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Autore: Danicienta    12/08/2011    3 recensioni
" ...Ora sì, che un finale felice li aspettava dietro l’angolo, dove il cogliere l’attimo non era più una fantasia, bensì la chiara riuscita della realtà
Ora sì, che la carrozza diretta al Castello li avrebbe aspettati anche per una vita intera, perché di fretta non ce n’era..
Ora sì, che sul libro compariva chiaramente il ritratto della luna riflessa nel mare.
Una luna sognante, timidamente innamorata e un mare impetuoso d'amore ..."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"Para mi Princesa"
riportava la busta dorata che quel pomeriggio Florencia aveva trovato sul suo letto.
L'afferrò e con un tenero sorriso sulle labbra, l'aprì
"Cos'è l'Amore? Sei la Stella del mattino e quella della sera" (Sinclair Lewis)
Un foglio coloratro albergava l'intera busta, giallo era il suo colore, come la stella del suo Principe, come la fantastica Petunia che ne arricchiva l'interno, come il loro indescrivibile amore, difficilissimo da nascondere e ormai scritto indelebile nei loro cuori.
Un amore eterno.
Flor si portò una mano al cuore, mordendosi il labbro inferiore. Quanto amava il suo Principe? Quanto avevano lottato per raggiungere la felicità? Quanto avevano desiderato stare insieme per sempre?
Ora ne avevano la possibilità, sembrava che il suo Federico l'avesse letta nel pensiero "La magia dell'amore" pensò.
Dentro la busta scorse un altro bigliettino. Riportava un indirizzo, lo stesso dell'eliporto che, il giorno del compleanno di Federico, aveva contrattato per una "tipica" sorpresa da festa «Che cosa hai in mente, Principino?»
Ripensò per un istante a quella meravigliosa notte in riva al mare, all'esplosione di emozioni che si erano appropriate del loro amore. Emozioni che avevano fatto da rifugio ai loro cuori desiderosi di felicità, uniti in un sogno eterno che solo in quella notte erano riusciti a realizzare «Ed è vero, Freezer, ci siamo proprio riusciti!» sorrise quando si portò una mano al ventre. Chissà come l'avrebbe presa il suo Principino delle fiabe? In fin dei conti, dal momento in cui Federico aveva lasciato Delfina all'altare, stava iniziando per loro una nuova vita.
Una vita insieme.
Afferrò impaziente la sua borsa di jeans e quando aprì la porta rimase incantata: due bellissimi tulipani spiccavano con il loro profumo sul parquet di casa Fritzenwalden legati con un fiocco blu ad una piccola pietra. Rossi più di un tramonto e dolci più di una fragola, sembravano essere usciti da una fiaba. Sorpresa, li colse e trovò l'ennesimo bigliettino colorato. A quanto pareva il Freezer aveva voglia di giocare!
"Abbiamo superato quelle mura con le ali leggere dell'Amore, poiché non v'è ostacolo di Pietra che possa arrestare il passo dell'Amore" (W.Shakespeare)
Con sua incantevole sorpresa, quando Flor raggiunse il cancello di casa per prendere il taxi, trovò una limousine ad aspettarla, gialla come nei sogni,sogni di una vita felice.
Lo chauffeur le aprì divertito la portiera e solo quando il giovane le fece l'occhiolino lo riconobbe «Matias! - esclamò abbracciandolo e facendo traballare un pochino il cappello nero della divisa - contrattato anche questa volta?» scherzò divertita «Se consideri la minaccia come contratto lavorativo, allora sì! – le baciò dolcemente la mano, gesto che la fece sorridere imbarazzata - E adesso, se mi vuole scusare, Signorina prenda posto - le indicò l'automobile - Ah, dimenticavo - si avvicinò e le sussurrò all'orecchio - questo è di Federico! Guardalo, il tragitto sarà abbastanza lungo» disse consegnandoli una videocassetta e, sistemandosi la divisa, l’ abbandonò per poi portare a termine la sua missione: accompagnarla all'eliporto.
Un bigliettino occupava uno dei cinque sedili in pelle “Lei arrivò in limousine, per l’appunto gialla. all’improvviso Lui si avvicinò e dirimpetto, la guardò. Sognata da tutta una vita e non poté dire nulla!”
