In quel momento un’onda più grande
delle altre stava arrivando a riva. I due non la videro arrivare…
Per fortuna
però, l’onda non era grande abbastanza per travolgere Kate e Rick. Arrivò a
bagnare i piedi di Kate, che ringraziò mentalmente Rick che prima le aveva
consigliato di tirarsi via le scarpe.
La detective
allungò un braccio e con una mano riuscì a schizzare addosso a Castle un po’
d’acqua marina. Lui la guardò sorpreso. Non si aspettava un gesto cosi
spontaneo da lei. La guardò. E in quel momento, per un’ennesima volta da quando
si erano incontrati ci fu uno sguardo complice, ognuno dei due si immerse
totalmente nello sguardo dell’altro. Lei vide l’oceano che si rifletteva
perfettamente nei suoi occhi. Lui vedeva due smeraldi verdi che erano incastonati
perfettamente nel viso di Kate.
La detective
spezzò quel momento magico, voltandosi a guardare l’oceano. Quello vero. Lui
abbassò lo sguardo sulla propria maglietta. Non era riuscita a bagnarlo molto,
ma Richard Castle non gliel’avrebbe fatta passare liscia. Si alzò cercò di
nuovo lo sguardo di Kate, quando lo trovò, le porse la mano, dopo essersi
sorrisi corsero entrambi, per mano, verso l’acqua.
Erano
entrambi vestiti, ma a chi importava? A loro, no di certo.
Avevano
l’acqua che arrivava alle loro ginocchia, Rick l’aveva spruzzata più volte, lei
faceva altrettanto. Stavano giocando come due bambini che vedono per la prima
volta il mare. Stavano ridendo, scherzando. Kate era da un pezzo che non si
sentiva cosi. Non aveva preoccupazioni, non stava pensando a Josh dopo tanto
tempo, non pensava al distretto. In quel momento esisteva solo lei. No. Lei e
lui. Loro.
Castle
rideva ed era felice più che altro perché la vedeva spensierata. Si stava
lasciando andare, finalmente.
Erano
bagnati fradici e Rick pensò che a quel punto se si fossero immersi totalmente
non sarebbe cambiato molto. Cosi si avvicinò alla detective e l’abbracciò. Lui
sorrise vedendo che lei si era irrigidita e aveva smesso di spruzzargli l’acqua
addosso. Ovviamente non conosceva le intenzioni, vere, dello scrittore.
La guardò,
si mise a ridere e la spinse dalle spalle verso l’acqua. Purtroppo Rick non si
ricordava che Kate era pronta a tutto. Era stata addestrata per stare sempre
allerta. E anche in quel momento Kate sapeva che doveva stare all’allerta. Cosi
si aggrappò con tutte le sue forze alle braccia dello scrittore, questo non
aspettandosi una tale reazione, si lasciò trascinare. Finirono, cosi, entrambi
sott’acqua. Ma la distanza tra i loro volti era minima. Le loro labbra si sfiorarono.
Tutti e due sentirono quell’emozione, provata una sola volta. Quel brivido,
quell’energia che avevano provato soltanto quando si erano baciati sotto
copertura.
Poi
lentamente, emersero in superficie, ma adesso i loro corpi non erano più cosi
vicini come lo erano stati pochi secondi prima. E i loro volti, entrambi
bagnati non erano allegri come prima di tuffarsi.
Lei non
guardandolo in faccia, uscì da quella piscina immensa che era l’oceano.
Si mise
seduta dove erano prima. Lui la seguì e si mise di fianco a lei. Non si dissero
niente.
Castle non
voleva che adesso lei cambiasse umore. Voleva vederla sorridere e ridere come
aveva fatto fino a pochi minuti prima. Non voleva che si rinchiudesse nel suo
guscio.
Beckett
dentro di sé aveva confusione. Non poteva lasciarsi andare, aveva appena perso
suo marito. Anche se sapeva bene che con Rick era tutto diverso. Sapeva che se
lei gli avesse chiesto del tempo, lui glielo avrebbe dato. Avrebbe aspettato
anche anni, se fosse stato per lui. Ne era certa. Non sapeva perché avesse
reagito cosi. Perché era uscita dall’acqua, in quel modo e perché adesso il
clima tra di loro era diverso? Cos’era esattamente successo sott’acqua? Lui si
era avvicinato di proposito oppure era stato il destino?
Lui la
guardò e le chiese se volesse andare a casa sua per cambiarsi i vestiti che
erano bagnati e che non si sarebbero asciugati con il vento, che ora sembrava
molto più freddo di quanto era sembrato loro prima.
Lei gli
disse di si. Si alzarono e camminando di fianco l’uno all’altro, ma pur sempre
con una distanza di sicurezza, arrivarono a casa di Castle. Era una villetta
abbastanza grande, ma non esagerata. Aveva i mattoni all’esterno come tutte le
case inglesi doc. Il colore era rosso scuro marrone. Aveva due terrazzi e un
piccolo giardino nella parte posteriore.
