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Autore: Melanyholland    08/08/2011    9 recensioni
Una raccolta di storie dedicate a Chuck e Blair.
#1 Chuck aveva molti motivi per frequentare Blair Waldorf, nessuno dei quali poteva essere rivelato al suo migliore amico Nate.
#2 Quando Blair voleva qualcosa, era disposta a tutto per ottenerla. Anche a fare i conti con il diavolo dell’Upper East Side.
#3 Blair sapeva che avrebbe dovuto evitare di giocare ad un prezzo così alto, soprattutto contro Chuck Bass.
#4 Chuck guardò la figura addormentata di Blair e capì che le cose gli erano davvero sfuggite di mano.
#5 “Non avrei mai dovuto lasciarti. Ho capito di aver sbagliato non appena il tuo aereo è decollato”. Chuck Bass, 2x01
#6 Blair davvero non capiva perché Chuck si ostinasse a restare lì con lei, né perché la sua presenza non la disturbasse poi così tanto.
#7 “Né regina, né futura duchessa.” sospirò Chuck teatrale, con falsa solidarietà. “Povera la mia Blair. Le cose sembrano andare davvero male”.
#8 Chuck aveva provato con tutte le sue forze a dimenticare Blair, ma ritrovandosi da solo con lei, scoprì che le farfalle erano più vive che mai.
#9 Blair sorrise, perché finalmente Chuck era suo. Ed era tutto ciò che contava.
#10 “Da quel che ricordo, stare da sola con me qui non ti è mai dispiaciuto. Vuoi che ti rinfreschi la memoria?”.
#11 Chuck ricordava bene la prima volta che Blair gli aveva chiesto aiuto.
#12 “Ho appena avuto una visione perfetta di quello che sarebbe stato il nostro inevitabile divorzio”.
#13 C’erano momenti in cui Blair davvero non riusciva a credere a quello che le stava accadendo.
#14 Erano amici. Quel breve momento di trasgressione in cui erano quasi scivolati in qualcosa di più sarebbe rimasto segreto come i loro incontri.
#15 Chuck stava bene: gli piaceva la sensazione del lieve peso sulla sua spalla e della presenza di Blair proprio accanto a lui.
#16 Da settimane passava di nascosto informazioni a Chuck, e Blair non se n’era mai accorta. Di certo non era così astuta come la sua fama pretendeva.
#17 Chuck si voltò e quando vide chi si era seduta accanto a lui, capì che la serata era del tutto rovinata.
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blair Waldorf, Chuck Bass
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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#18

Title: Out of Control

Autrice: Melanyholland

Summary: “Sei venuta.” sussurra una voce roca alle sue spalle, e Blair sussulta, perché tutto intorno a Chuck è così buio che non si era accorta ci fosse.

Rating: arancione

Timeline: 4x20 (The Princesses and the Frog)

Pairing: cenni Blair/Louis, Blair/Chuck.

 

 

 

 

Out of Control

 

 

È così buio.

Il primo pensiero che le viene in mente. Chuck mi ha tenuto nella sua oscurità così a lungo, ha detto poco fa a Serena. Serena che dovrebbe essere dalla sua parte e che invece non lo è. Serena che si scusa, Serena che si sente orribile, Serena che, a quanto pare, non sopporta di vederla felice.

Buio. E silenzio.

Aria viziata, predigerita, calda.

“Che ne pensi?”. Chuck la guarda con un sorriso a fior di labbra, ma è nervoso. Blair se ne accorge subito, e non solo perché sposta il peso da un piede all’altro e si sfrega le mani in continuazione. Blair sa sempre cosa prova Chuck. Le sue emozioni la raggiungono come il profumo leggero dei fiori freschi che decorano la nuova suite dell’Empire –narcisi gialli- e la musica lenta dell’I-pod collegato allo stereo -Frank Sinatra-. Blair fa un sorrisetto e lo tiene sulle spine, guardandosi intorno e muovendosi per la stanza con deliberata lentezza. Perché lo ama tanto, certo, ma è pur sempre Blair Waldorf, e ogni tanto le piace essere dispettosa. Ogni rintocco dei tacchi sul pavimento in parquet è attentamente calibrato per scandire severo l’analisi scrupolosa di ciascun mobile, quadro e ornamento.

