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Autore: Danny Fan    03/04/2006    6 recensioni
Questa è una storia breve che si articola in due parti, e si deve soprattutto alla cara vecchia Naoko Takeuchi e a uno dei suoi film d'animazione ancor prima che a JK Rowling e alla mia fantasia. Ho solo rielaborato la storia, aggiungendo qualcosa di mio. Detto doverosamente questo, si tratta di un bel po' d'azione; dal passato di Harry si materializza un giovane mago straniero che si dimostra particolarmente interessato a lui da un punto di vista che preoccupa Hermione e il suo gruppo d'amici...
Genere: Azione, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Ginny Weasley, Luna Lovegood, Neville Paciock, Nuovo personaggio, Ron Weasley | Coppie: Harry/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Corpo testo SECONDA PARTE

Il suono di una persona che applaude attirò l'attenzione del gruppetto.

- Ma bravi. Siete soddisfatti di quello che avete fatto? - , tuonò una voce aspra dall'accento straniero.

Nel voltarsi, tutti riconobbero il ragazzo dell'orto botanico. Sulla spalla, indicò Hermione, un'altra Kisenia, circondata però da un'aura nera.

Hermione trattenne il fiato. Era lui allora il mago che aveva attuato la magia per creare la Kisenia, e quella aveva preso possesso di lui, generando altre piante malvagie e creando tutto quel disastro.

Il ragazzo biondo le rivolse uno sguardo tagliente, - Hermione... Hai ucciso un povero fiorellino. Sei senza cuore... - .

- Ma cosa stai dicendo?! - , intervenne Ginny, - Sei completamente stupido!! Quel fiore stava per ucciderci tutti!! - .

- Si può sapere chi diavolo sei?! - , tuonò Ron.

Il ragazzo sorrise, - Sono Serghei, e voi siete... - , levò la bacchetta, - morti - .

Una maledizione cruciatus si abbattè su Ron e Ginny.

Un incantesimo di Hermione cercò di colpire la Kisenia sulla spalla di Serghei, ma lui lo scansò, scagliando il cruciatus anche su di lei.

Fu un dolore terribile, che le tolse il fiato, che le fece implorare la morte. Ma durò molto poco, perchè un incantesimo di disarmo aveva fatto sfuggire la bacchetta dalle mani di Serghei.

- Cosa diavolo...? - .

Harry avanzò lentamente nella piazza ancora per metà ombrosa.

Hermione, ancora incapace di alzarsi sollevò la testa e tirò un sospiro di sollievo nel constatare che stava bene, sebbene fosse lui stesso un po' graffiato e bruciacchiato. Con tutta probabilità anche la parte opposta della città era stata invasa dagli inferi, ed ecco il perchè del suo ritardo.

- Harry... - , soffiò Serghei, illuminandosi, - Sono sicuro che sarai d'accordo con me. Tu amavi i fiori... - .

Harry, incredibilmente serio quanto calmo, sospirò.

- Tieni - .

Il bambino biondo allungò la mano tremante d'emozione e accettò il fiore di campo. Era bello, dalla corolla bianca striata di rosso. Alzò lo sguardo e guardò quel suo coetaneo dagli occhi grandi e verdi nascosti da un paio di occhiali rotti e aggiustati col nastro adesivo. Sorrideva. Ed era il sorriso più bello dell'universo.

- Non ho altro da darti, scusami. Non posso avere niente. E non dovrei nemmeno essere qui; mio zio è là dentro - , indicò l'ingresso del chiosco del giornalaio, oltre il giardino pubblico, - che compra il giornale. Se mi scopre qui mi ammazza - .

Ma seguitò a sorridere.

- Grazie - , rispose il bambino biondo con sentimento, in un inglese stentato e dall'accento nord europeo, - Un giorno ci incontreremo di nuovo e ti porterò il fiore più bello del mondo - .

- HARRY POTTER!!! - .

Era lui, era Serghei, e si erano davvero incontrati di nuovo.

Harry aveva vegliato tutta la notte per riuscire a ricordarsi a chi apparteneva quell'inflessione della voce, e ancora la sua memoria di quel giorno, prima che zio Vernon lo sorprendesse a vagare per il parco, non era del tutto completa. Serghei era un mago, ma quando aveva solo sette anni non sapeva nemmeno di esserlo a sua volta.

