L’arrivo
a Hogwarts fu spettacolare. Il castello, nella penombra del crepuscolo e con le
sue mille finestre illuminate fiocamente dal sole morente era semplicemente
magnifico, e il pensiero di vivere li da quel momento in poi mise addosso a
Remus una strana agitazione; aveva le farfalle nello stomaco e un sorriso
enorme stampato sul viso, eppure era tremendamente nervoso. E se si fosse rivelato
negato in tutto? E se fosse rimasto solo? E, peggio ancora, se fosse finito tra
i Serpeverde? Avrebbe perso tutte le sue nuove amicizie, per non parlare del
fatto che sarebbe stato la vittima di ogni scherzo crudele che fosse venuto in
mente a quei ragazzi!
Se non fosse stata per la presenza di Sirius, James e Peter si sarebbe lasciato
andare al panico dopo cinque minuti. Un ragazzo, non molto più vecchio di loro
ma con una folta barba e alto come un gigante si avvicinò alla banchina
agitando una torcia e chiamando a gran voce gli studenti del primo anno.
Molti ragazzi si staccarono dalla fiumana principale che stava recandosi a
prendere la carrozza che li avrebbe condotti al castello, avvicinandosi
esitanti al gigante alcuni, altri baldanzosi e allegri come se lo conoscessero
da una vita. E chissà che non fosse così, dal momento che i suoi tre amici
erano tranquilli al suo cospetto.
– Io sono Rubeus Hagrid, e sono il guardiacaccia di Hogwarts! – si presentò –
Seguitemi e non perdetevi nel parco o nella foresta: non vorrete che i lupi
mannari vi trovino, eh? – disse, tentando di fare lo spiritoso.
L’unica cosa che ottenne invece fu che molti ragazzi rabbrividirono, qualcuno
(forse Peter) urlò anche per lo spavento, e Remus impallidì. Sirius se ne accorse,
e tentò di rassicurarlo.
– Ma dai, sono certo che scherza! – disse dandogli una pacca sulla spalla,
sorridendo.
Il ragazzo annuì, ma restò comunque teso.
– Ora attraverseremo il lago in barca! Scegliete una barca e saliteci, con un
massimo di sei persone! Seguite me e non cadete in acqua, il calamaro gigante
potrebbe non gradire! – spiegò, incamminandosi verso la riva, seguito da una
trentina di ragazzini spauriti.
– Ecco, su questo è serio. – disse Sirius, sorridendo a Remus, che lo guardò
sconvolto.
Salirono insieme su una barca, dove furono presto raggiunti da Peter e da un
riluttante James, ancora restio a stare col cugino. Salì con loro anche una
ragazza dai capelli castani, e quando tutte le altre imbarcazioni partirono si
spinsero in acqua, lasciando che i remi si muovessero da soli lungo quel
percorso incantato.
La vista del castello che si avvicinava era ancora più emozionante di quanto i
ragazzi pensassero, tanto che nessuno fiatò durante tutto il tragitto. Solo
qualche “Oh!” di meraviglia rompeva il silenzio di tanto in tanto, mentre un
enorme tentacolo spezzava l’immobilità dell’aria sollevandosi dall’acqua e
sparendo nuovamente nel giro di pochi istanti.
Quando arrivarono scesero tutti in silenzio quasi reverenziale, come intimoriti
da quel luogo che gli avrebbe fatto da casa per quasi sette anni. Anche il
gigante restò in silenzio durante il percorso che conduceva alla grande porta
di legno che rappresentava l’ingresso al castello, fermandosi solo in
prossimità delle scale che conducevano ad essa, dove una donna di mezza età
stava aspettando gli studenti.
Congedò il guardiacaccia con un cenno del capo, e Hagrid entrò nel castello per
recarsi al banchetto di inizio anno. Dopodiché, la donna si rivolse ai primini
con voce chiara e autorevole.
