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Autore: Alchbel    12/08/2011    13 recensioni
«La smetti di agitarti? Mi farai venire mal di testa!»
Ho perso il conto delle volte che Finn mi ha ripetuto quelle parole. Sbuffa esasperato e mette la sua mano sulla mia così che il ticchettio delle unghie sul tavolino cessi. Gli lancio uno degli sguardi più minacciosi di cui sono capace, ma non mi lascia andare e si limita ad alzare gli occhi al cielo.
«Mi spieghi perché sei tanto nervoso?»

Dedicata alla mia controparte, Pachelbel ♥
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Finn Hudson, Kurt Hummel
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sing for me, Kurt.

I've been alone surrounded by darkness
I've seen how heartless the world can be
I've seen you crying, you felt like it's hopeless
I'll always do my best to make you see
Baby, you're not alone
Cause you're here with me

 

 

«La smetti di agitarti? Mi farai venire mal di testa!»

Ho perso il conto delle volte che Finn mi ha ripetuto quelle parole. Sbuffa esasperato e mette la sua mano sulla mia così che il ticchettio delle unghie sul tavolino cessi. Gli lancio uno degli sguardi più minacciosi di cui sono capace, ma non mi lascia andare e si limita ad alzare gli occhi al cielo.

«Mi spieghi perché sei tanto nervoso?»

Strabuzzo gli occhi. No, non può essere stupido fino a questo punto! Ditemi che non può, vi prego.

«Non saprei, Finn! Forse perché è la prima volta che Blaine viene qui e cena ufficialmente con noi? No, non credo… deve essere solo una mia paranoia!» sbotto mentre sento che l’ansia si sta trasformando in nervosismo.

«E qual è il problema, me lo spieghi? Tuo padre conosce già da un po’ Blaine e di certo non sarà mia madre a mettervi in difficoltà o a fare una qualsiasi obbiezione! Quindi?»

«Quindi cosa? Resta una cena ufficiale con i miei genitori ed il mio ragazzo!»

Come può non capire? È… è… Oddio, mi sta scoppiando il cervello!

Finn, intanto, sembra improvvisamente interessato all’abbigliamento che ho scelto per la serata: sento il suo sguardo scandagliarmi da testa a piedi e l’espressione concentrata che ha assunto il suo viso non può essere tralasciata senza alcun commento.

«Che c’è ora?» chiedo, ancora stizzito.

Lui mi guarda un attimo, poi fa scorrere un nuovo, rapido sguardo sul mio corpo con fare eloquente, come se dovessi capirlo al volo. Lo sa che non so leggere nel pensiero, vero?

«Cosa. C’è. Finn?» ripeto, soffermandomi su ogni parola.

«Dovevi proprio vestirti così?» mi chiede lui quasi con imbarazzo.

Non ricordavo di aver messo calze a rete o di aver dimenticato del tutto i vestiti! Lancio uno sguardo anch’io al mio corpo e poi di nuovo a mio fratello: che c’è di male in un gilè rosso, una camicia nera ed un pantalone attillato dello stesso colore? Finn mi guarda come se ora dovesse essermi tutto chiaro.

«Cosa c’è di male in quello che indosso? Non è troppo elegante, né troppo sportivo – l’ideale per una serata del genere»

«Dipende da cosa vuoi fare… quel pantalone attillato dice molte cose»

Io divento improvvisamente della stessa tinta del gilè e mio fratello ride di gusto. Lo odio.

«Io, io non stavo pensando a nulla del genere!» chiarisco, mentre sento ancora il viso scottare.

«Lo so… cioè, era chiaro che tu non ci stessi pensando. Ma non tutti potrebbero essere dello stesso avviso»

«Finn, dimmi che hai bevuto, ti prego! Certo, non rimarresti a cena, ma almeno non sarei portato a pensare che tu sia improvvisamente impazzito!»

Se lui comincia con questi discorsi che devo aspettarmi da mio padre? E poi… è imbarazzante! Lui non ha accennato a questo tipo di argomento con me!

«Ok, la smetto. Ma non stavo scherzando» sorride lui ed io non so se imbarazzarmi ancora di più o sospirare di sollievo.

Fortunatamente, proprio in quel momento scendono Carole e mio padre pronti per la serata. Ho promesso che, nonostante tutto, non avrei assillato mio padre per il vestito da indossare in quest’occasione, ma devo dire che il completo che ha scelto non è male – forse solo un po’ troppo elegante. Sono certo che l’abbia aiutato Carole. Lei è incantevole: un semplice vestito rosso le scende elegante poco oltre le ginocchia e non le serve altro.

«Quanto manca?» chiedo, mentre l’eccitazione mi impedisce di stare fermo.

