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Autore: Miza    08/08/2011    29 recensioni
Scesero dalla carrozza in silenzio.
Poi, ben stretti nei mantelli, alzarono lentamente lo sguardo.
Hogwarts era lì, davanti a loro, ancora una volta.
Si stagliava maestosa contro il cielo trapuntato di stelle, del tutto ignara del forte vento che la sterzava.
Le finestre illuminate brillavano, quasi volessero dar loro il bentornato.
-Cara vecchia Hogwarts- mormorò Ron con affetto.
Non si dissero nulla, ma tutti avevano il cuore gonfio, ed erano sicuri che gli altri si sentissero nello stesso modo.
-------
-Alla luce di quanto è successo ultimamente- continuò la preside -Il Comitato per la cooperazione internazionale tra maghi e l'Ufficio per gli sport e i giochi magici hanno ritenuto una buona, ma che dico, un'ottima idea...-
Fece una pausa in cui tutti la fissarono, attoniti.
-...Proporre nuovamente il Torneo tre maghi!-
Il boato che tuonò dai tavoli fu molto simile ad un'esplosione.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Il trio protagonista, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo Tre:
New (and old) friends.







Settembre era trascorso talmente velocemente che gli studenti di Hogwarts se ne erano accorti appena.
Si destreggiavano con difficoltà tra compiti e lezioni, soprattutto quelli del settimo anno, che capirono immediatamente cosa avrebbe significato dover affrontare i M.A.G.O.
Gli insegnanti quell'anno erano particolarmente esigenti, nessuno escluso, tanto che un giorno Ron si era lasciato scappare con Lumacorno se per caso non volesse che gli lucidasse anche le scarpe; ma evidentemente la battuta non era risultata spiritosa, e l'insegnante aveva tolto dieci punti a Grifondoro per l'insolenza.

Il vento aveva spazzato via le foglie gialle e gli ultimi residui di bel tempo settembrino, portando invece con sé un gran freddo e degli enormi nuvoloni minacciosi.
Il mattino del primo Ottobre gli abitanti del castello si svegliarono col frastuono della pioggia che colpiva con forza le finestre.
-Non ci voleva proprio- sospirò Hermione durante la colazione, alzando lo sguardo sul cielo nero squarciato dai tuoni della Sala Grande.
Ron, che si stava abbuffando di frittelle di fronte a lei, alzò un sopracciglio.
-Fcufa, ma che cofa ti...- farfugliò a bocca piena; ma colse l'occhiata omicida di Hermione e si affrettò a deglutire.
-Dicevo- riprese guardandola -Che cosa ti importa? Oggi non abbiamo lezioni all'aperto, e poi...-
-Ronald- lo interruppe lei spalancando gli occhi -Oggi arrivano le delegazioni di Durmstrang e Beauxbatons! Non te ne sarai mica dimenticato?!-
Ron si strozzò con le frittelle: Evidentemente se ne era dimenticato.
Harry gli battè con forza sulla schiena, finché il ragazzo smise di soffocare.
-Miseriaccia!- ansimò riprendendo fiato.
Si voltò verso Harry e lo guardò allucinato.
-Tu lo sapevi?!- gli chiese stupito.
Harry gli lanciò uno sguardo perplesso.
-Certo che lo sapevo- disse attaccando un muffin -Lo sappiamo da un mese, Ron!-
Ron scosse il capo, incredulo. Come diavolo aveva fatto a dimenticarsene?
-Be'- osservò cauto, portando una nuova forchettata di frittelle alla bocca -In fin dei conti non dobbiamo mica accoglierli ballando nudi nei campi, no?-
Fece un gran sorriso appiccicoso di sciroppo d'acero.
Harry scoppiò a ridere, ma Hermione lo guardò torva.
-Oh Ronald, piantala!- si spazientì -E impara a mangiare come si deve!-
Gli lanciò un tovagliolo ed incrociò le braccia stizzita.
-Sei disgustoso quando fai così!-
-Tu invece sei adorabile quando fai la signorina per benino!- ribatté Ron.