- Perchè stai facendo tutto questo, Serghei? - , domandò, perentorio.

Il viso del mago biondo si imbronciò, e lui strillò dalla rabbia, - E tu perchè stai con questa ragazza?! - , indicò Hermione, che cercava di alzarsi, - Lei ti tradirà, e tu sarai di nuovo solo!! - .

Harry aggrottò la fronte, poi fece un passo avanti, - Serghei, ti prego. Se la tua amicizia con me è sincera, fidati della mia parola, e dei sentimenti di Hermione nei miei confronti - .

Serghei gli rivolse uno sguardo ferito, poi abbassò la testa, - Molto bene - .

Harry tirò un sospiro di sollievo, senza rendersi conto nell'immediato che la Kisenia ballava più veloce sulla spalla del ragazzo. La bacchetta tornò nelle mani del mago e lui la puntò con gesto fulmineo verso Hermione, - Lei ti sta prendendo in giro!! Crucio! - .

L'urlo di Hermione si interruppe nel momento in cui Harry attaccò di nuovo Sherghei, il quale rimase alquanto sorpreso. Lo osservò oltraggiato mentre Harry accorreva e cercava di rimettere in piedi Hermione.

- Harry... Lo conosci allora? - , soffiò, aggrappandoglisi, malferma.

- Non ricordavo - , mormorò Harry, controllando qua e là che non fosse ferita gravemente.

Serghei schiantò gli altri con estrema velocità, quindi si avvicinò a loro, - Spostati Harry, lascia che la finisca... - .

- Harry, è controllato da quel fiore che ha sulla spalla... - , avvertì Hermione, piena d'ansietà, e lui la guardò intensamente con comprensione.

Si volse, lanciandogli uno sguardo minaccioso, - Stai lontano da lei - , intimò facendole scudo.

Hermione si allungò per recuperare la bacchetta, scivolatale di mano alla prima maledizione, e cercare per l'ennesima volta di eliminare la Kisenia madre.

Serghei ne approfittò immediatamente, e tenendola sotto tiro, alle spalle di Harry, le lanciò una stoccata. Harry ebbe appena il tempo di voltarsi e gettarsi su di lei, che l'incantesimo lo colpì alla schiena. Hermione spalancò gli occhi quasi quanto quelli di Harry, che la guardarono per pochi interminabili secondi, mentre lui restava immobile. Lei ruotò di qualche grado, e vide il sangue sui ciottoli, lanciando un gemito spezzato e straziante. Il capo di Harry era ora sulle sue ginocchia piegate; socchiuse appena le labbra impallidite ed emise un impercettibile mugugno prima di perdere i sensi.

Hermione, sconvolta, lo scosse senza risultato. Il suo pianto disperato rimbombava dentro la cupola fiorita che era diventata la piazza cittadina.

Lo stesso Serghei era impietrito, incredulo, sconvolto. Si chinò davanti a Hermione e prese la mano di Harry, - Non dovevi farlo, Harry, per lei... - .

Hermione, la mente fuori uso, credette stesse cercandogli il polso, ma con una quasi innaturale rapidità lo afferrò e se lo issò in spalla, perdendo un attimo lo sguardo verso l'orizzonte e smaterializzandosi subito dopo.

- I miei sono morti. Ci sono i miei zii, certo, ma è come se fossi solo - .

Serghei mise il broncio, - Non sei solo. Io sono tuo amico - .

Harry aprì gli occhi.

L'aria era come rarefatta, la luce scarsa. L'orore del legno marcito e della polvere si spargeva ovunque. Una fitta alla schiena lo fece gemere, poi subito una sensazione di fresco e il sollievo.

- Guarirai. Devi solo stare fermo - .

Era sdraiato sullo stomaco, la guancia su un ammasso di stracci, forse una vecchia tenda. Harry riconobbe solo allora una delle stanze della Stamberga Strillante.