Federico le aveva spesso parlato di quanto amava le sue canzoni, ma di certo non pensava che le avrebbe rese colonna sonora di quella specie di “caccia al tesoro” che aveva organizzato. Flor baciò dolcemente il bigliettino e lo mise nella borsa, poi, notando un piccolo televisore di fronte a lei, inserì la cassetta nel videoregistratore e attese un segnale.  
Sullo schermo comparve un Franco emozionato che teneva tra le mani un microfono a mo’ di conduttore televisivo. I capelli leggermente mossi dal vento e un sorriso magnifico stampato sul suo viso «E’ accesa?»  chiese con insistenza alla “telecamera” «Non la vedi la lucina rossa?» Flor riconobbe subito la voce del gemello, mentre un Franco abbastanza scocciato si schiariva la voce «Allora vado?!»                                                            
«Si! » gridò Nicolas, mentre Flor divertita si sbellicava dalle risate sui sedili comodissimi della sua nuova automobile «Ciao Angioletto! – sorrise Franco – E non fare quella faccia, Federico! Mica te la voglio rubare! – già se lo immaginava, il Freezer con quella sua espressione super gelosa che minacciava il fratello di un omicidio prossimo a venire – Scusami, Flor! Ma il tuo fidanzato è un po’ troppo possessivo! – fece una pausa – Allora? Dove eravamo? Ah, certo! Guarda un po’ dove siamo? – Franco le indicò la casa Fritzenwalden che faceva da palcoscenico a quell’incredibile messa in scena – Tah-dah, il tuo palazzo! Carino, vero? E pensare che Federico vuole cambiare casa – disse sorridendo alla telecamera – E dai, sto scherzando, Fede! Sorridi un po’ alla vita! Appunto, parlando di sorrisi, Flor, hai notato anche tu quello di mio fratello quando ha piantato quella serpe di Delfina sull’altare? »                                                                                      
«Franco! » urlò il capofamiglia dalle quinte «Era per arrivare al dunque! – si giustificò il gemello – Comunque, questo era per dimostrarti quanto le persone di questa famiglia siano cambiate al momento del tuo arrivo in questa casa. Tommy, Maya, Martìn, Nico, io e Federico – alzò l’indice a mo’ di maestrino – ultimo non per importanza, ma per difficoltà! Quanto ci hai messo Flor a lavorartelo? Non rispondere, non rispondere che tanto sappiamo già la risposta! – guardò un istante la villa e poi ritornò a sorridere meravigliosamente alla telecamera – La nostra vita è cambiata, Flor – sospirò – tu ci hai cambiato! Hai cancellato il dolore che si era marcato nei nostri cuori dalla morte di mamma e papà, hai colorato la nostra tristezza in sorrisi, sei stata come una sorella per noi e in questo video ogni Fritzenwalden, puro che sia, ti dimostrerà quanto tu abbia valore nella nostra famiglia, perché tu sei questo, Flor, la nostra famiglia! »
Lo schermo si oscurò per un istante, per poi lasciare spazio a una dolcissima cameretta rosa, dove una Maya sorridente sistemava i libri della scuola ormai finita «Hai accesso la videocamera, Nico?»
«Sì, Franco!» la voce scocciata di Nicolas, diede il via a quell’importantissima intervista.
Maya si accomodò sul letto e strinse uno dei suoi peluche con un enorme sorriso stampato in faccia. Ormai era lei la diva della telecamera, dato che Franco aveva raggiunto i suoi collaboratori nel backstage «Cosa devo dire, Flor? – fece un O.K. – Ci hai dato dentro di brutto! Streghe K.O.! Ti auguro tutta la felicità di questo mondo, te la meriti! Sei stata come una sorella maggiore per me e per tutti i miei fratelli, con tutti i tuoi consigli, i tuoi esempi e le tue chiacchiere! – sorrise – Quelle non potevano mica mancare! – Flor si portò una mano al cuore – Hai cambiato la nostra vita, hai cambiato tutto di noi! Ci hai insegnato che cosa volesse dire amare, ci hai fatti sentire importanti, apprezzati, ma soprattutto amati! – mostrò alla videocamera un orsacchiotto rosa – Ti ricordi Osito? Me lo ha regalato, Tuti, il mio fidanzato! E’ soprattutto grazie a te, Flor, che io e Matias siamo potuti stare insieme! Tu hai creduto nel nostro amore e hai permesso di scrivere un noi alla nostra storia e te ne sarò grata per tutta la vita – si alzò pian piano dal letto e schioccò dolcemente un bacio sulla telecamera – Grazie, Flor!»
