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Autore: Sybeoil    07/08/2011    2 recensioni
Come dovrebbe essere una ragazza? Dolce, aggrazziata, sensibile e schiva. Beh, io sono l'esatto opposto. Il mio nome è Amalia e faccio parte della Gilda, la più grande congrega di assassini di tutto il regno. Vivo in questo modo da quando ho quattro anni, vale a dire, dal momento in cui Shiack mi trovò per le vie della capitale a chiedere l'elemosima. Sono stata cresciuta da una banda di uomini che di mestiere fanno gli assassini, perciò fossi in voi non mi stupirei se vedeste in me una specie di maschiaccio imprigionato nel corpo di una donna.Quando voglio so essere piuttosto spietata e crudele e decisamente non assomiglio a quelle oche giulive che fanno da protagoniste nelle favole per bambini. Io, al contrario loro, non ho bisogno di essere salvata, anzi forse dovrei salvare gli altri, ma da me stessa. Ah,e per finire. Ho diciotto anni, capelli biondo lucente, occhi azzurro lapislazzuli e questa è la mia storia.
Genere: Avventura, Azione | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 17

 

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"A morire siamo tutti bravi,
la cosa difficile da fare, è vivere
sapendo di aver perso persone importanti"

 

< Mi dispiace interrompere questo momento diabetico ma dobbiamo levare le tende e al più presto > La bionda era stata fin troppo delicata nel comunicare a Jason l’urgenza di andarsene da quel luogo alla svelta. Non c’era tempo per piangere la morte di quella donna né tanto meno per seppellirla con tutti gli onori, dovevano andarsene. < Sei un insensibile > l’accusò la rossa con le lacrime agli occhi. < Gli è appena morta la madre e te che fai? Gli dici di muovere il culo. Sei pessima >

Non che quelle parole avessero il potere di ferirla però le provocarono comunque una strana sensazione. Non di colpa o rimorso solo fastidio.

< Senti > sibilò tra i denti la bionda sempre più nervosa < Siamo già in ritardo con la tabella di marcia, ho dovuto accettare te e lui nel gruppo. Se permetti tengo molto di più alla mia di pelle e non ho nessuna intenzione di regalarla a quelle stupide guardie >

La voce di Amalia era bassa ma minacciosa, si poteva percepire tutta la fatica che stava facendo per non saltare al collo della rossa e spezzarglielo. Le costava davvero molta, moltissima fatica mantenere la calma quando quella sottospecie di ragazzina viziata la rimproverava.

In aiuto della rossa intervenne Xavier che cercò di ammorbidire la bionda ma senza successo < Amalia forse Neifel a ragione, diamogli qualche momento >

La ragazza lo fulminò con uno sguardo che esprimeva tutto il suo stupore. Non poteva crederci, ora anche lui era dalla sua parte, incredibile. < Sentite voi fate quello che volete ma io me ne vado, ci tengo ancora alla pelle >

Detto ciò voltò le spalle agli occupanti della stanza e uscì dalla casa diretta verso la porta ovest del villaggio.

< Mal fermati > la voce del suo amico Xavier le giunse alle orecchie quando ormai aveva quasi raggiunto il cancello. Era incazzata nera e nessun tipo di scusa avrebbe potuto rabbonirla o farle cambiare idea. Quella dannata rossa si stava prendendo ogni cosa. Prima un posto all’interno del gruppo, poi Jason e ora anche Xavier. Non poteva sopportarlo, se voleva poteva tenerseli, lei non aveva bisogno di nessuno.

< Mal ti prego fermati, mi dispiace > Una mano le sfiorò la spalla provocando una reazione istintiva nell’organismo della bionda. Con velocità fulminea afferrò il braccio di Xavier bloccandoglielo dietro la schiena e puntandogli il pugnale alla gola. < Perché dovrei fermarmi? State tutti meglio senza di me e poi sembra che lo rossa ti garbi > sputò tra i denti. < Mal che cazzo dici, io non voglio nessuno a parte te lo sai > La sincerità nelle parole del ragazzo convinse la bionda a lasciarlo andare ma senza abbandonare lo sguardo assassino che aveva indossato dal momento in cui Neifel gli aveva tirato quel brutto tiro alla piazza principale rischiando di farla ammazzare.