Le fece un sorrisetto malizioso e lei non poté fare a meno di arrossire.
In quel momento la McGrannit entrò trafelata nella sala, e attirò l'attenzione dei presenti schioccando le dita.
-I nostri ospiti arriveranno questa sera alle diciotto!- dichiarò ad alta voce -Quindi le lezioni pomeridiane termineranno con un paio d'ore d'anticipo! Tutti noi ci ritroveremo in perfetto ordine e disciplina davanti al portone d'ingresso per l'accoglienza, e poi ci recheremo...-
La sua voce fu soffocata dalle proteste.
-Ma diluvia!- urlò qualcuno, accolto da versi di assenso.
La McGrannit ridusse gli occhi a due fessure.
-Silenzio!- urlò facendoli trasalire.
-Ho detto che ci schiereremo davanti al portone per l'accoglienza! Dopodiché ci recheremo tutti assieme al banchetto di benvenuto! Non saranno certo due gocce di pioggia a fermarci!-
Lanciò un'occhiatina incerta al soffitto incantato ed uscì dalla sala, il mantello svolazzante.
-Per le mutande di Merlino, è impazzita?- gemette Ron.
Sbirciò una delle alte finestre alle sue spalle e poi si voltò a guardare Harry ed Hermione.
-Qui è un miracolo se non crolla il castello, e lei vuole farci uscire lì fuori?-
Hermione si versò un bicchiere di Succo di Zucca.
-Oh, coraggio, sono soltanto le nove del mattino!- disse -C'è tempo fino al tramonto!-
-Già- intervenne Harry con una scrollatina di spalle -Magari smette di piovere...-
Un grosso tuono fece tremare le mura della Sala Grande.
I tre si lanciarono uno sguardo rassegnato.


*


-Non spingete! NON SPINGETE, HO DETTO! Con ordine!-
Le urla della preside erano appena udibili nel frastuono del temporale.
Gli studenti si erano appena disposti davanti al castello, coi cappucci dei mantelli ben tirati sulle teste, ed erano già fradici.
La McGrannit fece un gesto veloce con la bacchetta, e una cinquantina di ombrelli comparvero a mezz'aria aprendosi con un piccolo Pop.
-
Ah, certo, molto utile!- sbottò Ron, lanciando occhiatacce agli ombrelli: Fluttuavano intruppandosi tra loro, scossi dal vento, e abbondanti quantità di pioggia si insinuavano tra gli spazi lasciati vuoti, precipitando sugli studenti.
-Restate in file ordinate!- ordinò la preside evitando per un soffio che il suo cappello prendesse il volo -Arriveranno a momenti!-
Harry strinse gli occhi dietro le lenti offuscate dalla pioggia.
-A momenti?- chiese sporgendosi verso Ron ed Hermione -Sempre che riescano a vedere dove vanno!-
Guardò il cielo buio e il Lago Nero, più burrascoso che mai, e si chiese se tutti sarebbero riusciti ad arrivare illesi.

-Oh,per l'amor del cielo!- pigolò Hermione dopo qualche minuto -Ho perso la sensibilità negli arti!-
Aveva le labbra viola e tremava violentemente, e il cappuccio le era scivolato giù dal capo.
Ron, zuppo e intrizzito almeno quanto lei, la cinse con le braccia e posò il mento sulla sua testa.
-Qua-quanto potrà mancare?- domandò Hermione coi denti che battevano, stringendosi al petto del ragazzo.
Harry avrebbe voluto alzare le spalle, ma probabilmente gli si erano congelate.
Ron strinse un po' di più Hermione e le posò un bacio sui capelli zuppi.
-WEASLEY! GRANGER!-
Un urlò imperioso li fece sobbalzare.
La McGrannit marciava verso di loro, gli occhi lampeggianti.
-CHE COSA DIAMINE SONO QUESTE... QUESTE EFFUSIONI?! MOLLATEVI IMMEDIATAMENTE E STATE IN ORDINE COME GLI ALTRI!-
-Be', scusi tanto se stavamo cercando di non morire assiderati!- borbottò Ron, ma sciolse l'abbraccio e tornò nei ranghi.
