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Autore: mikybiky    06/04/2006    2 recensioni
1989, Berkeley, California. La vita sembra funzionare come è sempre andata. Jimmy si è presa una cotta per il bassista dei famosi "Sweet Children", che però pare già fidanzato con una ragazza presuntuosa ed arrogante. La migliore amica Jakie si sta per fidanzare con il cantante dello stesso gruppo, Billie. E il batterista è niente popò di meno che il fratello di Jimmy, che la consola assicurandole che fra Mike e Clare non v'è nulla di serio.
Tutto sembra dissolversi velocemente quando troppe discrepanze vengono a crearsi fra la versione ufficiale e quella presunta... che cosa diamine sta succedendo?
Genere: Triste, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 13

Ora è in coma, erano le uniche parole che gli risuonavano in testa. Ora è in coma, nient’altro. Ogni rumore era neutralizzato, a partire dai rumori atmosferici, al pianto dei genitori, all’atmosfera caotica e persino ai battiti del suo cuore. Non sentiva il suo respiro (se ancora respirava), non sentiva le sue sensazioni, non sapeva dov’era, non conosceva né gioia né dolore, non sapeva se fosse vivo e nemmeno se esistesse, non sapeva il significato di quelle parole, ma aveva impresse quelle quattro parole nella mente: ora è in coma. Che cosa volessero dire e a che cosa fossero riferite, lo ignorava. Ora è in coma. Ora è in coma. Ora è in coma. Come un mangianastri incantato, quelle parole continuavano a essere ripetute nella sua mente, come una strana melodia struggente. Attorno a lui era tutto vuoto. Solo quelle parole esistevano.
Piano piano, si riscosse da quel suo torpore, tornando consapevole di esistere, attorno a lui si ricrearono tutti i rumori e iniziò a prendere consapevolezza della frase che ancora assillava la sua mente: ora è in coma.
Jimmy, proprio lei, aveva avuto un incidente stradale: era saltata in macchina, pronta a vagabondare chissà dove. Il primo camionista ubriaco che passava da quelle parti aveva deciso di tagliare la strada proprio a lei. Ed ora la ragazza era entrata in coma.
Quando si fu completamente riscosso da quel suo intontimento, si accorse di essere in macchina. Era in tangenziale e correva, andava forte. Come aveva sentito quelle parole, era stato intorpidito dal grosso timore di non poter rivedere più la sorella. E così, ora, si ritrovava sulla strada, in macchina, a correre, correre per rivederla almeno un’ultima volta, correre per sfidare la morte, correre per Jimmy.
Jimmy. Esisteva solo lei nella sua mente. L’unica cosa importante era rivederla. Rivederla viva. Viva. Quella parola suonò nella sua testa come l’unica speranza a cui aggrapparsi. Per un momento, si sentì uno stolto: le aveva permesso di scappare, non le aveva impedito di salire su quella macchina… quella macchina che l’aveva ridotta in quel modo.
Con l’angoscia che lo costernava e il cuore in gola, Tré raggiunse l’ospedale. Scese dall’auto e si diresse veloce verso l’edificio, sperando vivamente che la sorella fosse ancora viva. Una volta dentro, chiese delle informazioni ad un’infermiera che passava di lì.
- Mi scusi - le disse - sto cercando - Jamie Right -
- Non saprei - rispose lei
- Dev’essere arrivata qui qualche ora fa. È una ragazza sui sedici anni, alta, bionda. Ha fatto un incidente in macchina ed ora è in coma -
- Ah, sì, ho presente. Mi spiace, ora è in sala operatoria. La stanno ricoverando -
- È in pericolo di vita? - chiese Tré, angoscioso
- Lei è un parente? - chiese la signorina, guardandolo incerta
- Sì, sono il fratello - rispose lui, torturandosi le mani
- Non credo che sia grave, ma non sto seguendo il suo caso. Può chiedere informazioni ad un dottore, se vuole. Intanto si sieda pure nella sala d’attesa -
Tré fece come a lui detto, dirigendosi verso la sala d’attesa e sedendosi sulle poltroncine. Si guardò intorno, constatando che c’era un telefono. Allora si alzò e, infilandoci dentro dei soldi, digitò un numero che conosceva bene.