Lo schermo si oscurò ancora una volta.
Flor si asciugò le lacrime che avevano iniziato a rigarle il viso. Quanta tenerezza nelle parole di Maya, la prima persona a credere in lei al momento del suo arrivo, la sua compagna, la sua amica di sempre, la sua sorellina minore!
Quanti ricordi avevano condiviso in quella stanza, quante conversazioni segrete su amori nascosti. Maya, Matias e lei, Federico. All’apparenza due amori impossibili, ma in realtà l’uno il riflesso dell’altro, con una prospettiva ben diversa per il futuro. Perché ora i sogni si erano fatti realtà, ora il loro amore era uscito allo scoperto, aveva visto la luce. Ora amori credibili, veri, ma soprattutto felici.
Ora a prendere il posto di protagonista c’era Nicolas «Ciao, Flor!» salutò con la mano l’hacker di casa «Dimmi se registra, Nico» lo interruppe nuovamente Franco «Santo Cielo! Sì, sta registrando!» il tono scocciato del gemello ammutolì definitivamente lo sportivo «Eccomi, Flor! Perdonami, ma Franco è un buono a nulla in campo multimediale, comunque, sai che sono un uomo di poche parole»
«Uomo» canzonò Franco che si ricevette un bello sguardo fulminante dal fratello «Sono un UOMO di poche parole, per tanto non offenderti se il mio discorso sarà breve. – fece una pausa e poi sorrise – Grazie! E lo dico dal profondo del cuore – si portò una mano al petto – Prima che tu arrivassi tra la nostra famiglia, la mia vita era una monotonia totale, passavo intere giornata appiccicato al computer, cercando di trovare un qualcosa che mi facesse sentire a mio agio, importante, ricercato, è l’aggettivo giusto! Qualcosa che colmasse l’assenza di mamma e papà – fece una pausa fissando il vuoto – ma tu hai aiutato me e i miei fratelli a guardare la vita sotto un’altra luce, ci hai fatto capire che la vita non è solo dolore, ma è anche euforia, allegria ed energia! Se non ci fossi stata tu, forse, non sarei mai riuscito a uscire da quel tunnel di solitudine che mi ero creato in rete e forse ora, non sarei qui a sorridere, a cantare, ma soprattutto ad amare!»
Quanto amava i suoi ragazzi? Avrebbe fatto di tutto per vederli felici ed ora? Ora stavano facendo loro qualcosa per renderle la vita migliore!
Era assurdo quanto una semplice parola come un grazie, potesse nascondere emozioni indescrivibili. Era assurdo fare tanto senza compromessi e ricevere tanto quanto dato, se non anche di più!
Probabilmente, se lei non avesse conosciuto i Fritzenwalden non sarebbe la persona meravigliosa che tutti definivano. Era lei che doveva ringraziare i suoi ragazzi per il loro amore, il loro affetto e per tutte le piccole felicità che le regalavano ogni giorno. Era lei che giurava sulla sua vita di prendersi cura di quegli orfanelli, compiacerli e vederli crescere, aspettando che anche per lei il tempo passasse, lasciando i segni di quell’interminabile rapporto che non univa più bambini e bambinaia, bensì bambini e amica.
Parlando di bambini, i tre pargoletti di casa, occuparono tutto lo schermo. Martìn sullo sfondo della playroom con un vassoio di dolci tra le mani e la piccola Roberta intenta nel portare Tomàs sul divano. Tomas, il birbante di famiglia, che scherzava su tutto e su tutti, come in quel momento. Linguacce e espressioni buffe erano il suo linguaggio preferito davanti ad una telecamera, che Nicolas, probabilmente stava filmando.
