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Autore: ShinyDarkF    11/08/2011    1 recensioni
Gli alieni hanno conquistato il mondo.
Gli umani si stanno organizzando, il loro scopo è riprendere il controllo del pianeta ma le loro speranze stanno svanendo.
Eve guarda il mondo dalla sua piccola finestra: forse una soluzione c’è.
Genere: Dark, Drammatico, Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il mondo è immerso nell’oscurità.
È il 15 agosto, dovrebbe fare caldo, ma non c’è traccia del Sole. O almeno lei non riesce a vederlo.
L’avevano scelto proprio per questo, per le sue caldi estati. Il loro pianeta non era così, era freddo, grigio, ma almeno c’era la pace, una pace che la Terra non aveva mai trovato in tanti anni. Li avevano spiati per tanto tempo, avevano visto paesaggi immensi, campi pieni di fiori illuminati dai caldi raggi del Sole, cose che loro avevano sempre sognato. Ma l’uomo da sempre aveva distrutto tutto, con le guerre, con la sua sete di conquista, si erano dimenticato dove viveva.
Era talmente abituato a quello che aveva che non sentiva il pericolo di perderlo.
Eve è chiusa in una cantina, da sola, a pensare a tutto quello che è accaduto.
Non dovrebbe essere così.
Guarda i suoi capelli biondi, li aveva scelti lei, proprio come il nome.
Rivuole il suo vecchio aspetto, le manca, le mancano tante cose.
Non aveva mai sentito parlare di guerra, né l’aveva mai vista, né la voleva vedere, ma ora è costretta a vivere in questa realtà.
Tutto quello che c’era di bello era stato distrutto, i paesaggi che tanto aveva amato non ci sono più e tutto quello che l’uomo aveva creato è scomparso.
Ed è tutta colpa sua.
Si prende la testa fra le mani, se solo avesse deciso di rimanere a casa, se solo non fosse stata così testarda…
È passato già un anno da quando è avvenuta l’invasione.
Era giugno e il Sole splendeva sulla Terra anche se lei poteva solo immaginarlo mentre vedeva i pallidi raggi luminosi. Il Sole non arrivava da lei.
E così avevano deciso di attaccare.
Usando questo termine, rabbrividisce. In realtà non vuole pensare a questa storia, vuole scacciarla dalla mente.
Si alza e va a guardare dalla sua piccola finestra. Non c’è più nessuno fuori, né alieni e né umani, c’è solo uno strano e freddo silenzio che la avvolge.
Senza respiro, ecco come si sente, nel vero senso della parola perché lei non respira.
Se fosse stata umana avrebbe sentito il suo cuore battere e avrebbe avuto la sensazione di stare per svenire, la testa sarebbe improvvisamente diventata pesante e forse avrebbe cominciato ad urlare.
Invece è immobile, non vuole spostarsi, sembra quasi una statua.
Perché lei non è umana.
Si gira e torna a sedersi. Dopotutto non può fare altro, non può distrarsi bevendo e mangiando perché lei non beve e non mangia, non i cibi umani almeno.
Non può parlare con qualcuno perché non c’è nessuno che vuole parlare con lei.
All’improvviso dentro di sé sente affiorare un po’ di coraggio.
Sa che cosa sta per fare, è rischioso ma è l’unica cosa da fare.
Ormai è pronta.
Si prepara al peggio.
I pensieri non riescono a sfuggirle dalla mente e la riportano a quel pallido giorno di giugno.
L’idea le era venuta ormai da tanto tempo. Gli altri erano riluttanti, molti erano addirittura spaventati ma non potevano fare niente, era lei che comandava e nessuno poteva opporsi ai suoi ordini.
Era, almeno.
Ora non è più niente.
Avevano preparato tutto da mesi, avevano creato dei nuovi corpi con cui nascondersi.
Quando gli umani hanno scoperto l’imbroglio hanno detto che gli alieni avevano davvero fatto tutto alla perfezione.
“Alieni, estranei, che strane parole che usano per definirci, minacciose, eppure noi non volevamo fare nulla di male, non io almeno”
Questi sono i pensieri di Eve.
Volevano solo portare la pace.
E così erano arrivati sulla Terra, si erano mischiati tra la gente e nessuno li aveva mai notati, avevano ottenuto lavori come gli umani e avevano anche trovato degli amici.
Forse gli umani non erano quelle persone orribili che avevano creduto, forse erano solo diversi da loro.
E forse non avevano bisogno della pace, avevano solo bisogno della libertà che possedevano.
Loro, i cosiddetti estranei, erano uno dei popoli più tolleranti tra le varie galassie.
O almeno lo erano stati.
Ma da quel giorno tutto era cambiato, loro erano cambiati.
Eve non voleva abbandonare i suoi propositi, era diventata così testarda, credeva che gli umani sarebbero stati felici di cambiare.
Pensava che avrebbero rinunciato alla loro libertà pur di avere il bene comune, pur di avere la pace.
Come aveva potuto pensare una cosa del genere?
Si prende ancora la testa tra le mani ad un simile ricordo.
Era stata solo una stupida, era stata evidentemente comprata e illusa dal potere, dalla possibilità di diventare il capo assoluto.
Ma, per fortuna, era ritornata con i piedi per terra e si era accorta dell’enorme sbaglio che aveva fatto.
Sente un improvviso rumore e corre verso la finestra.
Fuori è in atto una lotta, un ragazzo è uscito, un umano, probabilmente a cercare provviste ma ha trovato un nemico che gli sbarra la strada.