- Pronto? -
- Ciao, Billie, sono Tré -
- Tré! Ci sono notizie? -
- Sì - rispose lui con voce abbattuta - Jimmy… Jimmy ha avuto un incidente -
Per un momento Billie non rispose. Poi colse le forze a sé e disse:
- Un incidente? E come sta ora? -
- Non le conosco ancora le sue condizioni… so solo che ora è ricoverata… e in coma -
Billie non riuscì ad aggiungere niente.
- Per favore, avvisa Jakie - disse Tré, poi riattaccò

Dall’altro capo del telefono, riattaccò pure Billie. Mike sbucò dalla porta della camera.
- Che è successo? - chiese - notizie di Jimmy -
Billie Joe si sedette sul divano, a testa bassa, e rispose:
- Sì… e purtroppo non sono belle -
- Oddio! - esclamò Mike - non è che ha chiamato per dire che è su un aereo diretto in capo al mondo, vero? -
Billie fece un sorrisetto contenuto.
- No… però in capo al mondo rischia di andarci comunque -
- L’hanno rapita? -
- Ha avuto un incidente -
Sul volto di Mike si dipinse un’angoscia costernante.
- E… e sta male? -
- Questo Tré non lo sa ancora - rispose il ragazzo - ma è in coma. Ora è ricoverata. E tutto… per quella stupida di Clear! Non ci posso credere che una volta mi piacesse… e poi… con le voci false che sta spargendo su di me in giro… -
- Billie, stai calmo… Ora piuttosto… vado a raggiungere Tré. È in ospedale? -
- Sì. Ma io resto qui. Avviso anche Jakie -
- OK… ci vediamo dopo -
Mike uscì piuttosto agitato. Billie, invece, restò in casa, anch’esso agitato. Afferrò il telefono e digitò a memoria un numero.
- Pronto? -
- Salve, sono Billie, potrei parlare con Jakie? -
- Ciao, Billie. No, mi dispiace, Jakie è appena uscita. Mi ha raccontato ciò che è successo… ci sono notizie su Jimmy? -
- Sì… - rispose Billie - ma temo che non siano buone… voglio dire… Jimmy ha avuto un incidente ed ora è in coma -
- Ma è terribile! -
- Sì, lo è… ma spero che si riprenda presto - la voce di Billie era abbattuta.
- Lo spero anch’io…povera ragazza, afflitta da pene inspiegabili…quella Clear…Jakie ne ha parlato, e non mi sembra affatto socievole -
- Non c’entra tanto quanto sia socievole Clear - rispose Billie - ma la sua sete di vendetta… per qualcosa di assurdo, che adesso non saprei spiegarle, ha avventato tutta la sua rabbia su Jimmy e Jakie, come se fossero loro le responsabili. Quella ragazza è un mostro, come ho potuto non accorgermene prima? -
Ci fu una pausa, ripresa poi dal ragazzo:
- In ogni caso, se torna può avvisarla? - chiese
- Certo. Ciao, Billie -
- Arrivederci, signora - Billie riattaccò la cornetta e si sedette nervoso sul divano.
Il fatto increscioso che era capitato a Jimmy lo disorientava. Era stato uno dei suoi migliori amici, un tempo. Quello che era successo prima per il piano e poi per l’incidente erano fatti che non sarebbero mai dovuti succedere.

Jakie era uscita di casa, per togliersi un po’ l’angoscia di dosso. Non credeva affatto che Jimmy scappasse, pensava che sarebbe tornata, ma il fatto che fosse in giro in macchina la crucciava. Ora voleva andare da Billie. Non voleva chiarire quello che le aveva detto prima, però ricordava quando ancora erano amici: quando aveva una preoccupazione che con Jimmy non riusciva a risolvere, andava da lui e si sentiva al sicuro. Ora, stranamente, sentiva il bisogno di dover andare da lui. Ora che Jimmy non c’era, sentiva la necessità di sentirsi di nuovo al sicuro, e secondo lei questo bisogno di sentirsi al sicuro lo avrebbe soddisfatto solo andando da Billie.
- Jakie, giusto? - una voce la chiamò alle spalle, costringendola a voltarsi.