- Serghei - , disse, la voce un po' strascicata, - Mi ricordo di te. Tu... Voglio dire, tu esisti? Credevo di averti immaginato, sai, non ero tanto abituato alle cose belle, e col tempo ho cominciato a credere che tu fossi solo un'illusione... - .

Serghei sorrise, continuando a spalmare unguento sulle sue ferite, - Io mi ricordo come se fosse ieri. Viaggiavo molto coi miei genitori, e non riuscivo ad avere amici coi quali poter restare. Mi sentivo anch'io solo. Ma quel giorno al parco, prima che me ne andassi di nuovo, vidi i tuoi occhi, e capii che eri tu quello che cercavo, la ragione per la quale il destino mi aveva portato là. Anche tu eri solo, senza amici. Avremmo potuto farci compagnia per sempre - .

- Cos'è questo? - , Serghei posò il dito sulla fronte di Harry.

Lui scostò la frangia, - Oh, la mia cicatrice. Me la sono fatta quando sono morti i miei genitori. Non penso andrà mai via - .

- E' carina - .

Harry affilò gli occhi nell'aggiungere quell'ennesimo ricordo al puzzle.

- Ma dopo quel giorno, ho viaggiato in moltissimi paesi, ancor prima di sapere di essere un mago. Ho sentito la tua storia, ti ho riconosciuto. Avrei potuto ritrovarti con facilità per portarti il mio dono. Volevo sdebitarmi per quel fiore che mi regalasti, ma un altro fiore non era abbastanza. Dopo aver scoperto di essere un mago, provai molti esperimenti. Non mi accontentavo di un solo fiore, seppure preziosissimo, e la Kisenia mi venne in soccorso. Perchè non fare anche in modo che tutti quelli che ti avevano fatto soffrire morissero? - .

- No, Serghei, io non voglio questo... Perchè lo fai? - , obiettò fermamente Harry.

Serghei smise di applicargli l'unguento, e si chinò davanti a lui, - Harry, tu non mi lascerai solo, vero? Io voglio essere colui che ti regalerà i fiori più belli e preziosi... - .

E prima che Harry si rendesse conto delle sue intenzioni, Serghei si sporse verso di lui e posò le labbra sulle sue. Harry trattenne il fiato, e cercò di trattenersi dallo schiudere le labbra per via della sorpresa, avvertendo un crescente senso di nausea alla pressione della sua bocca calda. Riuscì ad afferrargli una spalla e a staccarlo da sè.

- E' totalmente sbagliato questo - , deprecò, trattenendo a fatica brividi di disgusto che tuttavia traspariva dalla sua espressione. Tutte le ferite ripresero a fargli male a causa del movimento brusco, - Io amo le ragazze. Amo una ragazza - .

Neville voltò pagina al libro che Herione aveva indicato, senza energie.

- Quindi, da quello che ho capito, la Kisenia viene coltivata grazie alle Arti Oscure, e una volta che il suo fiore sboccia, essa prende possesso del mago che l'ha coltivata, ammesso che l'animo di questo mago sia un animo debole... - .

- Nessuno con un animo forte coltiverebbe una Kisenia - , osservò Ginny, continuando a passare la mano sulle spalle di Hermione, che non riusciva a smettere di piangere.

Neville annuì, - Bene, ora che è chiaro, dobbiamo fermare quel pazzo - .

- La sua mente è controllata - , disse Luna, - Un po' mi fa pena... - .

- Se solo sapessimo dove ha portato Harry... - , mormorò Ron.

Hermione singhiozzò più forte, - Non possiamo fare proprio nulla! Non dobbiamo più fare cose pericolose! Avete visto cosa è successo?! - .

Il gruppo si scambiò uno sguardo impensierito mentre Hermione, la bacchetta di Harry stretta in pugno, si scioglieva in singhiozzi nel ripensare alle ore precedenti. Non riusciva a cancellare dalla mente quell'ultimo sguardo, non riusciva a non pensare a come le fosse sembrato che Harry stesse.... morendo fra le sue braccia. Era ancora vivo?

Poi quel Serghei che Harry si era ricordato di conoscere, che apparteneva quindi ad un lontano passato, lo aveva portato via sotto il suo naso! Aveva esitato solo pochi istanti, quasi decidesse dove andare....

