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Autore: madeda    12/08/2011    3 recensioni
Lo so, il titolo della storia no c'entra assolutamente nulla con la vicenda del capitolo. Se tutto va bene, però, prometto che ci sarà la scena delle patatine.
Le recensioni sono molto gradite! Spero non sia la solita pappardella smielata.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Modella

La ragazza si chiamava Carola; era una di quelle che non mangiano spesso, una tipica modella magra che era decisa a rimanere tale, costasse quel che costasse. Aveva capelli lunghi, così come il busto, poco proporzionato con le gambe e l'altezza esagerata. Non era una grande simpatia; egoista, alquanto suscettibile ed ossessionata dal mito della ragazza senza adipe, malaticcia ed emaciata, che vedeva nel suo ambiente lavorativo.

Carola amava il suo impiego; la faceva sentire sicura di sé e dannatamente bella. Ogni volta che camminava sulla passerella, indossando un abito creato da un talento artistico, si sentiva padrona del mondo e le sue gambe prendevano posizione, si muovevano agili e scattanti come un felino che raggiunge la sua preda agonizzante: decise, fluide e sinuose. Il suo sguardo poi era intenso, come se volesse- ed in effetti voleva proprio- incantare chiunque la stesse guardando. Aveva le iridi verdi, che contrastavano con i capelli neri e mossi. Le labbra erano grandi e carnose, senza essere volgari, così come i tratti del viso maliziosi ma dolci nello stesso tempo che la caratterizzavano.

Carola stava diventando una grande modella, un vero e proprio fenomeno. Quando indossava un abito, lo stilista era sicuro che tale creazione sarebbe stata comprata, ammirata e lodata dal pubblico senza esitazione. Insomma, come indossava un abito Carola, non lo faceva nessuno.

Lavorava molto più spesso per le passerelle che per le campagne pubblicitarie; il suo sguardo non rendeva sulla carta stampata. I fotografi in realtà adoravano averla a propria disposizione, perché in fin dei conti era una stacanovista, una delle poche che tiravano avanti un'intera giornata senza lamentarsi del caldo, dell'acqua troppo ghiacciata o delle luci accecanti. Il desiderio di essere bella era talmente forte e penetrante nella sua mente che il resto spariva dinnanzi ad esso. Ciononostante, i responsabili vendite ed i direttori delle campagne pubblicitarie sceglievano modelle che apparissero meno violente e grintose di Carola, che era stata soprannominata, nel suo ambiente, "La Leonessa".

Una mattina, la Leonessa era stata incaricata di aprire la sfilata. Era l'alba dei suoi ventitré anni e si sentiva già vecchia, ma nascondeva il disagio dietro la sua solita espressione altezzosa e schifata.

Avrebbe indossato un vestito trasparente, sotto cui si sarebbe vista una lingerie color carne tutta impreziosita da del pizzo molto elaborato. Le avevano raccolto i capelli in uno chignon ben fatto ma anche anonimo, un'acconciatura che non la rendeva né più né meno bella.

Le labbra erano viola, come la biancheria intima, e le palpebre erano appesantite da dell'ombretto scurissimo che facevano risaltare il colore delle iridi e l'intensità dello sguardo. Era già pronta a cavalcare la passerella nella sua classica entrata trionfale, quando si presentò nella sala, dove dozzine di modelle erano ammassate per vestirsi, farsi pettinare e truccare, in piena frenesia e nervosismo, una donna algida e bassa, con i capelli rossi e ricci sciolti sulle spalle, raccolti solamente sulla nuca, come una mezza coda.

"Giampaolo, chi apre la sfilata?" chiese con tono neutro e leggero accento francese.

" La apre Carola, Madame."

" Carola? E chi sarebbe costei?" Lo domandò perché non aveva mai sentito parlare della leonessa.

Carola si sentì terribilmente offesa. Ce l'aveva davanti ed era pronta ad uscire, mancavano solo otto minuti all'entrata in scena.

" Carola, Madame! Ma come, non avete mai sentito parlare della Leonessa?"

Madame sorrise ironicamente, sgranò leggermente gli occhi e riprese la sua domanda:" Ti assicuro, Giampaolo, di non aver mai sentito tale nomignolo. Avanti, chi è Carola?"

Carola non voleva presentarsi da sola, non era assolutamente nel suo stile.

Giampaolo, che era il truccatore capo ed era l'occhio della sfilata, da esperto del buongusto qual era, prese Carola per un braccio e la avvicinò a Madame. La donna faticava a tenere lo sguardo della modella, alta com'era, ma non faceva apparire tale impegno come sforzo, ma come sfida.

" Madame, ecco Carola."

La donna, che doveva avere sui cinquant'anni, squadrò la ragazza. Poi scosse elegantemente la mano e decretò:" Non va bene."

Carola sgranò gli occhi. Come si permetteva quella sconosciuta di dire una cosa simile?

Arrivò lo stilista, che in quel momento era alle prese con un orlo mal cucito di un abito infilato anche al contrario, preoccupato dalle parole che aveva sentito da Madame.

" Cosa è successo?"

" Andrea, vuoi far aprire la sfilata a…" la cinquantenne schioccò le dita, poi guardò la ragazza e Giampaolo " scusa, cara, come hai detto di chiamarti?"

" Carola". rispose secca.

" A Carola?"

Lo stilista guardò Carola, senza capire. Non aveva una curva che fosse una. Sì, aveva un bellissimo sguardo, ma era del tutto anonima. Il pubblico avrebbe ammirato il capo d'abbigliamento e di certo non lei, perché non andava bene?

" Insomma, guardala."

" Lo sto facendo Catherine, ma non vedo dove sia il problema". Lo stilista iniziava ad innervosirsi.

Catherine sospirò. "Non ha una curva, ecco dov'è il problema. Che taglia avrà di reggiseno, la prima? La mezza, forse. Insomma, che reggiseno pensi di vendere in questo modo?"

Lo stilista guardò il seno di Carola.  "Catherine, manca pochissimo all'apertura della sfilata. Mi serve una modella senza seno, altrimenti guarderebbero il suo seno e non il suo reggiseno."

" Ma le donne non si sentiranno identificate in una così!"

" Ah, Catherine, tesoro, si vede che non sei ancora esperta dell'ambiente! Le donne non devono identificarsi, devono solamente comprare."

Catherine sbuffò, urlò qualcosa in francese ed uscì dalla sala. Lo stilista sistemò il vestito di Carola. Avevano parlato come se lei non ci fosse. Poi guardò Giampaolo, che aveva chiesto se andava tutto bene. " Mia moglie. Pensa di poter cambiare questo mondo." Scosse la testa e tornò all'orlo che prima l'aveva tenuto occupato.

Carola era furiosa; non sarebbe riuscita ad abbassare la testa nemmeno se avesse voluto. Giampaolo le stava parlando, forse la stava incitando ad uscire.

La Leonessa rimase immobile. Mrs Catherine voleva vedere una donna con cui la volgare massa comune potesse identificarsi? Ebbene, avrebbe avuto una favolosa donna indipendente che marciasse con orgoglio e dignità. Carola si girò in direzione dell'uscita della passerella. Non avevano idea di chi lei fosse.

Uscì cavalcando il suo territorio come solo lei sapeva fare.


  
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