Titolo del capitolo: Capitolo 4
Sesso, sesso, sesso.
Solo sesso.
Mi aggrappo alla testata del letto, mentre le immagini della sera
precedente mi
affollano la mente.
Ottimo sesso, mi correggo. Lo
guardo,
nudo e avvolto tra le lenzuola. Inspiegabilmente sono come le lenzuola
bianche
dei film, quelle che non si sa come ma sembrano fatte a L, che coprono
il mio
petto lasciando scoperta la sua schiena.
Che, se mi è concesso, è proprio un bel vedere.
In effetti, ora che ci penso, sembra tutto un film. Il suo smoking per
terra,
ingarbugliato con il mio supersexy vestito blu notte. Il mio reggiseno
appeso
alla lampada, i suoi boxer sulla tele, la bottiglia di champagne ancora
mezza
piena sul comodino. E lui, il dio greco, la perfezione fatta a persona,
che
dorme in diagonale su questo letto enorme.
Qualcosa ancora non va.
Do un’occhiata al telefono. Tre SMS e un messaggio vocale.
Dalla stessa persona.
“Amore, sono io. Dove sei sparita?
Mi
manchi… chiamami quando senti questo messaggio, o quando hai
un attimo libero.
Ti amo”
Riappoggio il telefono sul comodino, mentre la visione dormiente alla
mia
sinistra si gira su un fianco.
Oddio.
La verità mi colpisce come un pugno in piena pancia.
Oddio.
Sono una stronza.
Anzi no, una Stronza con la S maiuscola.
Qualcosa mi opprime il petto, impedendomi di respirare liberamente.
E questo cos’è, rimorso?
mi chiede la
solita vocina fastidiosa. Era da un bel pezzo che non provavo niente
del
genere. Incrocio le gambe nella posizione del loto e inspiro
profondamente per
calmarmi.
Inutilmente.
Ma cosa diavolo mi è saltato in mente?
Stupida, stupida, stupida.
Stupida Stronza.
“Mmm
buongiorno” dice Tom. Non l’avevo sentito alzarsi,
ma è
già mezzo vestito di fianco al letto.
“ È stato davvero fantastico” mi sorride.
“Felice che ti sia piaciuto” mi trovo a dire in
modo scocciato.
Ok, adesso basta, mi dico.
“Ho un’intervista tra poco, poi devo tornare da mia
moglie. Questa cosa… rimane
tra noi, non è vero?” ora sembra preoccupato.
“Ovvio” rispondo ridendo, con una strana risata che
mi da fastidio. Ma ho
sempre riso così? Sembro quasi… cinica. Scuoto la
testa per non pensarci,
fingendo un sorriso che fa fatica ad uscire.
“Comunque… è stato il miglior sesso
della mia vita” mi dice facendomi
l’occhiolino. Di nuovo provo a sorridere. Ma
quando se ne va questo?
Deve aver recepito il messaggio, perché apre la
porta e fa per uscire.
Ma non ci riesce.
“Ma cosa…” dice una voce familiare. Con
orrore, ricollego la voce al volto. E
poi lo vedo. Sulla porta, l’espressione delusa e spaesata che
contrasta con il
dito minaccioso sul petto di Tom. Che sembra terrorizzato.
Beh, un armadio a quattro ante più alto di trenta centimetri
l’ha scoperto con
la sua ragazza fedifraga, sarei terrorizzata anch’io.
Poi mi viene un pensiero agghiacciante. Questa non è una
fiction. E neppure un
film. Questa è vita, la vita reale.
E
la fedifraga sono io.
Merda, merda, merda.
Stronza.
“Fuori dai coglioni” gli intima, e Tom
non se lo fa ripetere.
L’espressione spaesata è sparita dal suo volto. E,
cazzo, ora è decisamente
arrabbiato.
E non a torto.
“A-Amore” inizio a dire, ma mi trema la voce.
No, fermi un attimo. A me trema la voce?
Non è da me, decisamente
non è da me.
“Mi trema la voce… a me non trema mai la
voce” dico con una risatina nervosa
che non riconosco come mia.
“No, no, adesso smettila” urla. Faccio un passo
indietro, spaventata. Lo vedo
respirare profondamente per calmarsi. Lentamente entra e chiude la
porta.
Indietreggio fino al letto.
Non l’ho mai visto così.
“Ti trema la voce? Ti trema la voce?
Ma ti senti? Anche in questo momento riesci a parlare solo di te
stessa. Tu, il
tuo lavoro, il tuo capo, le scadenze e gli articoli, poi di nuovo tu.
Questi
sono diventati i tuoi argomenti di conversazione, i tuoi pensieri.
Dimmi,
tesoro” dice caricando di sarcasmo la parola tesoro
“ti suonano familiari
questi discorsi? Te li sei mai fatti, dentro la tua testa? No, ovvio
che no,
così… egoista ed egocentrica come sei non puoi
esserti abbassata a al livello
di pensare che tu possa non essere perfetta. Ma basta, adesso basta.
È una
storia che si trascina avanti solo per parte mia, e sono stufo. Stufo
di
sentirmi stupido perché innamorato di una persona che ha
smesso di includermi
nella sua vita! È come un amore non corrisposto. Solo che
sei la mia ragazza. E
poi adesso, questo... questo tradimento… basta, davvero.
Basta. È finita.”.
Apro la bocca per controbattere, ma mi blocca con un cenno.
“No, no. Non ti voglio sentire. Non più”
mi dice.
“Amore” mormoro flebile, incapace di dire altro.
E se ne va.
Ci metto un attimo a
rendermi conto che non c’è più.
Lui non c’è più.
Le ginocchia mi cedono. Cado sul letto, mentre le lacrime iniziano a
scendere
copiose.
Te lo sei meritato mi dice la
vocina,
io tel’avevo detto.
Poi tutto diventa buio.
Eccolo
qui! Vi avevo promesso il capitolo serale e -finalmente- ho aggiornato
in orario :-D
Spero
che questo capitolo vi piaccia, sinceramente lo preferisco moolto al
precedente che era fin troppo corto e di cui non ero molto soddisfatta
:-)
Mancano
soltanto due capitoli alla fine e li posterò in breve, di
sicuro prima di venerdì -ebbene sì, finalmente
vado in vacanza anch'io! :-D
Un
bacio a tutti :-*
Fede
Un
grazie enorme a Felle e a Reaver che
hanno commentato e che mi hanno fatta arrossire *.* grazie grazie
grazie per i commenti e per i complimenti <3 spero di non
deludervi :-*