“Il divano è carino”, commenta, sostenuta. “Ma una motocicletta in salotto, Bass? Sul serio?”. Gli scocca un’occhiata pungente da sopra la spalla, inarcando le sopracciglia.

“È un pezzo da collezione.” obietta lui, lievemente offeso. Sull’onda di un’affettuosa indulgenza Blair decide di non insistere, ma intanto pensa, con un sospiro rassegnato: Maschi. Solo loro possono pensare che una motocicletta parcheggiata in soggiorno sia una buona idea. Più tardi ha appuntamento con Serena e non vede l’ora di raccontarglielo, così potranno riderci su insieme davanti a un caffé.

Sbircia nella camera da letto, e nota che Chuck ha fatto appendere al muro il ritratto della pin-up con gli occhiali da sole che adornava anche la sua vecchia stanza. Quel quadro non è mai stato di suo gusto, perché non le piace chiedersi che cosa di quell’immagine abbia attratto Chuck: i capelli biondi? Le labbra fini? Le guance magre? Così arriccia il naso con disappunto. Tuttavia, il malumore si affievolisce un poco quando avverte le braccia di Chuck cingerla da dietro e il viso affondarle fra i boccoli.

“Dovevi proprio appenderlo anche qui?” domanda seccata, gesticolando verso il dipinto, ma le attenzioni delle labbra di Chuck, che le sfiorano la nuca con baci adoranti, le strappano un sorriso.

“Te l’ho detto, Blair”, ribatte lui suadente, rievocando una conversazione fatta un pigro pomeriggio di agosto, mentre mangiavano grosse fragole al cioccolato fondente tra le lenzuola. “Quando finalmente mi permetterai di farti delle foto artistiche, lo sostituirò con il tuo ritratto.”

“Oh, e quale sarebbe la tua definizione di foto artistica, Chuck?” chiede lei con voce candida e uno sfarfallio ingenuo delle ciglia, piroettando tra le sue braccia in un fruscio della gonna a pieghe Stella McCartney giallo chartreuse. Chuck sfoggia quel ghigno malizioso che le fa venire voglia di segregarlo in camera da letto per tutta la giornata mentre le stringe possessivo i fianchi.

È il loro gioco preferito: lui il diavolo tentatore e lei l’innocente sedotta. Diverte Blair soprattutto perché sa bene quanto sia vero il contrario. È stata lei a farlo cadere ai suoi piedi, subito e irrimediabilmente. Tutto ciò che ha dovuto fare per legarlo a sé è stato baciarlo una volta, e da quel momento, Chuck ha smesso per sempre di  desiderare i baci di tutte le altre.

“Semplice: una foto a figura intera in cui sei tu ad indossare solo gli occhiali da sole.” risponde disinvolto, poi abbassa la voce in un sussurro carezzevole: “Devi ammetterlo, sarebbe un capolavoro”.

Allora Blair ride, perché il complimento la lusinga ed è una bella giornata e ormai ha smesso definitivamente di chiedersi se dureranno. Lo bacia con entusiasmo ed è un bacio un po’ impacciato, con i denti che si scontrano perché non riesce a smettere di sorridere.

“Scordatelo, Bass.”

“Se proprio insisti, puoi tenere anche le perle e le autoreggenti di pizzo.” insiste lui con voce svergognata e sognante, mentre le mani scorrono viziose a palparle la schiena nuda sotto la sottile barriera della camicetta di seta.

“Di’ la verità: ci hai fantasticato parecchio su questa faccenda della foto, vero?” lo prende in giro lei con un sorriso furbo, mentre le dita lisciano la cravatta punteggiata di pere. 

“Se quando dici fantasticare immagini me, sotto la doccia, le mattine in cui non mi raggiungi e quindi devo insaponarmi da solo...”

“Sei irrecuperabile.” lo interrompe Blair briosa, allacciandogli le mani dietro il collo e baciandolo ancora, mentre schiaccia il proprio corpo contro quello di lui abbandonandosi completamente al suo abbraccio e alle sensazioni che le dona la sua bocca.   

