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Autore: Anima97    15/08/2011    4 recensioni
“Mi guardasti negli occhi e mi dicesti: Hai proprio una bella casa. Io ti sorrisi e ti ringraziai. Chiudesti di nuovo gli occhi. Cercai di risvegliarti ma tu continuavi a tenere chiusi gli occhi. Mi spaventai e la prima cosa che pensai fu che tu eri morta. Chiamai un’ambulanza e, appena arrivò, io ti seguii con la mia auto… Ecco come è andata”
“Perché mi hai seguito?”
“Non lo so. So solo che come ti ho seguito allora, ti seguirò sempre”
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Attenzione ragazze!! George Harrison è di nuovo sul mercato! Approfittate!!”
 
Ecco quel che si legge sulla porta del fun club dei Beatles.
Dio, che squallore, manco fossimo al mercato vero!
E io? Come farò io? Io che passo davanti casa Sua tutti i giorni? 
Adesso troverò sempre un branco di fanciulle rabbiose pronte ad azzannarmi!
Che noia che sono… certo, quando cominciano a parlare dei Beatles ti diverti un sacco:
“Oh il mio ciccino Paulino piccolino! Com’è cariiino!” dopo un po’ ti stufi, però.
La Loro musica l’ascolto, ma poco. Ho altre cose a cui pensare.
Però quando l’ascolto, ascolto le parole, le note… non le loro facce! 
Mi chiedo come facciano a sopportare quelle ragazzine isteriche! Appena Li vedono urlano come impazzite e cercano di strapparGli una ciocca di capelli o un bacio o semplicemente (ma raramente) un autografo.
E quando tu provi a obbiettare ti sommergono di domande “Ma come fanno a non piacerti!? Sono così fighi!” 
OK MA NON GLI SBAVO DIETRO!
Perché sono una ragazza? Se provi ad accennare ai Beatles, tutti pensano che sei come le altre… e il brutto è che i Beatles sono ovunque e rischi di parlare di Loro ogni istante! A ogni angolo c’è la Loro faccia stampata o su un muro, o su una maglia, o su una borsa, o su una spilla, o su una scarpa eccetera, eccetera…
Mi deprimo al pensiero di dovere incontrare ogni giorno davanti la casa del Sign. Harrison, le Fan pronte a ringhiarmi contro o minacciarmi.
Una volta osai rivolgere la parola al musicista (sempre disponibile, bravo ragazzo) e mi sentii improvvisamente osservata, ma soprattutto carbonizzata dai fulmini che i loro occhi sparavano a ogni millesimo di secondo!
Eppure era solo una battuta! Harrison era fuori dalla porta di casa sua a firmare qualche autografo, io passavo di li e proprio in quel momento una ragazzina fa “George baciami!” e io rispondo “Stia attento, Sign. Harrison, non bisogna parlare con gli sconosciuti!” naturalmente ironica. Lui ha riso, lei non tanto…
Ritorno alla realtà.
 
Mi sono di nuovo persa nei pensieri! Rileggo quella scritta e faccio una smorfia di disgusto.
Quel foglio in bella vista mi da proprio i nervi! Quasi quasi lo stacco.
Tac.
Lo accartoccio e lo butto in un bidone della spazzatura, poco più in la.
Forse avrò un po’ di pace per un po’… forse riattaccheranno un foglio uguale, magari mettendolo in un quadretto e attaccandolo con una super colla al legno della porta, così sono sicure che nessuno lo stacchi.
La busta della spesa comincia a pesare, meglio affrettarsi.
Ecco, ad esempio, tra un po’ svolterò l’angolo e, andando avanti per qualche metro, alla mia destra ci sarà un portone circondato da tante ragazzine brufolose e non.
Sempre così davanti la casa di George Harrison!
Non voglio immaginare le case di John Lennon o Paul McCartney! Sono i più gettonati fra i Beatles.
Penso a quelle povere mogli, come faranno mai a sopportare tutto questo!
Escono di casa e si ritrovano tutti quegli sguardi addosso, rischiando di essere azzannate da un momento all’altro.
Povere ragazze!
Poveri ragazzi! Va beh, forse Loro si saranno sbizzarriti, visto che tutte Gli vanno dietro, ma comunque non credo che sia tanto piacevole trovarsi davanti una ragazzina che strilla “Ti amo!!!”
Yack! Orrore.
Per fortuna non sono l’unica a pensarla così… credo.
Ci sarebbe la mia coinquilina Marie. Certo, lei è mooolto più grande: 40 anni.
Non si è mai sposata. Dice che il matrimonio è inutile, un pezzo di carta, un patto che ti incatena.
Serve solo al momento del divorzio, per distribuirsi i beni!
Che tipa che è. Ogni volta che la penso mi vien da ridere.
E’ una specie di pazza donna d’affari, affetta da Morbo dello Shopping, causa dello spreco di quasi tutto il suo stipendio! Per fortuna che ci sono io, ragazza di appena 21 anni che lavora in un Call Center, ma che cerca di risparmiare il più possibile per mantenersi.
Eh la vita è dura, finchè qualcuno non risponderà a un mio annuncio per lavorare come segretaria o controfigura cinematografica, vivrò così… spero il più breve possibile.
Mi affascina il cinema.. è l’arte che preferisco, più della musica!
Ma come ci son finita a parlare di cinema? Non stavo pensando a George Harrison?
Sempre la solita viaggiatrice di pensieri!
 