Hermione sgranò gli occhi, sollevando la testa, - Oh, santo cielo! - .

Ginny la guardò come se fosse impazzita.

- Ho capito! So dove sono! So dove ha portato Harry! Prima di andarsene ha guardato nella direzione della Stamberga Strillante! Potebbero essere lì!! - .

- Ecco, Hermione... - , si fece avanti Ron, titubante, - Potrebbe essere, ma potrebbe anche non essere così... - .

Hermione si alzò, strappandosi le lacrime dagli occhi, - Non mi importa. Io vado a controllare! - .

Luna la trattenne prima che potesse uscire, - Potrebbe essere pericoloso sfidare una Kisenia da sola. Posso venire anch'io? - , sorrise, come se chiedesse di partecipare ad una festa di compleanno.

- Vengo senz'altro anche io - , Neville chiuse il libro.

- Veniamo tutti, immagino - , aggiunse Ginny scambiando un gesto di assenso con Ron.

Qualche istante dopo si erano tutti materializzati dentro il recinto della vecchia catapecchia stregata. Hermione sfoderò la bacchetta mentre entrava, e tutti la imitarono. Non sapeva spiegare a se stessa quella sensazione, ma sapeva che Harry era lì, da qualche parte.

Appena entrarono, notarono immediatamente che all'interno della Stamberga era spuntata una fitta vegetazione rampicante. Erano là.

- Stiamo attenti al tranello del diavolo... - , avvertì Neville.

- Harry!! - , chiamò Hermione, salendo una rampa di scale consunte, sulle quali ricordava di essere già passata, molti anni prima e assieme a lui.

Gli altri la seguirono con circospezione, voltandosi spesso indietro.

- Harry!! - , chiamò ancora Hermione, la voce rotta dalla preoccupazione.

Si ritrovarono su un pianerottolo, davanti ad una porta chiusa e miracolosamente ancora integra. Ai loro lati un lungo corridoio buio e sinistro. Tutta la casa tremava e dondolava, con scricchiolii inquietanti.

Un tonfo improvviso li fece trasalire tutti assieme.

- Hermione...? - .

La strega bruna si immobilizzò. Avrebbe riconosciuto quella voce fra mille.

- Harry?! Harry, dove sei?! - , strillò.

- Qui... Sono qui! - .

La voce proveniva da dietro la porta massiccia davanti a loro.

Ron la trattene, - Potrebbe essere una trappola... - .

Hermione si divincolò e si attaccò all'imposta, - Harry! - .

Lui era là dietro, probabilmente nella sua stessa posizione, con l'orecchio appiccicato alla superficie marcia.

- Cosa fai qui?! - , disse, stentatamente, - E' pericoloso, vai via immediatamente! - .

- Oh, Harry, non posso! Devo farti uscire di qui! Stai bene? - .

Ron la tirò indietro, - Hermione, potrebbe essere una trappola! - .

Una risata.

- Non userei mai Harry come esca - .

Serghei era là, alla loro destra, in fondo al corridoio. La Kisenia ballava sulla sua spalla.

Hermione si volse nella sua direzione, - Lo tieni prigioniero, però!! - .

- Deve stare là dentro se vuole guarire del tutto - , rispose indispettito il giovane mago, - Comunque non sono affari tuoi, non più, lui ora è mio! Tu non gli servi più - . Solelvò la bacchetta e molti rami striscianti scaturirono dalle fenditure del legno del pavimento, pronti ad assalirli. Istintivamente, sia Ron che Neville afferrarono Hermione per le braccia e la gettarono indietro, lungo le scale, dalle quale lei precipitò fino in fondo alla rampa. Nonostante il dolore alzò immediatamente la testa, giusto nell'attimo in cui il tranello del diavolo investiva tutti i suoi amici, intrappolandoli tutti assieme, attorcigliandosi attorno ai loro busti, strisciando sui loro colli...

- No! Lasciali!! - , gridò Hermione, alzandosi.

Serghei li aveva raggiunti, distraendosi a tratti per fermarsi ad ascoltare i rumori che provenivano dalla stanza chiusa. Sembrava che Harry stesse graffiando la porta, oppure più verosimilmente, vi fosse aggrappato per reggersi in piedi. Molto probabilmente non capiva cosa stesse succedendo esattamente.

