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Autore: Betty    24/02/2004    3 recensioni
La carriera di Benji è finita bruscamente e la sua vita sta andando a rotoli. Ma dal passato ritorna una vecchia amica che avrà bisogno del suo aiuto. Sarà lei a donargli una nuova speranza.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Genzo Wakabayashi/Benji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 11

CAPITOLO 11

La stava studiando, le sue abitudini, i suoi comportamenti, doveva imparare a conoscerla. Era un vero peccato che fosse sempre accompagnata da qualcuno ma prima o poi avrebbe avuto l'occasione giusta. La osservò mentre usciva dall'ufficio, accompagnata da una donna molto bella ed elegante.

Devo l'ho già vista? Si chiese prendendo dalla borsa che portava con sé delle foto. La madre di Price, così la bambina è entrata nella famiglia, la cosa è un po’ più complicata del previsto ma ho tempo. Sarà mia!

 

"Come l'avete perso?" chiese irato Jonathan Price ai due uomini che stavano di fronte a lui.

"Quell'uomo è furbo, in un attimo si è dileguato tra la folla, non capisco come abbia fatto" rispose mortificato l'uomo, era la prima volta che deludeva il sig. Price.

"E' tornato nell'appartamento che ha preso in affitto?"

"No sig. Price, non è ancora rientrato. E se devo dirle la verità penso che non torni, sa che lo stavamo seguendo."

"Cosa mi suggerisce Mike?"

"Per il momento ritengo che la bisogna proteggere la ragazza, intanto manderò i miei ragazzi in giro per la città, quell'uomo non può essere sparito nel nulla."

"Non voglio far preoccupare Eileen, quindi i tuoi ragazzi non devono farsi notare"

"Non si preoccupi Sig. Price, non la deluderemo."

"Sai Eileen sabato c'è un ballo di beneficenza, per la costruzione del nuovo reparto pediatrico del policlinico, verresti anche tu?"

"Non lo so Catherine, non me la sento."

"Ci saremo io e Jonathan e Benji di certo non ti lascerà venire solo con noi. Hai bisogno di uscire, non puoi chiuderti in casa e uscire solo per venire in ufficio."

Eileen sorrise, Catherine aveva ragione, si stava nascondendo da lui, non poteva permettergli di rovinare la sua vita. "Mi ha convinto, verrò anch'io"

"E' meraviglioso, dobbiamo fare un po’ di shopping, cara. Sarai la più bella della festa." Disse la donna entusiasta.

"Adesso?" chiese Eileen.

"Certo, sono sicura che domani e dopodomani sarai piena di impegni. Perché non approfittiamo di questo pomeriggio libero?"

"Credo che la mia carta di credito sarà felice di essere usata, è quasi come nuova!"

"Ti porto da una mia amica, ti troveremo un vestito unico!" disse felice Catherine prima di chiamare un taxi.

"Maledizione!" esclamò l'uomo, vedendo le due donne salire su di un taxi, che si allontanò velocemente, "Tanto ti riprendo, divertiti per questo pomeriggio!"

 

Benji passeggiava ansiosamente per il salotto, erano quasi le otto e non erano ancora arrivate.

"Benji, hanno chiamato dicendo che fanno tardi. Non ti preoccupare, le donne quando fanno compere non vanno disturbate!" disse Jonathan Price al figlio.

"Lo so, ma sono preoccupato lo stesso."

"Se la cosa ti può rassicurare, ho mandato due uomini a fare da scorta."

"Finché non torna a casa, non sarò tranquillo."

Le risate delle due donne interruppero l'ansia di Benji.

"Visto, sono arrivate felici e contente" disse Jonathan.

"Scusate il ritardo, ma ci abbiamo messo più del previsto." Disse Eileen appoggiando le varie borse.

"Benji non ti sarai preoccupato? Abbiamo chiamato per dire che ritardavamo!" disse Catherine vedendo il volto tirato del figlio.

"No, mamma sono solo stanco." Rispose Benji.

"Sicuro?" chiese Eileen andandogli vicino.

"Forse ero un po’ in pensiero, ma solo un po’!" disse il ragazzo a bassa voce, in modo che solo Eileen potesse sentirlo.

"Non volevo farti preoccupare"

"Adesso sei qui."

"Ragazzi è pronta la cena." Disse Catherine.

"Arriviamo, ma prima devi farmi vedere il vestito." Disse Benji.

"Scordatelo, è una sorpresa!" disse Eileen prendendo la borsa e dirigendosi verso la sala da pranzo.

La cena si svolse in un clima piuttosto allegro, Benji non riusciva a credere a quello che stava vivendo, stava cenando con la sua famiglia e sembravano un "vera" famiglia! Nessuno pensava a John Castle, in quel momento stavano parlando di cose banali, niente discorsi seri solo parole allegre.