Quando anche i due “mocciosetti” di casa raggiunsero il Freud della situazione, l’intervista iniziò. I tre bambini si guardarono in cerca di colui che avesse sciolto il ghiaccio per primo. Tomas faceva il finto tonto, Martìn giocherellava con la sua maglietta arancione e Roberta, beh, fu lei a rompere il ghiaccio con il suo atteggiamento peperino «Dobbiamo parlare alla telecamera?  -  chiese indicando il monitor -  Ciao Flor! Ci hanno detto che dobbiamo dire delle cose su di te e vedendo questi due macachi, parto io! A parte che sei una grande e ti stimo al massimo! Finalmente sei riuscita a far sciogliere quel ghiacciolo di Federico, eh? Te lo avevo detto io, te lo avevo detto, ma tu no! “Il nostro è un amore impossibile” – canzonò sotto i sogghigni dei “dietro le quinte” – Ma adesso stai per diventare una principessa con il suo principe azzurro, come hai sempre sognato, e prega anche tu le fatine per trovare il mio, chiaro? – fece spallucce – Con te a funzionato! E comunque principi e fate che siano, ti meriti tutta questa felicità, perché sei buona, buona come la Nutella! E i buoni vincono sempre, no? – sorrise alla telecamera – Ah, grazie, Flor, per me sei stata e sei tutto: un’amica, una sorella, una zia, una mamma … Mi hai accolta e hai creduto in me …»
«E taci un po’, pettegola che non sei altro! – Flor sorrise – Vuoi far parlare anche noi, sì o no?!» chissà se questa volta il piccolo birbante di casa aveva fatto tacere per sempre la sua amichetta?
«Fai come vuoi! – si alzò e mandò un bacio alla telecamera – Flor, non dargli retta, sono uomini!» e si allontanò saltellando dalla telecamera «Senti chi parla, donna!» rispose infastidito il più piccolo dei Fritzenwalden, poi dopo un’accurata sistemazione dei capelli dorati, si schiarì la voce «Flor, ti voglio bene – sussurrò mentre la bambinaia di casa tratteneva a stento le lacrime – so che non sono un bravo bambino, che adoro fare scherzi e a volte sono anche un po’ cattivo, però questo sono io e tu mi hai sempre detto di non nascondere mai le proprie emozioni e i propri desideri! Sai – si portò un dito al mento – l’altro giorno pensavo a ciò che vorrei fare da grande! Ho pensato ai miei scherzetti, ai miei giocattoli e ai miei ragnetti … bisogna inseguire i propri sogni, giusto? Ed io li seguirò, sarò uno scienziato di insetti»
«Biologo, scimunito!» sogghignò Martin, afferrando un dolcetto dal vassoio «E taci, cretino!»
«Tomas! Le parole!» grugnò Federico.
Flor era imbambolata a vedere quella famiglia che tanto l’aveva apprezzata, quella che ora era la sua famiglia. Battibecchi, carezze, scherzi e abbracci avrebbero fatto di tutti quei caratteri così diversi uno stile di vita e allora sì, che trascorrere insieme le giornate, tra pace e amore, sarebbe stato divertentissimo.
Sorrise quando vide il piccolo Tommy scagliarsi furioso sul genio di famiglia.
Il monitor divenne nero fino a quando il viso spettinato di Tomas ricomparve con due occhioni nocciola che supplicavano perdono «Scusa, Flor! Piccolo litigio – guardò in alto – stavo dicendo? Ah sì, seguirò il mio sogno solo e soltanto grazie a te! Perché se i tuoi sogni si sono realizzati, allora anche i miei lo saranno, no? Tanto le fatine esistono anche per me e le pregherò giorno dopo giorno e pregherò così anche il mio papà e la mia mamma, che dal Cielo mi proteggono, ma soprattutto pregherò per te, Flor, per la mia mamma del cuore – sorrise scuotendo i capelli biondi – Ti voglio bene come se fossi la mia mamma!»
Fu in quell’istante che Florencia scoppiò in lacrime. Non aveva mai osato definirsi mamma e nessuno l’aveva considerata tale fino ad ora. Tomas, il suo piccolo Tommy, l’aveva appena chiamata mamma, come ciò che forse era o sarebbe stata. Mamma, la donna più importante nella vita di una persona, la donna che avrebbe venduto anche l’anima per aver un sorriso del suo bambino, la donna che si sarebbe presa cura del cuore del suo pargoletto fino alla morte, se non anche oltre. Mamma era ciò che era diventata per i Fritzenwalden.