Non le piacque per niente chi si ritrovò davanti. Clear. O forse è meglio rinominarla “sgualdrina”. Quella ragazza se la ritrovava dappertutto, non riusciva a liberarsene. Le sembrava quasi come se fosse dentro ad una storia, dove l’impiccio lo trovi ovunque. Quella ragazza non riusciva proprio a sopportarla. Prima mette i bastoni fra le ruote nella storia di Mike e Jimmy, poi si mette in mezzo a quella fra lei e Billie, e alla fine ostacola tutto e tutti. Non le bastava aver cacciato Jimmy nei casini? Doveva fare ancora qualcos’altro? E per di più aveva anche la faccia tosta di parlarle gentilmente, quasi dovesse risultare credibile ad una bugia.
Senza pensarci molto, trovò subito da risponderle a tono:
- E tu sei sgualdrina, giusto? -
Clear assunse un’espressione corrucciata, iniziando a parlare:
- Stai andando da Billie, vero? - disse, stavolta più sgarbata
- Che cosa te ne importa? - ribatté secca lei, girandosi e continuando a camminare
Clear alzò le spalle.
- È vero, tanto ci vanno tutte da Billie - rispose evasiva, voltandosi anch’essa.
Jakie sentì la rabbia raggiungerle la cute. Avrebbe potuto stare zitta, ma invece rispose.
- E che cosa ti fa pensare che io stia andando da Billie? - le chiese, con aria calma, quasi volesse farle un torto
- Te l’ho detto, vanno sempre tutte da Billie - rispose Clear, girandosi verso la ragazza
- Oh, e immagino che anche tu vada da Billie giusto? E per far cosa, strisciargli ai piedi e implorargli perdono? Se vuoi ti accompagno, non posso perdermela una scena del genere -
Clear alzò di nuovo le spalle.
- Mi chiedo proprio come tu faccia a piacergli - le spiaccicò in faccia, quasi come noncurante di ciò che le stava dicendo
- Almeno con me non si è ravveduto, mentre con te darebbe qualsiasi cosa perché fosse stato solo un brutto sogno! -
- Piccola impertinente! Tu non ti immagini neanche che cosa sia successo! -
- “Piccola?” - chiese ironicamente - non mi sembra di essere tanto più piccola di te! Anzi, credo proprio di avere la tua stessa età… certo, è pur sempre vero che c’è chi, come te, a sedici anni pensa solo al sesso, e per questo si crede superiore -
- Almeno io lo faccio, tu non ci hai neanche provato! -
- E chi te l’ha detto? - ribatté secca lei - ho solo detto che non penso solo a quello! Io penso anche alla scuola, agli amici e, soprattutto, all’amore! -
- All’amore, già! - rispose a tono Clear - di questo non ti invidio, perché si da il caso che anche io sia in grado di amare! -
- Questo non lo metto in dubbio - disse Jakie - ma sai anche applicarlo? O stai assieme ad un ragazzo solo per divertimento? -
- Per divertimento? Credi che io sia senza cuore? -
- Una che fa come te, non mi sembra molto una in grado di amare. Mi sembra piuttosto una troia fatta e finita! -
Clear ebbe un attimo di esitazione.
- Non mi sembra molto cortese dare in faccia della troia ad una ragazza. Non l’avrei fatto neanche io, avrei usato termini meno volgari -
- Oh, poverina, la signorina è rimasta offesa - disse Jakie
- Vorrei vedere te al mio posto - ribatté la ragazza - e comunque nessuno ha accertato che io non ami -
- È stato invece attestato che ami? -
- Sì - rispose Clear - chiedilo a Billie. Sai quante storie mi ha fatto perché io non volevo mettermi assieme a lui senza prima conoscerlo bene e innamorarmene? -
- Che faccia tosta! - ribatté Jakie - hai anche il coraggio di dire che lo hai amato? -
- Vuoi dubitare? -
- Sì -
- Non faccio mai sesso senza provare amore, questa ne è la conferma -
Jakie non riuscì a capire il senso di quella frase. Che cosa centrava il sesso con Billie?
Notando la sua difficoltà nel comprendere, Clear le andò incontro.
- Ah, perché non l’hai saputo? - le chiese
- Saputo cosa - rispose Jimmy
- Che quel vigliacco ha pensato bene di mettermi incinta e poi, per paura di quello che aveva combinato, di mollarmi -
Jakie non disse niente. Per un momento ebbe come l’impressione di capire Clear solo per una piccola percentuale. Come aveva potuto Billie portarsi a letto una ragazza di sedici anni senza curarsi delle conseguenze? Ma, soprattutto, come aveva potuto mettere incinta una ragazza per poi mollarla per paura di diventare padre? Avrebbe almeno dovuto sostenerla, non mollarla!