«Dovrebbe essere qui a momenti»

Mio padre mi guarda con un sorriso sottile e sincero. Tante volte mi sono lamentato della mia solitudine con lui ed ora, invece, ho Blaine. Non potrei sentirmi più felice di così. Lo guardo negli occhi e scorgo tutta la gioia che io stesso provo e poi… giusto un granello di tristezza.

La mamma. Anch’io vorrei che fosse qui. Guardo Carole che – ovvio – ha capito cosa ci sta passando per la testa e poggia una mano sulla spalla di mio padre con un sorriso e gli occhi lievemente lucidi.

Proprio in quel momento il suono del campanello mi toglie il fiato dai polmoni. È arrivato!

Tutti mi guardano eloquenti ed io mi avvio ad aprire la porta. Il ragazzo che mi trovo di fronte mi lascia senza parole. Blaine indossa una camicia scura ed un paio di pantaloni dritti, mentre i suoi capelli sono liberi da gel e morbidamente pettinati: in una parola, è perfetto.

«’Sera» mi saluta con un sorriso ed un veloce bacio.

«’Sera...» sussurro, prima di riprendermi e lasciarlo entrare.

Lui fa qualche passo avanti e saluta il resto della famiglia con educazione, prima che io gli indichi di sedersi sul divanetto e scappi in cucina a controllare che tutto sia a posto. Quando è tutto sistemato li invito, senza nascondere l’eccitazione, ad entrare e prendere posto.

Il pollo cucinato da Carole è davvero ottimo e ne rimaniamo tutti positivamente colpiti, tanto che Blaine dispensa molti apprezzamenti a riguardo. Poi però, scende il classico silenzio imbarazzante di chi non sa come cominciare un qualsiasi discorso.

«Blaine… da quello che mi ha raccontato Kurt, la Dalton è abbastanza dura come scuola. Come vanno gli studi?»

Classico, papà, ma sempre meglio del silenzio.

«Oh, non male signor Hummel. Riesco a stare al passo. In ogni caso, Kurt è certamente più bravo di me – almeno lo era nel periodo in cui è stato alla Dalton»

«Non puoi fare paragoni tra la Dalton ed il McKinley!» si unisce Finn «Sappiano tutti che lì da voi è tutto più serio, compreso l’insegnamento»

«Questo non nega il fatto che tuo fratello sia più bravo di me» continua Blaine ed io ho il vago desiderio di sprofondare sotto terra; me ne esco con un sorriso di circostanza e continuo a cenare sotto lo sguardo divertito dell’Usignolo che ha chiaramente capito i miei pensieri.

«E per il resto? Come vanno le cose?» continua Carole ed io cerco gli occhi del ragazzo che mi è di fronte, lievemente preoccupato per la domanda.

Per un attimo ho l’impressione che il suo sguardo si veli, ma – appunto – dura un attimo, poi il sorriso illumina di nuovo il suo volto e annuisce lento.

«Tutto bene, la ringrazio. E poi… con Kurt ho idea che nulla potrebbe andare male sul serio» e mi guarda negli occhi quasi con bisogno, mentre questi luccicano per l’emozione.

Se non l’amassi già da tempo, comincerei da ora, da questo sguardo.

«Bene, giunti a questo punto… credo non ci sia più bisogno di aspettare altro» ora sono gli occhi di mio padre ad avere la sua attenzione ed io sento il ritmo del cuore aumentare.

«Vedi, Blaine, Kurt ci teneva particolarmente a fare questa cena… ufficiale, nonostante noi ti conoscessimo già ed ora anch’io mi sono reso conto  della sua necessità» comincia «Ci sono cose che non ho mai detto – non sono uno che fa molte cerimonie, di solito, ma credo che questa sia l’occasione giusta per parlare. È la prima volta che vedo mio figlio tanto felice e questo lo devo, lo dobbiamo tutti, solo a te. Da quando ho conosciuto Carole, ho rivalutato tutta la storia sul destino… insomma, non sono certo di crederci, ma vedere voi due mi porta inevitabilmente a pensare che il destino abbia fatto finalmente la mossa giusta. Io… io sto perdendo il filo del discorso…» ridacchia imbarazzato, ma il resto della stanza è in silenzio e anche lui si riprende subito «Kurt non ha avuto una vita facile e credo che tu, più di chiunque altro, possa capire cosa intendo. Il fatto di essere diverso, di essere… gay lo ha fatto soffrire molte volte e per quanto sia forte, l’ho visto cadere spesso. Quello che voglio dirti è… grazie. Ti sono grato per tutto il bene che stai facendo a Kurt».

Io sono letteralmente senza fiato, la bocca semi aperta e lo sguardo che non si stacca dal viso di mio padre: sembra imbarazzato, ma le sue parole sono sincere ed io vorrei abbracciarlo forte per tutto quello che ha detto.