– Io sono la Professoressa McGranitt, insegnante di Trasfigurazione e Capocasa
di Grifondoro, nonché Vicepreside di Hogwarts. – esordì. – Ora avrà luogo la
cerimonia di Smistamento, subito prima del banchetto di inizio anno. Ognuno di
voi verrà sottoposto all’esame del Cappello Parlante, che selezionerà la Casa
più adatta a lui, o lei. Ricordate che la vostra Casa è la vostra famiglia, e
che durante tutta la durata del vostro soggiorno ad Hogwarts dovrete essere
rispettosi delle regole della Scuola. – spiegò, voltandosi poi verso la porta e
agitando la bacchetta con un gesto secco.
I pesanti battenti si spalancarono con teatrale lentezza, e tutti i ragazzi
entrarono in una fila ordinata nell’ingresso e, successivamente, nella Sala
Grande, gremita di persone che aspettavano il loro ingresso. Il vociare tutto
attorno ai ragazzi cessò non appena la Professoressa McGranitt arrivò accanto
ad uno sgabello di fronte al tavolo degli insegnanti, da cui prese una lista
prima di tornare a fronteggiare i nuovi studenti.
– Quando verrà chiamato il vostro nome, voi dovrete sedervi qui. Io poserò il
cappello sulla vostra testa e voi verrete smistati. – ripeté con calma, facendo
poi un gesto in direzione di un vecchio copricapo afflosciato sulla sedia.
Ma questi, come se fosse stato chiamato il suo nome, guizzò pieno di vita nel
momento in cui la professoressa smise di parlare, iniziando a recitare una
breve filastrocca:
“Di Grifondoro coraggiosi e Tassorosso leali,
Serpeverde astuti e Corvonero geniali
Il destino io sceglierò;
Alla Casa più adatta vi assegnerò.
E qualunque sia il risultato,
Ve lo sarete meritato!”
Le strofe riassumevano gli avvenimenti che avrebbero preso luogo di li a poco,
sottolineandone l’importanza: la decisione che si sarebbe presa di li a poco
sarebbe stata cruciale e avrebbe segnato tutta la vita degli studenti.
La professoressa non perse tempo e subito iniziò a chiamare gli studenti in
ordine alfabetico.
– Jodie Anderson! – disse, e la ragazza che era salita sulla barca assieme a
Remus e gli altri si fece avanti, esitante.
Si sedette sullo sgabello, e la McGranitt le posò il Cappello Parlante sulla
testa. Subito, questi iniziò a ponderare a gran voce, elogiando le qualità
della ragazza che fu giudicata abbastanza studiosa da finire a Corvonero. Gli
appartenenti a quella Casa iniziarono ad applaudire felici, accogliendo la
ragazza tra di loro come se si trattasse di una sorella persa da tempo.
Furono chiamati un altro paio di nomi, due fratelli entrambi finiti a
Tassorosso, prima che arrivasse il turno di Sirius. Il ragazzo si sedette sullo
sgabello con nonchalance, mentre Remus tratteneva il fiato per lui. Vedere
tutti quei ragazzi e l’accoglienza che ricevettero gli altri gli fece capire
l’importanza di quel momento, e non poté fare a meno di sperare per lui che
finisse dove desiderava. Gli balzò il cuore in gola quando sentì le parole del
cappello.
– Ah, un altro Black, eh? Sangue puro, astuzia... Senza dubbio, un altro Serp-!
– s’interruppe mentre il cuore di Sirius gli batteva furiosamente nel petto.
Non fiatò, restò immobile come una statua mentre il cappello esplorava i
meandri della sua mente, trovandovi ciò di cui aveva bisogno. – Mh, a quanto
pare no. Un coraggio da leoni e una fedeltà senza pari, ecco cosa c’è qui
dentro! Il cuore vale più della mente, in questo caso. Per cui... Grifondoro! –
enunciò infine.
A quella parola, Remus esclamò di gioia, ma fu l’unico. Si bloccò, imbarazzato,
guardandosi intorno. Gli occhi di tutti erano puntati su Sirius, tanto che
arrivò a pensare che nessuno avesse notato lui. Si voltò verso James e vide che
il ragazzo aveva la bocca spalancata come la maggior parte del tavolo dei
Serpeverde.
