“Ho paura di svegliarmi. Paura che se lo facessi tutto questo finirebbe. Dio, ti prego, fa sì che questo momento duri in eterno.”

Aprì gli occhi pian piano, uno alla volta, e davanti a lei si delineò progressivamente il profilo dell'uomo al quale vorrebbe stare sempre vicino.

Ma c'era qualcosa di diverso in lui. I suoi occhi color ametista che prima la guardavano così dolcemente, le penetravano la carne fino a farle male.

Zero ne era stato sempre capace. Capace di ferirla solo con lo sguardo, senza usare inutili parole.

Non appena vide che si era svegliata, lo sguardo di Zero cambiò e la baciò sulla fronte.

“Che cos'era quello sguardo di prima?” pensò perplessa Yuuki.

“Dormiva così bene che non me la sono sentita di svegliarla, signorina.” sorrise Zero.

I dubbi di Yuuki vennero subito dissipati da quell'unico e splendido sorriso ed un unico pensiero occupò la sua mente:

“Ti amo, Zero. Ti amo. Ti amo. Ti amo.”

Chiuse gli occhi e sentii le braccia dell’uomo stringersi attorno a lei, come se avesse letto le parole nella sua mente.

“Calde. Le tue braccia sono così calde, amore mio.”.

Si rannicchiò vicino al suo petto e poggiò la fronte nell’incavo del suo collo.

Sentì il suo respiro sulla pelle e in quel tepore chiuse gli occhi.

“Aidou mi ha comunicato che, questo pomeriggio, Zero è venuto a farti visita nella tua stanza. Qualche novità interessante che ritieni di dovermi comunicare?”

Yuuki lanciò uno sguardo inceneritore al braccio destro del fratello e subito si giustificò dicendo: “Si, era venuto solo per chiedermi come stavo ma non gli ho rivolto la parola. Proprio come volevate voi, nobile fratello.”.

Yuuki si sentì sollevata. Aveva detto la verità, non tutta ma almeno era la verità.

Non aveva pronunciato una singola parola con Zero, è vero, ma sapeva bene che certe volte l’amore non ha bisogno di parole.

“E' davvero tutto, Yuuki?” domandò dubbioso Kaname.

“Sì, nobile fratello.”

Kaname perse la ragione. Si alzò e sbattè le mani sulla scrivania rompendo le vetrate dello studio.

“Quante volte ancora dovrò chiederti di chiamarmi Kaname?!”

Yuuki sgranò gli occhi terrorizzata. Kaname era nervoso e agitato e lei lo poteva percepire chiaramente. Il suo fidanzato aveva capito che c'era la possibilità di perderla e il solo pensiero deve averlo fatto andare fuori di testa.

“Scusa piccola. Scusami davvero.”

Si lasciò andare e cadde sulla sedia. Scandendo il respiro tentava si calmarsi.

“Andate via. Lasciatemi un secondo da solo.”

Kaname non si riconosceva più.

“Non ci posso credere. No. Non è possibile.” balbettò Zero scuotendo ripetutamente la testa.

“Zero, credimi, posso capire come ti senti.” tentò di consolarlo il direttore Cross.

“Ma che cosa vuoi saperne tu?!” gli urlò Zero chiudendo violentemente la porta alle sue spalle. Ogni tentativo di fermarlo era stato vano.

“Questo sì che è un bel guaio” pensò Kaien, “Zero è furibondo. Spero solo che non faccia niente di avventato.”.

Lanciò un’occhiata alla lettera sulla sua scrivania e gli sfuggì un sorriso.

“E pensare che anch’io reagii allo stesso modo a mio tempo.”.

Ripensando a quel giorno e a quella donna, s’interrogò se volesse sapere il contenuto della lettera.

“Se non la leggessi, sarebbe come farle un torto.”

Si fece forza e cominciò.