Quando, però, ritrovo il viso di Blaine, qualcosa dentro di me si spezza. È fermo, lo sguardo verso mio padre ma vacuo, la linea delle labbra sottile e tremante, le guance bagnate.

Blaine sta piangendo.

Non appena si accorge che tutti lo stiamo fissando preoccupati, si alza di scatto e ci fissa sconvolto.

«Scusate. Scusatemi… io…» balbetta prima di correre in soggiorno e poi fuori casa.

Gli altri mi guardano come per chiedermi cosa avessero sbagliato, ma io scuoto la testa e seguo Blaine. Ho paura di aver capito…

Fortunatamente lo trovo su uno dei pochi gradini che precedono l’ingresso, le braccia poggiate sulle ginocchia e le testa nascosta su quelle. Mi siedo vicino a lui e aspetto che mi dica qualcosa.

«Mi dispiace…» sussurra con voce ancora incrinata

«Non preoccuparti.» lo rassicuro avvicinandomi «Cos’è successo?»

Lui non accenna ad alzare la testa e la sua voce è appena percettibile.

«Non avrei voluto, Kurt… credimi non avrei voluto farlo. Le parole di tuo padre sono state… Dio, sono state magnifiche!»

«Ma…?»

Lui si prende qualche secondo prima di rispondere e la sua voce è più tremolante di prima.

«Prima di venire qui, ho fatto un salto a casa. Avevo bisogno di prendere un paio di cose, ci sarebbero voluti pochi minuti. Poi, però, ho incontrato mio padre…»

Chiudo per un attimo gli occhi ed inspiro.

«Mi ha chiesto dove andassi ed io stupidamente non gli ho mentito. Sai… sai come vanno le cose con lui… insomma, in breve ha cominciato ad urlare quanto fosse deluso, quanto mi odiasse… quando fossi… sbagliato»

A quella parola scatto poggiandogli una mano sulla spalla e costringendolo a voltarsi verso di me. I suoi meravigliosi occhi, bagnati in quel modo, mi fanno male, ma non distolgo lo sguardo.

«Stammi a sentire, Blaine. Non c’è nulla di sbagliato in te! Mi hai capito? Sei la persona più bella che conosca… sei l’unica che non cambierei per nulla al mondo! Come può essere sbagliato tutto questo?»

Lui resta a guardarmi un bel po’, prima di nascondere la testa nell’incavo del mio collo ed abbracciarmi forte. Anche io lo stringo a me e sento che sta ancora piangendo.

«Mentre tuo padre parlava, mi è tornato in mente il mio… Mi sono sentito così male… avrei voluto tanto che le avesse dette lui quelle parole. Io…»

Non avevo mai visto Blaine piangere, né sfogarsi in quel modo e nonostante provi un dolore tremendo mi faccio forza, stringendolo ancora di più e cullandolo appena.

Mi ha sempre difeso da tutto e tutti: è ora che lo faccia io – o che almeno provi a farlo.

«Canti per me, Kurt?» chiede contro la mia camicia ed io annuisco.

Questa sera il cielo è limpido e le stelle risplendono ancora più belle.

Comincio a cantare seguendo semplicemente l’istinto, passando da un autore ad un altro, dimenticando tutto quello che ci circonda. Non ho idea del tempo che passa, non ho idea di nulla se non del fatto che le lacrime di Blaine diventano sempre più rade e alla fine smettono.

Quando mi guarda di nuovo, i suoi occhi sono asciutti e il suo sorriso è sincero.

«Avevo ragione» mi sussurra dolce «Se sei con me, nulla può andare male sul serio»

Vorrei fare mille cose in quel momento, ho un milione di emozioni che mi scoppiano in petto e la sola cosa che posso fare è cercare le sue labbra.

Restiamo solo io e lui. Quel bacio.

E il nostro amore.

 

 

And nothing's ever gonna bring us down
Cause nothing can keep me from lovin' you
And you know it's true
It don't matter what'll come to be
Our love is all we need to make it through

 

 

 

 

 

 

 

~~~~~~~~~~~~~~~~~~

*Salta fuori* Ma salve! Emh… che dire? So che dovrei essere all’opera con la mia collega per il nuovo capitolo di Klaine Songs (fateci un salto se vi va!), ma non ho resistito all’idea di scrivere questa cosa… che – non so se per fortuna o meno – ho deciso di dedicare proprio alla mia carissima controparte _Pachelbel!!

E poi, boh, non credo occorra dire quale sia la canzone che ho riportato, né tantomeno l’autore, giusto?

Va beh, mi eclisso. Fatemi sapere che ne pensate!

Alla prossima (magari nella long)

Un bacio.

 

-*Alchbel

   
 
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