- Billie ha fatto veramente una cosa del genere? -
- Intendi dire fare sesso o prima mettermi incinta e poi mollarmi? - domandò Clear
- Il secondo - rispose Jakie
- Ebbene sì - disse Clear - l’ha fatto -
- Che gran vigliacco! - disse la ragazza, poi si voltò e si incamminò verso la casa di Billie.

Tré era all’ospedale da un po’, quando un medico arrivò in sala d’attesa. Allora, si alzò di scatto e si diresse verso di lui.
- Mi scusi, dottore -
- Sì? -
- Ha notizie di Jamie Right? -
Il medico lesse una cartella clinica che aveva in mano, poi rivolse lo sguardo al ragazzo.
- La ragazzina di sedici anni che ha fatto un incidente, giusto? -
- Sì, proprio lei - rispose Tré, speranzoso
- La stanno ancora ricoverando - lo informò il dottore - fino ad adesso posso solo dirle che non è in ottime condizioni, proprio per niente -
Una nota di speranza abbandonò il ragazzo.
- Riporta gravi ematomi e ferite. È rimasta intrappolata nelle lamiere della macchina, mentre il peso del camion la schiacciava. È stata molto fortunata a trovarsi a pochi metri dai vigili del fuoco. In ogni caso, la ragazza è in coma, ma non è assolutamente fatale -
- Ci sono probabilità che si risvegli? -
Il medico sospirò.
- Forse - rispose
- Che cosa vuol dire forse? - si agitò Tré
- Stia calmo, per favore - lo riprese il medico
- Come posso stare calmo? - disse lui - è o non è un dottore? -
- Lo sono - rispose lui, calmo, come se fosse abituato a questi sbalzi
- E allora non può dirmi forse! Se è un medico deve sapere darmi le esatte condizioni di mia sorella! Quindi, ha possibilità di risvegliarsi sì o no? -
- Sì - rispose il medico - ma non sono tante -
Un’altra nota di speranza lo abbandonò.
- Poche? - ripeté fra sé e sé, scoraggiato
- No - rispose l’altro - non molte, ma non poche -
Tré si agitò.
- Per favore, dottore, la smetta di giocare con la mia pazienza. Qui c’è in ballo la vita di mia sorella. Su cento, quante ne ha? -
- Non lo so, forse trenta. Bisogna comunque aspettare i risultati dell’operazione -
- E quando finirà? - domandò Tré, ormai sconfortato.
- A questo non posso risponderle, mi dispiace. Comunque sua sorella non morirà, o si sveglierà o rimarrà così per tutta la vita, ma non morirà. In ogni caso, i suoi genitori sono dabbasso a firmare delle carte, se vuole raggiungerli… -
- No, grazie - rispose Tré, confortato che fossero arrivati anche loro - mi dica, piuttosto, dove si trova la sala operatoria -
Il dottore gliela indicò, poi se ne andò. Tré rimase da solo ad aspettare che la sorella uscisse dalla sala operatoria. Nel frattempo, arrivarono anche i suoi genitori e Mike.
- I medici hanno detto che non è in come fatale, ma che comunque è in cattive condizioni. Ha trenta possibilità di risvegliarsi, in caso contrario rimarrà in coma per sempre -
Per sempre. Uno spazio di tempo troppo lungo per una sola sedicenne. Aveva buttato via la sua vita troppo presto. E pensare che la settimana prima Tré pensava che litigare fosse stata la cosa peggiore. Magari fosse stato così. Gli sembrava talmente assurdo aver pensato che non le succedesse niente nonostante fosse scappata in macchina che ora si sentiva in colpa.
Erano le nove di sera, ma fino alle nove e mezza non successe niente. Ogni tanto qualche medico entrava e usciva, ma non sapeva dare loro alcuna notizia. Poi, verso le nove e mezza, uscirono tutti i medici e gli infermieri, portando fuori anche Jimmy. Era stesa su una barella, inerte, riempita di fili e mascherine. Tré osservò bene il suo viso candido e i suoi lineamenti distesi: non era mai stata così bella. Gli faceva troppo male pensare che Jimmy, la sua sorella preferita (anche se non ne aveva altre), così giovane e indifesa, ora stesse giacendo esanime su un letto d’ospedale, tenuta in vita da macchine.