Si portò una mano al ventre «Mamma» sussurrò quando ancora le lacrime le divoravano il cuore
«Flor, non è che questa tua buona riuscita porti la tua psicologia a disturbi bipolari? – Martìn si sistemò gli occhiali – Sto scherzando, Flor! Non sono più il Freud di una volta, sono solo un adolescente meno complessato i cui studi compiacciono la psicologia umana e tu ne fai parte! Statistiche a livello mondiale dimostrano che l’allegria è la cura a tutto e tu sei stata la nostra cura! Con la tua euforia cronica hai colmato il nostro profondo senso di abbandono, ci hai fatti divertire, giocare, scherzare, e rallegrare la vita! Ma soprattutto ci hai accompagnati in tutto e per tutto, come una mamma, la nostra mamma! Te ne saremo grati per sempre, Flor!» improvvisamente dal retro del divano bianco uscirono allo scoperto tutti i Fritzenwalden «Ti vogliamo bene, Flor!» urlarono all’unisono, mentre una cascata di coriandoli colorati riempiva la palyroom. Nicolas, Franco, Maya, Martin e i due nanerottoli di casa si abbracciarono, soddisfatti di aver dimostrato tutta la loro gratitudine e il loro amore per quella bambinaia un po’ pazza che li aveva cambiato la vita dal giorno in cui, in una sera di ottobre, aveva messo il piede nella loro casa. Un ricordo che sarebbe rimasto impresso nei loro cuori per tutta la vita.
E Federico?
Flor osservò i volti felici dei suoi ragazzi, cercando di individuare il suo Principe Azzurro, con l’intento di incrociare i suoi occhi color miele nei quali avrebbe desiderato perdersi ancora una volta, ma di lui neanche l’ombra.
Il Principe non c’era!
Ma non c’era sicuramente da preoccuparsi, perché probabilmente un Federico emozionato stava riprendendo compiaciuto tutta la scena dimostrando ancora una volta di essere bravo in tutto «Il mio Freezer» singhiozzò Florencia commossa di fronte a quell’indescrivibile dimostrazione d’affetto, mentre lo schermo s’incupiva nuovamente.
Ora, finalmente, un Federico in smoking nero, teneva tra le mani un mazzo di calle e garofani. Gli occhi color miele fissavano la telecamera con un'espressione dolce, quasi nervosa per tutto quello che stava per accadere.
Flor si portò una mano al cuore quando il suo Principe si schiarì la voce «Flor, amore mio, ora siamo soli, più nessun Fritzenwalden tra le storie e – sospirò dispiaciuto – perdonami, ma non sono mai stato bravo con i discorsi e tu lo sai bene - si guardò attorno nervoso - ma - sorrise guardando il meraviglioso bouquet che teneva tra le mani - ma in un certo senso te lo devo e ti devo questo e altro, mio piccolo Fiore. Pensare che quando arrivasti in questa casa ero contrario al vedere tutta quella tua euforia, quell'allegria magica che emanavi. Giravi e giravi per la mia casa con tutti i tuoi colori, la tua simpatia, tutta quell'energia talmente frizzante da dipingere di fantasia tutto intorno alla mia famiglia, ma sopratutto intorno a me! E ti odiavo - Flor sorrise divertita ancora tra le lacrime  - ti odiavo perché ti amavo. Eri come una bacchetta magica che una fata incantata agitava per realizzare ogni mio desiderio più profondo, e ti amavo! Se parlavi mi bloccavo, se ti muovevi, rimanevo incantato e se sorridevi - sorrise divertito - beh, se sorridevi mi scioglievo come un ghiacciolo al sole! Non dici così tu?! - Flor si morse il labbro - E tu, che con la tua allegria e le tue pazze idee avanzavi verso di me, nel buio del mio cuore e nel freddo della mia anima, sei inciampata nei miei pensieri e da lì, non c'è più stata via d'uscita! - colse uno dei fiori del mazzo - Flor, amore mio, l'amore spera ogni cosa, copre ogni cosa! Insieme abbiamo passato momenti meravigliosi e orribili, abbiamo sperato, desiderato e continuato a sognare la nostra felicità e abbiamo combattuto per questa, perché è così il nostro amore, mia piccola Flor, è guerra e passione, è una battaglia dolce e ricca di imprevisti che la vita ci ha posto e ci porrà in futuro. Ma noi ci amiamo, Flor e, sono sicuro, che riusciremo a vincerli. Insieme. - lacrime di felicità nuovamente le rigarono il volto - Io sono io, tu sei tu, che ne dici, Florcita, costruiamo un noi?» il monitor si spense. Flor si guardò attorno emozionata, divertita con quelle pesanti lacrime che ormai volevano far parte del suo viso, rendersi automaticamente partecipi della felicità che impregnava dolcemente i polmoni della giovane. Lacrime che le scendevano sul viso come segni indelebili, plasmabili e incantati, perché un momento così mai si sarebbe potuto dimenticare. Nessuno sarebbe stato in grado di cancellare l’emozioni nel suo cuore, poiché intense, indelebili, rosee e  febbrilmente felici. . Si portò una mano alla bocca, cercando di bloccare l'euforia che le stava divorando il cuore «Ah, Federico, quanto ti amo!»