Sto per passare davanti la casa del Sign. Harrison. Strano, non c’è nessuno oggi… forse non è in casa.
Mi fermo a guardare la villa, da dietro le sbarre.
Non capita spesso un’occasione del genere, di solito ci sono le fan che non fanno vedere niente.
E’ proprio una bella casa, molto carina.
Vorrei tanto averne una simile.
Ha tre piani, credo. Da fuori sembrerebbe così.
Poi c’è il giardino, molto curato.
So che Harrison ama il giardinaggio. Dio, quanto mi piacerebbe avere un giardino e magari anche un piccolo orto!
Invece vivo in un buco: una stanza che fa da salotto e cucina, un piccolo bagno e un altro piccolo buco dove c’è un letto e una lampadina appesa al soffitto. Una specie di camera da letto…
Molto chic!
 
Oh mio Dio! Una finestra della casa che sto guardando si è aperta!
Dio Dio Dio! Che faccio?
Mi nascondo, logico, sotto una siepe!
Perché mi nascondo?! Sono solo una passante!!
Però adesso sarebbe troppo imbarazzante uscire allo scoperto…
Ma dai, chi se ne frega, tanto non mi conoscono!
NO! E se è George?!?!
Ma perché tutto a un tratto ragiono come una fan!?!
 
Esco allo scoperto, me ne pento di nuovo, ma ormai è fatta.
 
Non devo assolutamente voltarmi a guardare la finestra.
Non devo assolutamente voltarmi a guardare la finestra.
Non devo assolutamente voltarmi a guardare la finestra.
Cammino velocemente verso casa mia.
Non devo assolutamente voltarmi a guardare la finestra.
Bene, sono troppo lontana per vedere quella finestra. 
Sono riuscita a dominare sulla mia curiosità femminile, per fortuna.
Non che io sia così tanto influenzata dal mio sesso, ma l’istinto rimane comunque.
Mi ritengo abbastanza diversa, dalle altre, ma negativamente.
Sono una ragazza femminile, si, ma che odia la femminilità.
Odio dovermi mettere i tacchi.
Odio dovermi vestire in modo perfetto.
Odio dovermi truccare.
Odio dovermi fare la ceretta o farmi le sopracciglia.
Odio anche e soprattutto i pregiudizi sulle donne.
Odio tutto quello che riguarda il sesso femminile, insomma, ma sono comunque fiera di essere donna.
Alla fine, basta sapersi differenziare, far capire a tutti che non si è “tutto fumo e niente arrosto”.
Ringrazio mio padre per avermi educata così e non come una frivola.
Mia madre era meno d’accordo, ma chi se ne frega, a me piace il pensiero di mio padre punto.
Oh uffa! Mi sono di nuovo persa nei miei pensieri e sono andata troppo avanti, superando la porta di casa.
Stupida.
Goffa.
Mongoloide.
Basta adesso.
 
