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Autore: Claa    10/08/2011    0 recensioni
Se si dovesse descrivere, la prima cosa che direbbe di sé sarebbe che è strana. “Sono una persona strana”, direbbe, credendoci.
Se dovesse descrivere lei, invece, la prima cosa che direbbe sarebbe che è bella. “E’ una persona bella”, e lo direbbe con quel sorriso di cui solo gli innamorati sono capaci.
Prima classificata al contest "Titoli per l'amore" indetto da signorino__ su EFP forum.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

 
 
Un altro anno scolastico all’insegna dell’imprevedibile si è concluso e Clarissa è una persona diversa, adesso. Sa di esserlo, è sicura di non sbagliarsi. Se c’è una cosa che ho capito, aveva detto a una ragazza di nome Anna, è che l’amore ti cambia. Proseguendo su quel percorso impervio e apparentemente senza fine, ha dovuto mettersi alla prova, superare molte difficoltà e rinunciare a delle parti di sé per acquisirne di nuove. Non era stato facile: le ginocchia avevano tremato e le gambe avevano ceduto dinanzi a montagne eccessivamente alte per essere valicate. Ma ce l’ha fatta: ha fronteggiato i punti critici, ora non le rimane che compiere l’ultimo sforzo e avere fede. Fede che anche per lei ci sarà qualcuno da tenere vicino, che arriverà anche per lei il momento di essere amata, che riuscirà anche lei a osservare dalle proprie mani quel bagliore tanto intenso quanto fragile detto “felicità”. Darà il massimo, sempre, e si circonderà di persone che le vogliono bene e alle quali ne vuole.
Soffrirà ancora e incontrerà innumerevoli ostacoli, ma lei spera nelle vittorie, quelle che ti alimentano e che ti rendono invincibile.
Adesso ricorda cosa vuol dire ridere e non vuole scordarlo più. E’ ansiosa di riprendere la sua strada, che ha smarrito all’inizio di un amore forse troppo grande perché gli fosse concessa la grazia d’esistere e di compiersi.
Crede non sarà mai pronta per dirle addio. Vorrebbe scriverle una lettera, in cui chiederle scusa del disturbo, per aver tentato di scavare in una vita che non le appartiene. Le augurerebbe tutto il bene dell’universo e oltre, le ricorderebbe di non accontentarsi, di accettarsi, amarsi e mirare al meglio. Sul Post Scriptum puntualizzerebbe che è bellissima, non solo d’aspetto, e che invidia suo marito da morire. Firmerebbe con una calligrafia stramba e butterebbe lì un: “Arrivederci”. A lei i punti – come le barriere – non piace metterli. Ma non crede di portare a termine questa sua piccola fantasia: farà sì rimanga tale (così le è stato consigliato).
Si commuoverà all’aroma dei fiori trascinato dal vento, rivedrà i suoi gesti in quelli della gente, riconoscerà il suo profumo nell’aria, ma quegli occhi e quel sorriso no, non li coglierà in nessun altro, ne è certa, e questo le provoca un po’ di malinconia.  
 
Sta tornando a casa e, improvvisamente, volta il viso verso destra, per rimanere estasiata dall’arancione esuberante che la circonda. E’ il tramonto, la luce giallastra le si riflette nelle iridi e le rischiara. Pensa a Sofia: è sopportabile.
Riprende a camminare. Ricomincia da sé.
 
“La amo tuttora, quello che provo non è cambiato, non cambierà. Sto cambiando io.”
 
 

I told you: I love you, forever.
 

  
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