- Razza di codarda - , disse Serghei ad Hermione, - Lasci che i tuoi amici vengano catturati mentre tu fuggi... - .

- Non sono fuggita! - , si difese Hermione, - Lasciali andare!! - . Gli puntò contro la bacchetta e cercò di colpire la Kisenia.

Serghei si scostò appena in tempo, e l'incantesimo sbattè contro la porta, facendo volare delle schegge.

- Serghei!! - , la voce di Harry penetrò il legno pastoso, - Serghei, smettila! - .

Il mago biondo si volse verso l'imposta e la svisò come se fosse stata proprio lei a parlare e non chi era chiuso dentro la stanza. Per tutta risposta, mentre la Kisenia ballava più veloce, impose una mano sul gruppo di ragazzi ordinando al tranello del diavolo di stringere maggiormente. Ginny, che era la più piccola e minuta, perse i sensi, senza fiato, e ciondolò in avanti, i capelli rossi sul viso. Neville prese ad agitarsi moltissimo, la bocca occlusa da un ramo stretto attorno al capo come un bavaglio, e la pianta gli catturò anche le gambe spezzandogliene una. Ron era completamente seppellito dai rami striscianti.

- No!! SMETTILA! - , gridò Hermione, risalendo qualche gradino.

Serghei si immobilizzò, - Tu hai ucciso un mio povero fiorellino, e adesso hai tentato di ammazzare la mia Kisenia... Uccidi i miei amici, perchè io non dovrei uccidere i tuoi? - .

- La Kisenia non è tua amica!! - , gridò Hermione, accorata, la mano sul cuore.

- Ascoltala Serghei! - , implorò la voce di Harry, seguita da un tonfo, come se stesse prendendo a pugni la porta.

Un po' imbronciato, Serghei si avvicinò a Luna, alla quale il tranello del diavolo aveva chiuso la bocca, attorcigliandosi anche attorno alle sue tempie.

- Che faccio? Smetti di attaccare i miei fiori oppure preferisci che faccia esplodere questa bella testolina bionda? - .

Hermione fece un altro gradino, senza fiato, - No! - .

- Lascia la bacchetta, allora, e fatti mettere a tacere! - .

Hermione lo guardò, gli occhi lacrimanti. Un attimo dopo lanciò la propria bacchetta sulla rampa, ai suoi piedi.

Neville si lamentò moltissimo, in netto disaccordo con la sua resa.

- Scusate... - , pianse Hermione, - Non posso permettere che vi faccia del male, voi non c'entrate nulla... È una questione fra noi due - , raddrizzò la schiena e sollevò il capo, con fierezza, - Vuoi uccidermi? Fallo! Basta che lasci andare i miei amici e Harry. Libera Harry, non fargli del male! - .

Serghei sollevò la bacchetta con mano tremante, ma all'ultimo momento la indirizzò sul gruppo e lo fece sparire con un solo incantesimo.

- NO! NO, COS'HAI FATTO?! - , gridò Hermione, disperata.

Altri tonfi da dietro la porta sigillata.

Serghei sembrava molto confuso, la Kisenia ballava molto lentamente. Si guardò intorno, stranito, poi il fiore fucsia riprese ad agitarsi più forte, riallacciando il suo giogo. Serghei tornò a guardare Hermione, - E' vero, è una questione fra me e te. Per questo li ho smaterializzati lontano - .

Hermione tirò un profondo sospiro di sollievo che la lasciò ansimante.

- La Kisenia dice che se ti eliminerò finalmente Harry si ricorderà della nostra amicizia, e non saremo più soli - , continuò Serghei, - Sai, penso che abbia ragione - .

Il fiore fucsia dall'aura nera ballava più veloce che mai mentre sul viso del giovane mago si apriva un sorriso malvagio, - Crucio! - .

Hermione cadde sui gradini, scivolando in basso, oppressa da mille pugnali. Riusciva ancora a sentire la voce di Serghei che diceva, sollevando a intervalli la maledizione, - Capiscimi, non posso lasciare vivere una bugiarda, che lascerà solo Harry! Tu non potrai mai capire la solitudine che io e lui abbiamo provato! - .

