CHAPTER
4: First
Lesson.
Si
alzò di buon’ora com’era solito fare,
non gli piaceva essere in ritardo.
Con
i
capelli ancora arruffati uscì dalla sala comune, diretto in
sala grande.
Oltrepassò
la porta della sala grande…silenzio.
Non
c’era nessuno, nemmeno un rumore, non l’aveva mai
vista così.
Sentì
dei passi dietro di lui e si voltò.
Se
lo
ritrovò davanti, l’uomo che aveva sempre creduto
un assassino, l’uomo che gli
aveva fatto odiare quella materia,
Piton insomma.
-
Vedo che sei arrivato Potter- disse fissandolo con un malcelato disgusto
-
Già, Severus,
puoi anche chiamarmi Harry, adesso siamo
alla pari- sorrise lievemente non staccando gli occhi dai capelli unti
dell’uomo – vedo che non sei cambiato- disse pur
notando che aveva l’aria più
stanca, di un uomo che era stato usato e che non aveva più
la forza di andare
avanti.
-
Si,
ma io preferisco Potter- disse riducendo gli occhi a fessure
-HARRY!
– una donna entrò in sala grande – che
bello rivederti mio caro ragazzo!-
-
Professoressa McGrannit! Ehm…Minerva- aggiunse dopo la
faccia sbalordita di
Piton – come stai?- disse non del tutto a suo agio a darle
del "tu".
-
Non
c’è male caro, tu? E Luna?- chiese squadrandolo
-
Con
Luna tutto a posto, adesso lavora per suo padre- disse con una punta di
amarezza in gola – non so se vi capita mai di leggere
articoli sulle
"usiap"- disse scuotendo la testa
-
Oh…- disse la preside – no, ma appena ne
avrò l’occasione lo farò –
disse con
un’aria che poteva essere facilmente interpretata come un Sì,
certo come no
-
Sono contenta che tu abbia accettato la cattedra di difesa contro le
arti
oscure, non sapevo proprio a chi rivolgermi- disse sorridendo
-
Ehm-Ehm- emise Piton
-
Già, perché non potevo nemmeno lasciar vuoto il
posto di pozioni!- si affrettò
ad aggiungere - Dopo che Lumacorno ha deciso di andare in viaggio
l’ho
assegnato di nuovo al professor Piton…- disse roteando gli
occhi
-
Ah
capisco- disse sorridendo Harry – beh…non potevo
rifiutare, ormai fare l’auror
stava diventando sempre più noioso-
La
McGranit scoppiò a ridere e invitò Harry ad
andare nell’aula di difesa contro
le arti oscure.
******
Nella
stanza regnava il silenzio, le tende non facevano passare nemmeno uno
spiffero
di luce e il silenzio era interrotto solo dal respiro delle ragazze,
ancora
assonnate.
Un
lieve ticchettio alla porta divenne ben presto più potente,
tanto da svegliare
le ragazze.
Verity
si alzò e andò ad aprire.
-
Insomma, mamma, si può sapere cosa vuoi?- chiese grattandosi
gli occhi.
-MAMMAA??-
chiese Lily strabuzzando i suoi a sua volta– Svegliati!
È ora di andare a
lezione!!!- Urlò ancora
-COSA?!-
chiese Eleanor preoccupata
-
Sì,
la lezione inizierà da 1 minuto esatto! Io ho Piton, non so
voi!- disse Lily
-
Noi
abbiamo difesa contro le arti oscure- disse Verity infilandosi la divisa
-
Kate, Sophie, alzatevi- disse Eleanor alle compagne di stanza, mentre
si
annodava la cravatta.
In
meno di un minuto furono pronte e riuscirono, in qualche modo, ad
arrivare a
lezione.
Harry
non era ancora entrato in aula, conosceva la figlia: una ritardataria
nata.
Entrò
2 minuti dopo il suono della campanella.
Verity
aveva il capo chinato, quindi in un primo momento non si accorse del
padre.
Quando
poi Eleanor le diede una gomitata, la ragazza alzò la testa
e restò a bocca
aperta.
-
Buongiorno ragazzi, io sono il nuovo insegnante di difesa contro le
arti
oscure, Harry Potter.
Verity
era immobile, fredda. Suo padre insegnante di difesa contro le arti
oscure?
Impensabile.
-
Eh,
certo! – Dayson, un ragazzo di Serpeverde iniziò a
parlare – adesso la Potter
avrà favoritismi- continuò – Adesso
chiedo a mio nonno di venire a fare
l’insegnante di trasfigurazione, dato che sono totalmente
negato, come la
Potter in questa materia.-
Verity
si sentì sprofondare, non voleva il padre a Hogwarts,
così gli rovinava tutto!
L’unica
cosa che voleva era quello di passare un anno indimenticabile con i
suoi amici,
non con suo padre tra i piedi.
Alzò
gli occhi e lanciò uno sguardo truce al padre.
-
Ovvio che non avrà favoritismi, per lei io sarò
il Professor Potter, come lo
sono per voi- disse – e… complimenti…
Dayson, 5 punti in meno a Serpeverde!-
disse ancora sorridendo, dopotutto era un ex Grifondoro e ne era fiero.
