_{«Sè, figuriamoci se questa può essere considerata "realtà"!» commentai, con una risatina beffarda.
«E perchè?»mi domandò Andromeda, mentre mi osservava con fare inquisitorio.
«Come puoi credere che una persona possa realmente avere tanto bisogno di un'altra?» risposi io, con tono aspro.
Mia madre mi guardava con rimprovero, come sempre.
Sapevo che, da un momento all'altro, mi avrebbe ordinato di uscire da quella stanza, ma non m'importava.
Mi piaceva commentare quelle storielle romantiche e sdolcinate.
Era un vero spasso vedere le faccine incredule delle due principesse Black, di fronte la cruda verità tanto lontana da quella magica favola.
«Certo! Non è possibile che due persone si vogliano tanto bene, Bella?»
Mi stavo irritando.
Odiavo il modo in cui quella stolta osava rivolgersi a me. Ero la sua sorella maggiore e avrei volentieri accettato una forma di rispetto da parte sua.
Narcissa restava in silenzio ad ascoltare quella nostra piccola discussione, mentre mia madre si agitava sempre di più. Lei odiava quella sorta di cattiveria che mi personalizzava.
Mi divertivo ad interrompere bruscamente i sogni in cui si inoltravano le mie due splendide sorelline, e lei non lo sopportava.
Dovrebbe essere facile, per noi bambini, incantarci di fronte la bellezza di un sogno, guardare oltre la terribile realtà, immaginare meraviglie, del tutto ignari delle malvagità esistenti nella vita reale.
Ma perchè io non ci riuscivo?
Per quale motivo le mie due perfette sorelline riuscivano a credere in quella favola, ed io restavo convinta che essa fosse solo inutile inventiva?
«Voler bene ad una persona, dici.. cosa intendi con questa frase, piccoletta?»
I miei occhi si scurivano con sempre maggior foga, mentre quelli di Andromeda mostravano una nuova forma di paura. Ci fu una lunga pausa, nella quale si poteva udire il battito accellerato nel petto di mia sorella.
«Immagino che consista nel.. beh, nello scambiarsi baci ed abbracci affettuosi.. desiderare di stare sempre al fianco di quella persona..»
Io risi di buon gusto, mentre la mia testa si muoveva da destra a sinistra, come per dissentire da quella sua affermazione.
«Certamente.. peccato che, dopo un po', anche la voglia matta di fiancheggiare quella persona svanisca nel nulla, mia cara. I principi, uguali a tali racconti spettacolari, non esistono. E poi.. l'amore è così banale. Come voi che credete nella sua assurda esistenza.»
La mia parlantina era tanto simile a quella di una donna matura. Sembravo colta e saggia, mentre il mio solo pregio si basava sulla mia evidente diversità.
«Adesso basta, Bellatrix! FUORI!»
Mia madre proruppe in urlo di una potenza terrificante. Per un momento, i nostri occhi si incontrarono.
Lei rimase folgorata da quella malignità che caratterizzava i miei pozzi oscuri.
Senza ribattere, uscii da quella camera, inoltrandomi nell'ignoto che caratterizzava un corridoio buio e dall'aria tanto tetra.
La tristezza e il dolore si erano appena tramutati in euforia.
Avevo promesso a me stessa che avrei dato un motivo, ai miei genitori, per pentirsi di avermi messa alla luce.
Quello che loro mai avevano saputo darmi.}