Benji sorrise felice e cercò di scacciare dalla mente l'immagine di Castle che seguiva Eileen, partecipò al discorso e ascoltò il padre senza dargli contro anche se parlava di sé stesso come se fosse l'unico che faceva beneficenza. "Le solite manie di grandezza" pensò il ragazzo.

"Benji che ne diresti di fare tu il discorso iniziale?" chiese Catherine al figlio.

"Io? Perché? Sei tu che ti occupi di queste cose!" protestò il ragazzo.

"All'inizio della serata saranno presenti anche alcuni bambini del reparto e tu sei un po’ il loro idolo, insomma sei un grande atleta.." le parole della donna finirono nel vuoto, si accorse troppo tardi di aver riaperto una ferita ancora fresca.

"Benji, scusami. Io non volevo ferirti" disse la donna cercando di giustificarsi.

"Mamma non ti preoccupare, la mia carriera è finita, lo accettato anche se con difficoltà. Sarò onorato di fare il discorso di apertura e proporrei anche di donare in questa occasione, dei giochi ad uso del reparto."

"Ottima idea, possiamo incaricare i grandi magazzini di occuparsi di tutto. Il dirigente è un mio caro amico. Domani lo chiamo" Disse Jonathan "Benji.. sono sollevato e orgoglioso. Hai preso abbastanza bene il fatto che non potrai più giocare a livello agonistico. Sei un Price fino al midollo!"

"E' un complimento?" chiese Benji.

"Diciamo di sì, ma non ti ci abituare in ufficio sarò il solito vecchio Price."

Eileen prese la mano di Benji tra la sua e la strinse, mentre lo osservava sorridere felice.

 

Eileen era costantemente seguita dalle guardie del corpo, erano molto discrete ma la ragazza si era accorta di essere pedinata. Aspettava che Benji o suo padre le dicessero qualcosa ma i due non parlavano. Finalmente, venerdì durante l'ora di pranzo, si decise a chiedere a Benji come mai non le era stato detto niente riguardo alle due guardie del corpo.

"Come scusa? C'è qualcuno che ti segue?" chiese Benji con la bocca piena.

"Sono le guardie del corpo ti tuo padre, tu non ne sapevi niente?" chiese Eileen conoscendo però la risposta.

"No, mio padre non mi ha detto niente. Sarà solo una precauzione in più."

"Sarà! Ma appena abbiamo finito di mangiare vado a chiederglielo."

"Ok" rispose il ragazzo sempre con la bocca piena.

"Benji, stai mangiando come un maiale!"

"Ho fame, stamattina non mi hai fatto fare colazione!"

"Io, sei tu che ti sei svegliato tardi!" ripose Eileen.

"Se tu non mi tenevi sveglio quasi tutta la notte, mi sarei alzato in orario!"

"Adesso ti lamenti, ma stanotte non hai aperto bocca, anzi mi sembravi piuttosto contento.."

Benji sorrise dolcemente "E' stato bellissimo"

"Lo so!" disse Eileen, poi si alzò e lo baciò sulla guancia "Vado da tuo padre"

"Aspetta vengo anch'io!" disse Benji ingoiando l'ultimo boccone.

"Infatti ho pensato che era meglio assegnarti una scorta" rispose Jonathan ad Eileen.

"Perché, lui è seguito dai tuoi uomini, quindi sono al sicuro"

"Lo so, ma non voglio rischiare" disse l'uomo, evitando di rivelare che ormai non sapevano dove fosse John Castle da ben tre giorni.

"Speriamo che questa cosa abbia una fine, sono stanca!" disse Eileen.

"Non ti preoccupare, dovrà fare un passo falso e noi saremo lì." Disse Jonathan.

"Visto che non c'è da preoccuparsi, noi torniamo al lavoro. Ci vediamo dopo." Disse Benji al padre.

L'uomo li osservò uscire, poi si voltò verso le vetrate da cui si vedeva Tokyo, era preoccupato, non poteva mentire anche con sé stesso. Aveva paura che Castle aggredisse la ragazza, doveva trovarlo e renderlo innocuo a qualsiasi costo.

"Vediamo un po’, che impegni ha la mia piccola figlia per sabato. Oh deve andare al ballo di beneficenza all'ospedale. Penso proprio che ci sarò anch'io." Pensò l'uomo mentre rimetteva l'agenda nel cassetto della scrivania della segretaria di Eileen.

Si era intrufolato con la divise dell'impresa di pulizia e nessuno faceva cosa a lui, aveva dovuto aspettare un po’ prima che la donna si allontanasse dal suo posto. Ma come si ripeteva non aveva nessuna fretta, la vedetta è un piatto che va consumato freddo.

 

 

 

 

  
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