Racconta Nick..
-Cose le hai fatto?!- mi chiede infuriato Jake.
-Io..non l'ho fatto apposta..- dico abbassandomi su di lei. -Il pugno era per te, non per lei. Ma si è messa in mezzo.-
-Potevi stare attento, no?-
Fingo di non ascoltarlo e cerco di svegliare Bea:
-Per favore, svegliati.- dico toccandole le guance.
-Ha battuto la testa troppo forte, dobbiamo chiamare un'ambulanza.-
-La chiamo io, tu vai ad avvisare gli altri.- prendo il telefono intanto che Jake rientra in casa. Rispondono subito:
-Pronto?-
-Pronto, senta ho bisogno di aiuto. La mia ragazza ha preso un pugno in faccia per sbaglio, è caduta, ha sbattuto la testa, io non so che fare!-
-Si calmi. Arriveremo in un attimo, ci indichi la via per favore.-
-Sì, è sull'82 strada, vicino a Central Park.-
-Arriviamo.- metto giù la chiamata e mi abbasso ancora, prendendole la mano. -Scusa.-
-Bea, Bea!- urla Lea facendosi spazio tra gli invitati che, agitati, sono usciti dalla casa di Jake. -Cos'è successo?-
-Quell'idiota le ha tirato un pugno in faccia.- dice Jake.
-Idiota sarai tu!- si intromette Virginia.
-Io non ho fatto niente!-
-Oh ma per favore- continuo voltandomi verso di lui con fare di disprezzo. -"Questo ed altro per la più bella della città" se tu la smettessi di comportati così con la mia ragazza, forse tutto questo non sarebbe successo!-
Sentiamo il suono dell'ambulanza che arriva di corsa, scendono due infermieri con la barella:
-Permesso, permesso!- prendono Bea e la caricano sopra. -C'è qualcuno maggiorenne?- chiede uno dei due.
-Io.- rispondo avvicinandomi. -Fatemi venire con voi.-
-Salga.- dice facendomi un cenno con la mano.
Salgo e mi siedo: al buio, non ero riuscito a vedere niente, ma con la luce all'interno dell'ambulanza, vedo il viso di Bea pieno di sangue.
-Che cosa ti ho fatto..- dico accarezzandole i capelli.
I due infermieri chiudono le porte dell'ambulanza e mi chiedono precisamente oca è accaduto; dopo aver raccontato tutto, un infermiere pulisce il sangue sulla guancia di Bea e le mette la mascherina dell'ossigeno.
-Probabilmente si è rotto il naso.-
-E perché non si risveglia?- chiedo preoccupato.
-Quando è caduta, la testa ha sbattuto troppo forte. Se non si sveglia, dovremo metterla in coma farmacologico.-
Arrivati in ospedale corriamo al suo interno, cercando una stanza libera:
-Ora chiamiamo il dottore, lei stia ad aspettare fuori per favore.-
Mi siedo su una delle sedie fuori la stanza e aspetto, iniziando a piangere come non avevo mai fatto, da quando avevo l'età di otto anni.
Arrivano i genitori di Bea e mio padre:
-Nicholas.- dice avvicinandosi a me per abbracciarmi.
-Dov'è?- chiede sua mamma preoccupata.
-E' dentro. Io non volevo colpirla, lei si è messa in mezzo, non me ne ero accorto. Scusatemi.-
Nel frattempo esce il dottore dalla stanza:
-Come sta?- chiede Marilena, la mamma di Bea.
-Ha il naso rotto e le si sta formando un ematoma sotto l'occhio sinistro. Se non si risveglia entro le nove di domani mattina andrà in coma. Mi dispiace.-
Marilena inizia a piangere, abbracciando il marito e il fratello di Bea, e poco dopo entrano tutti nella stanza per vederla.
-Le ho rovinato la vita papà, Le ho rovinato il compleanno. Tutti mi odieranno, se non si risveglia cosa faccio?!-
-Stai tranquillo, si risveglierà. La speranza è sempre l'ultima a morire.-
Racconta Bea..
Apro leggermente gli occhi: mi sembra di aver dormito un'eternità; sento la mia mano sinistra stretta forte in quella di qualcun altro, ma la testa mi fa troppo male per girarla e vedere chi è; sento qualcosa sul naso, e capisco di avere una mascherina per l'ossigeno sulla bocca; alzo il braccio destro: un flebo.