Apparentemente i due sono simili, alti, magri, capelli neri, eppure uno dei due ha un’aria cattiva.
Fred, si è proprio lui, o almeno questo è il nome con cui si fa chiamare in questo mondo.
Una volta era stato il suo migliore amico, il suo consigliere più fidato, ma anche lui era stato divorato dal potere.
L’altro ragazzo, invece, è spaventato ma determinato e sa di non avere speranze ma non vuole sottomettersi.
“Scappa” vorrebbe urlare Eve ma le parole le si bloccano in gola.
Non può farlo, non vuole che qualcuno la scopra, dopotutto lei è la ricercata numero uno.
Si scosta dalla finestra, probabilmente sta per succedere qualcosa di brutto ma non vuole saperlo, ha sempre odiato la violenza e credeva che anche il suo popolo facesse lo stesso.
Il suo popolo.
Una lacrima involontaria le scende sulla guancia.
Una volta lei era la regina, lei governava su tutti e le cose erano sempre andate bene.
Se solo fosse stata meno curiosa…
Si asciuga il viso, non ci vuole pensare, non vuole pensare al suo tempo d’oro.
I pensieri, però, le vengono involontariamente.
Era tutto pronto finalmente.
Erano passati pochi mesi dalla loro invasione e l’estate era ormai finita, gli alberi avevano perso le loro foglie, il clima era diventato sempre più mite, sembrava quasi che il Sole stesse scomparendo.
Forse si stava solo preparando a quello che sarebbe successo.
Quel giorno era felice perché finalmente quello sbaglio stava per finire.
Quello sbaglio che sarebbe diventato un incubo.
Al ricordo altre lacrime rigano il suo viso.
I suoi occhi ormai sono diventati gialli, non più verdi, hanno ripreso il suo colore originale.
L’avevano abbandonata.
L’avevano scansata via.
Si erano accaniti contro di lei e volevano ucciderla. Volevano rimanere sulla Terra e continuare il suo piano folle, piano che non era più suo.
Era stato proprio Fred a minacciarla qualche giorno prima ma lei non aveva dato tanto peso a quelle parole.
Non sapeva che solo pochi giorni dopo le avrebbe preso tutto, la sua corona, il suo potere, il suo popolo.
E così era iniziata l’invasione vera e propria.
Gli alieni si erano rivelati e avevano deciso di sottomettere gli umani e chiunque si fosse ribellato a loro sarebbe stato distrutto.
Molti furono uccisi, gli alieni erano più forti e sapevano come sfruttare questo pregio.
Eve non voleva che tutto questo accadesse.
Era stata costretta alla fuga, costretta a barricarsi in una vecchia cantina che aveva trovato come il solo rifugio disponibile, con una piccola finestra dove poteva vedere tutto quello che accadeva fuori senza essere osservata.
Ogni tanto qualche terrestre spuntava davanti al suo nascondiglio, spaventato, e lei usciva senza farsi vedere, cercava di avvicinarsi, di tranquillizzarli, di aiutarli, ma anche loro la consideravano una nemica e volevano distruggerla.
Nemica per i suoi alleati.
Traditrice per i suoi simili.
Non le resta altro che se stessa.
La resistenza umana si sta organizzando, vogliono battere gli ospiti indesiderati, rimandarli indietro da dove sono venuti.
Più volte lei li ha visti, li ha osservati da lontano.
Sono decisi, sono coraggiosi e determinati ma sono troppo deboli e non riusciranno mai a riuscire nel loro proposito.
Lei conosce gli alieni, lei è una di loro, anche se ora non si sente per niente una di loro, e sa come combatterli.
Vorrebbe aiutare i mortali ma sa che il suo aiuto non verrebbe apprezzato.
Guarda l’orologio, ormai è tardi.
Non sa più se è ancora giorno o se è arrivata la sera. L’ estate che aveva tanto amato ormai non esiste più. I fiori sono appassiti, il buio ha sottomesso la luce e gli alberi non producono più frutti.
Il paesaggio ridente che l’aveva intrigata ormai è scomparso.
Chissà se sarebbe mai tornato.
Qualcosa là fuori si sta preparando, qualcosa di grosso e lei non ha intenzione di stare nascosta senza far niente.
Sa che a malincuore anche lei è chiamata alle armi.
Sa da quale parte vuole stare.
Si alza decisa più che mai.
Esce dalla cantina e, tramite delle scale, si ritrova in una vecchia casa.
Sa cosa deve cercare.
A quanto pare gli abitanti di quella casa erano stati molto più pacifici di lei.
Un altro brivido la scuote a questo pensiero.
Come aveva potuto?
È già stata nella casa, sa dove cercare.
Si sposta nella cucina, apre un cassetto, trova dei coltelli.
Si aggrappa a quel poco di coraggio che le rimane e ne prende uno.
Rabbrividisce lo butta subito a terra.
Sente gli occhi che diventano sempre più umidi e voci nella testa che le sussurrano che non ce la può fare, sarà sola, nessuno l’aiuterà.
Riprova a prendere il coltello ma non ce la fa, non riesce a immaginarsi di far del male a qualcuno, neanche se l’alternativa è morire.
“Va bene, ne farò a meno” dice a se stessa.
Il coraggio le è tornato. Lo sente, è come se un fuoco si fosse acceso dentro di lei.
In qualunque modo andrà a finire, sarà contenta della sua scelta.
Sarà contenta di aver combattuto per la libertà.
Si gira, i piedi quasi si muovono da soli e in meno di due secondi si trova fuori dalla casa, determinata, decisa.
La battaglia è iniziata.


   
 
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