Riversa a terra, mentre lei arrancava sui gradini, la mente di Hermione tornò senza che le venisse ordinato a poco meno di dieci anni prima...

- E' levi-o-sa, non leviò-sa! E' un incubo! Poi si lamenta se non ha amici! - , scherzava la voce di Ron.

Un troll la fronteggiava, un bambino occhialuto gli saltava sulle spalle, nel coraggioso quanto inutile tentativo di salvarla...

Lo stesso bambino, divenuto un ragazzo di diciotto anni, si chinava improvvisamente sulle sue labbra per la prima volta...

Harry fece qualche passo indietro, quindi si lanciò contro l'imposta, urtandola con tutto il proprio peso. Il legno scricchiolò. Si avventò ancora sentendo cedere qualche gancio arrugginito. Al terzo urto, piombò per terra, sopra l'asse di legno marcio ma spesso. Non perse tempo ad ascoltare il dolore alla schiena, si rialzò e saltò addosso a Serghei, che gli dava le spalle.

La maledizione venne di nuovo sollevata.

Ci fu una muta collutazione, durante la quale Hermione riuscì ad alzare la testa e a schiarire la vista, poi, nonostante Harry fosse più alto di Serghei e lo avesse afferrato saldamente, venne sbalzato all'indietro, probabilmente dalla stessa Kisenia sulla spalla del mago biondo.

Di nuovo confuso e sconvolto, Serghei guardò Harry seduto contro la parete oscillante, ansimante e mezzo svestito.

- Mi hai... Mi hai attaccato.... - .

Restando seduto, Harry diede un calcio alla bacchetta di Hermione ai suoi piedi, mandandola a rotolare giù dalla rampa, fino alla ragazza, la quale la prese, titubante.

- Non portarmela via. Senza di lei tornerò veramente ad essere solo - , implorò.

- Non è vero! - , ribattè Serghei, scuotendo il capo, - Lei ti ha ingannato! - , si volse nuovamente verso Hermione e urlò, - Muori!! - .

Nello stesso istante, Hermione lanciò un Expelliarmus, e i due incantesimi si scontrarono, generando un inconfondibile Prior Incantatio.

Entrambi estremamente confusi, Hermione e Serghei rimasero immobili, un fascio di luce di diversi colori a dividerli. Nessuno dei due e nemmeno Harry si aspettava che le due bacchette fossero gemelle. La cosa comunque era sempre utile in un certo qual modo in quei casi.

Harry si tuffò sotto il fascio di luce e raggiunse Hermione, posizionandosi alle sue spalle, e appoggiandole una mano sulla spalla, - Mantieni il contatto. Hai la mia bacchetta? - .

Hermione annuì, spaurita. Harry la sentì tremare vistosamente prima di far scivolare la mano all'interno della tasca della sua giacca in jeans leggera e recuperare la bacchetta, puntandola contro la Kisenia. Era abbastanza difficile prendere la mira con tutto quel trambusto. La forza degli incantesimi faceva vibrare ancora più del solito le mura lignee della Stamberga, e schegge volavano a destra e a sinistra, ferendoli.

Finalmente, riuscì a inquadrare perfettamente il fiore malefico, in un attimo infinitesimale di quiete, e lasciò partire l'incantesimo.

Il fiorellino dall'aura scura fu strappato dalla spalla di Serghei, e piombò a terra con un tonfo fastidioso e umido, camminando sulle radici rosse e lanciando alla cieca lampi di luce purpurea che li sfiorarono più volte. Intanto, Serghei aveva perso potenza senza il giogo della Kisenia, e ben presto interruppe il contatto, venendo disarmato da Hermione e urtando all'indietro, contro la parete.

Harry riprese la mira con rapidità e lanciò due incantesimi uno di seguito all'altro; il primo mancò il fiore, il secondo lo colpì in pieno, disintegrandolo. Ma prima che accadesse, un ultimo lampo purpureo saettò contro di loro, disarmando Hermione.