Cerco le chiavi nella sacca.
Odio le borse.
Cavolo non le trovo! Sono così goffa! Forse dovrei poggiare a terra le buste della spesa e poi cercare le chiavi.
Stupida!
Goffa!
Mongoloide!
Respiro profondamente. Mi innervosisco molto facilmente per nulla!
Tutta colpa degli impegni e delle responsabilità.
Io non sono così! Io sono una donna dallo spirito libero, felice, tranquilla.
Totalmente diversa dal modello di donna prodotto dalla società!
Però la società (o meglio, io che ho seguito più i miei sogni che i consigli di mia madre) mi hanno trasformata in una specie di trans cinico nevrotico.
Che schifo.
Mi pento di aver studiato all’accademia d’arte. Dipingo, creo, ma perché non riesco a trovare un lavoro decente?
E io che sognavo i miei quadri ad un’asta, venduti a prezzi stratosferici! 
Recito anche, ma amo più il cinema, che il teatro, per questo non ho mai accettato di far parte di una compagnia teatrale e guadagnare soldi decenti facendo quel che mi piace!
Come mi pento!
Stupida.
 
Salgo le scale a fatica, quanto pesano le buste!
Saluto il signor Parker “Vuole una mano?”
“No, grazie, adesso prendo l’ascensore” l’ascensore funziona solo dal secondo piano.
Entro nella scatola sollevatrice, insieme al ragazzo che vive vicino a me.
Se non l’avete capito, vivo in un condominio a sei piani.
E su ogni piano ci sono tre case.
Quelle più in basso sono le più costose ma le più belle, quelle in alto il contrario.
E io vivo al sesto piano, nella casa più economica.
Il mio vicino è un ragazzo di 18 anni scappato di casa, che vive con un suo amico e campano suonando in qualche locale nei turni di notte. Proprio per questo, quando tornano a casa alle quattro e mezza del mattino, comincio ad avere problemi di sonno, visto che cominciano a sbattere porte e non so che altro e a ridere ubriachi.
“Vi siete divertiti ieri notte tu e il tuo amico?” chiedo con un sorrido di sfida.
Nonostante tutto quel ragazzino lo trovo simpatico, è divertente quando cominciamo a punzecchiarci!
Sorriso malizioso e sguardo che conquista “Oh si molto, c’erano tante ragazze” 
Faccio una smorfia “Ah, allora avete passato una notte da leoni!”
Mi da un pizzicotto sulla guancia “Si, ma tu rimani la mia preferita!”
“Tieni quelle manacce lontano da me, porco! Tanto so che tu le ragazze te le fai solo con la testa e non con il…” 
“Non cadiamo nel volgare, mia cara vicina!” dice in tono da borghese.
“Non fare il cretino, stupido bambino!” imito il suo tono.
Ride “Che rima carina!”
La porta dell’ascensore si apre, siamo arrivati “Grazie, addio” esco e mi dirigo verso la porta.
Poggio le buste a terra cercando le chiavi.
“Veramente volevo invitarti per un caffè” dice lui in atteggiamenti sexy “Non dirmi di no, ti prego”
Infilo le chiavi e le giro “Appena avrai compiuto 20 anni accetterò” dico.
Prendo le buste della spesa “E comunque, piccolo consiglio, quando vuoi invitare una per un caffè, non dirle “Ti prego!” con quella faccia da cane bastonato, che tanto non la convinci!”
Entro in casa “Quanto sei sexy, mi fai impazzire” mi dice ironico.
Sorrido “Taci stupido”.
Prima di chiudere la porta lo vedo mandarmi un bacio volante.
Che tipo quel Matt!
Butto le buste della spesa in frigo. C’è un gran disordine in casa, ma me ne frego.
Di solito è Marie che mette tutto in ordine.
Vado in bagno e comincio a prepararmi per l’appuntamento con l’ennesimo spasimante.
Non sono bella, non sono simpatica, allora perché piaccio?!
Glielo chiederò, stasera, al pretendente romantico.
 