L’eliporto era ancora come se lo ricordava: immenso in una distesa prateria verde delle pampas.
Matias la salutò, augurandole il meglio, finchè una Signorina la fece accomodare sullo stesso elicottero che mesi prima aveva affittato per il suo Principino.
Il viaggio fu eterno, sembrava non volesse terminare. Le colline solari delle praterie accompagnavano dolcemente i pensieri di Flor. Finalmente nella sua vita si stava aprendo uno spiraglio di luce, quanto era cambiata la sua vita dall’incontro con i Fritzenwalden? Aveva sperato, aveva sognato, aveva incontrato persone deliziose che le avevano aperto il cuore, am soprattutto aveva incontrato l’Amore, un amore che ora aveva un nome marcato nella sua anima: Federico!
Quanto avevano dovuto lottare, quanto odio procurare e quanta tristezza soffrire per raggiungere la felicità? Malala e Delfina erano solo un esempio di tutto il dolore che aveva straziato le loro vite, ma ora, ora tutto stava prendendo una piega diversa ed era sicura, che con l’aiuto dei suoi ragazzi e l’appoggio della madre e delle fatine, sarebbe stato un sogno, un sogno che era realtà.
L’elicottero atterrò su una spiaggia immensa, ma il buio della notte ne scuriva ormai la bellezza tropicale. Solo la luna sembrava offrirle la sua compagnia, riflettendosi dolcemente nel mare. Diamante lei e luce lui: un amore infinito.
Prima di ripartire nuovamente, la Hostess le consegnò una busta dorata, le cui scritte la invitavano ad aprirla solo dopo aver attraversato il “Sentiero dei Sogni”.
Alzò lo sguardo eccitata dall’invitante sopresa che la stava per invadere e si imbatté in un meraviglioso cammino di garofani bianchi, il cui profumo dolciastro, inebriava l’intera atmosfera romantica.         
Con uno smagliante sorriso sulle labbra, iniziò a percorrere quella strada dei desideri, sperando di incontrare al più presto l’uomo dei suoi sogni.
Ma il tempo passava e i garofani sembravano non finire, come quell’attesa che dolcemente la stava torturando. I suoi saltelli entusiasmanti si erano man mano trasformati in passi lenti e stanchi, fino a quando arrivò su una scogliera. Sembrava la fine di tutto, la fine del mondo.
Il profumo di salsedine le invase l’anima, mentre il suono delle onde infrante le echeggiava nella mente. Si lasciò per un istante trasportare da quella dolcezza infinita, poi, ritrovato l’entusiasmo, aprii la busta e sussurrò quelle intense parole al vento
“Con la tua immagine e con il tuo amore, benché assente, sei ogni ora presente. Non puoi allontanarti oltre il confine dei nostri pensieri, perché noi siamo ogni ora con essi, ed essi con noi.
Dubita che le stelle siano fatte di fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia bugiarda …”
«Ma del mio amore non dubitare affatto – la voce profonda di Federico donò a quell’incanto un tocco di magia in più. Flor si voltò emozionata incontrando come per la prima volta gli occhi color miele tanto amati e bramati. Quegli stessi occhi che per tanto tempo aveva sognato e desiderato. Quegli stessi occhi che ora la fissavano con amore profondo «Federico … » riuscì a malapena a sussurrare, prima che il giovane le cingesse la cintura con le sue forti mani «Perché i nostri cuori sono così vicini che, con il tuo cuore e con il mio cuore, si può costruire un unico cuore» la distanza tra le loro anime, così come quella tra i loro volti, diminuì a dismisura fino a quando un bacio di quelli caldi, di un sentimento profondo, sigillò il loro amore.
