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Autore: Paperetta    07/08/2011    3 recensioni
Una storia in più capitoli che racconta alcuni momenti della vita di Narcissa Malfoy e della sua preoccupazione per il figlio Draco, durante gli ultimi due anni, e il suo rapporto di amicizia con Severus Piton.
Narcissa poggiò la testa contro lo schienale della poltrona e chiuse gli occhi, godendosi appieno ogni istante di quella serenità che, negli anni a venire, avrebbe rimpianto con dolore
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Lucius Malfoy, Narcissa Malfoy, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Più contesti
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CAPITOLO 2

 15 agosto 1991, Maniero dei Malfoy

Erano le sei del pomeriggio e qualcuno bussava alla porta. Una donna, presumibilmente una cameriera, si diresse a passo svelto verso l’ingresso e aprì.

“Buonasera signore” disse e si fece di lato per far entrare l’ospite. “Prego”.

L’uomo sembrava conoscere la casa, perché si incamminò subito verso le scale senza aspettare che la cameriera gli mostrasse la strada, o lo annunciasse. Quando fu al piano di sopra si trovò in un salone molto grande, con ampie finestre, un camino spento e una mobilia antica e pregiata.

Severus, eccoti” fece una donna dai capelli biondi, alzandosi dalla poltrona su cui era intenta a leggere un libro. “Temevo non saresti più arrivato”.

“Ti chiedo scusa, Narcissa, ma sono dovuto andare a Hogwarts per parlare col preside. Lucius?”

Lucius sta per tornare. A quanto pare è una giornata ricca di impegni, visto che anche lui è stato trattenuto al Ministero più del previsto” disse. Si voltò e chiamò a voce alta: “Dobby!”

Un elfo domestico comparve dal nulla proprio accanto a lei, con la testa china e le braccia lungo i fianchi.

“Sì, mia padrona?”

“Manda a chiamare Draco, digli di scendere in salone, e poi portaci subito da bere” ordinò con voce ferma e l’elfo si smaterializzò all’istante.

Narcissa si rivolse di nuovo a Severus.

Draco è molto entusiasta all’idea di cominciare la scuola. Sappiamo già che sarà un Serpeverde, naturalmente”.

“Non ho dubbi in proposito” convenne Severus, con un mezzo sorriso ironico. “L’ipotesi che possa finire in un’altra casa è tanto probabile quanto lo è che io insegni Difesa quest’anno”.

“Il vecchio non molla, vero?” fece Narcissa, con una smorfia sprezzante. “Quanti anni sono che chiedi quel posto?”

“Tanti quanti insegno” rispose Severus. “Ormai credo che sia una battaglia persa, ma continuerò a fargli avere la mia domanda sul tavolo in ogni caso”.

“Spero che prima o poi ceda. Proprio tu saresti il più indicato per quella materia, e invece ogni anno assume qualche mago che a malapena raggiunge un quinto del tuo livello”.

Severus ghignò di nuovo.

“Così mi lusinghi, Narcissa”.

“Ma è la verità” rispose lei. “Tu meriti molto di più, Severus… oh, ecco Draco” aggiunse poi, quando un bambino con i capelli ancora più biondi dei suoi e gli occhi azzurri fece il suo ingresso nel salone.

“Mi hai fatto chiamare, Madre?” chiese il bambino, rimanendo sulla soglia della porta.

Narcissa gli fece cenno di avvicinarsi. “Sì, Draco. Credo che tu ricordi Severus. E’ venuto qui da noi diverse volte”.

“Sì, me lo ricordo” rispose. “Hai detto che sarà anche il mio insegnante di Pozioni”.

“Esatto. E sarà anche il direttore della tua casa, visto che è certo che sarai un Serpeverde”.

Draco strizzò leggermente gli occhi, come se stesse cercando di ricordare qualcosa. Nel frattempo, si era avvicinato ai due; lanciava spesso delle occhiate all’uomo di fronte a lui, con uno sguardo particolarmente curioso e al contempo ammirato.