< Mal io ti amo e per favore aspettaci verremo con te > Dietro le spalle del ragazzo comparvero le sagome di Jason e Neifel con indosso un broncio molto simile a quello di Amalia.

Finalmente erano riusciti a lasciare la città, anche se non con poche difficoltà, ed erano pronti per affrontare il grande deserto che gli si prospettava davanti.

La vegetazione si faceva sempre più rada e spinosa mentre aumentavano i ciottoli e la terra rossa bruciata dal sole. La sera si avvicinava con passo svelto e la temperatura stava calando quasi alla stessa velocità, se volevano sopravvivere al freddo e ai predatori notturni che abitavano quelle terre desolate dovevano trovare un riparo. A qualche chilometro di distanza si intravedevano della sagome di rocce e montagne, magari lì avrebbero trovato una grotta dove accamparsi e passare la notte.

Se nei due giorni precedenti la rossa si era impegnata con tutta se stessa per riempire ogni minuto di silenzio che si veniva a creare nel gruppo questa volta se ne stette zitta e buona nelle retrovie accano a Jason ancora scosso per la perdita della madre e in parte dall’insensibilità di Amalia. La bionda invece marciava in testa al gruppo decisa a mettere la maggior distanza possibile tra lei e quelle stupide guardie. Non aveva nessuna voglia di essere rinchiusa nelle segrete di qualche prigione e magari essere torturata. Lei era quella che certe cose le faceva sugli altri, di certo non le subiva. Dietro di lei, interposto tra Amalia e Neifel per evitare spargimenti inutili di sangue, c’era Xavier che marciava silenzioso con il suo zaino in spalla.

Era ormai buio quando raggiunsero le montagne che avevano scorto una volta lasciato la città di Lochux e la visibilità era ridotta al minimo. Per fortuna la maga venne loro in soccorso evocando un globo luminescente che facesse strada e illuminasse l’ambiente circostante. Orgogliosa com’era Amalia decise di non ricorrere all’aiuto della rossa sostenendo di essere perfettamente in grado di orientarsi nella più totale oscurità. E in effetti era vero, Amalia aveva la straordinaria capacità di orientarsi anche negli spazi più oscuri. In quel modo riusciva sempre a cavarsela. Moltissime volte questa sua innata capacità le era tornata utile durante una delle sue uscite notturne in cui doveva compiere il suo lavoro.

Per fortuna le grotte scavate all’interno della montagna erano disabitate e nessun animale sembrava averne preso possesso così decisero di stabilirsi lì per la notte e l’indomani mattina avrebbero ripreso il viaggio. La rossa e Jason si preoccuparono di preparare la cena mentre Amalia e Xavier approntarono alcune trappole da piazzare all’entrata della grotta. Stabilirono anche dei turni di guardia, dove ovviamente, non furono inclusi i due novellini. Per loro sarebbe stato troppo faticoso reggere i ritmi a cui erano abituati i due assassini.

Dopo aver posizionato le trappole uscirono fuori alla ricerca di legna da ardere. Gli arbusti che Amalia aveva scorto poco prima lungo le pendici della montagna sarebbero stati perfetti. Erano piccoli e secchi, ottimi da ardere. Mentre erano chini sugli arbusti spinosi Xavier se ne uscì con una domanda che sorprese Amalia.

< Mal, stai bene? > chiese seriamente preoccupato. < In che senso? > domandò la bionda non capendo. < Nel senso, sei sicura di voler continuare questa cosa? > spiegò il moretto.

La bionda lo fissò battagliera pronta per litigare di nuovo < Senti ho detto che voglio arrivare fino in fondo a questa storia poi se tu non te la senti libero di andartene >

Era stanca di dover sempre ripetere le stesse cose, se non voleva andare avanti ma realizzare il suo sogno di andare a vivere nelle Terre dell’Ovest era libero di farlo, ma non avrebbe dovuto assillarla in quel modo. Aveva già le sue preoccupazioni a cui pensare.