Un amore sperato, sognato, bramato, desiderato. Un grande amore che ne il male e le distanze aveva separato. Un amore destinato ad essere vissuto, ad essere vero. Un amore splendente e ardente come il sole. Un amore fatto di dolcezza e ambiguità perché i loro caratteri così diversi si univano alla perfezione nei loro cuori, cuori che nemmeno gli incantesimi più malvagi sarebbero stati in grado di dividere. Cuori ora uniti nel bacio del secolo.
Luna lei e mare lui. Splendente e dolce lei, prorompente e innamorato lui. Amanti avidi, bramosi, le cui emozioni giocavano intrepide al suono dei battiti dei loro cuori.
Un bacio tiepido, dolce, di quelli da far tremare le gambe. Un bacio emozionante, passionale, amabile. Speziato e acerbo al punto giusto, poiché di un amore nuovo, rinato, sbocciato sotto quella luna che faceva da cornice alla loro spiaggia.
Baci d’amore, di passione, salati come la brezza marina che accarezzava dolcemente i loro volti, baci al gusto di salsedine per un amore il cui desiderio stava per essere appagato tra le onde del mare.
Forse un bacio, ma per loro incantato.
«Ti amo, Flor – le sussurrò sulle labbra facendola rabbrividire – ti amo, ti amo, ti amo, ti amo – accarezzò dolcemente il volto, e sotto gli occhi emozionati della fidanzata s’inchinò – Florencia Fazarino Santillàn, vuoi rendere felice questo Freezer e sposarlo?» Flor fissò incredula la scatolina blu che il ragazzo stringeva con uno smagliante sorriso,  dove uno splendido diamantino spiccava in quel brillantissimo solitario.  I suoi occhi color miele persi nello smeraldo verde dei propri, brillavano intensamente, bagnati dalla luce della luna, raggiante in quella magica notte d’estate.
«E amarlo , desiderarlo, rallegrarlo – gesticolava, sorridendo al vedere che Federico le inseriva l’oggetto prezioso – e se bisogno sgridarlo per tutta la vita? Non so se riuscirai a sopportarmi. Sono una donna molto pretendente, sai?»
«Questo ed altro, Flor, anche per tutta l’eternità»
«Beh in tal caso, - civettò, aiutandolo ad alzarsi e dopo aver fissato per qualche istante il suo anulare, giocherellò con l colletto della camicia del giovane – potrei accettare questo Principino affrettato, solo ad una condizione» Federico le scostò la frangetta e iniziò a giocherellare con un suo riccio «E quale sarebbe questa condizione, Doña Florcita?» la sua voce aveva un tono piuttosto malizioso «Beh una condizione semplice, semplice. Un compromesso pratico, accessibile e tante altre cose … » Federico alzò incuriosito un sopracciglio «Ad esempio?»
«Beh, ad esempio, non so, amare la sua principessa per tutta la vita»
«Semplicissimo»
«Che la rallegri, la rispetti e l’assecondi in tutto e per tutto»
«Per sempre» tentò di baciarla «Aspetta, aspetta, non ho ancora finito! – alzò l’indice a mo’ di maestrina – ma cosa ancora più importante che, questo Principino delle fiabe giuri solennemente di prendersi cura della sua Principessa e di tutti i pargoletti a venire, per tutta la vita!» Federico le sorrise, schioccandole un dolce bacio sul naso «Per tutta la vita, mi Princesa» sussurrò mentre ancora una volta si perdeva nel verde smeraldo di quegli occhi che tanto aveva amato e che avrebbe amato fino alla fine dei suoi giorni.
Finalmente potevano essere felici, niente e nessuno avrebbe ostacolato quel loro immenso amore.
Finalmente, abbracciati nell’incantevole magia della luna, potevano vedere riflessi i loro sentimenti, sperando l’arrivo della loro carrozza verso  la realizzazione dei loro sogni più segreti.