“E questo significa che…?” chiese.

“Significa che sono il responsabile di tutti gli studenti Serpeverde e che dovrai rivolgerti a me per qualsiasi cosa riguardi la tua casa. E aggiungerei che sono anche responsabile dei guai che tu e i tuoi compagni combinerete” aggiunse.

“Cosa che non succederà. Vero, Draco?” intervenne Narcissa, guardando il figlio dritto negli occhi.

“Certo, Madre” rispose lui, con fare un po’ contrariato. Probabilmente era una frase che aveva sentito parecchie volte prima di allora. Poi aggiunse: “Posso andare ora?”.

Narcissa guardò un grande orologio a pendolo sul muro, pensò per qualche istante e poi rispose:

“Sì, vai pure, ma per le otto e mezza devi essere pronto per la cena. E’ chiaro?”

Draco annuì e si allontanò da loro, uscendo dal salone. Severus pareva divertito.

“Sembra un soldatino. Non credo che mi creerà problemi”.

“Lo spero per lui” disse Narcissa mentre si sedeva sul divano. “È un bambino ben educato, ma è pur sempre piccolo e non vorrei che ci mettesse tutti in imbarazzo con qualche stupidaggine. Ricordi il ricevimento dell’anno scorso? Si è nascosto per ore con i suoi due amici, non riuscivamo più a trovarlo. Alcuni invitati ci hanno chiesto se avesse paura a stare lì”.

“Credo che ci voglia più di qualche scherzo da adolescente per infangare il vostro nome, o per dare l’idea che tu non abbia fatto un buon lavoro con lui” osservò Severus con ironia, e questa volta fu Narcissa a rispondere con un mezzo sorriso:

“Così mi lusinghi”.

*#*#*#*#*#*#*

 

Narcissa camminava avanti e indietro da quasi un’ora. Non trovava una posizione che le andasse a genio; aveva provato e sedersi sulla poltrona, a stendersi sul letto e a poggiarsi contro il davanzale, ma non riusciva a stare ferma per più di tre minuti.

Era in preda all’ansia da ore. Nemmeno il trucco era riuscito a far scomparire del tutto le pesanti occhiaie che le lunghe notti insonni le avevano procurato, e la cosa pareva non le importasse affatto. Il piano per uccidere Silente e conquistare Hogwarts era iniziato quella sera, ma ancora non avevano ricevuto notizie. Nella villa era rimasta solo lei, benché nelle ore precedenti vi si fossero riuniti parecchi Mangiamorte e il Signore Oscuro in persona - e Narcissa aveva la fastidiosa sensazione che non sarebbe stata l’ultima volta.

Aveva una paura immensa per il suo Draco. Si ripeteva continuamente che quella missione era una follia, che sarebbe stato ucciso, o magari sarebbe tornato vivo, ma il Signore Oscuro lo avrebbe punito per il suo fallimento.

Più di una volta si era dovuta sedere e più di una volta aveva pianto, china in avanti con il viso tra le mani. L’attesa era divenuta insostenibile e l’orologio sembrava segnare sempre la stessa ora, come se il tempo scorresse a velocità dimezzata.

Mentre era poggiata contro il muro, con le mani dietro la schiena e lo sguardo perso in qualche punto imprecisato del soffitto, Narcissa sentì delle voci provenire da fuori. Si precipitò alla finestra e guardò nel giardino.

Alcune figure vestite di nero erano comparse davanti alla villa e stavano attraversando il cancello, che al loro passaggio si trasformava in fumo.

Il respiro di Narcissa si fece improvvisamente più veloce e il cuore pareva sul punto di scoppiarle nel petto. Uscì dalla stanza e percorse il lungo corridoio più veloce che poté, prestando attenzione ad ogni rumore che provenisse dall’ingresso. Attraversò il salone, scese l’ultima rampa di scale e si trovò finalmente nell’ingresso.

Davanti a lei c’erano alcuni Mangiamorte, di cui poco le importava, insieme a Bellatrix, Severus e Draco. Vivo.