< Non ho detto questo > si giustificò il ragazzo < Solo che non capisco perché tu lo faccia, insomma non sai nemmeno se ciò che ha detto Shiack sia la verità o solo una bugia >

Amalia rifletté che in fondo quello che diceva non era del tutto sbagliato, magari Shiack aveva detto una cavolata o lei aveva sentito male, però c’era sempre quella strana sensazione e quei ricordi confusi che non le davano tregua. Continuavano a riempirle la mente convincendola che era il caso di indagare e che la capitale era il suo posto. Sentiva con tutta se stessa che c’era qualcosa in lei di diverso, qualcosa che andava oltre il completo di pelle e i pugnali dateli dalla Gilda.

< Può anche darsi > rifletté seria < Ma io ho bisogno di sapere > disse con tono quasi supplicante < Ho bisogno di conoscere le mie origini, da quando ho sentito il discorso che Shiack a fatto a tuo padre non riesco a darmi pace è come se dovessi andare alla capitale per forza >

Si fermò un attimo sedendosi su un masso sporgente e invitando Xavier a fare lo stesso. Il ragazzo seguì il consiglio e gli si accomodò accanto passandole un braccio intorno alla vita. < E poi c’è stato quel dialogo con la Morte > aggiunse quasi sovra pensiero.

< Un dialogo con la morte? > domandò Xavier non capendo cosa potesse centrare quello con ciò di cui stavano parlando.

Se avesse potuto Amalia si sarebbe mozzata la lingua, sentiva che non era ancora il caso di rivelare del suo “incontro” con la Dea Morte, ma ormai il gioco era fatto e non poteva tirarsi indietro.

< Sì > mormorò a bassa voce < Quando sono rimasta incosciente alla Gilda ho visto la Morte e posso assicurarti che non è come ce la immaginiamo > aggiunse prima che Xavier potesse chiederle delucidazione riguardo il suo aspetto. < E’ una donna bellissima e anche gentile, per quanto ho potuto vedere >

L’espressione scioccata del ragazzo bastava per esprimere la sorpresa e la curiosità che si agitavano spasmodiche in fondo ai quei due pozzi verdi. < Mi ha parlato, dicendomi che non avrei dovuto abbandonare la via che gli Dei anni fa, scelsero per me e poi se ne è uscita con una frase alquanto strana >

< Che frase? > domandò ormai completamente rapito da quel racconto.

< Beh, ha detto di ricordarmi che dalla morte deriva sempre la vita, anche se non so cosa voglia dire esattamente > la bionda rifletté su quelle parole qualche istante poi non riuscendo a trovare una soluzione si alzò e cominciò a incamminarsi verso la grotta.

Al contrario dell’esterno l’interno della grotta nella quale aveva trovato riparo era avvolto in un caldo tepore arricchito dal profumo invitante di carne arrosto. Prima ancora che i due potessero portare la legna alla rossa, questa, aveva acceso un fuoco evocando la magia e cuocendoci su un animale di dubbia provenienza il cui odore però faceva salire l’acquolina in bocca.

Se possibile quel gesto solleticò ancora di più l’orgoglio della bionda che mollò la legna a terra e andò a sedersi nell’angolo più buio dove estrasse la sua spada. Il rumore della lama che veniva estratta dalla fodera fece scattare la rossa, che convinta di essere il bersaglio, si alzò mettendosi in posizione di difesa. Amalia la guardò dubbiosa prima di tornare alla pulizia della sua arma. Capendo di non essere l’obbiettivo della bionda Neifel tornò a sedersi e a dedicarsi alla cucina mentre Jason sistemava i giacigli per la notte e Xavier aggiungeva legna al fuoco. Per quasi mezz’ora gli unici rumori udibili furono lo scoppiettio del grasso sul fuoco e il raschiare della lama contro una pietra. Quando poi Neifel annunciò che la cena era pronta i due maschietti si precipitarono accanto al piccolo falò pronti per ricevere la loro porzione di cibo. Amalia, ferita com’era nell’orgoglio, rimase dov’era sola e a digiuno. A nulla valsero le suppliche di Xavier, che continuava a pregarla di unirsi a loro nel banchetto, oppure le richieste -seppur non del tutto sincere- di Neifel che la invitava a mangiare fin quando fosse stato ancora caldo. Quando la bionda si metteva in testa qualcosa, farglielo passare era davvero una faticaccia.

