- Questa mattina sono dal fisioterapista, i progressi sono
notevoli è più del previsto.
- “ben, molto bene
Isobel oggi togliamo il tutore, così potrai iniziare una riabilitazione
completa, conoscendoti mi chiederai del basket e io ti rispondo di si, ad una
condizione, niente slam dunk e scatti e
torsioni con il ginocchio”
- Io amo questo uomo!! Non posso fare nulla praticamente,
ma è un inizio.
- “grazie però posso correre?”chiedo ansiosa e piena di
speranze.
- “certo un paio di volte a settimana”
- Arrivo a scuola felice come una pasqua non solo perché ho
saltato due ore di matematica ma anche perché sono senza il tutore, certo
cammino in maniera ancora strana ma è tutta un’altra vita.
- Non credevo mi mancasse in questo modo il basket, forse è
semplicemente una maniera per ricordare mio fratello.
- Se nell’animo scoppio di gioia fuori rimane la solita
faccia impassibile da stronza.
- Prendo un lungo respiro prima di entrare in classe, ogni
volta sembra di entrare in un ciclo dell’inferno dantesco, almeno questa è la
mia impressione.
- Non un accenno di sorriso o di saluto nemmeno verso Maki
la mia migliore amica anzi la potrei definire una sorella.
- “buon giorno Isobel” la sua voce morbida e tranquille
traspira serenità, come i suoi modi di fare aggraziati e femminili, tutto il
contrario dei miei ovviamente.
- Sono cresciuta con un maschio è normale che mi abbia
influenzato, gioco a basket come un maschio, mi comporto da teppista quando ne
ho l’occasione.
- Oggi nella scuola aleggia un’aria strana sembra carica di
energia e euforia,non capisco.
- “cosa succede?perchè tutte le ragazze sono esaltate?”
- “oggi giocano i nostri contro lo Shohoku”
- “e allora?”
- “a chi non piace vedere dei bei ragazzi giocare a basket?”chiede
con un mezzo sorriso.
- “si ma non è nemmeno il caso di comportarsi come gatte in
calore”
- “hai ragione…però questo pomeriggio sei obbligata a
venire con me”
- “va bene dove, quando, come?”
- “questo pomeriggio alle 4 in palestra”la sua voce è
emozionata è palesemente contenta che venga anche io e partecipi alla vita
sociale, può farmi solo che bene.
- Mi manca molto uscire e prendermi una pausa da tutto
quello che mi circonda, da quando i miei sono partiti la vita non è stata
facile,ogni giorno entrare in quella casa mi fa mancare l’aria i ricordi si
sovrappongono costantemente e avere la certezza che lui non tornerà più è
sconvolgente.
- Il senso di perdita ti inghiotte accumulandosi alla
solitudine, spero che ora il mio adorato fratello sia in un posto migliore .
- Il mio ginocchio però mi riporta alla realtà in maniera
costante, per esempio adesso sento una fitta lancinante che attraversa tutto il
polpaccio fino ad arrivare alla pianta del piede che mi fa letteralmente
trasalire dalla sedia.
- “signorina Aizawa si sente bene?” il professore di
giapponese antico sembra visibilmente preoccupato.
- “mi scusi è soltanto una fitta”nel frattempo mezza classe
si è girata verso la sottoscritta.
- Solitamente non davo nell’occhio non amavo la popolarità
e tutto il resto al quale invece molti ambivano, per essere famosi in una
scuola dovevi avere diverse qualità: essere uno studente modello o un teppista
a tua scelta oppure dovevi far parte del club di basket.
- Io appartenevo soltanto alla sacra stirpe dei secchioni
ma un fratello morto e un ginocchio massacrato evidentemente mi dava molti
punti in classifica per dirlo in maniera schietta.
- Peccato che a me la popolarità e il gossip non mi
interessano affatto anzi più sono trasparente meglio è ma avevo la
consapevolezza che prima o poi tutti avrebbero dimenticato.
- Mi mancava la mia impalcatura al ginocchio non pensavo
che sarebbe stato così significativo per me toglierla come se molto del mio
senso di colpa se ne fosse andato via.
- Già avete capito benissimo senso di colpa, quante volte
mi sono chiesta perché lui e non io?
- Che cosa ci differenziava poi così tanto? Alla fine
niente è solo stato il destino a scegliere.