“La suite è bella, Chuck. Mi piace.” bisbiglia finalmente, sbirciandolo fiera attraverso le ciglia degli occhi ancora socchiusi, ed è commossa dal largo sorriso che gli illumina improvvisamente tutto il volto, ringiovanendolo di qualche anno. Da quando Bart ha avuto l’incidente, quel genere di sorriso è raro e quindi estremamente prezioso.

“Sì?”

“Sì.” lo rassicura lei, scostandogli un ciuffo di capelli dalla fronte prima di posargli la mano sulla guancia liscia e perfettamente sbarbata.

La adora, per la verità. Certo, deve soprassedere sul fatto che l’arredamento urli nuovo ricco da ogni angolo e mensola, ma ciò che conta è che Chuck ha comprato l’Empire perché Blair crede in lui, e quella suite sarà il loro nido d’amore, il suo rifugio dalle squallide mura della NYU. Un luogo in cui sentirsi una regina, amata e protetta.

“Bene. Perché tutto ciò che è mio, è anche tuo.” dichiara Chuck, e lei gli crede, entrambi ci credono, mentre riprendono a baciarsi arrancando abbracciati verso il letto e il profumo fragrante dei narcisi li circonda.

A Louis piace Le Déjeuner sur l'Herbe, ricorda Blair all’improvviso. Lei e il principe hanno legato grazie alla comune passione per Manet. E il burlesque, forse. Louis ha ben finto di essere un autista al loro primo appuntamento, e non è quello uno dei principi base del burlesque? Il travestimento?

Da piccola mi piaceva vestirmi da principessa, pensa Blair altrettanto repentinamente, e corruga la fronte perché la considerazione è così fuori luogo.

Avanza per la suite con circospezione, e il rumore dei tacchi sul parquet risuona sordo per la stanza, mettendola a disagio. L’aria è gravida di alcol, un lezzo che le aggredisce le narici e le fa lacrimare gli occhi. 

“Sei venuta.” sussurra una voce roca alle sue spalle, e Blair sussulta, perché tutto intorno a Chuck è così buio che non si era accorta ci fosse.

Gli chiede spiegazioni, con voce rotta. Il modo in cui l’ha umiliata di fronte a tutti è stato meschino ed è arrabbiata con lui per averla deliberatamente coinvolta in una scenata da filmaccio di serie B, per averla esposta al pubblico biasimo di quei nobili che alla festa sono rimasti educatamente impassibili e hanno evitato parole offensive, ma che di certo hanno riso di lei alle sue spalle, magari commentando sprezzanti che Louis se l’è proprio cercata, e che gli è passato per la testa quando ha invitato al party quella volgare americana?

Blair sa bene quanto maligna possa essere un’elite nei confronti di chi non ne fa parte. Lei stessa si è compiaciuta più volte di pronunciare simili battute a spese di ragazzine come Jenny Humphrey, senza mai provare il più piccolo pungolo di rimorso.

Ma Blair Waldorf non è Jenny Humphrey -oh no, assolutamente- e odia che Chuck, fra tutti, l’abbia fatta sentire così, un aneddoto riprovevole che le dame di corte avrebbero ricordato scuotendo la testa all’ora del tè, la fine porcellana cinese delle tazze a nascondere le labbra piegate in un sorriso di compiaciuta derisione. Proprio Chuck, consapevole di quanto le stia a cuore la propria reputazione, Chuck che una volta ha baciato Blair mentre aveva ancora sulla lingua il sapore della bocca di Jenny, sulla schiena i graffi delle unghie di Jenny, sul petto il profumo del corpo di Jenny.

“Come hai potuto farmi una cosa simile, Chuck?”.

Chuck si scusa, ma le parole seguenti e l’atteggiamento sprezzante smentiscono anche quella pallida e noncurante ammissione di colpa. Non è dispiaciuto affatto, Blair lo conosce troppo a fondo per illudersi. Al contrario, è contento di averla umiliata, se questo è servito a riportarla da lui. A quella considerazione, un fiotto di collera le irrora il petto e le fa stringere le labbra.