Sirius sorrise trionfante prima nella loro direzione e poi verso i suoi
parenti, togliendosi il cappello e recandosi in silenzio verso il tavolo dei
Grifondoro. Quando lo raggiunse, la situazione sembrò sbloccarsi di colpo: i
Serpeverde iniziarono a strepitare indignati, mentre i Grifondoro si diedero
alla più pazza gioia. Avere un membro di una prestigiosa famiglia fra di loro
non poteva che fargli piacere, soprattutto se era abbastanza di buon cuore da
finire lontano dai propri parenti!
Remus sospirò di sollievo, riportando la propria attenzione al cappello; ma
prima che qualcun altro potesse occupare quel posto poté notare lo sguardo
curioso e soddisfatto di colui che intuì essere il preside. O, quantomeno, un
mago di alto livello.
Era così preso dai propri pensieri che quando tornò a guardare al cappello un
ragazzo si stava recando dai Serpeverde, ghignando, e già un’altra ragazza
stava prendendo il suo posto. La riconobbe presto come Lily, la sua nuova
amica, che si tratteneva dall’agitarsi per l’impazienza sullo sgabello.
– Un cervello niente male, una mente degna di un Corvonero! Ma un animo
impetuoso e forte, che non lascia dubbi: Grifondoro! – fu la sentenza.
La ragazza sembrò sorpresa di quella decisione, ma non obiettò: anzi, sorrise e
si recò in fretta a quel tavolo, allegra.
Poi fu il turno di Forster, Green, Jacobs e Jones, fino a Lewis; e finalmente,
toccò a Remus. Quando fu chiamato il suo nome pensò che sarebbe potuto morire
per il nervosismo, ma quando si sedette sullo sgabello e si ritrovò al centro
dell’attenzione capì che poteva anche farlo d’imbarazzo.
– Un’altra giovane mente brillante, vedo! – esordì il cappello. Era una
sensazione strana, come avere una rete che passava al setaccio la sua mente. –
Un ragazzo problematico, mh... Un amico leale e pronto a tutto. Abbiamo un
altro... Grifondoro! –
La tavolata di questa Casa si mise di nuovo ad applaudire, accogliendo quel
ragazzino timido che era fuggito dal palco con tanta fretta con gioia ed
esuberanza. Ricevette pacche sulla schiena da estranei che lo incitavano a
prendere posto tra loro, cosa che fece; voleva sedersi accanto a Lily, che però
sembrava star tenendo un posto per qualcuno, per cui si accontentò ben
volentieri di mettersi vicino a Sirius, che lo accolse con un abbraccio
entusiasta.
– Sono felice che tu sia felice per me, Remus! – disse con un sorriso, facendo
arrossire l’altro al ricordo della sua esclamazione. – Ma soprattutto sono
felice che staremo insieme! Voglio il letto accanto al tuo, mi prenoto subito!
– aggiunse, ridendo felice.
E Lupin non poté fare a meno di sentirsi felice a sua volta, ritrovandosi ad
abbracciare l’altro. Quando riportò la propria attenzione allo Smistamento era
già il turno di Peter, dopo altri due ragazze finite a Serpeverde e Tassorosso.
Stranamente questa volta il cappello non parlò a voce alta, ma si limitò a
bisbigliare qualcosa a Peter, che impallidì.
– Hai la mente di un Serpeverde e la codardia di nessuno; non potresti stare
tra loro, ma ti manca la lealtà dei Tassorosso e non hai nemmeno
un’intelligenza da Corvonero. Per cui, non mi resta altra scelta. – gli disse,
prima di chiamare nuovamente la Casa del Grifone, che esplose gioiosa un’altra
volta.
Remus e Sirius guardarono Peter sedersi all’estremità del tavolo, lontano da
tutti, ma non poterono prestare molta attenzione a lui poiché la cerimonia
stava proseguendo.
Giusto un paio di nomi prima che toccasse nuovamente ad una loro conoscenza;
Severus, il ragazzo silenzioso conosciuto sul treno, era ora seduto sullo
sgabello e indossava il cappello con un’espressione neutrale. Si voltò solo
brevemente in direzione del tavolo dei Grifondoro, dove sorrise a Lily che lo
salutava entusiasta, certa che...
– Serpeverde! – disse invece il cappello, impietoso.
Il sorriso di entrambi cadde mentre il tavolo verde applaudiva, e Severus si
recò nella loro direzione continuando a guardarsi indietro.