- Il destino, la sorte, chiamatelo come volete ma ho
imparato a mie spese che il risultato è sempre uguale, io sono qui mentre lui
vola con gli angeli.
- Mi faccio una doccia rapida e mi vesto mancano meno di
venti minuti alle 4 sicuramente Maki avrà già preso posizione.
- Arrivo in perfetto orario come sempre, la mia migliore
amica si sbraccia fra gli spalti per farsi vedere, adesso mi divertirò
sicuramente a dover fare tutti quegli
scalini, fino a quel momento non ci avevo pensato.
- Quando riesco a raggiungerla mi siedo esausta, queste ragazzine sarebbero pronte ad
ucciderti piuttosto che farti passare e pensare che viste nei corridoi sembrano
tutte così angeliche.
- Finalmente i giocatori entrano in campo e rimango di
stucco quando vedo il ragazzo incontrato
qualche settimana fa.
- Fisico statuario e capelli che sfidano la gravità come
sempre, porta in numero 7 gioca nel mio
stesso ruolo, il suo nome è Akira Sendoh.
- Già dai primi minuti si intuisce il suo talento spiccato
che contrasta con quello di un certo Rukawa della squadra avversaria.
- Se solo lo Shohoku fosse una squadra più seria e
concentrata sarebbe una seria minaccia per molti.
- Ogni cinque minuti scoppia una rissa in campo oppure
volano insulti fra i vari componenti, non mi rimane che scuotere la testa esasperata
a causa dello scempio che sta avvenendo in campo con il risultato che Sendoh a
la strada spianata portando in grande vantaggio il Ryonan.
- Anche un ceco vedrebbe il suo talento e la sua bravura è
sicuramente uno dei giocatori più forti che abbia mai visto in ambito
scolastico.
- “allora cosa ne pensi?”Maki si gira verso di me
entusiasta.
- “si sono bravi non c’è che ammetterlo, anche testa a
punta se la cava molto bene” a quella affermazione sorride.
- “per testa a punta intendi Sendoh ,vero?”
- “direi proprio di si, chi altro a quei capelli assurdi,
escludendo ovviamente quello con i capelli rossi”
- Sono in questi brevi attimi di tranquillità che mi sembra
di stare meglio anche se l’illusione dura poco è sempre bella, mi fa sentire
normale.
- Ma qualcosa di pesante e costante è sempre presente all’altezza
dello sterno, mi opprime tirandomi giù senza lasciarmi alcuna via di
scampo,posso solo reprimere questa sensazione sgradevole sperando che un giorno
scompaia in maniera definitiva.
- “Maki?” appena la chiamo lei si gira immediatamente.
- “il ginocchio mi si è bloccato devi tirarmi su la gamba
altrimenti restiamo qui per l’eternità”
- “io non ho idea di cosa fare”
- “devi prendermi la caviglia ed estendere la gamba di
scatto altrimenti se lo fai lentamente sentirò ancora più dolore”ormai la
palestra incominciava a svuotarsi.
- “non sono sicura di poterlo fare”
- “si che puoi, non te lo chiederei altrimenti”
- Mi giro di scatto quando una leggera ombra comparve sul pavimento vicino a noi.
- “ci sono problemi?”la sua voce è dolce e gentile come la
prima volta.
- “direi di si, visto che questa fifona non vuole fare
quello che gli è stato chiesto resteremo qua a vita”
- “cosa ti serve, posso farlo io?”
- “ si basta che mi prendi la caviglia e con un colpo secco
mi allinei la gamba , io non posso farlo da sola”
- Si senti un suono stranissimo seguito da qualche mia
parola detta in Italiano per non essere volgare davanti ai presenti.
- “tu parli italiano?”
- “si, sono uno strano incrocio, grazie Sendoh”mi alzao
tranquillamente facendo finta di non avere un dolore intenso.
- “ti succede spesso?”
- “solo quando sto molto ferma”ammetto leggermente in
imbarazzo.
- Saluto maki avviandomi verso la strada di casa.
- “anche tu in questa direzione? “chiede Sendoh
- “direi proprio di si”
- “allora faccio un pezzo di strada con te se non ti
dispiace”
- Non rispondo nemmeno ed inizio ad incamminarmi con calma.
!!!ATTENZIONE!!!! IL PERSONAGGIO DI MAKI NON CENTRA NULLA CON QUELLO DEL KAINAN!!!!!!!