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Autore: fraKHc    08/08/2011    1 recensioni
"...No no stai tranquilla, andrà tutto bene" disse con quella sua voce carica di preoccupazione.
Ebbi un tuffo al cuore. Stava parlando con una ragazza? Non l'avevo mai sentito parlare di nessuna ragazza nonostante fossimo compagni di stanza da moltissimo tempo ormai. Cosa stava succedendo?
"Non essere così ansiosa! Ti ho promesso che appena avrei potuto sarei venuto a trovarti!" disse mentre un sorriso gli si disegnava sul volto "Anche tu mi manchi Chun Hee, non sai quanto!"
A quelle parole le ginocchia mi cedettero.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kyuhyun, Sungmin, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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eccomi!!! sono tornata a rompervi le scatole con questa FF xD *si nasconde*
allora diciamo che sono un pochino in ritardo ma spero mi perdoniate ^^ detto questo vorrei ringraziare tutti i recensori e le persone che hanno messo questa storia tra i seguiti/ricordati davvero non mi aspettavo tutta questa attenzione u_u
grazie mille *inchino profondo*
detto questo spero vi piaccia il quarto capitolo :3


Mi svegliai il mattino dopo al suono della musica che proveniva dall'altra stanza, probabilmente dalla cucina.
Mi resi subito conto che il letto era vuoto a parte me, ma non me ne curai; mi alzai stiracchiandomi e sbadigliando cercando di riordinare le idee straordinariamente confuse che avevo in testa.

Il ricordo della serata e della notte appena trascorsa furono un pugno allo stomaco che mi fece vergognare di me stesso.
Come avevo potuto baciare Min? Come avevo potuto baciare Yesung e non solo? Cosa mi era preso?
Con queste domande che mi frullavano in testa mi avviai verso la stanza da cui proveniva la musica.
Entrai e vidi il mio caro hyung che preparava la colazione vestito di tutto punto cantando sulle note di It's You, colonna perfetta per quella mattina.

"Buongiorno! Allora tutto bene? Ti va di fare colazione?" mi chiese sorridendomi appena si accorse della mia entrata.

"Si hyung tutto a posto! Grazie mille!" risposi pieno di gratitudine nei suoi confronti.

"Allora facciamo colazione, ci prepariamo e andiamo in agenzia ok?"

"Certo hyung facciamo colazione e andiamo!" risposi con un entusiasmo che non mi apparteneva, cercando di non pensare a chi avrei rivisto al lavoro.

"Magari è anche il caso che tu ti metta addosso qualcosa" disse con un sorriso strano, tra il malizioso e il divertito.

Guardai stupito prima la sua faccia poi me stesso e mi resi conto solo in quel momento che avevo indosso nient'altro che i boxer.

***

 

Dopo colazione ci preparammo. Mi feci imprestare dei vestiti da Yesung perché non potevo rimettermi i vestiti del giorno prima, avrebbe attirato un po' d'attenzione.
Non che il fatto di farseli imprestare avrebbe migliorato la situazione.

Arrivammo insieme e pure puntuali, anche se gli altri erano già tutti arrivati; salutai tutti con un sorriso evitando accuratamente il suo sguardo che sapevo stava mandando a fuoco l'invisibile bersaglio che avevo appena scoperto avere sulla schiena.

Lavorammo duramente per tutto il giorno e alla fine sembravamo tutti, senza eccezioni, degli zombie in cattiva salute.

Mi avviai da solo verso il dormitorio perché Yesung aveva un paio di commissioni da fare. Durante il tragitto lasciai vagare liberamente i pensieri che affollavano il mio povero cervello.
Era tutto mischiato: stanchezza, affanno, dolore, insicurezza,...amore.
Un cocktail che sarebbe diventato micidiale se non avesse saputo contenere le dosi con cui facevo uscire il tutto.

In effetti dovevo pensare: come comportarsi? Per oggi se me l'ero cavata ma come fare per i giorni a venire? Se avessi incominciato ad evitare Sungmin gli altri si sarebbero insospettiti visto che di solito eravamo inseparabili. Avrebbero iniziato a fare domande, a sospettare e io non avrei saputo come comportarmi.

In preda a questo alambiccamento di pensieri non mi resi conto di dove stessi andando e quando riemersi dalle profondità del mio cervello mi ritrovai davanti alla porta di una camera a me ben nota.
La camera di Sungmin.
La loro camera.