Entrarono e
le fece subito vedere il bagno cosi che lei si sarebbe potuta cambiare. Appena
entrò nel bagno venne investita da un odore a lei famigliare: quello che aveva
spesso, anzi sempre, sentito addosso a Castle. Le piaceva quel profumo. Era
diverso da quello che usava Josh. Era più frizzante, più vivace, più vitale.
Si cambiò e
poi andò in salotto dove trovò Castle seduto sul divano che la aspettava con un
bicchiere di acqua in mano. Anche lui si era cambiato.
< A che
ora devi ripartire?> Le chiese lui.
< Ah,
okay.> Disse lui, ben sapendo che di li a poco lei sarebbe dovuta partire, e
che tra di loro non ci sarebbe stato nessun chiarimento.
Invece non
fu cosi. Perché Kate doveva sapere esattamente cosa era successo sott’acqua.
Non sapeva cosa sarebbe successo dopo. Non sapeva se si sarebbe lasciata andare
o avrebbe continuato imperterrita a stare dentro la sua corazza. Il punto era
che lei doveva sapere.
< Co..
cos’è successo sott’.. sott’acqua, Castle?> Chiese lei, con un po’ di
incertezza.
< Non lo
so..> Rispose lui, sincero, cercando con il suo sguardo gli occhi di lei.
< è stato
il caso?> La domanda che aveva in mente di porgli non era esattamente
quella. Avrebbe voluto chiedergli se era stato semplicemente il caso, oppure se
anche lui lo avesse voluto. Ma la parte finale della domanda non riuscì a farla
uscire dalla sua bocca.
< Non
voglio che tu pensi che sia stato solo il caso. >
Avrebbe
voluto avere più certezze, avrebbe voluto continuare quel discorso. Avrebbe
voluto chiedergli: E quindi? Avrebbe voluto mandare a quel paese il taxi che
stava già suonando da due minuti. Lo aveva chiamato prima di uscire dal bagno.
< De..
devo andare adesso.> Disse lei, con la sua solita freddezza.
Si alzò dal
divano, prese in mano il suo borsone e si avviò alla porta.
S’alzò anche
lui e disse:
< Non
andare.> Lei lo guardò. Certo, una parte di lei, molto grande, avrebbe
voluto saltargli addosso dopo quella frase. È la tipica frase che ogni donna
sogna di sentirsi dire dopo una notte di fuoco, dopo un bacio cercato, sperato
da molto tempo, ma anche se tra loro non c’era stato niente di ciò, o per lo
meno quasi niente, quelle parole erano a dir poco perfette per il momento. Ma
la parte più piccola di Beckett era quella che prendeva sempre il sopravvento.
< Non
posso.> Rispose lei.
Lui era
arrabbiato con lei. Perché si doveva sempre comportare in quel modo? Perché
dopo una magnifica giornata passata insieme, doveva andarsene controvoglia?
Perché Castle anche, sapeva che Kate voleva rimanere.
< Kate,
prendi quel taxi e io non ti cercherò più.>
Era la rabbia del momento a parlare.
Lo guardò.
Stupefatta. Non avrebbe mai creduto che Castle le avrebbe dato un ultimatum del
genere. Ma lei non poteva. Quando si sarebbe sentita pronta di tutto, sapeva
che Castle, prima o poi, l’avrebbe perdonata.
Andò verso
di lui e alzandosi in punta di piedi, appoggiando le sue mani lunghe sulle sue
spalle, gli stampò un bacio fugace sulla bocca.
Poi si voltò
e prese il taxi.
Commento:
NOOO! È già finita anche questa?? Che tristezza ragazze! :(
Non mi
uccidete vi prego! Stavolta non ho ucciso bambini, non ho fatto nulla di male,
solo un finale che secondo me, non vi sareste aspettate. Non mi convince molto
questo capitolo. Lo trovo molto affrettato. Ma non sono riuscita a fare di
meglio, spero comunque che lo apprezziate lo stesso.
Volevo dirvi
una cosa soprattutto: a me piace usare l’immaginazione, e spero che questo
finale vi possa permettere di usarla. A me piace pensare che in un futuro
Castle vada da lei e che lei finalmente si lasci amare da lui. Non ho scritto
il tipico happy ending, perché secondo me Kate non era pronta. Alla fine, aveva
appena perso il marito, e lei non è il tipo che si butta in una relazione cosi
presto. Anche se adesso mi state maledicendo perché Castle è Castle, è l’amore
della sua vita, e la sua anima gemella. Lo so anche io, ma questo finale era
più bello.
Un grazie
immenso a tutte coloro che pazientemente mi hanno recensito tutti i capitoli,
ma anche grazie a chi ha solo letto.
Un mega
bacione, Madeitpossible!