciso di far si che questo concorso al quale tu hai partecipato e vinto ha avuto il mio assenso. Sarebbe banale dirti che sono stato costretto dal mio agente o cose simili, … perché io ho accettato per pura ... curiosità! Sono un tipo curioso e interessato ... – (oltre che terribilmente interessante!, penso per concludere il concetto.) – ... Mi piacciono le cose così, un po' all'avventura. Le cose nuove, temerarie per così dire. Trascorrere una settimana con te è qualcosa di speciale e di niente affatto forzato. Che motivo avrebbe un attore di sentirsi prigioniero in una situazione simile e accettare di affrontarla per pura pubblicità?! Non sono un tipo del genere, per mia fortuna. Devo sentirmi bene quando affronto una sfida. Qualunque essa sia. Poi se il tutto avrà un lieto fine, allora sarò soddisfatto di me stesso ma lo sarei anche se qualcosa andasse male! Un po' come la sfida a braccio di ferro di questa mattina. Ho perso ma sono felice uguale! –
– In pratica vorresti dire che sei felice anche se le cose vanno male? –
– Non esattamente, sono felice quando vivo appieno le mie scelte, indipendentemente da come esse vadano. Ma devo avere la consapevolezza di stare facendo quello che voglio. Penso sia giusto così. – mi spiega con pazienza. Il signor Depp si sdraia sull'erba, colle mani dietro alla nuca e fissa per un po' i rami degli alberi che tremano al tocco ristoratore del vento.
– E tu? Sei d'accordo? – mi domanda, riaprendo gli occhi.
– Io? Oh beh, non saprei. Ma in fondo è così come dici; però non so se io rimarrei col sorriso sulle labbra se qualcosa in cui credevo poi mi lasciasse delusa. –
– E' proprio questo il punto. Se tu hai un minimo di stima non ti fai certi complessi, perché se in una circostanza ti sentivi di fare così e non colà non hai sbagliato. Hai solo fatto per come ti sentivi, e comunque sia andata, sentivi giusto. Perché hai scelto "tu". –
Sorrido: – E allora com'è che ti descrivono tutti come un tipo insicuro? Anzi!, lo dici tu stesso nelle interviste! –
– Non sono sicuro di me. Però non è solito, a casa mia, piangersi addosso. Sono insicuro ma CuRiOsO ... è questo che sono. A volte soffro dentro ma mi faccio forte. Non è sempre facile passare sopra a certe cose, ma ci provo. –
– Ah, adesso capisco. Ma nelle scelte, lavorative e non, da cosa ti lasci influenzare? ... –
– Dal senno, ma in buona parte dall'istinto. E' come mi sento di fare che mi aiuta a capire cosa fare e se farlo in quel momento. –
– Wow! Allora hai buon fiuto per gli "affari"! –
Ridiamo.
– Parlami un po' di te ... che ti piace oltre alla musica e alla scrittura? –
– Mi piace la pace, la tranquillità, il sano divertimento, le risate tra amici, l'unità familiare, ... Mi piacciono le cose belle e affascinanti. E mi piace la fantasia e in abbondanza anche le storie di pirati. Sono a posto, no? – chiedo con ironia.
– Oh, certo che sei a posto! Se ti piacciono i pirati sei una fuorilegge ma sei a posto! –
– Sicuro! Però non bevo rum. – dico, precisando.
– Allora sei la brutta copia di un pirata! – rincara lui con fare contrito.
– Naaa...! Non mi lascerò abbindolare dalle chiacchiere del pirata Jack Sparrow! – rispondo, alzandomi da terra.
– Avete omesso un "Capitano", mi pare. E sapete una cosa? Non permetterò mai a una donna di salire a bordo della Perla Nera! –
– Chi ha mai detto che io voglia farlo? –
– Ve ne pentirete, vi dico! –
– A si?! Possibilmente me ne pentirò, ma non mi piangerò addosso!, perché rispetto le mie scelte e rispetto me stessa! E voi, come osate rivolgervi a una donna, seppur un pirata, con tali termini scontrosi e fraudolenti?! –
– Un pirata, le donne le rapisce col fascino e le abbandona al porto della città!, non le tratta certo coi guanti d'oro, mia cara mademoiselle. Un pirata vero ama solo se stesso e la pirateria. – annuncia fiero Johnny sotto le vesti di Jack Sparrow. La sua aria seducente è tale e quale in entrambi i casi! *_* :>
– Non tutte le donne si lasciano rapire come quelle che voi avete frequentato a Tortuga, Capitano. – rispondo un po' infastidita. (Viva le donne forti! XD)
– Ne sono sicuro, sai? – dice tornando “Johnny Depp”. Poi mi sussurra: – Era tanto per recitare. Questo lo pensa il Capitan Sparrow! – e mi fa l'occhiolino, esibendomi un sorrisetto delizioso.