Dopo aver spazzolato tutto ciò che era rimasto la rossa e Xavier si sistemarono nei rispettivi giacigli pronti per dormire, mentre Amalia si andò a posizionare accanto all’entrata della grotta per il primo turno di guardia.

Anche Jason andò a sdraiarsi nel suo giaciglio, deciso a mettere una fine a quella giornata tremendamente stressante, ma per sua sfortuna il sonno non sembrava voler arrivare. Così, stanco di girarsi e rigirarsi sul suolo duro e freddo, andò a sedersi accanto alla bionda che era intenta ad osservare le numerose stelle sparse su nel cielo.

< Belle vero? > commentò Jason. La bionda si girò nella sua direzione annuendo. < Senti io… >

Amalia voleva scusarsi per quello che aveva detto e fatto quel pomeriggio, ma non essendo abitata a porgere delle scuse, trovare le parole adatte per farsi perdonare le veniva davvero difficile.

In aiuto le venne Jason, che capendo dove avrebbe portato il discorso, l’anticipò accettando le sue scuse un po’ moleste.

< Non preoccuparti, è tutto ok > disse rivolto alla bionda. I suoi occhi erano fissi sulla figura semi illuminata della bionda, che sotto quella prospettiva, appariva ancora più bella.

La linea dritta del naso che terminava leggermente all’insù e le labbra piene di un color pesca naturale sembravano essere stati dipinti dal più grande dei pittori. L’esile collo, bianco come marmo, si sposava perfettamente con le spalle squadrate e rivestite dalla giacca rosso cremisi che sembrava avvolgerla come una seconda pelle. Le gambe raccolte al petto e gli occhi fissi sui diamanti appesi nel cielo le donavano un aria sognante un po’ da bambina, che fece capire al biondino, quanto in realtà quella straordinaria donna racchiudesse dentro di lei.

Forse ancora non lo sapeva, ma quegli occhi erano destinati a grandi cose. Solo una grande donna avrebbe potuto indossare due pietre tanto preziose senza rendersi conto del potere che possedevano. I suoi erano occhi magnetici e incantatori. Avevano il bizzarro potere di possedere l’animo delle persone che avevano la fortuna di perdercisi dentro e annegare in quel mare azzurro. I riflessi dorati accanto alla pupilla sembravano frammenti di una sole al tramonto nel grande Mare del Nord, dove il ghiaccio regnava sovrano. Jason ne era sicuro, le sue origini erano qualcosa di speciale. Fredda e glaciale come gli antichi guerrieri, bella e sinuosa come le Ninfe di un tempo.

Amalia sarebbe divenuta una grande donna, molto più grande di quanto non fosse già.


 

Angolo autrice:

Dunque, ben tornati a tutti. Ringrazio S_Anonima_E i cui complimenti mi riempono sempre di gioia e tutti coloro che seguono questa storia in silenzio, leggendo e apprezzando ogni riga. Grazie!
Per prima cosa vorrei specificare che la crudeltà di Amalia del capitolo precedente è stata messa in particolare evidenza, per distinguerla da Neifel, che invece è il suo esatto opposto. Le due, come credo di sia visto, sono in competizione e possiedono caratteri diametralmente opposti. Dove una manca di tatto e senseibilità, l'altra ne possiede fin troppo. Dove una è colma di parole l'altra non ne trova mai di adatte. Insomma sarà una bella sfida per la nostra Mal non strangolare la rossa nel sonno. Jason invece è stato inserito per dare un pizzico di normalità ad un gruppo che di normale ha ben poco. Il viaggio continuerà e le sorprese non mancheranno di certo, già nel prossimo capitolo, si scopriranno cose che lasceranno tutti a bocca aperta ( compresa me che le ho scritte XD ).
In ogni caso vi invito a rimanere con me e a seguire le avventure di Mal e dei suoi amici! A presto, Sybeoil!

P.S questa è un immagine di come all'incirca è il desederto delle Terre del Sud http://weheartit.com/entry/12970427
Mentre questa è la spada di Mal  http://weheartit.com/entry/12762833

  
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