Trascorse ancora qualche minuto, nel quale tutti scrutarono l'oscurità.
Ogni tanto qualcuno pensava di aver udito qualcosa o di aver visto un qualche movimento, ma erano soltanto la pioggia sferzante ed il vento furioso che piegavano gli alberi della foresta.
Doveva essere trascorso almeno un quarto d'ora quando la McGrannit lanciò un ultimo sguardo speranzoso nel buio e poi si voltò verso la folla.
-Bene!- urlò -Evidentemente hanno un, ehm... lieve ritardo! Credo che ci perdoneranno se li aspettiamo al caldo in Sala Grande! Andate nei vostri dormitori, asciugatevi e...-
Ma non aveva ancora terminato la frase che tutti si erano riversati in tutta fretta nella Sala D'ingresso, spintonandosi e scivolando sul pavimento bagnato.




La tempesta non sembrava intenzionata a cessare né a diminuire quando gli studenti rientrarono in Sala Grande.
Harry e Ron, quest'ultimo coi capelli ancora gocciolanti, trovarono Hermione già seduta al tavolo dei Grifondoro, intenta a chiacchierare con Neville e Ginny.
-Siamo qui!- urlò quando li vide, i capelli gonfi di umidità legati in una coda disordinata.
Ron sedette tra Hermione e Neville, e Harry di fronte a lui, accanto a Ginny.
-Proprio il clima ideale, eh?- chiese Neville con un sorrisetto -Non avrebbero potuto scegliere una sera peggiore!-
-Più che altro mi domando che fine abbiano fatto- disse Ginny -Probabilmente avranno avuto difficoltà a causa di questo tempaccio...-
La porta si spalancò.
Con un sorriso a trentadue denti nella barba cespugliosa entrò Hagrid, che guardò la McGrannit e disse -Sono arrivati!-
Immediatamente le chiacchiere si affievolirono in un mormorio eccitato.
La preside si alzò in piedi, fece cenno ad Hagrid di prendere posto e si schiarì la voce.
-Molto bene!- esclamò con un sorriso -A quanto pare finalmente i nostri amici sono riusciti a superare le interperie e ad arrivare sani e salvi! Diamo dunque il benvenuto, anzi, ma che dico! Un caloroso bentornato ai nostri compagni di Beauxbatons!-
Applaudendo con tutti gli altri, Harry, Ron ed Hermione allungarono le teste verso l'ingresso.
Tremanti e scarmigliati, una dozzina di studenti entrarono in fila.
Fu una visione piuttosto famigliare: Le divide chiare e leggere, le espressioni contrite per il clima rigido, i capelli chiari, e Madame Maxime a chiudere il corteo.
Sembrava quasi di essere tornati a quattro anni prima.
-Come mai Gabrielle Delacour non c'è?- domandò Ginny allungando il collo.
-Be', è troppo giovane no?- rispose Hermione, scrutando il gruppo sfilare fino al tavolo degli insegnanti -Non vengono tutti quanti, soltanto chi ha più di diciassette anni e vuole proporsi come campione!-
Osservarono gli studenti di Beauxbatons inchinarsi davanti al corpo insegnanti di Hogwarts e poi voltarsi verso la Sala.
Ron pensò che erano tutti piuttosto simili: i ragazzi alti e slanciati, occhi chiari e carnagione pallida; le ragazze esili e aggraziate, capelli lunghi e fluenti che variavano dal biondo-argenteo al castano dorato, fatta eccezione per una di loro che aveva la frangia e alcune ciocche di un nero corvino. Tutte molto carine, ad essere sinceri.
Ma si guardò bene dal manifestare in una qualsiasi maniera quel pensiero: Hermione sarebbe andata su tutte le furie
Fece correre lo sguardo sul tavolo degli insegnanti e non poté trattenere un sorrisetto.
-Guardate Hagrid!- ridacchiò in un sussurro.
Hagrid era diventato tutto rosso e sorrideva inebetito,e sembrava sul punto di lanciarsi in avanti per abbracciare la preside francese.