Il sollievo aveva preso il posto dell’ansia così velocemente, che per poco non ebbe un malore. Si precipitò verso suo figlio e lo abbracciò forte.

Il ragazzo, tuttavia, si liberò quasi subito dall’abbraccio, e dopo aver guardato per un attimo la madre negli occhi si allontanò dal gruppo, sparendo dietro una porta; Narcissa si mosse istintivamente per andargli dietro, ma si fermò e decise che fosse meglio informarsi prima su ciò che era accaduto.

Gli altri Mangiamorte cominciarono a parlare con fare concitato e soddisfatto. A quanto pareva, la missione era stata portata a termine con successo. Si guardò attorno per cercare Severus, ma lo vide che si allontanava su per le scale. Lo seguì in silenzio fino ad un salotto che di solito non veniva utilizzato.

Entrò e si chiuse la porta alle spalle. Severus era seduto sul divano, la testa china all’indietro e gli occhi chiusi.

Severus…”

Narcissa si avvicinò con passo incerto e si sedette accanto a lui. Vide che aveva alcuni tagli sul viso, provocati più probabilmente da qualche creatura che da un incantesimo.

“Lo hai fatto tu?” chiese. Severus rispose dopo qualche secondo, ma rimase ancora con la testa reclinata all’indietro.

“Sì. Dovrò nascondermi qui per qualche tempo, se per te non è un problema”.

“Certo che puoi restare!” esclamò lei, come se fosse una cosa ovvia. “Tutto il tempo che vuoi”.

Si sentiva in colpa. Era consapevole del fatto che per compiere la missione al posto di Draco aveva dovuto fare molti sacrifici, aveva rischiato addirittura la vita, non solo per le conseguenze del Voto Infrangibile ma perché aveva dovuto affrontare Silente, un mago detestabile ma di certo estremamente potente; ora stava lì, stanco e ferito, e le sembrava che fosse tutta colpa sua. In realtà sapeva che il Signore Oscuro avrebbe in ogni caso chiesto a lui di intervenire, nell’eventualità in cui Draco avesse fallito, ma era stata pur sempre lei ad indurlo a pronunciare il Voto, privandolo di qualsiasi via di uscita.

Severus si spostò in avanti e si voltò a guardare la donna, con sguardo indecifrabile.

“Tra poco arriverà qui per parlare con me e con gli altri. Proverò a dirgli che Draco ha fatto comunque un buon lavoro, ma non posso garantirti che non deciderà di punirlo in ogni caso. Di certo non ci andrà pesante, perché sarà di buon umore, ma sia tu che io sappiamo che lo farà. Mi dispiace, ma non sono in grado di aiutarlo ora”.

Narcissa gli prese una mano tra le sue e lo guardò dritto negli occhi.

“Hai già fatto abbastanza per lui, Severus” disse. “So quello che potrebbe succedere, aspettavo questa eventualità, ma ora Draco è a casa, vivo, e lo devo solo a te. Resta qui quanto vuoi e riposati”.

Severus annuì lievemente con un cenno della testa, ma non poté aggiungere altro perché una gelida risata trionfante echeggiò per tutto il castello.

 

 

****
NdA – buonasera a tutti! Spero che da voi non ci sia il caldo che c’è nella mia stanza ora =/

In questo capitolo ho voluto fare una sorta di confronto, un parallelo tra Narcissa e la sua vita prima e dopo, per sottolineare il grande cambiamento che ha attraversato; spero che questo cambio di atmosfera si sia percepito perché ci tenevo molto a rappresentarlo.

Severus è un po’ restio a parlare nella seconda parte, perché come be sappiamo non gli ha fatto certo piacere far fuori Silente; nella prima, invece, ho voluto rappresentarlo più a suo agio, perché, per quanto sia antipatico e scontroso, penso che con queste persone, che conosce da anni e anni e con cui è cresciuto, si trovi comunque bene.

Spero che il capitolo vi sia piaciuto: alla prossima!:D

 

  
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