La giuria esamina per bene l’aspirante Miss.
Ora sta decidendo i commenti e i voti da dare.
Bene, è arrivato il momento! 
C’è la farà la nostra quasi Miss a superare il giudizio della giuria?
Momento di suspense.
“Secondo me sei perfetta!” esclama Marie.
Continuo a guardarmi allo specchio, poco convinta “Sicura? Non è che questo vestito è troppo stretto?”
“Ma che dici! E’ perfetto! Oggi vanno tanto di moda!”
Sbuffo “Se lo dici tu…”
“Ora faresti meglio a correre, se non vuoi ritardare!”
Prendo il cappotto, faccio fatica a camminare sui tacchi “Tu non mi accompagnerai con la macchina, vero?”
“Eh, no, è a secco e io sono al verde”
Sbuffo di nuovo, rischio di cappottarmi sui tacchi (eppure sono bassi!) e prendo la borsa.
Entro nell’ascensore, ma indovina un po’ chi c’è in tenuta da musicisti pazzi?
“Ciao piccola! Hai deciso di venire con noi al pub per ascoltare del buon rock?” fa entusiasta Matt.
Lui e il suo amichetto mi fissano maniacalmente “Non frequento quei buchi, Matt”
Momento di silenzio.
“La volete smettere di fissarmi le tette?!”
Uhh sono rossi come pomodori!
La porta si apre.
E adesso chi la fa le scale a piedi?! 
“Se vuoi ti prendiamo in braccio” fa il ragazzino, notando la mia antipatia con le scarpe.
“No, grazie”
Mi danno velocemente un bacio sulla guancia e scappano via, evitando un mio ceffone.
Saluto il signor Parker “Vuole una mano?”
“Non si preoccupi” 
Il signor Parker passa tutto il giorno sul pianerottolo chiedendo ai passanti la sua mano.
Quando l’orologio a cucù di casa sua suona le nove, lui si ritira e va a dormire.
Spero di non finire mai come lui! 
Sta tutto il giorno a pensare, io lo faccio già in modo eccessivo, senza essere seduta su un pianerottolo!
Miracolosamente riesco a scendere le scale senza rompermi niente.
Esco fuori dal palazzo, dopo un po’ mi abituo ai tacchi.
La strada è affollata di gente della mia età, ma anche ragazzini di 16-17 anni che mi scrutano curiosi.
Come se non hanno mai visto una donna elegante per strada!
L’appuntamento è a un pub vicino, ma per arrivarci devo passare per la casa di George Harrison.
Quella casa per me è un dilemma, non so perché.
Quando devo passare da quella strada mi viene sempre una forte emozione.
Non si tratta delle fan e forse nemmeno di Harrison.
Si tratta dell’idea che io mi sono fatta di quella casa: la villa enorme che non avrò mai.
La villa in cui tutte vorrebbero entrarci per una volta (anche io, lo ammetto).
La villa in cui vive uno degli uomini che ha cambiato la storia, ma che sembra essere invisibile!
Non c’è MAI. O è dentro casa a suonare o è negli studi di Abbey Road o è in tournee.
Quando non è in tournee (come ora) le fan si accampano li davanti e quando è in tournee le fan lasciano attaccati al portone vari biglietti, oppure buttano dal cancello dei fiori.
Che ossessione! Harrison ossessionato dalla musica, le fan ossessionate da Harrison.
Passo davanti la casa.
Non c’è nessuno! Ma come è possibile?!
La strada è quasi deserta!
Harrison non è in tournee con i Beatles, ne tantomeno in vacanza.
E’ qui a Londra, ne sono certa!
Ad Abbey Road? Beh, si forse… passa molte ore in studio quell’uomo.
Però comunque le fan ci dovrebbero essere!
Mistero.
Continuo per la mia strada, senza pormi tanti problemi.
 
Arrivo al pub e mi siedo.
Vedo il pretendente intento a parlare con una ragazza più vecchia di me.
Cominciamo bene! 
Che senso ha insistere tanto per invitarmi al pub e poi provarci con un’altra?
Il pretendente esce dal pub, con la ragazza al seguito.
Bene, sono rimasta sola come una cretina.
Stupida!
Mongoloide!
Batto le dita sul tavolo.
Ordino un drink. Che nervi!
Questa doveva essere la mia serata, mi sarei divertita un sacco a trattar male il pretendente.
Sbuffo e sorrido. Ma chi se ne frega!
Comincio a bere il drink.
Due drink. Tre. Quattro. Cinque. Basta, non ce la faccio più!
Uno ci prova, lo ignoro. Non sono così ubriaca e incosciente da farmi portare a letto da uno sconosciuto.
Vedo l’ora. 11.30. E’ già passato un sacco di tempo! Ma non voglio tornare a casa… devo inventarmi qualcosa per divertirmi un po’…


Mondo Nutopiano:
Hhhhhola!
E anch'io mi sono decisa a scrivere una storia un po' più romantica...
Ma non su Paulie o su Johnny, ovviamente.
Spero apprezzerete questa mia nuova storiella.
Spero che possediate la pazienza di leggere sti papiri deliranti.
Spero che recensirete (positivamente *incorcia le dita*).
Ci tengo molto a sapere cosa ne pensate.

Peace & Love.
MelinAnima :3
  
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