Fa caldo, con le gambe cerco di togliermi la coperta di dosso, ma il mio movimento sveglia la persona accanto a me.
-Bea..?- chiede.
-Nick?- dico iniziando, senza motivo, a piangere.
-Ti sei svegliata. Papà!- dice urlando.
-Piano per favore, mi fa male la testa.-
-Scusami.- dice iniziando anche lui a piangere.
-Perchè piangi?-
-E' tutta colpa mia. Ti ho tirato per sbaglio un pugno in faccia, che era per Jake.-
-Ah sì, me lo ricordo. Mi sono messa in mezzo apposta sperando che ti fermassi.-
-Io non l'ho fatto apposta, lo sai vero? Non ti avrei mai colpita.-
-Lo so, stai tranquillo.- dico stringendogli la mano.
-Nick, tutto bene?- chiede entrando Paul.
-Si è svegliata, chiama il dottore.-
-Ti ho rovinato il compleanno.- dice poi rivolgendosi a me. -Prima abbiamo litigato e poi questo.-
-Nick, non fa niente, davvero. Poteva succedere in qualsiasi altro momento.-
-Ci siamo svegliati, eh?- chiede un dottore entrando nella stanza con i miei genitori. -Piacere, io sono il dottor Dean. Allora, riesci ad alzarti? Dobbiamo fare dei piccoli test per vedere come risponde il cervello. Hei- dice rivolgendosi a Nick. -Puoi lasciare un secondo la mano della tua amata, per favore?-
Sorrido e Nick mi lascia la mano; mi metto a sedere sul letto e, aiutata dal dottore, mi alzo in piedi.
-Bene, prima di tutto, segui il mio dito con gli occhi.- inizia a muovere il dito avanti e indietro, a destra e a sinistra. -Fin qui, tutto bene. Andiamo avanti. Fai gli stessi movimenti che faccio io.- sposta le braccia dal naso, ai fianchi, in avanti e di nuovo sul naso. -Bene, anche qui. L'ultimo: cammina mettendo un piede davanti all'altro.-
Cammino, fino ai primi due passi, tutto va bene, poi inizio a perdere l'equilibrio e cado a terra.
Nick mi corre vicino e mi aiuta ad alzarmi.
-Cos'ho?- chiedo al dottore.
-Hai preso un bella botta cadendo. Spero ritorni nella normalità entro qualche giorno. Ci vediamo più tardi.- esce dalla stanza.
-Vuoi tornare a letto?- mi chiede Nick.
Gli faccio cenno di sì sol capo e, dopo avermi presa in braccio, mi corica sul letto.
-Grazie.- gli dico. -E grazie anche per il pigiama.- sorrido guardando la felpa grigia di Nick troppo grande addosso a me.
-Figurati.-
Dopo l'ora di pranzo rimaniamo io e Nick da soli in stanza:
-Se vuoi andare a casa, vai pure.- dico gentile a Nick.
-No, io voglio stare qui. E' colpa mia quello che è successo.-
Prendo lo specchietto vicino a me e mi guardo:
-Come sono brutta.- dico ridacchiando. -Sembra che mi abbiano truccato male.-
Sento gli occhi di Nick pieni di lacrime addosso. -Nick ascoltami. Non ti disperare per quello che è successo.-
-Ma..-
-Aspetta. Poteva capitarmi con chiunque in questo mondo. Meglio che sia successo con te, che con qualcun altro, magari mi lasciava morire a terra. Tu so che non l'avresti fatto, appunto per questo sono più tranquilla. Ora sono, qui con te, viva. Sto bene Nick, non piangere più, okay?-
-Va bene.- si alza dalla sedia e si china verso di me. -Posso?-
-Certo che sì.- gli sorrido e lo prendo dietro al collo avvicinandolo al mio viso, fino ad arrivare al contatto con le nostre labbra semiaperte per lasciare incontrare le nostre lingue.
-Aiha.- dico distaccandomi da Nick.
-Scusami, ti ho fatto male?-
-No, non sei stato tu. Ho toccato con il mio naso il tuo e mi fa malissimo.-
Nick si siede vicino a me e mi accarezza il viso, poi sentiamo bussare alla porta:
-Avanti.- dico alzandomi leggermente per mettermi a sedere.
-Disturbo?- chiede Jake con in mano un mazzo di fiori, aprendo la porta.