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Autore: AllysonW    14/08/2011    3 recensioni
La storia di una giovane strega, raccontata dalle parole della protagonista, Evelyn, e delle persone che le hanno, in un modo o nell'altro, riempito la turbolenta l'esistenza.
- E' la mia prima storia. Spero sia di vostro gradimento. Buona lettura a chi la leggerà ;) -
..Ci terrei a spiegare il titolo della storia:
La rosa simboleggia la bellezza.
In questo caso, per Evelyn, la sua rosa è George.
Il "giardino d'inverno" simboleggia la sua vita (quella di Evelyn, appunto) che nel suo caso non è sempre esattamene felice. Basti pensare a tutte le situazioni difficili che ha vissuto nel corso di essa.. ecco perchè il giardino d'inverno, perchè simboleggia la vita fredda e senza colori (come spesso è stata) della nostra protagonista... l'unica cosa che le ha dato colore è proprio quella rosa.
__
«Wow! Ti sono cresciuti in fretta i capelli!» Gli dissi con un gran sorriso.
Erano stupendi. Lucenti e morbidi gli arrivavano quasi sulle spalle. Improvvisamente mi accorsi di adorarlo ancora di più con i suoi lunghi capelli color rame.
Anche se lo amavo comunque.. in qualunque modo li portasse.
Genere: Fantasy, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Famiglia Weasley, Fred Weasley, George e Fred Weasley, Tom Riddle/Voldermort, Un po' tutti
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Capitolo 3 - Una piacevole conclusione delle vacanze e il rientro ad Hogwarts.

Le vacanze trascorsero divinamente. I battibecchi con George non mancarono, erano sempre presenti o forse solo ogni tanto ma a me sembravano perennemente esistenti. Ho dovuto però, ammettere con me stessa, che alla fine li trovavo divertenti.. almeno i nostri discorsi non erano noiosi.
Andammo anche alla Coppa del Mondo di Quidditch.. una serata prima piuttosto divertente e poi alquanto movimentata, grazie all’attacco dei mangiamorte, ma fortunatamente tornammo tutti a casa sani e salvi.
George come Fred, in quell’occasione mi stettero incollati, delle volte erano protettivi quanto mio fratello. Da Fred me lo aspettavo, non era nulla di così strano, ma da George.. non era qualcosa che solitamente faceva, il preoccuparsi per me.
Sentivo quasi sempre il suo braccio che mi cingeva da un fianco. Sentire la sua mano mi provoca dei piacevoli brividi alla schiena. E come si dice mi faceva ‘sentire le farfalle nello stomaco’.
Come una volta, che li sentì per quasi tutto il giorno.
Dopo la coppa di Quidditch, George non stette molto bene per qualche giorno.
Nella settimana in cui fu malato, i Weasley dovettero andare a Diagon Alley a comprare materiale per l’anno scolastico che stava per iniziare.
«Ascoltate: voi tre rimarrete a casa, mentre noi andremo a fare spese. Vi raccomando di non combinare guai!» la signora Weasley, ovviamente, come potrebbe astenersi dal fare le sue raccomandazioni?!
«Mamma io sono a letto, che cosa potrai mai combinare?!» disse George rassegnato.
«Bene!» disse lei, mentre usciva dalla stanza dei gemelli.
Fred però la fermò: «Aspetta mamma! Vengo anche io con voi!» Mi guardò con aria maliziosa e poi continuò rivolgendosi alla madre. «Voglio fare anche io dei rifornimenti!»
«Va bene. Almeno così sarò sicura che non ci saranno problemi qui mentre saremo via.» cosi detto, mamma Weasley uscii insieme a Fred dalla stanza. Io li seguii per parlare con lui.
«Non dirai mica sul serio! Mi vuoi lasciare qui da sola con George?!» dissi sottovoce a Fred.
«E perché no? Potrebbe essere interessante!» ridacchiando mi fece l’occhiolino.
«No, te ne prego! Non so come comportarmi con lui messo così. Raramente siamo soli, e non siamo mai molto amichevoli. Ti prego non lasciarmi sola!» gli dissi quasi implorando.
«Mmm.. allora è ora di iniziare ad andare d’accordo!» mi lanciò un sorrisetto malizioso e scese di sotto.
Io rientrai nella stanza rassegnata al pensiero di rimanere da sola con George.
«Sono andati via?» mi chiese.
«Si..» Andai alla finestra e vidi la macchina partire.
Avvertivo l’atmosfera di terribile imbarazzo nella stanza, come credo avvertisse anche lui.
«Magari è meglio che tu non stia molto vicino a me. Non vorrei essere infettivo..»
«Mi stai forse cacciando Weasley?!» lo fulminai con lo sguardo.
«Cosa?! Ma no dai, volevo solo essere gentile» rispose con un certo imbarazzo. Io gli sorrisi.
«Gentile eh.. questa si che è una novità.»
«Si dai, ogni tanto non è male esserlo..»
«Se hai bisogno di qualcosa, puoi dirmelo. Sono qui per questo.» dissi avvicinandomi alla porta.
«Grazie, ma per ora non ho bisogno di nulla» mi sorrise. Dopo una breve pausa continuò:
«Anzi, magari vorrei solo.. che tu restassi qui con me.» concluse. Lessi l’imbarazzo nel suo viso mentre pronunciava quelle parole.
Mi ha davvero chiesto di restare con lui e fargli compagnia?? Non mi sembrò vero che quelle parole fossero uscite dalla sua bocca.
«Certo. » sorrisi, felicemente sorpresa e al contempo imbarazzata della sua richiesta.
Mi sedetti sul letto e rimasi nella stanza insieme a lui.
Continuammo a parlare fino al ritorno di Fred e gli altri. Alla fine non andò poi tanto male; fu piacevole parlare tranquillamente insieme.
Mi bastava anche solo questo: restare da sola con lui, anche semplicemente a parlare.. come una ragazza, innamorata del suo migliore amico.