Invece si limitò a lanciarle un sorriso radioso, che lei ricambiò, e a restare al suo posto, dondolando.
-Minervà, mas chere!-
Nei suoi scialli svolazzanti, Madame Maxime si chinò in avanti e baciò la McGrannit su entrambe le guance, mandandola quasi lunga distesa.
-E' un così gronde piascere essere di nuovo qui!-
Si guardò attorno con aria sognante, battendo educatamente sulla mano della preside di Hogwarts.
-E' un piacere per noi, Madame Maxime!- sorrise la McGrannit massaggiandosi le guance doloranti -Spero che il viaggio sia andato per il meglio! Prego, accomodati, i tuoi studenti possono prender posto con i Tassorosso!-
Madame Maxime disse qualcosa in francese, e i suoi studenti fecero un grazioso inchino alla folla (qualche studente di Hogwarts ridacchiò) per poi andarsi a sedere al tavolo dei Tassorosso.
-E ora- continuò la McGrannit interrompendo il chiacchiericcio concitato che si levava dai tavoli -diamo il bentornato agli altri nostri amici, e al loro nuovo preside Eberwolf Winterlachen!-
Impettiti nelle loro divise rosso sangue, gli studenti di Durmstrang fecero il loro ingresso nella sala.
Imbacuccati nei mantelli e nei colbacchi sembravano tutti uguali; era impossibile riuscire a distinguerne qualcuno.
Un uomo tondo e dall'espressione bonaria chiudeva la fila, i lunghi capelli grigi ondeggianti sul cappotto porpora.
-Un nuovo preside?- domandò Ron curioso, sbirciando l'uomo e applaudendo.
Harry si sporse in avanti per farsi sentire solo dai suoi amici.
-Be', ricordate cosa ne è stato di Karkaroff, no? E' scappato quando Voldemort è tornato e ne hanno ritrovato solamente il cadavere!-
Neville rabbrividì; Hermione sembrava pensierosa.
-Sì...- disse lentamente, gli occhi castani puntati sul preside -Victor me ne aveva parlato...-
-Victor???-
Ron si era voltato con tanta rapidità da farsi male al collo.
Osservò Hermione con gli occhi sgranati, massaggiandosi la parte dolorante.
-E sentiamo un po', quand'è che Victor te l'avrebbe detto?- disse brusco.
Anche Harry la guardava, curioso.
Non sapeva che Hermione si tenesse ancora in contatto con Krum.
-Oh Ronald, non essere ridicolo!- protestò lei distogliendo lo sguardo; ma era arrossita.
Ron non sembrava intenzionato a demordere.
-Se permetti- insistette, con gli occhi ridotti a due fessure -Credo di avere il diritto di sapere se ti tieni in contatto con... Victor!-
Pronunciò il nome con disgusto, come se fosse una parolaccia.
Ginny ed Harry si lanciarono uno sguardo a metà tra il divertito e il rassegnato.
Hermione non rispose, fissava con ostentazione Winterlachen che baciava la mano della McGrannit.
Ron spalancò la bocca, pronto a tornare all'attacco, ma la ragazza si voltò come una furia.
-Piantala Ronald! Cos'è, sei del tribunale d'inquisizione?! Non l'ho più sentito da quando stiamo insieme, d'accordo?! E questo credo possa bastarti!-
Incrociò le braccia al petto, come se il discorso fosse definitivamente chiuso.
Ron spalancò gli occhi blu, incredulo.
-Da quando stiamo insieme?!- sbottò -Pensavo non avessi contatti con lui dal matrimonio di Bill e Fleur!-
-Infatti è così!- ribatté Hermione rossa in viso.
-Ma se hai appena detto...-
-Silenzio, per favore!-
Il richiamo della McGrannit li zittì tutti, e Ron dovette chiudere la bocca.
Ma lanciò ad Hermione un ultimo sguardo torvo, e quando si voltò a guardare la preside parve molto contrariato.
