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Autore: FatinaInnamorata    10/08/2011    2 recensioni
Questa storia è una parodia creata da due ragazze amanti della saga.
Genere: Parodia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 1

Normalità (?)

 

Harry James Potter stava tranquillamente seduto sul suo letto, nella stanza più piccola del numero 4 di Privet Drive. Erano le sette del mattino del 31 luglio, Harry aveva compiuto quattordici anni da appena sette ore e già uno sbanderno di gufi andavano e venivano dalla finestra della stanza, carichi di lettere di auguri, torte, libri che mordono e presagi di morte.
Harry stava leggendo una lettera piuttosto minacciosa da parte del più grande mago oscuro di tutti i tempi: Tom Orvoloson Riddle, alias Lord Voldemort.
La lettera era piuttosto breve e coincisa:
 
Carissimo Harry,
sto dettando a Codaliscia quello che deve scrivere, quindi non prendertela se la calligrafia è piuttosto mediocre.
Ma veniamo a noi, oggi, 31 luglio, tu, Harry, compi gli anni. Ora, non mi importa se ne compi quattordici, quarantadue o centoventicinquemila, quel che importa è che io ti ucciderò!
Tanti avada, con affetto,
Zio Voldie
 
 
Harry accartocciò incredulo la lettera e fece per buttarla nel cestino, quando un gufo stridente entrò dalla finestra e lo beccò con furia. Harry prese la lettere e mandò via a calci il gufo, aiutato da Edvige. La lettera era di Piton.
 
Odiatissimo Potter,
sto dettando a Codaliscia quello che deve scrivere, quindi non prendertela se la calligrafia è piuttosto mediocre.
Ma veniamo a noi, per il tuo compleanno ti auguro con tutto il cuore di morire avvelenato, o, in alternativa, schiacciato sotto l’espresso per Hogwarts.
Allego questi pasticcini assassini, gustateli e danne uno anche al tuo amico Weasley da parte mia.
Piton
PS: Il fatto che io abbia fatto scrivere la lettera a Codaliscia non fa di me un mangiamorte. Spero che questo sia chiaro a tutti.
PPS: Sei identico a tuo padre, orgoglioso e pieno di sé. Farai la sua stessa fine, ucciso dal mio padrone, l’Oscuro signore.
PPPS: Quanto detto sopra non fa di me un mangiamorte.
 
Harry sgranò gli occhi e scoppiò in un’infida risata. Si sbarazzò della lettera e dei pasticcini, ma poi ci ripensò e li mise nel baule di Hogwarts, con l’intenzione di darne uno a Draco.
Prese le lettere dei suoi amici: ce n’era una da Ron, una da Hermione, una da Ginny, una da Fred e George, una da Hagrid, una da Silente, una da Neville e una da Luna.
“Strano, ne manca una da...”
Le riflessioni intense di Harry furono interrotte da un sonoro schiocco come di frusta e dall’apparizione di uno strano essere con grandi occhi a palla e uno straccio legato in vita.
-Dobby!- esclamò Harry. –Che ci fai qui?-
-Dobby è venuto per fare gli auguri al suo amico Harry Potter, signore!- disse l’elfo, con i grossi occhi luccicanti posati sul viso di Harry. Gli porse un pacchetto piuttosto schiacciato e puzzolente.
-G-grazie Dobby, non dovevi!- disse Harry scartando il pacchetto, che si rivelò contenere un paio di calzini, senza dubbio usati.
-Sono i calzini preferiti di Dobby, Harry Potter. Dobby ha cercato di lavarli, ma Dobby aveva finito il detersivo…- balbettò.
Subito si scagliò contro lo stipite della finestra e iniziò a prenderlo a testate. Dopo averlo salvato e tranquillizzato, Harry lo salutò e Dobby scomparve.
Piuttosto confuso, Harry gettò i calzini nel baule e scese per la colazione.
 
 
 
In cucina trovò zia Petunia che rivoltava furiosamente le frittelle, zio Vernon che leggeva il giornale borbottando cose riguardanti la crisi di dimensioni gargantuesche, e Dudley, il suo grassoccio e maialesco cugino, che si ingozzava come sempre. Harry si sedette in silenzio e zia Petunia gli sbatté un’unica frittella carbonizzata nel piatto. Harry la ingurgitò senza lamentele.
Fece per tornare di sopra a ingozzarsi segretamente di torta, quella mandata dalla signora Weasley, ma un grosso tonfo lo distolse dalla sua idea. Si accorse che un gufo cercava disperatamente di entrare dalla finestra chiusa.
-Ah, questi gufi! Quanto starebbero bene cucinati in crosta!- esclamò zio Vernon furente.
Harry si precipitò ad aprire la finestra e prese il gufo stordito. Portava la solita lettera di Hogwarts con l’elenco di libri da comprare. Harry portò il gufo nella gabbia di Edvige, che strillò parecchio e si ribellò, ma alla fine si accontentò di appollaiarsi sulla spalliera del letto. Harry alzò un’asse dal parquet e ne estrasse la famigerata torta.
 