Il ritorno ad Hogwarts fu tranquillo fortunatamente, rispetto invece all’avventura alla Coppa del Mondo del Quidditch.
«Il treno è già pieno! Spero che ci saranno ancora dei posti liberi!» eravamo alla stazione di King’s Cross al Binario nove e tre quarti.
«Sicuramente! E se non ce ne sono, vorrà dire che butteremo qualcuno fuori dal suo vagone.» rispose Fred con tono divertito.
«E se poi provano, arrabbiati, a schiantarci, noi li corromperemo con un pò di buonissime caramelle!» George mi mostrò dalla sua tasca dei pantaloni una manciata di Mou Mollelingua.
«Ah, certo! Cosi poi ci relegano nel vagone bagagli come dei ragazzini indisciplinati e combina guai!» dissi sarcastica.
«Ma noi siamo dei ragazzini indisciplinati e combina guai!» ribatterono all’unisono.
«Bè, magari indisciplinati e combina guai si, ma ragazzini.. ormai cominciamo a non esserlo più. E dovremmo cominciare a comportarci meno da tali.»
«Questo è solo un piccolo dettaglio!» disse Fred ridacchiando, e tutti e tre salimmo sul treno, che poco dopo si mise in viaggio verso Hogwarts.
Quando arrivammo alla scuola stavamo morendo di fame. Per nostra fortuna lo smistamento del primo anno non durò moltissimo. Ma comunque la cena cominciò solo dopo che furono presentate le due scuole di magia che Hogwarts quell’anno ospitava per il Torneo Tre Maghi: l’Accademia di Magia di Beauxbatons e Istituto Durmstrang.
Quando entrarono le allieve della scuola di Beauxbatons, Fred e George sembrarono diventare due bambocci senza cervello.
«Guarda George, ma quelle non sono Veela?» disse Fred.
«Oh si..» esclamò George. In quell’attimo mi voltai verso di lui con uno sguardo fulminante, ma lui era troppo impegnato ad ammirare le Veela per notarlo. Sentii dentro di me le budella contorcersi dalla gelosia.
Io che ero seduta al centro tra loro, per cercare di svegliarli da quello stato, diedi contemporaneamente una gomitata ad entrambi.
Loro si voltarono verso di me con lo sguardo di chi ti domanda “ma che diavolo vuoi?!”
«Idioti!» risposi con tono rabbioso. Poco dopo iniziò la cena, e cominciammo a mangiare senza più fiatare.
Per il resto del pomeriggio io rimasi in biblioteca a cercare un pò di calma. Di solito era per quello che ci andavo; solo qualche volta era effettivamente per studiare. La biblioteca aveva un effetto calmante su di me.
Ma la tranquillità quella volta rimase tra gli scaffali pieni di libri della biblioteca.
Uscendo incontrai Fred e George nei corridoi.
«Oh, eccoti finalmente! Dov’eri finita? » chiese George.
«Il luogo da cui sono appena uscita si chiama biblioteca!»
«Ma che simpatica! Siamo nervosette??» disse Fred con aria alquanto divertita.
«Assolutamente no, mai stata più calma.» dissi mentre camminavamo, con un tono che voleva sembrare pacato.
«Bando alle ciance.. hai sentito del Torneo Tre Maghi? Fantastico!» entusiasmò Fred.
«Ovviamente proveremo anche noi a partecipare mettendo i nostri nomi nel calice..» disse George con altrettanto entusiasmo.
«Forse ero accanto a voi quando Silente l’ha annunciato! E comunque non avete considerato un piccolo problema: per partecipare dovreste essere maggiorenni.»
«Sei in errore sorella! Abbiamo pensato anche a questo.» rispose Fred compiaciuto.
«Faremo una pozione invecchiante, la berremo e metteremo i nostri nomi nel calice!»
«Ah certo! Che piano geniale! Sicuramente riuscirete ad ingannare la linea dell’età! Oh si, funzionerà..» dissi sarcastica.
«Lo vedrai!» Esclamarono all’unisono.
Ovviamente la pozione non funzionò, e tutto ciò che ne ricavarono furono solo due belle barbe bianche e una figuraccia davanti ad almeno una trentina di studenti delle varie scuole.
   
 
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