Capitolo 15:
Il
bacio di sangue
“Hey
Akatzuki!!!”
“Ma che ca..?! Che c’è Hanabusa?! Sai
che non devi svegliarmi a quest’ora!”
“Scusa è che non avevo sonno!”
“E io che centro?!? Solo perché tu non hai sonno
non significa che non debba
dormire neanche io!”
rispose Kain tentando di sistemare alla meglio la sua capigliatura
ribelle. “Vado
a farmi un giro” concluse vestendosi e uscendo dalla stanza.
Era una mattina piatta come al solito, scossa solo da un leggero
venticello
fresco. Kain fece un giro attorno alla night class poi decise di andare
nell’immenso giardino per riposarsi un po’ prima
che la day class incominciasse
le lezioni, ma mentre si stava avvicinando ad un albero scorse una
figura
accovacciata vicino alla fontana al centro del cortile, si
avvicinò e riconobbe
dei lunghi capelli neri a lui familiari.
“Hey Electra! Anche tu mattiniera??”
domandò con tono cordiale, ma in risposta
senti solo dei singhiozzi.
“Che è successo?” ma neanche questa sua
domanda ebbe risposta. Allora osservò
la sua mano: stringeva una cartella. Sopra c’era il sigillo
degli hunter, la
prese delicatamente e appena lo fece la mano della ragazza si ritrasse
raggiungendo il viso nascosto tra le gambe. Il giovane vampiro
esaminò il
titolo: “Rapporto su Cinnamon Black”, solo quando
lesse il contenuto della
cartella si rese conto di quello che provava Electra, ma non
poté fare niente
per consolarla, solo abbracciala e condividere l’odio per
quell’uomo che le
aveva spezzato il cuore.
“Ma dove cavolo si è cacciata Electra?!”
urlò Kerin mentre si aggirava per i
corridoi del dormitorio. Aveva dormito poco a causa di quello che era
successo
la sera prima, quindi aveva deciso di andare dalla sorella a
confidarsi, ma
quando aveva bussato alla porta della stanza dall’altra parte
non c’era stata
alcuna risposta.
“Uffa!!! Proprio ora che avevo bisogno di lei!!”
disse la ragazza percorrendo
il corridoio a grandi falcate, stava tornando nella sua stanza, ma
mentre stava
girando l’angolo intravide una figura a lei familiare: Zero.
Si appiattì sul
muro e tornò indietro, non aveva voglia di parlargli di
prima mattina, doveva
prima sbollire la rabbia, quindi decise di andare a fare un altro giro
per
cerare la sorella, ma d’improvviso udì una voce
che sfortunatamente aveva già
sentito.
“Ciao Zero!” disse la giovane Kuran osservando con
curiosità il ragazzo “Che ci
fai qui aspetti qualcuno?” disse osservando la porta dove era poggiato
“Non proprio…” rispose il ragazzo con
voce assonnata “ E tu?” domandò cercando
di cambiare discorso
“Avevo solo nostalgia di questo posto, e volevo rivedere
almeno da fuori la
porta della mia camera”
“Capisco…”
“Ho visto la nuova guardian, è molto
carina…”
“Già” rispose freddamente il ragazzo
“Oh! Dai non essere così freddo con me!”
disse la ragazza abbozzando un broncio
“Che cosa vuoi Yuuki? Mi sembrava di essere stato chiaro
l’anno scorso, quando
tu decidesti di partire con Kaname”
“Sai bene che il nostro legame è indissolubile,
anche se provi ad allontanarmi
e a dimenticarti di me non potrai mai farlo del tutto” disse
avvicinandosi a
Zero “Tu mi ami, e non puoi evitarlo”
continuò incamminandosi per i corridoi.
“Ah! Se non te ne fossi accorto, c’è
qualcuno ad ascoltarci” concluse indicando
l’angolo e andando verso l’uscita del dormitorio
Sole.
Zero si avvicinò al punto indicatogli da Yuuki e la vide:
era poggiata al muro
e guardava per terra con uno sguardo perso, quando si accorse di lui il
viso le
si infiammò e cercò di spiegare la situazione.
“Sc- scusa! Non volevo origliare e solo che stavo tornando in
camera e…”
“Non preoccuparti” la interruppe il guardian
“Ero venuto per chiederti scusa…” disse
arrossendo anch’egli
“Scusa e di cosa? Tu non hai niente da scusarti! Sono io che
ho sbagliato, ti
ho fatto la ramanzina senza sapere cosa tu provassi per quella
ragazza…” disse
mentre la sua voce incominciava a farsi tremante
“E’…è ovvio che tu la ami
quindi ho sbagliato a mettermi in mezzo” continuò
mentre le lacrime incominciavano
a scenderle lungo in viso
“No! No! Non piangere ti prego non è come
credi!” pensò Zero mentre la ragazza
cercava di nascondere il viso tra i capelli
“O-ora devo andare, ci vediamo più tardi in
classe!” disse Kerin correndo verso
camera sua, ma il ragazzo la fermò per un braccio. Ormai
Zero sapeva che quella
era l’unica soluzione, si morse il polso e succhiò
un po’ del suo sangue.
“Zero ma che…” non riuscì a
finire la frase. Il vampiro la tirò a sé
rubandole
il suo primo bacio.
Kerin sentì scorrere giù per la gola un liquido
dal sapore metallico.“Quando un
vampiro beve il sangue di qualcuno è in grado anche di
capire i suoi sentimenti
e vedere i suoi pensieri, e questo vale anche per voi due anche se
siete
vampire solo per metà” questo aveva detto la madre
a lei e sua sorella qualche
settimana prima della sua morte, ma non avrebbe mai pensato di
sperimentarlo in
prima persona. Si sentiva come se il suo corpo non le appartenesse, era
come se
fosse entrata nella mente di Zero e ne stesse osservando i pensieri:
vedeva
tutti momenti passati insieme ma da un’ottica che non era la
sua, sentiva tutti
i sentimenti che Zero provava per lei riempirle il cuore e sapeva che
quelli
erano anche i suoi sentimenti.
“Alla
fine non ce l’ho fatta.” disse il ragazzo
sciogliendosi delicatamente da quel bacio
“A fare cosa?” domandò Kerin ancora un
po’ stordita
“A farmi odiare da te” rispose guardandola
dolcemente “Credo di amarti.” disse
prima di darle un altro bacio.
Le
parole di Zero le rimbombavano ancor nella mente
“Credo di amarti.” dovette aspettare un
po’ prima di rendersi conto che era
successo sul serio e che non si trattava di un sogno.
“Devo dirlo ad Electra!! A quest’ora dovrebbe
essere tornata in stanza!” pensò
dirigendosi verso la camera della sorella, lei c’era ma non
come se
l’aspettava. Camminava barcollando ed era poggiata alle
spalle di Kain, un
vampiro della night class, aveva una faccia cupa che non prometteva
niente di
buono
“Che è successo?!” chiese preoccupata,
ma la sorella non le rispose. Fissava il
pavimento con uno sguardo vuoto, solo una volta Kerin aveva visto la
sorella in
quello stato ed era stato alla morte della madre, quando i due hunter
le
avevano lasciate sole con il corpo inerte della madre.
Guardò Kain in cerca di una spiegazione ma questi si
limitò solo a farle cenno
di entrare in camera.
La porta si chiuse e lei sapeva che quando si sarebbe riaperta della
felicità
che provava in quel momento non sarebbe rimasto più nulla.