 
 
Il resto dell’estate trascorse lento e inesorabile ed Harry si ritrovò a desiderare con tutto il cuore la compagnia di Piton.
Cercando di scacciare l’idea, disgustato, arrivò indenne alla partenza per Hogwarts, il primo settembre.
Alla stazione di King’s Cross caricò tutti i suoi averi su un carrello e attraversò la barriera del vagone numero nove. In un attimo si trovò davanti all’espresso per Hogwarts, il grosso treno scarlatto che lo avrebbe portato a scuola.
All’improvviso gli comparve davanti una folta chioma di capelli crespi, che lo abbracciò forte.
-Ehi, Hermione!- disse lui, ricambiando l’abbraccio.
-Ciao Harry! Hai passato una bella estate?-
-Si fa come si può, sai, con la famiglia che mi ritrovo…-
-Ti è piaciuto il mio regalo?-
-Se mi è piaciuto? Hermione, è un libro meraviglioso! Non avrei mai creduto che un libro potesse piacermi.- rispose il moretto, riferendosi al libro “Il quidditch attraverso i secoli”. –A proposito, sai dov’è Ron?-
-E’ laggiù, guarda!-
Harry gettò un’occhiata nella direzione indicata da Hermione e subito intravide una chioma rosso fuoco venire verso di lui, anzi, due chiome rosso fuoco. Erano Ron e Ginny. Si abbracciarono, felici di rivedersi.
-Ehi, Harry! Sei cresciuto, quest’estate.- disse Ginny, che, al contrario dell’anno precedente, ora guardava Harry dal basso.
Harry sorrise e si scompigliò i capelli, cosa che provocò non pochi sospiri e grida soffocate da un gruppo di ragazze del terzo anno poco distanti. Harry alzò gli occhi al cielo, ma Hermione si intromise.
-Non guardarle così, Harry, se vuoi il mio parere non sei mai stato così attraente... Non che tu mi piaccia, certo che no, ma sono pur sempre una ragazza e noto certi particolari.- si affrettò ad aggiungere.
-Va bene, ma non sono molto propenso a farmi inseguire da una folla di sospiri ogni volta che mi muovo o che faccio così.- disse Harry facendo il gesto di scompigliarsi i capelli. Un’ondata di gridolini lo investì. Atterrito si lasciò trascinare sul treno da Ron.
-Ehi, rubacuori, va bene questo scompartimento?- chiese l’amico.
Harry entrò con la testa per controllare, e scorse un gruppo di ragazze urlanti che aveva appeso una sua foto al finestrino. Si affrettò a ritirare la testa e guardò male Ron, che sghignazzò. Quando ebbero trovato uno scompartimento vuoto Harry si lasciò cadere sul sedile, preoccupato che quelle ragazze fossero riuscite a scattargli una foto chissà dove e quando senza che lui se ne accorgesse.
Una domanda di Ron lo distolse dai suoi pensieri.
-Harry, chi credi che possa essere il nuovo insegnante di Difesa? Sai, Raptor è morto, Allock è ancora al San Mungo, Lupin ha dato le dimissioni…- Ron contò sulle dita.
-Non saprei, forse un Auror?-
-Potrebbe.- intervenne Ginny.
-Già, potrebbe.- disse una voce.
Harry alzò lo sguardo e vide Fred e George che si facevano posto ai due lati di Hermione.
-Ma volete il nostro parere?- domandò George.
-Secondo noi sarà un vampiro!- completò Fred.
-Bleah!- esclamò Ginny.
-Non dite sciocchezze, no che non sarà un vampiro!- intervenne Hermione –Piuttosto, non avete letto la lettera di Hogwarts?-
-No.- dissero all’unisono Harry, Ron, Fred e George.
-Io sì.- disse Ginny.
-Beh, alla lettera era allegato un post scriptum che diceva che a questo sarà un anno molto speciale. Forse si riferiva al nuovo professore?-
-Forse- asserì Harry, che ancora pensava a quella foto, inquieto.
-Secondo me invece non si riferiva a chi ricoprirà la cattedra di Difesa, ma tutto è possibile. Comunque, tra non molto lo scopriremo.-
Tutti annuirono.
Il resto del viaggio trascorse tra partite di gobbiglie e scacchi magici, figurine delle cioccorane e racconti dell’estate.
Ben presto arrivarono ad Hogwarts. Ginny si unì ad un gruppo di amiche che urlarono senza ritegno al passaggio di Harry. Fred e George raggiunsero Lee Jordan e Harry, Ron e Hermione salirono su una carrozza con Neville.
  
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