Un’altra parte di lei, una parte fastidiosa e abbastanza coriacea da sopravvivere a tutti i numerosi tentativi che Blair ha fatto per assassinarla, così dolce, paziente e generosa da essere quasi incompatibile col suo carattere, quella parte che una volta le ha fatto stringere a sé il corpo tremante di Chuck nonostante il crudele Che peccato seguito alla sua prima faticosa dichiarazione d’amore, è invece profondamente preoccupata per lui. Da tempo Chuck non si riduceva in uno stato così pietoso: ubriaco, instabile, con gli occhi annebbiati, l’andatura claudicante e gli abiti sgualciti.

“Ho bisogno di te, Blair”, biascica lui disperato, perché sono passati due anni ed ora è capace di dirlo, ora non le rivolge più solo uno sguardo smarrito e pieno di dolore. Ma stavolta, Blair non corre a consolarlo, non lo accoglie nel suo abbraccio, perché sono passati due anni e ora lei è capace di resistergli.

Ci tiene a lui, questo non è cambiato. Quando Chuck sorride felice, illudendosi che sia davvero tornata per amarlo e sostenerlo, Blair si sente trafiggere dolorosamente da sconforto e senso di colpa, e forse è per questo che gli permette di stringerla e di baciarle il collo per qualche secondo. Ma non sono i baci che ricorda, quelli sensuali e adoranti che la fanno sospirare a palpebre serrate mentre distende le labbra in un sorriso di estasi e i brividi le percorrono la schiena. Chuck è irruente e sgraziato, le sue labbra schioccano umidicce a contatto con la pelle e ogni volta che le ansima sulla gola le arriva una zaffata maleodorante e acetosa di scotch.

Louis non beve scotch, e i suoi baci sempre dolci sono in tenero contrasto con l’acre sapore di champagne e chardonnay che talvolta Blair riconosce nel suo fiato. Ricorda il loro risveglio insieme, come lui le ha solleticato giocoso il collo mentre bisticciavano sul Louvre e il Met. Blair ha riso così tanto tra le braccia del bel principe, fino ad ora aveva quasi dimenticato cosa volesse dire stare bene con qualcuno, senza drammi epici e inevitabili affascinanti solo quando ad averci a che fare è l’eroina di un film o un libro, perché nessun osservatore è in grado di capire fino in fondo quanto straziante e annichilente  possa essere.

Quando Louis le ha detto Je t’adore con il suo irresistibile accento francese, baciandola innamorato di fronte alla di certo invidiosa Serena, a Blair è sembrato di uscire da una pellicola drammatica dalle tinte scure per entrare in una commedia romantica a lieto fine, barattando così un Heathcliff per un Joe Bradly. Infatti, Louis è sempre così premuroso con lei. Lo è stato anche durante la loro prima notte insieme, chiedendole di continuo con sguardi incerti o con sussurri pieni di tenerezza se andava bene, se le piaceva, come si sentiva, finché Blair gli ha tappato la bocca con un bacio e ha preso l’iniziativa. A quel punto, Louis le ha bisbigliato semplicemente “Sei stupenda” e dopo l’ha tenuta tra le braccia e le ha accarezzato i capelli fino a farla addormentare.

Louis è il fidanzato perfetto, si dice, e deve inghiottire il nodo gonfio che le blocca la gola per mormorare:

“Louis mi ha chiesto di sposarlo”.  

Chuck raggela, interrompendo le sue rozze effusioni, e quando si scosta abbastanza da permetterle di guardarlo, Blair si accorge che anche quel piccolo barlume che ancora brillava flebile in fondo ai suoi occhi si è estinto. Ora non c’è altro che buio, castano scuro divenuto nero.

“Non sposerai nessun altro. Sei mia.” dichiara, duro. Non la guarda, è come se lei non ci fosse. Come se non contasse.

“Volevo esserlo. Lo volevo così tanto... ma ora non più.” bisbiglia Blair accorata, e spera che Chuck la guardi perché c’è anche lei, ma Chuck non lo fa. Proprio come quella sera rivoltante, quando Blair ha ribattuto in lacrime a tutte le sue scuse spregevoli ed egoiste finché non ce l’ha fatta più a sopportarlo e l’ha colpito, e allora lui ha smesso di guardarla, oltre che di parlarle. Vigliacco. Come al solito, perché quella coraggiosa ha sempre dovuto farla lei.