-Ora che ci siamo tutti, mentre i nostri compagni di Durmstrang prendono posto al tavolo dei Grifondoro, non mi resta che augurarvi buon appetito! Parleremo più tardi del torneo Tremaghi, quando le nostre pance saranno ben piene!-
Fece un sorriso cortese e sedette.
In quel momento i piatti e i vassoi scintillanti si riempirono d'ogni sorta di delizia: Antipasti, sformati, zuppe, arrosti, ogni genere di contorni.
Pietanze britanniche e pietanze straniere, appartenenti ai paesi di provenienza delle altre due scuole.
Hermione fece un sorrisone individuando una zuppa di crostacei.
-La bouillabasse!- esclamò servendosene un po' -Fleur ne va matta, ricordate quando venne a chiedercela qui al nostro tavolo?-
Ma Harry e Ron, così come gran parte dei Grifondoro, erano presi da altro.
-Stringiamoci un po'- bisbigliò Harry -Altrimenti non entreremo tutti.-
Gli studenti di Durmstrang si erano avvicinati al loro tavolo, un po' sospettosi.
Molti si erano tolti sciarpe e cappelli e si erano accomodati, qualcuno addirittura aveva sorriso ai Grifondoro nei dintorni; qualcun' altro invece sembrava un tantino scettico, e si teneva un po' più sulle sue, stringendosi ai compagni.
-Posso zedere?- chiese uno di loro infagottato nel proprio mantello di pelliccia, fermandosi accanto ad Hermione.
Lei sollevò lo sguardo, sorpresa.
-Oh, ma certo- disse stringendosi a Ron, per far spazio al ragazzo e ad un altro paio di suoi compagni -Accomodatevi!-
I tre sedettero e iniziarono a spogliarsi.
Harry, Ron, Neville e Ginny li guardarono, curiosi, giocherellando col cibo che avevano nel piatto.
Il ragazzo accanto ad Hermione si tolse il colbacco e la sciarpa e si voltò verso di loro.
E finalmente lo videro in viso.
Harry sussultò.
Hermione trattenne rumorosamente il fiato.
Ron lasciò cadere il proprio calice, mandandolo in frantumi.
-Ciao, Herr-Mioni!-
Victor Krum li guardava con interesse, un mezzo sorriso stampato sul viso duro.



Se Hermione avesse potuto, probabilmente in quel momento si sarebbe smaterializzata in Giappone, o giù di lì.
Ma non ci si può smaterializzare e materializzare entro i confini di Hogwarts.
Una delle poche cose di cui era sempre stata sicura.
Osservò il mezzo sorriso di Krum, e sentì parecchi occhi puntati addosso.
-V...Victor!- squittì, sentendo la testa completamente vuota -Per l'amor del cielo, cosa... tu...-
Si guardò intorno, in cerca d'aiuto.
Neville sembrava molto incuriosito; Harry era sorpreso e perplesso; Ron fissava Krum con aria feroce, tentando invano di riparare il calice rotto; e Ginny spostava lo sguardo dall'uno all'altro, nervosa.
-Che... che cosa ci fai qui?- farfugliò Hermione con voce innaturalmente acuta.
Krum si versò un bicchiere di Succo di Zucca e lanciò uno sguardo ad Harry.
-Me molto felice di rifevere Harry Potter- disse con solennità -Mondo magico ora è al sicuro crazie a lui. Anche nostra scuola è migliorata da quanto Zignore Oscuro è stato sconfitto.-
Si alzò e porse la mano ad Harry, che la strinse un po' sorpreso e disse -Oh...grazie!-
Krum si voltò nuovamente verso Hermione.
-Me molto felice di rifevere anche Herr-mioni, naturalmente. Ma non penzavo di trovare te così sorpresa. Non hai letto mia lettera di inizio estate? Tu afere anche risposto!-
-Quale lettera?-
La voce di Ron suonò talmente minacciosa che Hermione non ebbe il coraggio di voltarsi a guardarlo.
Guardò Krum, invece, e dovette deglutire diverse volte prima di riuscire a parlare.
-I-io... certo, Victor... solo che non pensavo di rivederti così presto... e soprattutto qui!-
Sentì la gamba di Ron tremare violentemente contro la sua, e si voltò a guardare Harry, implorante.