Il
ragazzo sbuffò e mugugnò qualcosa simile a un Potter di merda.
Harry
non ci badò e andò avanti con la lezione.
Quando
essa terminò tutti si alzarono per uscire.
Verity
e Eleanor era le ultime, così Harry le chiamò.
-
Allora, come sono andato?- chiese sorridendo
-
Alla grande Harr…- iniziò Eleanor
-
Spiegami perché devi rovinarmi la vita?!- la interruppe
Verity, facendo la
domanda al padre.
-
Non
capisco cosa tu stia dicendo-
-
Non
far finta di nulla papà, lo sapevi che avrei odiato questa
situazione- disse
ancora la figlia con le lacrime agli occhi.
-
Io
pensavo che sarebbe potuto succedere, ma speravo di no. Speravo tu
fossi più
matura!- disse Harry alzandosi
-
Come posso esprimere la mia maturità se tu mi stai addosso?-
disse ancora Ver –
Cosa vuoi da me? Che ci fai qui?-
-
Sono insegnante di difesa contro le arti oscure, l’unico
motivo per cui sono
qui è questo- disse il padre – se ti da fastidio
è un tuo problema signorinella
e ora fuori dalla mia aula!- le disse – Eleanor, scusa il
trambusto, tu non
c’entri nulla-
-
Si
figuri- disse la rossa debolmente – dai Ver, andiamo che
abbiamo Incantesimi,
salve Prof!-
-
Chiamami pure Harry in privato, cara- le disse sorridendo.
Eleanor
sorrise a sua volta poi le due ragazze uscirono senza dir
più nulla.
Quando
erano in corridoio Verity iniziò a urlare.
-
Ver, ti prego basta! Se ti sente Gazza siamo fritte- le ricordo Eleanor
-Lo
so, ma sono furiosa!- sbottò l’amica
-
Ma
non capisco cosa trovi di sbagliato, alla fine non sta facendo nulla di
male-
-
Elly, l’unica cosa che volevo era passare un anno
indimenticabile, un anno da
ricordare, in cui magari sarei riuscita a trovare un ragazzo!-
-
Beh, sarà indimenticabile, ma in un altro modo-
tentò, ma quando vide che
l’amica non sorrideva si arrese – Senti, so che
può essere brutto vedere uno
dei tuoi genitori che fa il professore, ma non capisco cosa
c’entra tutto
questo con l’avere un ragazzo.-
-
Non
posso uscire con i ragazzi finché c’è
lui! Non me lo permetterà!-
-
E
chi dice che lui lo debba sapere?-le chiese l’amica sorridendo
-
Beh, mi vedrà insieme a lui prima o poi, no?!-
-
è
qui che ti sbagli!- le disse ancora – dopotutto io sono la
nipote di Fred e
George Weasley, non dimentichiamolo-
Verity
la guardò confusa.
-Ver,
ti ho mai fatto conoscere mio cugino Justin?-
-
Non
mi pare…perché?- le chiese Verity sempre
più confusa
-
Beh, è figlio di mio Zio Fred e ha una mappa con tutti i
passaggi e le porte
segrete di Hogwarts- sorrise in stile Fred&Geordiano
-Fantastico!!!-
******
Le
lezioni terminarono e i ragazzi si trovarono in Sala Grande per la cena.
Eleanor
si diresse, con Lily e Verity dal proprio cugino e gli
sussurrò qualcosa
all’orecchio.
Lui
guardò Verity un secondo.
-
Certo, dimmi quando ne hai bisogno, te la porto subito- disse
sorridendole e
ammiccando
-
Senti provolone, vacci piano!- disse Eleanor
-
Elly, non è colpa mia se hai delle amiche tanto carine!-
rispose lui a sua
volta – come ti chiami splendore?- le chiese
Eleanor
fece una linguaccia al cugino.
-
Verity Potter… e tu?- gli chiese arrossendo
-
Justin
Weasley, tu sei figlia di Harry?- le chiese – Complimenti!
Guadagni altri
punti, ho scoperto che farà il professore qui! Cazzo, non
vedo l’ora di averlo-
-
Già, fantastico vero?- disse con una risatina.
Intanto
al tavolo dei Serpeverde.
-
Potter come insegnante, dove finirà questo mondo?!- si
lamentò Tom
-
Come sei polemico amico mio- gli disse Ryan mangiando – pensa
piuttosto che
imparerai meglio la materia, Potter è mitico!-
-
Mi
sa che il cappello parlante ti ha assegnato alla casa
sbagliata… come ha fatto
con mia sorella-
Un
gufo apparve, era un gufo dei Malfoy. Sasha notò il gufo e
spalancò gli occhi.
-
Quella è una lettera per mia sorella! Quello è il
suo gufo di casa…questo vuol
dire che… mio papà sa
che lei è a Grifondoro…Poveri noi!- Tom
guardò la lettera preoccupato e nella
stanza cadde il silenzio.