Harry la sentì accasciarglisi sulla spalla, all'indietro, mentre perdeva la bacchetta e rilasciava le braccia, le quali si aprirono abbandonate come quelle di qualcuno che si lancia nel vuoto. Il silenzio calò improvviso e denso, angosciante.

Harry si mosse appena, di pochi gradi, e Hermione gli cadde fra le braccia, esanime.

- No... - , soffiò impercettibilmente, prendendole la mano e tastandole il polso. Rimase là ad aspettare un battito che non venne mai, - Oh, no... - , riusciva solo a dire, in preda al panico e all'angoscia. La appoggiò sui gradini consunti e sporchi, guardandosi intorno come se qualcuno potesse intervenire per salvarla, per riportarla in vita. Ma non c'era nessuno e nessuno poteva fare nulla. Le prese le mani, la scosse, le accarezzò il viso pallido e graffiato, la chiamò a gran voce. Forse, più forte gridava, più lei avrebbe potuto sentirlo e svegliarsi... Qualcosa gli si stava rompendo dentro, la pena e l'ingiustizia erano insopportabili.

- Cosa stai guardando? - , aveva chiesto la bambina coi folti capelli mori, - Hai fretta? - .

Harry l'aveva guardata sospettoso. Il parco era pieno di bambine della sua età a quell'ora, che saltavano da tutte le parti, ma lei era particolarmente composta e non sembrava molto preoccupata di scatenarsi nel gioco. Aveva in mano un mazzolino di splendidi fiori di campo.

- No, cioè, non posso stare a lungo... - , le rispose, tristemente.

- Sei triste? Sei dispiaciuto? - .

Harry si era chiesto se sapesse formulare solo domande.

- No, cioè... - , si stava ripetendo. La bambina lo fissava coi suoi occhi nocciola seri e in qualche modo, rassicuranti.

- Mi sembri dispiaciuto... Perchè non puoi restare? Non hai amici? Tutti i bambini qui hanno amici. Anche le bambine. Io invece no. Non so perchè, non piaccio loro molto. Forse perchè faccio succedere cose strane - .

Parlava in fretta. Harry si sforzò di sorridere, confuso.

- Vuoi un fiore? Aspetta... - , ne scelse uno bianco dalle sfumature rosse, il più bello del mazzo, - Ecco. Puoi dire che te l'ha regalato un'amica. Anche io posso dire che l'ho dato ad un amico - .

- Hermione! - .

- Mia mamma mi chiama. Ciao! - .

Harry la seguì con lo sguardo, mentre fuggiva in braccio alla madre, i capelli al vento.

Ora ricordava tutto... Ecco dove aveva recuperato quel fiore che poi aveva dato a Serghei... Era stata Hermione a regalarglielo, si erano incontrati, quel giorno, in quel parco, anni prima di Hogwarts...

Harry la sollevò fra le braccia e la strinse a sè, guancia a guancia. Era ancora così calda, ma totalmente inerme.

Dei passi risuonarono attorno, Harry non si rese conto da che direzione, o a chi appartenessero, non gli importava. Voleva solo stare lì, con lei, ad aspettare la fine.

Serghei gli si accovacciò accanto, l'espressione funerea.

- E' colpa mia... - .

Harry non lo guardò, ma strinse più forte Hermione, come se temesse che qualcuno potesse allontanarlo da lei.

- Harry. Ho mantenuto la mia promessa. La Kisenia è stata solo un esperimento che non avrei mai dovuto fare. Ho l'immensa colpa di aver causato tutto questo. Però, forse vorrai ancora accettare il fiore che ti ho portato... - .

Harry sollevò appena lo sguardo su di lui, e Serghei si sentì investito dal dolore che quegli occhi esprimevano, anche privi di lacrime.

Roteò le dita della mano, materializzando la corolla di un fiore bianchissimo, simile ad una coppa d'alabastro. E la coppa era piena.

Serghei sorrise, - E' il rarissimo fior di lunga vita. È il vegetale più raro del mondo dei maghi, talmente leggendario che si pensava non esistesse. Ma io l'ho trovato, per regalarlo a te. Il suo nettare regala l'immortalità a chi lo trova senza contropartita, ed è capace di ridare la vita a chi l'ha persa. Puoi darlo a Hermione, se vuoi, credo siamo ancora in tempo - .