Il ragazzo parve cogliere, perché si schiarì la voce e disse -Già, ehm... Come mai sei qui? Non dovresti aver finito la scuola già da diversi anni?-
-Quale lettera?!- insistette Ron, gli occhi lampeggianti.
Krum prese una forchettata di pasticcio di prosciutto e masticò a lungo prima di rispondere.
-Io non afere mai finito mio ultimo anno. Quando noi finito Torneo Tre Maghi e andati via da Hogwarts, squadra di Quidditch di Bulgaria afere chiamato me per girare il mondo. Zono tornato solamente per matrimonio di Fleur, e io voleva parlare con Hermioni e raccontarle...-
-Già, peccato che fosse impegnata a ballare con me- intervenne Ron brusco.
Passò un braccio attorno alla vita di Hermione e la tirò a sé, osservando Krum con aria di sfida.
Il ragazzo sollevò le sopracciglia scure.
-Tuo parente con capelli rossi mi afefa detto che voi due stavate inzieme, a matrimonio.-
Hermione aprì la bocca, ma Ron fu più rapido.
-Proprio così- esclamò -E stiamo insieme anche adesso. E siamo felici, anche.- puntualizzò.
Krum lo fissò per qualche secondo con educata perplessità, poi tornò rivolgersi ad Harry ed Hermione.
-Comunque, sono tornato qvesto anno per concludere mia istruzione, e primo giorno Winterlachen detto noi che avremmo partecipato di nuofo a Torneo e saremmo tornati a Hogwarts.-
Lanciò ad Hermione uno sguardo penetrante, indecifrabile.
La ragazza si liberò dal braccio di Ron, che le serrava ancora la vita, e si servì di patate e bacon con mani tremanti.
Harry si schiarì di nuovo la voce.
-E... e come è andata la tourné per il mondo, Victor?-

Il resto della cena trascorse abbastanza tranquillamente.
Krum descrisse in lungo e in largo gli anni trascorsi in giro con la propria squadra, e addirittura Ron sembrava preso dal discorso, benché continuasse a lanciargli occhiate torve.
Quando le portate principali svanirono per lasciar spazio ai dolci, Neville, Harry e Ron erano impegnati in una animata discussione sul Quidditch con Krum e altri due ragazzi di Durmstrang.
Hermione sbocconcellava di malavoglia una fetta di Torta di Prugne e Noci, e Ginny la guardava, preoccupata.
Fece un gesto eloquente all'amica, del tipo “Dopo mi spieghi tutto”, ed Hermione non ebbe il tempo di risponderle che la McGrannit si era alzata nuovamente e si schiariva educatamente la voce.
-Potrei avere la vostra attenzione, per favore?- domandò.
Attese qualche secondo che la confusione si placasse; poi sorrise.
-Spero che siate tutti soddisfatti della cena, e prima che la sonnolenza ci sopraffagga vorrei spendere due parole sull'esperienza che ci apprestiamo a vivere.
Il Torneo Tre Maghi, come quasi tutti sapete, è una competizione amichevole tra le tre più prestigiose scuole di magia europee, ed è una tradizione secolare che fu ripresa solamente quattro anni fa. Per ogni scuola viene scelto un campione, o una campionessa, che dovrà mettersi alla prova affrontando tre sfide. Chi di voi verrà scelto si ritroverà a fronteggiare non solo sfide di un elevato livello di magia, ma anche se stesso e i propri limiti. Coraggio, tempra morale ed abilità, ecco ciò che vi verrà richiesto.-
Ron lanciò ad Harry uno sguardo eccitato.
-Chiunque desideri partecipare- proseguì la McGrannit -da domani mattina potrà inserire il proprio nome nel Calice di Fuoco, che verrà posizionato nell'aula vuota che affaccia sull'Ingresso.
Vi invito caldamente a iscrivervi solo se ne siete perfettamente sicuri e solo se avete già compiuto diciassette anni. E vi invito – continuò alzando la voce per sovrastare le proteste – a non tentare di ingannare il Calice, perché sarebbe perfettamente inutile. I controlli sono stati intensificati dall'ultima volta, e non vedo proprio perché dovrei illudervi!-
Attese che gli ultimi sbuffi e proteste si placassero prima di riprendere a parlare.