 
Ormai è tarda sera.
Siamo ritornati da un pezzo al Disneyland Hotel. L'atmosfera qui è speciale e fantasticamente suggestiva. Abbiamo cenato in un angolino all'aperto io e Johnny e mi ha raccontato un po' dei suoi bambini. Deve essere bello per loro avere un papà attore che recita nei panni di personaggi fantastici e spesso strani. Davvero interessante! Non riesco a non pensare al fatto che comunque la sera tutta la famiglia sta comodamente sul divano del salotto a guardare i film in cui lo stesso Johnny è protagonista! Sarebbe bellissimo far parte della combriccola, ogni tanto.
– Ehi, a cosa stai pensando? – mi domanda il signor Depp, con sguardo sottile.
In quel momento mi salta in mente una scenetta deliziosa! Proprio da leccarsi i baffi! Ed è realizzabile al 1000 %, stavolta. Allora gli dico: – Vuoi proprio saperlo? –
– Beh, si! Se non è troppo. –
– Oh, non è affatto troppo, ma che gusto c'è, se togliamo la sorpresa? –
– Vuoi spaventarmi? – dice lui, con aria indagatrice.
– Affatto! Torno subito, aspettami esattamente "qui". –
– Mi fido! –
– Buon per te! – sghignazzo, subdola.
Lo lascio sulla sdraio della piscina in cui ci trovavamo e mi allontano, recandomi in camera mia.
Avevo preparato il materiale che mi serviva appena ritornata in Hotel, nel pomeriggio. La vendetta ha un sapore unico, certe volte! Uahuahuahuah!
Prendo il sacchetto di carta che avevo sul letto e mi precipito a capofitto per le scale per raggiungere la zona piscina, zeppa di gente e bambini.
– Eccomi! – annuncio alle spalle del pirata.
– Eccoti. Hai fatto presto. – constata Johnny.
– Oh, prestissimo. Non c'è tempo da perdere. Tra poco le persone andranno via. –
– Possiamo lo stesso rimanere un altro po' a chiacchierare, no? –
– Non ha importanza. Adesso devi assolutamente cambiarti d'abito e filare in cabina per coprirti per bene! –
– Ma non fa freddo! E' estate. Sto bene così. La tu sorpresa è un po' ambigua, sai? –
– Oh, lo so bene! Daiiii, non perdiamo altro tempo! – così dicendo, gli porgo la busta.
Lui la apre e osserva per bene quello che vi è dentro. Esprime il suo disgusto con uno sguardo contrariato. Alza gli occhi al cielo e mi prega con falsa disperazione: – Dobbiamo proprio? –
– Oh, si! – dico io enfatizzata.
– D'accordo, un patto è un patto. Ho perso e pagherò con la mia penitenza: Egittooo sto arrivandooooo ... – annuncia ad alta voce, attirando l'attenzione di molti.
Io rido, coprendomi la bocca con la mano.
Lui si passa le dita sulla nuca, carezzandosi i capelli e con un sorriso travagliato mi da le spalle e fila dritto dritto in una delle tante cabine.
– Prenditi tutto il tempo che vuoi, Okay? – gli dico ironicamente. – E copriti bene! –
Mi sorride scettico fissandomi per qualche momento e finalmente va per la sua strada.
 
Passano alcuni minuti, un quarto d'ora, mezz'ora, quaranta minuti ...
– Em ... Johnny, ne hai ancora per molto? –
– Sto quasi finendo!!! – ulula dallo spogliatoio.
– La gente sta andando via! E questo non è giusto. Esci altrimenti la penitenza sarà rimandata alla colazione di domattina! – dico a mo' di minaccia.
– Allora, dimmi quando vuoi e io uscirò in un baleno da qua dentro! Sto sudando come non mai in questo strettoio. – annuncia, con voce soffocata.
– Bene!!! Tre, due, unoooo ... FUORI!!! – urlo con euforia.