A Remus dispiacque molto per via della sua espressione affranta, ma sapeva di
non poter far nulla. Subito dopo fu chiamato il nome di James, che si sedette
spavaldo sullo sgabello.
– Coraggio, furbizia e una grande autostima, unita a quella che credo sia una
propensione a cacciarsi nei guai; senza dubbio un Grifondoro! – disse senza
esitazione, e James sembrava non avere dubbi a sua volta vista la sicurezza con
la quale si recò al tavolo prescelto, sedendosi accanto a una Lily delusa che
lo fulminò con lo sguardo, desiderando di aver accanto il suo amico di sempre
anziché questo ragazzo borioso e fastidioso.
Nonostante non ci fosse più nessun suo conoscente tra gli smistati, Remus seguì
il resto della cerimonia con attenzione, mentre un’altra decina di persone
finiva nelle varie case; solo altre due ragazze finirono a Grifondoro, e Lupin
applaudì come tutti gli altri.
Ora non restava altro da fare se non godersi il banchetto, subito dopo il
discorso del preside.
Remus aveva ragione, era l’uomo al centro del tavolo degli insegnanti, con quei
suoi capelli argentei e quella barba candida, che si alzò con calma e iniziò a
parlare con voce pacata.
– Vorrei dare il benvenuto a tutti i nuovi studenti e il bentornato a tutte le
nostre vecchie conoscenze. Quest’anno, come sempre, presento a voi studenti il
nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure, il professor Shift, che ha
accettato la cattedra. Inoltre informo coloro che non lo ricordassero che la
Foresta Proibita si chiama così per un motivo, e che è vietato andare in giro
per la scuola di notte. C’è tutto il tempo per esplorarla di giorno, dopo lo
studio! – disse sorridendo, proseguendo poi con altre parole spese ad elogiare
il corpo insegnanti e ad illustrare agli studenti come si svolgessero le
lezioni e tutto il resto.
– Ed ora, senza ulteriore indugio, si dia il via al banchetto! – concluse così
il suo discorso, battendo le mani e sorridendo come ogni anno dello stupore dei
ragazzi di fronte a un banchetto così ricco apparso dal nulla sui loro piatti.
La cena proseguì senza intoppi, e tutti i ragazzi parlavano e socializzavano
con i loro compagni di Casa. Volarono presentazioni, complimenti e battute,
risate e scherzi, fin quando non apparvero i fantasmi.
Remus rimase a bocca aperta mentre un paio di piedi fluttuava davanti ai suoi
occhi, attraversando la tavolata da un estremo all’altro, e Sirius gli spiegò
di come ogni Casa avesse un suo fantasma. Tutti i Grifondoro salutarono Sir
Nicholas prima di riprendere a mangiare, e Remus ammise di non aver mai
mangiato tanto e tanto bene in vita sua.
Circa un paio di ore dopo il banchetto volse al termine e i ragazzi furono
scortati dai loro Prefetti nei rispettivi dormitori. Ognuno scelse il proprio
letto, e Sirius si mise accanto a Remus come promesso. Dall’altro lato del moro
si piazzò suo cugino, James, e accanto a lui Peter.
James si avvicinò a Sirius a grandi passi, guardandolo in cagnesco per un
attimo prima di estendere la mano verso di lui. L’altro ricambiò il suo
sguardo, adocchiando incuriosito la mano.
Restarono in silenzio per un po’ prima che il ragazzo occhialuto si decidesse a
parlare.
– Il cappello non può sbagliare. Se sei qui è perché eri sincero, e... Ora ti
credo. Sei davvero diverso dagli altri... Forse. – aggiunse con un sorriso, che
Sirius ricambiò stringendogli poi la mano con energia.
– E forse ora ricordo perché sei l’unico parente che mi sta vagamente
simpatico. – rispose con un ghigno identico.
Peter osservò la scena in silenzio, e lo stesso fece Remus, con un sorriso sul
viso.
Dopo poco, tutti spensero la luce, stanchi e impazienti di vivere il loro primo
giorno ad Hogwarts. Remus volse lo sguardo al cielo, fuori dalla finestra
adiacente al suo letto, e sospirò prima di addormentarsi felice con l’immagine
della luna nuova negli occhi.