-Tra una settimana precisa sapremo chi saranno i nostri campioni. La prima prova avrà luogo il dieci di Novembre, e più in là vi daremo altre informazioni utili. Alle prove assisteranno anche il nuovo Responsabile Per I Giochi E Gli Sport Magici e il Ministro della Magia. Non mi resta che augurarvi un ottimo riposo ed una buona notte!-
La McGrannit sedette di nuovo e prese a parlottare con Madame Maxime e Winterlachen; probabilmente stava insistendo perché loro e i propri studenti trascorressero la notte al castello, senza dover uscire sotto la pioggia per far ritorno alla nave e alla carrozza.
-Rivedremo Kingsley!- fece Hermione con un sorriso, alzandosi in piedi e ripulendo la gonna dalle briciole.
Harry annuì con entusiasmo.
-Sono proprio contento che sia diventato lui il Ministro. Se lo merita proprio. E poi...-
Si interruppe, sentendosi battere sulla spalla.
-Io va, Harry Potter. Winterlachen fatto noi cenno di tornare a nave. Ci fediamo domani mattina.-
Poi si voltò verso Hermione e fece un inchino.
-A domani, Herr-Mioni-
La guardò negli occhi e girò sui tacchi, seguendo i suoi compagni.
-Caspita- fece Harry mentre si univano alla folla diretta all'uscita-Krum di nuovo qui. E chi se lo aspettava?-
-Non dirlo a me- borbottò Hermione allungando il collo -Dov'è Ron?-
-Credo sia più avanti. Ehi Hermione, senti... perché non ci hai detto che lo sentivi ancora? A me, per lo meno.-
La ragazza si fermò a fissare gli occhi verdi dell'amico.
-Harry- sospirò -Non l'ho più sentito. Non avevo più notizie di lui dal matrimonio, poi mi ha scritto di nuovo questa estate e...-
Tacque e abbassò lo sguardo, a disagio.
-Devo andare a cercare Ron- disse dopo qualche istante.
Harry le fece un sorrisetto. -Già- disse -Non mi è sembrato troppo contento...-
Le diede un buffetto su un braccio e la guardò correre fuori dalla Sala Grande, le ciocche di capelli sfuggite alla coda svolazzanti sulle spalle.



Hermione dovette sgomitare parecchio per riuscire a farsi spazio tra la folla di studenti che scemava nella Sala D'Ingresso.
Solo dopo parecchi allungamenti di collo riuscì ad individuarlo, e quasi travolse un ragazzino del primo anno per raggiungerlo.
-Ron!- urlò alla figura alta e coi capelli rossi accanto alle clessidre -Aspettami!-
Il ragazzo non parve sentirla, ed Hermione si fece spazio assestando involontariamente una poderosa gomitata ad una piccola Corvonero.
-Ron! ...Oh per l'amor del cielo, scusa piccolina... RONALD WEASLEY, PER LE MUTANDE DI MERLINO!-
Finalmente Ron la sentì e si voltò.
-”Per le mutande di Merlino”?- ridacchiò mentre lei lo raggiungeva -Che cosa ti prende?-
Hermione si portò una mano al petto, ansimando, e lo guardò.
-Volevo... uff, che fatica... non riuscivo a raggiungerti... dobbiamo parlare.-
Gli occhi blu di Ron si spalancarono appena.
-Parlare?- le domandò – e di che cosa?-
Hermione lo trascinò in un angolo accanto alla clessidra di Grifondoro, scintillante di rubini, desiderosa di non ritrovarsi in mezzo alla calca di studenti che si avviavano chiacchierando alle proprie Sale Comuni.
-Dobbiamo parlare- ripeté decisa, scansandosi una ciocca ribelle dal viso.
Ron la fissò nuovamente.
-Hermione- disse piano -Io non ho nulla da dirti. Che cosa dovremmo...-
La ragazza sbuffò.