Una miriade di pensieri e sensazioni mi affollò la testa. Doveva andarmene.
Lui non c'era ancora quindi avevo ancora qualche speranza.
Fu complicato mettere in moto le gambe che non avevano nessunissima intenzione di sbloccarsi.
Mi voltai faticosamente e...me lo ritrovai davanti.

Lo guardai e solo in quell'istante mi resi conto di quanto mi fosse mancato il suo viso, anche se era trascorso appena un giorno dall'ultima volte che me l'ero trovato davanti.
Mi stava osservando con uno sguardo strano, un misto di tenerezza e rimprovero.
Non riuscii a capire il motivo di quell'espressione.
Non dissi nulla e avvertii come se una barriera invisibile si fosse creata tra noi.
Era a questo che aveva portato il mio gesto insensato?
Questo il risultato che avevo ottenuto dopo aver ceduto per un solo, piccolissimo istante?

"Parliamo"

Dovetti aspettare un po' prima che quell'unica parola mi entrasse in testa.
Parlare?
Voleva parlare?
Non sapevo cosa avrei potuto rispondergli. Non sapevo neanche se avrei avuto la forza di rispondergli.
Il coraggio di stare li a sentire le sue parole che sapevo mi avrebbero spedito all'inferno più nero.

Si era diretto verso l'altra stanza e io non sapevo se seguirlo o se rimanere li fermo impalato.
Magari il muro mi avrebbe assorbito o il pavimento sarebbe crollato facendomi sprofondare.

Come al solito il mio corpo reagì per me.
Mi ritrovai a percorrere i pochi metri che mi separavano dalla porta, che facevano da confine tra me e il futuro che mi attendeva.

Entrai e la prima cosa che cercai fu proprio lui.
Era seduto sul divano.
Stava osservando la soglia della porta, intensamente, quasi volesse mandarla a fuoco.
Onestamente mi spaventò.

Mi sedetti lontano dal divano, su una sedia e iniziai a fissare il pavimento.
Mi diedi del codardo ma non riuscivo a guardarlo per più di qualche secondo.

"Riguardo a ieri sera..."

Ahia.
Mi sentii male.
Ma perché andava sempre, subito al sodo?
Un po' di preambolo per prepararsi non poteva concedermelo?

"...penso di aver capito."

NO! NO! NO! NO!

Dovevo fermarlo.
Immediatamente.


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"Ahahahahah Min! Ci sei arrivato?" dissi ridendo forte. Sembravo un'idiota.
Il suono del suo nome pronunciato dalle mie labbra fu l'ennesima stilettata.
"E' stato tutto uno scherzo! Ti avevo visto triste e così ho pensato di sconvolgerti un po'!!" continuai ridendo.

Stupido.
Come storia faceva acqua da tutte le parti.

Ero io quello triste.
Io quello che era rimasto sconvolto.
Io quello che aveva pianto.

Mi guardò come se volesse tirarmi uno schiaffo e non avrebbe avuto torto a farlo.
Chiusi gli occhi.
Sapeva benissimo che gli stavo raccontando una balla, insomma se ne sarebbe accorto anche uno stupido.
Aspettavo la sua risposta o meglio la sua reazione ma non arrivò nulla. Silenzio.
Socchiusi leggermente le palpebre e sbirciai la situazione attraverso le ciglia.

Non vidi nulla.
Feci un bel respiro e aprii gli occhi tutto d'un colpo.

Non aveva smesso di guardarmi.
Maledizione perché non reagiva?
Perché non mi sputava addosso il suo odio?

"La ragazza di ieri sera è una mia vecchia compagna di scuola. E' una delle poche persone con cui ho mantenuto dei contatti al di fuori dell'agenzia."

Mi stava dando spiegazioni?!?!?

Lo guardai allucinato. C'era qualcosa che non funzionava nel cervello di quel ragazzo.

"Prima di entrare a far parte dei Super Junior lei era quella che si definirebbe la 'mia migliore amica'; eravamo inseparabili: passavamo giornate intere solo noi due a divertirci. Alle volte parlavamo e basta.
Era veramente bellissimo.

Non siamo mai stati insieme e, anche se probabilmente entrambi sicuramente avevamo pensato a quella possibilità, non era accaduto nulla.

Le nostre famiglie erano molto unite e capitava spesso che ci si ritrovasse a mangiare a casa di uno o dell'altra; i suoi genitori poi erano delle persone veramente fantastiche"
iniziò a raccontare

"Sai che è stata lei a convincermi a fare l'audizione alla SMEnt?
"
   
 
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