Vedo spalancare la porta e mi si presenta un Johnny Depp mai visto prima! Inimmaginabile! Strabiliante! Una figura dissonante imbrattata di “bianco carta igienica”, coi piedi scalzi e i capelli scompigliati. Ma la cosa più bella sono le due lenti fascinose che sbucano fuori dal groviglio di carta bene arruffata. Il signor Depp sfoggia una camminata da vero zombie assonnato,con gli arti superiori che formano novanta gradi con l'addome e l'intero corpo che si muove con stentatezza. Non gli si vede nemmeno la bocca e le parole che pronuncia sembrano provenire da un baratro. Che scena tetra!, accidenti! Non credevo che venendo a Parigi mi sarei trovata di fronte a una Mummia - Depp. Incomincia a vagare lungo il bordo piscina, rischiando di abbattersi la gente in costume da bagno. Nessuno inizialmente capisce chi si nasconde sotto alle bende biancastre ma il mistero viene presto svelato quando la carta igienica incomincia a scivolargli di dosso e gli copre entrambi gli occhi. Il signor Depp (accidentalmente) mette  il piede destro in un posto inadatto e parecchio bagnato ... eeeehh ... Pluf! Si tuffa in acqua. Mi avvicino al bordo piscina spaventata. Per un attimo temo il peggio. Gli schiamazzi e gli schizzi d'acqua hanno attirato l'attenzione di molti che non sanno cosa sia successo in realtà. Mi sento la colpevole per tutto. Pochi istanti dopo al tuffo avventato, Johnny sbuca dall'acqua alzando le braccia ricoperte ancora di carta igienica bagnata, appiccicosa e trasparente. Dimena le braccia per divincolarsi da quella poltiglia di carta ma qualche pezzo gli rimane ancora addosso.
– Ehilà, gente!, va tutto bene. L'acqua è bella fresca qui! – sorride sornione e per niente arrabbiato, rimanendo a galla con gli occhiali appannati e ancora sul naso.
Si leva un sospiro di sollievo da parte di tutta la gente che assisteva ansiosa. Qualche risolino viene fuori divertito e poi pian piano tutto torna alla normalità. Johnny nuota fino alla scaletta ed esce fuori tutto pimpante. Si toglie gli occhiali e mi raggiunge lasciandosi dietro una scia di stille d’acqua.
Fino a questo momento non ho fatto altro che mostrare la mia faccia divertita e soddisfatta. Avevo sghignazzato per un bel po' assistendo al tuffo in acqua da Campionato ma subito ho pensato al fatto che Johnny si fosse potuto far male e la risata era subito andata via. Adesso però vorrei poter ridere a crepapelle ma non ne ho il coraggio.
Si avvicina a me e ci sediamo sulle sdraio di un'ora prima, muti come due pesci.
Lui guarda me e io guardo lui. Nessuno apre bocca.
Alla fine, sbottiamo in una risata piena di pazzia. Starnazziamo come le oche del laghetto al campo da golf.
– Hai ... hai della carta igienica attaccata ai capelli! – annuncio tra una risata schioccante e l'altra.
Si tocca la testa e la rintraccia. La prende, lanciandola nella mia direzione. Io la schivo. Mi annodo il mio bel pareo rosa sui fianchi con un fiocco sul lato sinistro, faccio per andarmene quando ... Johnny mi agguanta, prendendomi in braccio e lanciandomi in acqua come se fossi un sacco di patate appena raccolte!
Emergo dalla piscina con un impulso di rabbia. Esco dall'acqua, guadagnandomi gli sguardi curiosi di molti fino a quando raggiungo il caro signor Depp.
– Questo non è cortese! – sbotto, con aria ironica, cacciando via l'acqua dai miei lunghi capelli.
– Non ho detto che lo sia! – conclude lui, soddisfatto.
– Ahahahahahah! Ma guardati! – rido, vedendo che la carta igienica bagnata gli è rimasta ancora dappertutto.
– Cosa c'è? – mi domanda, sorseggiando un the fresco.
– C'è che sei ancora ricoperto di carta igienica, sei caduto in acqua e hai fatto sganasciare dalle risate tutto l'hotel, personale compreso, e c'è che ti sei vendicato buttandomi in piscina. Ma ti aspetta di peggio!, mio caro Pirata. –
– Uhhh! Mi spaventi ancora! – poi prende un asciugamano per togliersi l'acqua da dosso: – Non vedo l'ora di ridere di nuovo con te, sai? E'davvero un piacere ... . –
– Lo è anche per me. Ma non solo perché tu sei lo strabiliante Johnny Depp, ma perché tu sei quello che sei, con la tua spontaneità e la tua ironia. Non hai una maschera. –
– Esatto, io sono l'uomo dai mille volti, infatti. Come potrei avere una?! – ;–)
 
   
 
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