Ma Louis è un principe. Si prenderà cura di lei, come nelle fiabe che le raccontava Harold dopo averle rimboccato le coperte e prima di darle il bacio della buonanotte.

 “Tu sei mia, Blair.” ripete Chuck feroce e stavolta la guarda ma Blair non ha il tempo di rallegrarsene perché sente la pressione delle sue mani addosso che stringono, stringono mentre la strattonano e la spingono giù, nel buio, dove i diamanti sul vestito non brillano e dove nessuno può vederla, non con Chuck sopra di lei che la schiaccia con forza ancora più giù.

Chuck la spinge sul letto e Blair rimbalza leggera sul materasso, ridendo vivace e scostandosi i capelli dal viso. “Chuck! Ho appuntamento con Serena, lo sai!”.

Si sdraia sopra di lei, impedendole di alzarsi.

“Mmm, vorrà dire che farai tardi”, sussurra, baciandole il collo mentre le dita agili fanno sgusciare fuori i bottoni di madreperla dalle asole della camicetta.

“Dico sul serio!” brontola lei, smentita dal sorriso che le inarca le labbra. Spiana le dita sul petto di lui per fermarlo  e ride quando Chuck per tutta risposta le afferra la mano e la bacia.    

“Basta, Chuck!”

Chuck si ferma subito, ma Blair sente le lacrime pizzicarle gli occhi e il petto scosso dal batticuore e dagli ansiti e i punti in cui l’ha stretta fanno male e vorrebbe solo che tutto questo smettesse. Sa che è turbato e fuori di sé, ma deve farlo, per il suo bene, per il bene di entrambi:

“Ti amo.”

“Ti amo anch’io. E sono ottantuno.”

“Bugiardo! Non puoi aver continuato a contare finora!” lo smentisce lei, ma è deliziata alla prospettiva di credergli.

“Questo mi offende, Waldorf. E perché tu lo sappia, tengo il conto anche delle volte in cui abbiamo fatto l’amore, di quelle in cui ti ho leccato la...”

“Chuck!”

“Ho detto che è finita”.

Dopo è tutto confuso. Sente il grido di Chuck e chiude d’istinto gli occhi al rumore di vetri rotti ed è un bene, perché una pioggia di frammenti affilati le piove sul viso e sente un bruciore acuto sulla guancia. Blair si divincola e corre, sorpassa la motocicletta, il vaso vuoto, il quadro della pin-up che fa capolino dalla porta socchiusa della stanza di Chuck. Preme frenetica il pulsante.

Qui, con te, mi sento a casa.

Quando le porte dell’ascensore si chiudono, Blair si tampona il sangue sulla ferita e pensa che tutto ciò che desidera è tornare a casa.

 

 

Fine#18

 

 

 

Note dell’Autrice:

 

[1] “Out of Control” è una canzone dei Rolling Stones del 1997.

[2] Heathcliff è il protagonista di “Wuthering Heights” (Cime Tempestose), romanzo di Emily Brontë da cui sono stati tratti gli omonimi film. La sua tormentata e fortemente gotica storia d’amore con Catherine Earnshaw è molto famosa.

Joe Bradly è invece il giornalista interpretato da Gregory Peck nel film “Roman Holiday” (Vacanze Romane) che s’innamora di Audrey Hepburn nei panni della principessa Ann.

[3]  La cravatta a pere l’ho inventata io. Ho sghignazzato cinque minuti solo a immaginarmela e non potevo che farla indossare a Chuck.

[4] Puntata difficile da affrontare, ma mi piaceva l’idea di approfondire il punto di vista di Blair.

Grazie a tutti i lettori e in particolare a chi ha commentato. Le risposte alle recensioni sono state inviate col solito metodo.

 

Partirò fra una settimana, dubito che riuscirò a postare qualcosa prima di tale data. Per cui, auguro a tutti fin da ora  buone vacanze!

 

Melany

  
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