Gli occhi di Harry si spalancarono, increduli e speranzosi.

- Io volevo portarti l'immortalità - , continuò Serghei, - Ma da quello che vedo nel tuo sguardo, preferisci una sola vita con lei che tutti gli anni del mondo da solo, e non ti biasimo - .

Harry gli agguantò il braccio, - Cosa..? Cosa devo fare? - .

- Il fior di lunga vita può essere donato solo da una persona ad un'altra, per questo motivo non puoi farla bere direttamente dalla corolla... Sono io che lo dono a te, perchè è a te che ho pensato quando l'ho trovato - .

Harry riflettè velocemente, - Bene, allora... - , lo guardò per un attimo, in leggero imbarazzo, poi si chinò sulla coppa che Serghei gli porgeva e prese un sorso del dolcissimo nettare. Il solo sapore meraviglioso lo invitava a ingoiare, ma Harry non lo fece. Invece sostenne Hermione per le spalle e la baciò sulle labbra socchiuse e prive di fiato, lasciando scendere il liquido zuccherino nella sua gola. Nello stesso istante sentì il respiro di lei riaffiorare, molto flebile, e staccando le proprie labbra da quello inferiore di lei vide le sue ciglia tremare, e i suoi occhi marroni riaprirsi lentamente. Per alcuni istanti si guardarono, i visi a pochi centimetri l'uno dall'altro mentre lei lo riconosceva. Harry sorrise con commozione, e Hermione gli portò una mano sulla nuca e lo baciò ancora, assorta.

- Ho quasi creduto di essere morta... - , mormorò, sorridendo come se si stesse soltanto svegliando da un lungo riposino pomeridiano.

La primavera era arrivata, assieme alle sue lunghe giornate assolate e agli interminabili pomeriggi senza età. Avevano passato venti giorni assieme dalla fine di quell'avventura, venti giorni stupendi eppure così straordinariamente normali.

Hermione sorrideva e agitava la mano.

Serghei le rispose, timido.

- Mi dispiace sai che devi già partire. Tutti quei discorsi sui fiori di lunga vita erano veramente interessanti. Posso scriverci un articolo per Il Cavillo? - , domandò Luna.

- Ma certo - , rispose Serghei, arrossendo. Quindi si spostò davanti a Neville, - Scusa per la tua gamba - .

Neville scosse il capo, - Figuriamoci, me l'hanno rimessa in sesto in un secondo. E poi non eri in te, no? - .

Ron gli diede una pacca sulle spalle, chinandosi un po' e sussurrando, - Mi prometti che tornerai presto? I tuoi consigli su come prendere una ragazza per il verso giusto sono fantastici, e sicuramente è meno umiliante di domandarlo ad una di loro... - .

Serghei rise, - Promesso - . Si spostò davanti a Ginny, - Tanti baci, piccola Ginny - .

Lei gli gettò le braccia al collo, - Scrivimi - .

Serghei esitò un momento davanti a Harry, - Grazie - , gli disse soltanto.

Harry gli posò la mano sulla spalla, - Non rimetterti nei guai - .

- Non sarei partito se non fosse per una giusta causa. Ma è giusto che partecipi all'internato del mio Ministero contro la magia oscura. Avrò tante cose da raccontare, e potrò aiutare gli altri a non rifare i miei errori - .

Harry annuì, con un sorriso mentre il biondo mago si allontanava, pronto alla smaterializzazione.

- Mi mancherete tutti, ma so che sarete sempre miei amici - .

Hermione scacciò dalla guancia una lacrima di commozione, Harry le avvolse le spalle con un braccio, attirandola a sè. Lei gli si allacciò.

- Anche tu ci mancherai - .

Serghei sorrise, - Non piangere Hermione. Sei tanto cara. A presto! - .

Il folto gruppo scosse le mani in un ultimo saluto, e Serghei si smaterializzò. In quello stesso istante, una pioggia di petali prese a cadere, trasportata dal vento tiepido così come il loro cuore trasportava il calore della loro nuova amicizia.

  
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