- Dottore! - esclamò la madre - come sta mia figlia? -
Un uomo robusto, sulla quarantina, le si avvicinò.
- Sua figlia è in pessime condizioni, signora Right - disse - mi dispiace -
Tré, Mike e i genitori in quel momento si sentirono cedere. La madre incominciò a piangere.
- È in un coma indeciso fra il permanente o il momentaneo. Ma una cosa è sicura: sua figlia non sta combattendo. Questa è la cartella clinica -
La madre afferrò tremante la cartella clinica, seguendo i dottori che portavano la figlia in una stanza.

Erano le nove e mezza, ma Billie non aveva alcuna intenzione di andare a trovare Jimmy in ospedale. Dopo l’esperienza che aveva passato sette anni prima col padre, ora era più che deciso a non mettere più piede in un ospedale. Lanciò uno sguardo fuori dalla finestra, mentre qualche lacrima gli rigava le guance. Aveva paura, paura che Jimmy morisse, paura di entrare in un ospedale, paura di tutto. Si sentiva colpevole dello stato in cui si trovava Jimmy: se non avesse avuto una storia con Clear, ora lei non si sarebbe ritrovata in quelle condizioni. Quindi ne era sicuro, era tutta colpa sua.
In quel momento, il campanello suonò. Lui, asciugandosi le lacrime, si alzò e andò ad aprire. Era Jakie, e non sembrava affatto felice. Senza chiedergli il permesso, entrò in casa, aspettando che il ragazzo le chiedesse che cosa fosse successo.
Billie chiuse la porta, ma rimase a guardarla, senza dire niente, con un’aria che somigliava a quella di un cane bastonato.
- Ho incontrato Clear per strada, prima - disse allora lei
- E fammi indovinare, ti ha detto che l’ho messa incinta e che poi l’ho mollata, per paura delle conseguenze, giusto? -
- Esattamente - disse Jakie - e io da te mi aspetto la verità -
Billie si sedette sul divano, trattenendo a stento le lacrime.
- È tutta una balla - rispose
Jakie stava per dire qualcosa, ma quando vide che il ragazzo stava per mettersi a piangere, gli si sedette in parte.
- Billie - disse - che cos’è successo? -
- È… è… è Jimmy… - riuscì a dire.
Sul volto della ragazza si scandì un’espressione chiaramente sconvolta.
- È successo qualcosa? - chiese
- Sì… ha avuto un incidente e… ed è entrata in coma! -
Jakie sentì un vuoto allo stomaco.
- Jimmy? - riuscì a dire, prima di mettersi a piangere anche lei.
Entrambi erano scossi dai pianti e dai singhiozzi, ma la ragazza di più. Allora Billie la prese e la abbracciò, cercando di calmarla.
- Io la odio quella là, la odio! - disse, riferendosi a Clear - se non le avesse raccontato quella stupidissima balla, ora Jimmy starebbe bene! -
- Ma vedrai che starà bene! -
- Jimmy non può morire… che cosa ne sarebbe di me se lei non ci fosse più? -
Billie fu colto da un impulso, mescolato ad amore, e le rispose:
- Ci sono sempre io… -
Quando il ragazzo le disse quella frase, lei si sentì battere forte il cuore. Alzò il volto verso quello del ragazzo e lo guardò intensamente negli occhi. Jakie era sicura di non sbagliare: si era innamorata di lui. Senza pensarci due volte, si avvicinò al viso del ragazzo e lo baciò.

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Hola!!! Come va? Spero di non aver troncato in pieno quello spirito drammatico che si era creato inserendo anche una parte romantica... ma, alla fine, poverini, si sarebbero dovuti mettere assieme anche loro, o no? Dopo tredici capitoli, Clear è ancora in mezzo e rompere le scatole! ma non poteva fare lei la fine di Jimmy? "Fine", che termine scorretto! Jimmy è la protagonista, non è destinata ad avere una "fine!"... lasciando da parte le mie stupide trovate... che cosa ne pensate di questo capitolo? Delusi? Oddio, spero di no!! Io ci sto mettendo tutto il mio impegno perché venga bene... dopo siete voi a commentare! Spero di poter aggiornare più alla svelta il prossimo capitolo, e poi le vacanze di Pasqua si avvicinano!! Baci a tutti!

  
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