-Oh Ron, per l'amor del cielo, non penserai di potermi prendere in giro! Che cosa c'è che non va?-
Ron fece un sorriso e le sfiorò una mano.
-Non c'è niente che non va, davvero. E' tutto a posto.-
Hermione ritrasse delicatamente la mano e lo fissò.
-Mi dici che cos'è che ti ha dato fastidio?- domandò con dolcezza.
Ron abbandonò l'aria d'innocenza e si rabbuiò un po'.
-Be'- borbottò -Ad essere sinceri, c'è una cosa che mi ha dato fastidio. Ti sentivi ancora con Krum!-
Lo disse tutto d'un fiato, e le orecchie gli arrossirono.
Hermione sospirò e alzò gli occhi al cielo.
-Ron, non l'ho più sentito, dico davvero- spiegò con dolcezza. -Non avevo più sue notizie da tempo, ma quando sono tornata a Londra per riportare i miei genitori a casa ho ritrovato la sua lettera. Io... non avevo idea che sarebbe venuto qui! Non l'ha scritto! Diceva solo "Ci vediamo presto"... come potevo immaginare che intendesse questo?-
Il ragazzo la ascoltò in silenzio.
Poi fissò le gemme scintillanti della clessidra per qualche istante, pensieroso.
-Perchè non me lo hai detto?-
Il cuore di Hermione si strinse. Quell'espressione mortificata e quel tono dispiaciuto le fecero male.
-Oh, Ron- gemette -Mi dispiace tanto. Non volevo darti pensieri, mi è sembrata una stupidaggine, poi sono venuta lì alla Tana e mi è passato di mente. Mi dispiace!-
Ron la guardò dall'alto.
Poi allargò le braccia e sorrise, mormorando -Vieni qui.-
Hermione non se lo fece ripetere due volte e si precipitò tra le braccia del ragazzo.
-Non devi essere preoccupato- disse, la voce soffocata dal petto di Ron.
Lui la strinse e scosse piano il capo.
-Non sono preoccupato- disse -Io mi fido di te.-
Hermione sorrise contro la stoffa della divisa di lui.
-E' di lui che non mi fido- aggiunse Ron con leggerezza.
La ragazza si divincolò e gli diede una spintarella offesa.
Ron scoppiò a ridere.
-Dai, Miss Per-Le-Mutande-Di-Merlino, tutti a nanna.- disse porgendole la mano -Domattina aprono l'iscrizione al torneo!-
-E con questo?- domandò Hermione afferrandogli la mano e lanciandogli un'occhiata strana.
Ma Ron non rispose, si limitò a fare un sorrisetto furbo e ad avviarsi verso la scalinata, trascinandosi dietro una Hermione perplessa.






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Bene, sono riuscita a connettermi da un computer vecchio e scassato. Procediamo con ordine:
1-Chiedo scusa a TittiGranger, Episkey e le altre ragazze che hanno recensito per ultime il capitolo scorso: Mi dispiace se non ho risposto alle vostre recensioni, ma non so per quale motivo questo affare che dovrebbe essere un PC non mi permette di farlo -.- Mi rifarò dal prossimo capitolo promesso ;) E comunque siete sempre dolcissime <3
2-Angolo cultura: Non metto in dubbio le vostre doti intellettuali, ma magari non tutti sanno leggere il tedesco :) Il nome del preside di legge VINTERLAKEN, con la V dura e la C dura :)
3-Il matrimonio è andato benone. Tutti ubriachi come zucche, a ballare e cantare cose inesistenti. Li adoro, anche se siao una famiglia di pazzi. ma d'altronde, come dice Arthur Weasley, "Quando ci riuniamo non possiamo fare a meno di esibirci!" xD
Bene, credo sia tutto. Spero che il capitolo non sia stato troppo lungo e noioso e che abbiate gradito. Anche il prossimo arriverà con un po' di ritardo, temo.
Vi sbaciucchio con affetto!

Miza

CHI NON RECENSISCE E' UNO SCHIOPODO SPARACODA!

   
 
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