Finalmente si sarebbero sussurrati dolci “Ti Amo” per tutta la vita, senza rimorsi, rancori e sotterfugi.
Finalmente.
«Che buffo! – sospirò Florencia tra le braccia del suo Principe – Ritrovarci qui, abbracciati, innamorati più che mai, aspettando che sorga il sole, cullati … » Federico le accarezzò il viso, dolcemente accoccolato sulla sua spalla «E’ il nostro amore, Flor»
«Sì, un amore stupendo! Però, chi l’avrebbe mai detto? Pensavamo fosse impossibile, che non esistesse speranza per ciò che provavamo, sembrava fossimo caduti in un profondo burrone senza luce e poi – sorrise ripensando alla sorpresa per Federico – e poi quando tutto sembrava perso, il nostro amore ha vinto, risolvendo ogni cosa per il meglio» i suoi occhi brillarono nel buio, mentre una scaglia di goccioline tiepide e dolciastre le rigavano le guance «Perché piangi, amore mio?» Flor cercò lo sguardo del suo Principe «Che sciocco che sei! – si asciugò una lacrima – non sto piangendo! Sono lacrime di felicità! – abbassò gli occhi titubante – E poi nel mio stato …»
«Quale stato?» Federico alzò un sopracciglio intontito, mentre una Flor troppo emozionata, si accarezzava dolcemente il ventre ancora piatto «Aspettiamo un bambino»
«Un bambino?» farfugliò Federico, improvvisamente inondato da una marea di ricordi negativi. Troppe bugie, tradimenti, troppi inganni che la sua ex-fidanzata aveva manipolato per farlo soffrire e perdere ciò che più amava al mondo: la sua Flor.
Ma Flor non era così! E benché in quel suo animo fragile, nascondesse qualche piccola bugia, Flor era l’amore della sua vita e non gli avrebbe mai fatto passare, per nulla al mondo, ciò che quella strega acida aveva fatto con lui.
Lei lo amava e lo avrebbe protetto a costo della sua vita ed ora, aspettavano un figlio …
«Sì, un figlio – sospirò sdegnata Flor, vista la reazione titubante del ragazzo – lo so, lo so, non ti aspettavi una cicogna tanto veloce, beh, mi dispiace di aver rovinato i tuoi piani, mio bel calcolatore cronico … »
«No, Flor – la zittì posandole l’indice sulle labbra, mentre un timido sorriso gli colorava dolcemente il viso – Ti sbagli – le afferrò il viso con entrambe le mani e fissò lo smeraldo brillante negli occhi di lei –  Che chiacchierone il mio amore! Un figlio, Flor è la cosa più bella che mi potessi regalare dopo il tuo amore -  la baciò – Ti amo, Flor!» la ragazza lo abbracciò incantata «Ti amo anche io, Federico!»
Ora sì, che un finale felice li aspettava dietro l’angolo, dove il cogliere l’attimo non era più una fantasia, bensì la chiara riuscita della realtà
Ora sì, che la carrozza diretta al Castello li avrebbe aspettati anche per una vita intera, perché di fretta non ce n’era..
Ora sì, che sul libro compariva chiaramente il ritratto della luna riflessa nel mare.
Una luna sognante, timidamente innamorata e un mare impetuoso d'amore.
Lei viveva di lui, del suo mare di emozioni. Era il suo amore a donarle lo splendore incandescente della notte.
E lui, con occhi innamorati la osservava, invitando ogni passante a contemplarne la bellezza e a specchiarsi in quell’abisso di emozioni.
Diamante lei e Luce lui.

ANGOLO AUTRICE: Ciao ragazze!
Sono tornata con un "piccola" one-shot per augurarvi delle meravigliose vacanze!
Questo racconto è anche un piccolo regalo per tutte quelle persone che hanno sempre seguito la mia storia "Il Diario di Flor" e in attesa della sua continuazione a Settembre ho voluto salutarvi come si deve ...
con un finale felice!
Un bacione immenso e spero che vi sia piaciuta!!!
Ciao Danicienta
BUONE VACANZE!!!
NB: In questa one-shot ho utilizzato per la "caccia al tesoro" alcune celebrissime frasi di Shakespeare per aggiungere un tocco di romanticismo in più ;)
  
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